Il 14 giugno 2010 Radio Tre aprirà le sue porte al mondo. Quel giorno tutti i programmi, da Fahrenheit alle rassegne stampa del mattino, saranno condotti da persone di origine non italiana. Ai microfoni si alterneranno il giornalista di Libération Eric Jozsef, la cantante uruguaiana Ana Karina Rossi, lo scrittore romeno Mihai Mircea Butcovan, il brasiliano Antonio Alves dell’Istituto nazionale di fisica nucleare, la scrittrice italiana di origine egiziano-congolese Ingy Mubiayi Kakese e altri ancora.
L’iniziativa si chiama “Tutti stranieri” ma, come sottolinea il direttore di Radio Tre Marino Sinibaldi, “non è la festa dello straniero. Non vogliamo creare un ghetto. Anzi, vogliamo che la radio, che ospita abitualmente voci da tutto il mondo, si apra ancora di più a linguaggi diversi e si lasci trasformare. L’abbiamo fatto con la poesia e lo faremo con il mondo del volontariato. Diamo le chiavi della nostra radio a questi linguaggi e per un giorno ci lasciamo gestire”.
Marino Sinibaldi è nel suo studio al quarto piano di via Asiago, dove sta mettendo a punto con i suoi collaboratori la giornata del 14 giugno. “Abbiamo voluto dare un nostro contributo all’idea di una società democratica, multiculturale e aperta”, continua. “Oggi lo straniero è come demonizzato dai mezzi d’informazione. Inoltre le dinamiche di relazione, penso soprattutto a quelle nel mondo del lavoro, stanno pericolosamente prendendo la direzione di una schiavizzazione coatta. Con la nostra giornata abbiamo voluto dare un’immagine reale di quello che c’è dietro ai cosiddetti stranieri. Dietro ci sono l’esule, l’intellettuale, il migrante lavorativo, il rifugiato politico ma anche i figli di migranti nati in Italia e che purtroppo sono considerati stranieri nel loro paese. Dietro questa parola c’è una varietà di persone e non la piattezza di chi vede solo il criminale o l’affamato”. [igiaba scego - http://www.internazionale.it/home/?p=23858#more-23858]
4 commenti:
è sempre così, il fracasso della minoranza copre il silenzioso vivere della laboriosa e onesta maggioranza. ben vengano le loro voci e vorrei che fossero numerose e con la loro educazione coprissero e zittissero questo fracasso che ci assorda.
stefano
simme tutti purtualli!!!! siamo tutti uguali.
questo è un quartiere di immigrati, da circa 40 anni, stabili hanno diversi negozi sparsi un po' dappertutto, ed è giusto che si integrino anche attraverso il commercio e le loro attività
indubbie considerazioni....
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