quanti mestieri

Salve, sono un sociologo e giornalista. Volevo parlarvi dei miei mestieri, so che oggi dire mestieri è sarcastico, ma non so usare altra espressione. Puntualmente quando mi presento, do un po’ c’è sempre qualcuno/a che mi fa la domanda: “che lavoro fai?”. Per fortuna io lavoro sempre anzi, direi, quasi sempre. Risiedo per fortuna ancora nella ma città e, quando ripenso con nostalgia ai miei numerosi amici che sono dovuti partire per altri luoghi e destinazioni, mi rincuora sapere che io resisto e non mi dimetto.

Nell’espressione desisto sta tutta la mia amarezza e perspicacia. Amarezza perché puntualmente devo scartare qualcosa, perspicacia perché devo subito intraprendere altro per continuare. Mi spiego meglio.

Da quando mi sono laureato ho quasi lavorato (che fortuna), ma facendo sempre diversi mestieri. Fu un colpo di culo quando appena pochi giorni dopo la laurea un antropologo canadese che risiedeva in Australia mi disse se potevo fargli d’assistente. Dopo un anno andò via e sempre per fortuna l’università mi fece un contratto di un mese per una ricerca sulla camorra. Allo scadere del mese mi ritrovai disoccupato, anzi no, inoccupato.

Dopo diverse settimane di inoccupazione andai a lavorare per una agenzia che si occupava di turismo, ma credo che il turismo non facesse per me. Un anno e mezzo in una libreria come responsabile degli eventi. Sfortuna volle che la libreria naufragò in un mare dolce. Poi feci un colloquio per diventare, o meglio, per espletare un lavoro mai sentito prima: il webcontent, generando password all’infinito. In effetti, poi, non erano proprio all’infinito.

In seguito ho insegnato in una scuola pubblica, ho girato due documentari, ho realizzato una mostra fotografica, ho imparato Photoshop, avid, ho venduto PDF e siti internet. Ho lavorato per una webtv, ho mantenuto la luce per un mio amico fotografo, attualmente faccio un corso per imparare a fare gelati.

Ah, dimenticavo, tutti questi lavori li ho fatti grazie al progetto. Sì, perché, se non ci fosse stato il contratto a progetto io, a quest’ora, sarei ancora un lavoratore. [+blogger]

noam chomsky

1 - La strategia della distrazione. L’elemento principale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel distogliere l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche utilizzando la tecnica del diluvio o dell’inondazione di distrazioni continue e di informazioni insignificanti. La strategia della distrazione è anche indispensabile per evitare l’interesse del pubblico verso le conoscenze essenziali nel campo della scienza, dell’economia, della psicologia, della neurobiologia e della cibernetica. “Sviare l’attenzione del pubblico dai veri problemi sociali, tenerla imprigionata da temi senza vera importanza. Tenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza dargli tempo per pensare, sempre di ritorno verso la fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”).

2 - Creare il problema e poi offrire la soluzione. Questo metodo è anche chiamato “problema - reazione - soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” che produrrà una determinata reazione nel pubblico in modo che sia questa la ragione delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, oppure organizzare attentati sanguinosi per fare in modo che sia il pubblico a pretendere le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito delle libertà. Oppure: creare una crisi economica per far accettare come male necessario la diminuzione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.

3 - La strategia della gradualità. Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, col contagocce, per un po’ di anni consecutivi. Questo è il modo in cui condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte negli anni ‘80 e ‘90: uno Stato al minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione di massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta.

4 - La strategia del differire. Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria” guadagnando in quel momento il consenso della gente per un’applicazione futura. E’ più facile accettare un sacrificio futuro di quello immediato. Per prima cosa, perché lo sforzo non deve essere fatto immediatamente. Secondo, perché la gente, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. In questo modo si dà più tempo alla gente di abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo con rassegnazione quando arriverà il momento.

5 - Rivolgersi alla gente come a dei bambini. La maggior parte della pubblicità diretta al grande pubblico usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, spesso con voce flebile, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente. Quanto più si cerca di ingannare lo spettatore, tanto più si tende ad usare un tono infantile. Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se questa avesse 12 anni o meno, allora, a causa della suggestionabilità, questa probabilmente tenderà ad una risposta o ad una reazione priva di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno (vedi “Armi silenziose per guerre tranquille”).

