Ecco il nuovo san Gennaro dei Poveri... che più povero non può essere!
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reato con indulto
E' incominciato l'attacchinaggio selvaggio. Per ora ha iniziato la Peluso, vedremo oltre.
Noi intanto continuiamo a smanifestare.
Sporcate via Arena alla Sanità, via Sanità, piazza Mario Pagano, Piazza Sanità, Via san Vincenzo, la basilica di s.m. della Sanità, Salita e piazza San Gennaro dei Poveri... per ora.
guinness 2014
Sono 2 settimane che questa voragine pericolosissima "parcheggia" indisturbata alla via Sanità
I consiglieri della Municipalità camminano solo per le vie dei Colli Aminei?
Aspettiamo che una moto ci caschi dentro?, che un sampietrino colpisca un bambino?, che si apra maggiormente? Per caso è previsto una buca per il guinness dei primati 2014?
"l'ascensore", di alfred hitchcock
Questa cosa senza ritegno e con pusillanimità, senza aver paura di essere licenziata, chiude le porte indiscriminatamente, creando panico e incertezza... credo che sia una razzista e che vada cacciata per vilipendio e offesa all'onore. Cittadini del quartiere sanità, SNOBBATELA!
le proposte del comitato
Finalmente il Parco San Gennaro riapre: il Comitato Penninata S. Gennaro
dei Poveri prende atto dello sforzo compiuto dalle associazioni di quartiere,
della Municipalita’ e del Comune per la prossima riapertura del Parco