6 - Usare l’aspetto emozionale molto più della riflessione. Sfruttare l'emotività è una tecnica classica per provocare un corto circuito dell'analisi razionale e, infine, del senso critico dell'individuo. Inoltre, l'uso del tono emotivo permette di aprire la porta verso l’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o per indurre comportamenti….

7 - Mantenere la gente nell’ignoranza e nella mediocrità. Far si che la gente sia incapace di comprendere le tecniche ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù. “La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza creata dall’ignoranza tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare da parte delle inferiori" (vedi “Armi silenziose per guerre tranquille”).

8 - Stimolare il pubblico ad essere favorevole alla mediocrità. Spingere il pubblico a ritenere che sia di moda essere stupidi, volgari e ignoranti...

9 - Rafforzare il senso di colpa. Far credere all’individuo di essere esclusivamente lui il responsabile della proprie disgrazie a causa di insufficiente intelligenza, capacità o sforzo. In tal modo, anziché ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e si sente in colpa, cosa che crea a sua volta uno stato di depressione di cui uno degli effetti è l’inibizione ad agire. E senza azione non c’è rivoluzione!

10 - Conoscere la gente meglio di quanto essa si conosca. Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno creato un crescente divario tra le conoscenze della gente e quelle di cui dispongono e che utilizzano le élites dominanti. Grazie alla biologia, alla neurobiologia e alla psicologia applicata, il “sistema” ha potuto fruire di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia fisicamente che psichicamente. Il sistema è riuscito a conoscere l’individuo comune molto meglio di quanto egli conosca sé stesso. Ciò comporta che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un più ampio controllo ed un maggior potere sulla gente, ben maggiore di quello che la gente esercita su sé stessa. [Noam Chomsky - Fonte: www.visionesalternativas.com.mx]

sotto la munnezza

Ricomincia, anzi non mai finito! Riecco di nuovo le proteste, gli affanni, la puzza, le diossine, la maldicenza, le preoccupazioni. Sotto il Vesuvio si muore, così nel 1944 il vulcano eiettò, poi il silenzio. Oggi vomiterà munnezza, inzupperà le case dei delinquenti, dei politici, l’odore sarà inalato da polmoni e narici di chi è appena nato, uno scorporo di santità butterà tutto sotto il tappeto.

E intanto la gente soffre… soffre dalla puzza, dall’inquinamento, soffre per il lavoro, per le malattie, per l’indifferenza. Mentre il Parlamento italiano è pieno di deputati che preferiscono votare a favore di Cosentino, gli operai invecepreferiscono impiccarsi; mentre i giornali preferiscono scrivere soltanto di come acquistare un appartamento, la gente di Terzigno, di Boscotrecase, la gente che vive a ridosso delle discariche abusive preferisce morire di inedia.

È il gioco delle preferenze che responsabilizza solo l’individuo e la colpa è solo del “fallito”, del disoccupato, di chi incendia i camion, di chi prende manganellate, di chi ha deciso di protestare per questa società democratica. Mentre la politicaccia vive le persone vegetano, poi si lamentano dei gesti estremi, di chi si sfila la cinghia, di chi scassa tutto, di chi urla.

Ma adesso cosa rimane alla nostra società democratica? Cosa rimane ai licenziati? Cosa rimane ai cassintegrati? E soprattutto cosa rimane alla gente di Napoli che l’odore ha bucato le narici? Non tutti hanno la possibilità di rifarsi il setto nasale d’oro. Soprattutto non tutti hanno voglia di tirarsi cocaina. Per adesso la colpa non è di un signore o di u gruppo di persone, o di un gruppo di politici, per adesso la colpa è della società del consumo che ha un suo diretto inventore: i mass media. [+blogger]

book


all’inps

L’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, scrive: “con la lettera in data 30/8/2010 le è stato comunicato che, per il periodo dal 1/1/2009 al 31/8/2010 sono stati pagati 1921,88 euro in più sulla sua pensione cat. INVCIV n°…. per i seguenti motivi: E’ stata corrisposta indennità non spettante. La informiamo che il recupero delle somme sarà effettuato con trattenuta per 21 rate mensili sulla pensione cat. SO n. …. a partire dal mese di ottobre 2010. Le ricordiamo che, per una sua eventuale contestazione, può inoltrare un ricorso in carta semplice indirizzato al Comitato provinciale Inps, completo di documentazione, inviando per raccomandata con ricevuta di ritorno o presentandolo direttamente al nostro ufficio indicato in alto in questa lettera”.

Premesso che un invalido civile, con accompagnamento, non ha la possibilità e i mezzi per accertare tale irregolarità ma, se pur fosse in condizioni di poter indagare sull’accaduto e verificare di persona, avendo i mezzi necessari per comprendere la richiesta di cui sopra, è evidente che l’atipicità del reclamo è in contrasto con il buon esito della trasparenza e della risolvibilità.

L’Inps sospende la pensione di accompagnamento ad un invalido, ma perché? Nella lettera c’è che “E’ stata corrisposta indennità non spettante”. Ma cosa significa? Prima domanda: L’invalido a cui è stato tolto la parte di pensione spettante è INVALIDO da 20 anni, come mai gli vengono tolti soldi a partire da gennaio 2009? Seconda domanda: a quale ufficio deve rivolgere tale reclamo visto che all’inps non esistono uffici che informano il pubblico? Terza domanda: che significa inoltrare eventuale contestazione completo di documentazione? Cosa deve portare l’invalido per il reclamo il decreto? il libretto di pensione? l’equivalente del suo importo? la documentazione? Se devo spedire per posta con raccomandata cosa devo metterci dentro la busta gialla?

Ecco l’ufficio INPS di Napoli. Folla stratosferica tutti i giorni della settimana. Gente che protesta, che alza la voce, che cerca di capire, di comprende, di chiedere INFORMAZIONI… ma a chi? L’Inps di Napoli è una enorme struttura d’epoca fascista con le guardie giurate che si improvvisano specialisti, indicano uffici, gridano, ricevono imprecazioni, mentre i medici si affannano, con calma si fumano la sigaretta, vanno al bar e gli impiegati non ci capiscono nulla.

Caos interminabile, gente che aspetta della 6 della mattina. Con o senza le sedie a rotelle, con o senza le stampelle, con o senza gli affanni, con o senza la tosse o la glicemia alta. Dopo aver fatto una fila di 5 ore ti senti dire che “hai sbagliato ufficio”. Ma perché non c’è uno sportello che informa il pubblico? [+blogger]

teresa lewis

Mentre attorno alla vicenda di Sakineh si è realizzata - sia pur tardivamente - una vasta mobilitazione, la storia di Teresa Lewis - che potrebbe presto essere la prima donna condannata a morte in Virginia dopo quasi un secolo, nonostante i suoi gravi problemi mentali - sembra confinata in sordina fra i tanti appelli contro la pena di morte negli Stati Uniti. Ma non bisogna avere paura di alzare la voce contro la pena di morte, anche negli Stati Uniti, proprio perché sono una grande democrazia e un Paese a noi tanto vicino. Inutile dire, poi, che nei confronti di Teresa Lewis c’è anche una palese violazione della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. Ma non c’è bisogno di cercare solidarietà facendo leva sulla disabilità mentale. È solo un'aggravante cinica e spietata.

A meno di clamorose sorprese dell’ultimo momento Teresa Lewis, dead woman walking, sarà "giustiziata" a quarant'anni, in Virginia, Stati Uniti d’America, il 23 settembre. È colpevole di avere ordinato l’assassinio del marito (nell’agguato uccisero anche il figlio maggiore, il 30 ottobre 2002), avvalendosi di due killer. Ha ammesso i fatti, ha collaborato alle indagini facendo arrestate gli esecutori materiali dell’omicidio. C’è però un particolare: il quoziente di intelligenza di Teresa è bassissimo, ai limiti dell'handicap psichico. E i suoi difensori hanno provato che le sue condizioni mentali, prima del delitto, erano ulteriormente aggravate dall’uso di antidolorifici.

Tuttora Teresa è sicuramente una persona con forti problemi mentali e, dalle indagini, risulta che proprio su questa sua debolezza avrebbero fatto leva i killer, nella speranza di appropriarsi del premio dell’assicurazione sulla vita.

Una storia drammatica, un destino segnato. In Virginia non si esegue una condanna a morte da cento anni. Ho firmato l’appello lanciato da Amnesty International per salvare Teresa Lewis. Ho firmato esattamente come avevo messo la mia firma in calce all’appello per la donna iraniana Sakineh, la cui lapidazione è stata sospesa. Ma mentre attorno alla vicenda di Sakineh si è realizzata - sia pur tardivamente - una vasta mobilitazione, la storia di Teresa Lewis sembra confinata in sordina fra i tanti appelli contro la pena di morte negli Stati Uniti.

Credo che sia sbagliato, proprio perché - a differenza dell’Iran di Ahmadinejad - gli Stati Uniti sono una grande democrazia e un Paese a noi tanto vicino. Non dobbiamo aver paura di alzare la voce contro la pena di morte, anche se inflitta con il consenso popolare. La pena di morte è orrenda e ingiusta sia che avvenga per lapidazione, sia che si scelga un ago carico di veleno.
Inutile dire che nei confronti di Teresa Lewis c’è anche una palese violazione della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. Ma non c’è bisogno di cercare solidarietà facendo leva sulla disabilità mentale. È solo un'aggravante cinica e spietata. [amnesty International] FIRMA ANCHE TU

prima che sia notte


area di persuasione

E’ difficile parlare ancora del rione. Spiegare per l’ennesima volta i suoi problemi, la sua realtà, le cose belle e le cose brutte. Quando c’è una cosa brutta, una sparatoria, un omicidio, i soliti politichesi di turno che dichiarano e affermano; quando c’è una cosa bella i politicacci si vantano e si prendono i meriti.

Qui ciò che rimane è la gente, qui ciò che vive è la morale, la sopraffazione, l’anarchia, il rispetto per le regole, le corna, il disordine, l’onestà. Qui chi si vanta lo fa per considerarsi, per sentirsi acqua, per respirare insieme agli altri aria, per bere vino ruttando per strada e per la vergogna.

Difficile capire gli altri, difficile capire se stessi. Il malato è sempre qualcun altro, i malati siamo noi con le nostre affermazioni, con le nostre attese, con chi perde il posto di lavoro o con chi non ha mai lavorato. “Come farò? Ho 40 anni. Chi mi darà la pensione di vecchiaia”? “Vattene nulla facete”!

E’ difficile parlare del rione, è difficile parlare del paese, è difficile parlare di tutto. La squadra del Napoli domenica sera ha pareggiato. Ci siamo staccati dalla quotidianità, immersi nei colori digitali dell’azzurro e del rosso. Penso a domenica prossima con la Samp. Riecco le mie sensazioni. [+blogger]

referendum acqua

La vita vince. La cittadinanza attiva italiana ha ottenuto una straordinaria vittoria raccogliendo un milione e quattrocentomila firme per chiedere un referendum contro la privatizzazione dell'acqua(Legge Ronchi ,19 novembre 2009). Questo grazie a una straordinaria convergenza di forze sociali che vanno da associazioni laiche come Arci o Mani Tese, o cattoliche come Agesci o Acli, da sindacati , da movimenti come NO TAV o NO Dal Molin, da reti come Lilliput o Assobotteghe... In nessun referendum si era mai visto un tale schieramento di forze sociali così trasversali , che hanno trovato poi la capacità di organizzarsi a livello locale, provinciale, regionale.

E' stata l'acqua, fonte della vita, che ha riunito in unità la cittadinanza attiva. E' fondamentale notare che tutto questo è avvenuto senza l'appoggio dei partiti, senza soldi e senza la grande stampa. I partiti al governo ci hanno attaccato pesantemente (le dure dichiarazioni di Ronchi e Tremonti), mentre i partiti dell'opposizione presenti in Parlamento (PD e IDV) ci hanno remato contro. Il Comitato Referendario ha sfidato il popolo italiano con delle scelte ben precise. In piena vittoria del mercato e della finanza, i 3 quesiti referendari chiedevano che , primo, l'acqua venisse dichiarata un bene di non rilevanza economica, secondo, l'acqua venisse tolta dal mercato e, terzo, che non si facesse profitto sull'acqua. E' il massimo che si può chiedere a un popolo in pieno neo-liberismo. Intorno ai banchetti della raccolta firme, si è svolta “la battaglia antropologica fra la persona, dotata di diritti e doveri e l'homo economicus, furbo, speculatore irresponsabile e pronto a tutto, pur di arricchirsi”- così ha scritto il costituzionalista Ugo Mattei. Ha vinto la persona, ha vinto il diritto umano. Ed è la prima grande vittoria per un bene comune(insieme all'aria) più prezioso che abbiamo.

A Roma abbiamo festeggiato questa vittoria a Piazza Navona il 19 luglio, portando poi gli scatoloni contenenti le firme alla Corte di Cassazione. Che festa! Ma ora si apre la campagna referendaria vera e propria! Per questo, il 4 settembre, i referenti regionali del Forum italiano dei movimenti per l'acqua pubblica, si sono ritrovati a Roma per valutare come procedere e sopratutto per preparare l'incontro nazionale di tutto il movimento in difesa dell'acqua pubblica, che si terrà a Firenze (18-19 settembre). La Corte Costituzionale entro il 15 ottobre dovrà esprimersi sulla validità delle firme raccolte e poi darci i quesiti referendari, ed infine dovrà fissare la data del referendum dal 15 aprile al 15 giugno 2011.

E' un appuntamento fondamentale questo,per cui dobbiamo organizzarci così bene da portare almeno 25 milioni di italiani a votare (è il quorum necessario per la validità del referendum). Mi appello a tutti perché ogni cittadino italiano e ogni cristiano si impegni per salvare “sorella acqua”. In questo cammino referendario, abbiamo avuto l'impegno serio di tante associazioni cristiane, di parrocchie e anche di diocesi (la diocesi di Termoli per esempio), ma ci è mancata la voce dei Vescovi, sopratutto della CEI. Dopo le parole così chiare del Papa sull'acqua nella sua enciclica sociale, mi aspetto che i vescovi facciano altrettanto, perché questo è un problema etico, morale, vitale per il nostro paese e per l'umanità. Se perdiamo il referendum sull'acqua, abbiamo perso tutto.

Per questo chiediamo a tutti di impegnarsi a tutti i livelli. A livello personale chiediamo uno sforzo per informarsi e informare sull'acqua tramite internet (www.acquabenecomune.org), tramite cd o dvd (come Per amore dell'acqua), libri, opuscoli per potere poi coscientizzare la gente con incontri pubblici, dibattiti, conferenze e serate sul tema. Solo così potremo portare 25 milioni di italiani a votare. La grande stampa e i media non ci aiuteranno! A livello comunale, chiediamo a tutti di fare pressione sui propri consigli comunali perché votino a maggioranza che l'acqua è un bene di non -rilevanza economica, modificando poi lo statuto comunale per inserirvi quella decisione. Questo potrebbe diventare un altro referendum popolare. Perché, per esempio, per la Giornata dell'acqua (22 marzo 2011), non potremo invitare quei Comuni che hanno così votato ad esporre un simbolo e a contarsi? Potrebbe essere questo il referendum dei Comuni.

Ma c'è di più! Dobbiamo far passare la notizia che la legge Ronchi non proibisce il totalmente pubblico. E quello che la legge non proibisce , facciamolo! Dobbiamo gridare dai tetti che i Comuni, le province, le regioni e le comunità di valle che vogliono gestire la loro acqua come Azienda Speciale o Ente di Diritto Pubblico, lo possono fare. E' questo il contributo della cittadinanza attiva di Napoli alla lotta contro la privatizzazione dell'acqua. E' stato l'avvocato M. Montalto, sostenuto dall'Ordine degli avvocati dell'Ambiente di Napoli, e il costituzionalista A. Lucarelli della Federico II di Napoli, a dimostrare che questo si può fare. E' questa la sfida in atto in Puglia per trasformare l'Acquedotto Pugliese da Spa a Ente di diritto pubblico. E' la sfida in atto nel Comune di Napoli di far passare l'Arin da Spa a Azienda Speciale. Speriamo che questo avvenga presto e Napoli diventi la “capitale dell'acqua pubblica”, anticipando il risultato del referendum.

Ci conforta in questo la decisione dell'assemblea Generale dell'ONU, che ha approvato lo scorso luglio la risoluzione che “dichiara il diritto all'acqua potabile e sicura e ai servizi igienici ,un diritto umano essenziale al pieno godimento della vita e di tutti i diritti umani”. “Questa risoluzione è un fatto storico importante- ha detto R. Petrella - un significativo passo in avanti sul cammino dell'accesso all'acqua potabile per tutti.” Questo nostro impegno per l'acqua pubblica, ha infatti una portata mondiale, sopratutto per i più poveri. Sull'acqua ci giochiamo tutto sia per noi, sia per i poveri. Se perdiamo l'acqua, abbiamo perso tutto. Dobbiamo vincere! Se ce l'ha fatta l'Uruguay, la Bolivia, l'Ecuador, Parigi, ce la possiamo fare anche noi. Diamoci da fare: si tratta di vita o di morte per noi, per i poveri, per il pianeta. [Alex Zanotelli]

bovalino

Dopo un lungo viaggio in treno stranamente arrivo in perfetto orario a Bovalino, sulla costa ionica in piena Locride. Non c’è Giampiero, indigeno (cioè nativo dei luoghi) ad attendermi, arriva con 10 minuti di ritardo sorpreso anche lui dalla puntualità del mezzo di locomozione.

Il treno, nella sua lentezza, mi permette di assaporare i volti che si incontrano ed anche i cambiamenti dei luoghi e questo mi fa sempre un gran piacere. La ferrovia corre lungo la costiera calabra e la mia vista coglie la bellezza delle spiagge contornate da una vegetazione ricca e selvaggia. Purtroppo si scorge anche l’abusivismo edilizio, ma una delle cose che mi colpisce molto e il vedere il cambiamento delle stazioni man mano che si penetra nella provincia reggina, fino ad arrivare ad una stazione distrutta in tutte le sue parti, senza alcuna segnaletica. Siamo arrivati ad Africo Nuovo.

La mia curiosità mi fa incontrare varie storie tristi di omidici, ruberie, furbizie, tutto sembra di nuovo appiattire la bellezza e la forza di questa gente e di questi luoghi, ma la sera stessa del mio arrivo trovo una smentita totale. Ho la fortuna di assistere ad un incontro in cui giovani ricercatori dell’Università di Cosenza e volontari di Bovalino presentano una ricerca su un modo alternativo di fare economia a partire dalla terra, nel rispetto della natura e delle persone. Si parla di agricoltura sociale, turismo responsabile, GAS, microcredito, sobrietà e del “buon vivere”.

Parlando con le persone incontrate “per caso” (ma nulla avviene per caso) si sente palpabile la voglia di credere e di sperare nel cambiamento. Giulia vorrebbe un centro di aggregazione per giovani, anziani e chiunque abbia voglia di relazioni. Giampiero sogna di creare una comunità di accoglienza nella sua casa. Consuelo è fortemente convinta che fare agricoltura sociale, magari nei terreni confiscati alla mafia, rappresenterebbe una svolta per il territorio. Ha parlato dell’esperienza della cooperativa “Arca di Noè” di Cosenza. Liliana dedica tutto il suo tempo libero alla causa della tutela dell’ambiente. Cristiano desidera lavorare sulle fonti di energia rinnovabili, di cui la Calabria è ricca. Pietro vorrebbe l’applicazione della legge per prevenire e sanare gli abusi edilizi ed ambientali. Peppe vorrebbe rientrare nella sua Calabria, dopo essere stato costretto ad emigrare, con la sua fabbrica per dare lavoro in un luogo dove la disoccupazione è una piaga sociale. Carmelo con altri allevatori ha creato il consorzio della tutela della vacca podolica.

Tutti mi confermano che solo condividendo ed ampliando le esperienze personali e locali si potrà migliorare non solo nella Calabria, ma anche su tutto il nostro territorio la qualità di vita e l’ambiente circostante. [gianpiero dattilo - mauro migliazza]

aiutati che dio ti aiuta

Stamattina mentre camminavo per il rione, ho visto che alcuni camioncini dell’arin, il pronto intervento, stavano facendo manovra per entrare in vico Carlotta. La cosa doveva essere piuttosto grave visto che c’è n’erano due e altre due macchine erano parcheggiate in modo precario.

Il camioncino per girare ed entrare nel vicolo ha dovuto effettuare diverse svariate manovre. Stava scassando il paraurto di un’auto parcheggiata all’incrocio, rompendo lo specchietto di una altra vettura che sostava nelle vicinanze, non poteva girare nel vicolo perché c’erano auto parcheggiate e motorini fermati. Insomma un casino per entrare e risolvere il problema.

Immaginavo se per caso al posto dell’emergenza acqua (forse si era allagata una abitazione, oppure perdeva un tubo ecc, ecc) ci fosse stato un incendio. Si sa che per diramarsi un incendi ha bisogno di pochissimi secondi? Quindi? Cosa sarebbe successo se alla fine di vico Carlotta, che non è il vicolo più stretto del rione, l’ultimo piano un appartamento avesse preso fuoco? [+blogger]

home


chiarificazioni

Non si sa cosa succede durante le vacanze, ma se è vero che la politica ha chiuso con le questioni pubbliche, è altrettanto vero che la denuncia provata e avallata da numerose persone, come quella fatta da questo blog l’11 agosto 2010, ha fatto gridare allo scandalo pubblicità e all’incoerenza. Tengo a sottolineare che questo blog non viene, e non è mai stato finanziato da nessuno, eccetto il sottoscritto che ha smesso di lavorare gratis con la carta stampata ed ha iniziato il percorso blogger, più efficiente ed efficace sotto il profilo sia professionale che della popolarità.

Se chi ha criticato avesse avuto almeno il buon senso di capire cosa stava succedendo, chi realmente aveva fatto la denuncia e perché, allora sarebbe stato tutto molto più facile, certo se diverse decine di persone segnalano, cercano di capire, e alla fine non capiscono, allora è pur vero che un problema di incomprensione c’è stato e, forse, c’è ancora.

La persona che aveva bisogno di capire se un farmaco associato ad un altro farmaco avesse effetti collaterali o non li avesse affatto… la persona, in questione, siede su di una sedia a rotelle con evidenti barriere architettoniche… ha una artrite reumatoide deformante in stato avanzato… ha diversi problemi fisici dovuti ai farmaci di mantenimento… costantemente ha bisogno di consigli medici e precauzioni per l’uso… più volte ha chiamato la guardia medica per spiegazioni e chiarimenti…

bhè, se poi nel mese di agosto tra le ore 14,30 e le 17.00 (ma c’è chi ha fatto i numeri anche in orario differente, cioè la mattina presto, la sera tardi), i telefoni squillavano all’impazzata senza che nessuno mai rispondesse… eppure sarebbe bastato un nastro magnetico che spiegasse dove e quali numeri differente contattare se quelli non erano disponibili… oppure se sull’elenco telefonico la dicitura servizio di continuità permanente avesse apposta una clausola “scusate del permanente” ma il servizio si svolge dalle ore 20,00 alle ore 08.00 di mattina…

Insomma se la legge non è un optional noi dobbiamo proprio riconoscere che la differenza non ha più nessuno valore, la lingua italiana può essere tutto e, viceversa, il contrario di tutto. [+blogger]

NB. La denuncia non ha voluto e/o non ha inteso screditare la classe medica in generale, lungi dall’essere una denuncia qualunquista e di tendenza, niente contro la classe dei medici che nella stragrande maggioranza lavora, soccorre, aiuta, come testimonia anche questo blog che ha elogiato il 118, l’ospedale Cardarelli ecc ecc; il filmato ha testimoniato soltanto il tentativo disperato di una persona bisognosa che l’11 agosto non ha saputo come e perché i medici di turno non erano disponibili.


campo estivo

Agosto è finito e ho ancora negli occhi e nel cuore i giorni vissuti insieme ad alcuni dei nostri ragazzi con il piccolo campo estivo di una settimana dal 12 al 19 luglio presso il centro Crescere Insieme con l’appoggio della Ludoteca cittadina di piazza Miracoli, nella ex sede degli Educandati femminili.

Siamo partiti con una cinquantina di ragazzi che poi sono diminuiti strada facendo per motivi vari. Ce n’erano di tutte le età, dai bambini di cinque - otto anni ai preadolescenti e giovani. Il programma della giornata era questo: la mattina si usciva per visitare luoghi del quartiere spesso sconosciuti ai più, penso al Cimitero delle Fontanelle (quando fin da piccolo vivi convinto che la vita è solo degrado è difficile, immaginare che possa esserci anche il bello!). Il pomeriggio era invece dedicato ad attività di laboratorio presso la Ludoteca nei cui locali si è anche mangiato gli ultimi quattro giorni. All’inizio non è stato per niente facile, soprattutto con quelli più turbolenti che si erano sbizzarriti con la pittura macchiando le pareti, ma poi tutto è andato meglio. La cosa più importante è essere riusciti bene o male a creare un gruppo, che era uno degli scopi di questa esperienza intensa, seppur breve.

L’ultimo giorno, sabato 19, abbiamo portato in giro per le strade del rione i pupazzoni di cartapesta e spugna, il drago mangiabrutture, creati dagli stessi ragazzi, seguiti dagli stessi operatori. Tenendo in alto dei cartelloni con sopra dipinti quelli che dovrebbero essere dei diritti garantiti a tutti, siamo giunti in piazza Sanità sotto lo sguardo divertito della gente che ci vedeva passare, e lì abbiamo deposto nella bocca del drago le cose brutte che i bambini e i ragazzi vorrebbero cancellare dal quartiere, e affidato a dei palloncini i desideri per un luogo più bello dove vivere e crescere. Un posto senza mondezza, droga, camorra, dove un bambino non sia costretto a crescere prima del tempo e venga rispettato per quello che è. I palloncini sono stati fatti volare in cielo, guarda caso si sono diretti tutti verso sinistra (forse sarà una coincidenza, o come dice Claudio Bisio davvero i bambini sono di sinistra?).

Il degno epilogo di questo campo è stata la celebrazione eucaristica presieduta a San Severo da p. Alex Zanotelli il quale ha ricordato ai presenti come il drago che era stato deposto al centro rappresenti la Bestia dell’Apocalisse che rischia di divorare l’unico futuro che abbiamo, cioè i nostri bambini e ragazzi e tocca a noi evitare che questo accada. Qualche vecchietta tutta Rosari e devozionismo ha storto la bocca, forse si aspettavano una messa classica, ma molti ed erano la maggioranza, hanno apprezzato e recepito. Quattro ragazzi sono stati invitati sull’altare per leggere davanti all’assemblea le loro impressioni sulla settimana vissuta insieme. Erano emozionati.

Forza ragazzi! La strada è lunga e difficile, ma se siamo capaci di sognare, e lo avete dimostrato, allora si che possiamo volare, proprio come fa un palloncino che porta in cielo un messaggio! [vincenzo minei]

ritorno allegorico

La CA è attiva tutti i giorni dalle 20.00 alle 8.00,dalle ore 10.00 del sabato alle 8.00 del lunedì. Spiace che persone come lei, senza criterio, denigrino il servizio di continuità assistenziale di Napoli. Il suo paziente moribondo si sarebbe dovuto rivolgere in quell'orario al proprio medico di famiglia. La continuità assistenziale non copre il suo medico di famiglia nel mese di Agosto. Bisogna, ahimè, difendersi dalla disinformazione di gente che utilizza il canale informatico per avere notorietà.

Questa la risposta al video che ho pubblicato il mese di agosto per una emergenza sanitaria. Ma per caso avete notato che sull’elenco telefonico c’è scritto che il servizio di emergenza sanitaria risponde dalle ore 20 alle ore 8 del mattino? Mi chiedo perché mai ci sia scritto servizio di continuità assistenziale?! Per caso in questi diversi termini si nascondono allegorie? Ossimori? Come commentare queste parole, facile. Se un paziente ha un problema e si rivolge al medico di guardia della sua città la risposta che si sente dire è: “signora, ma non si faccia pubblicità”. [+blogger]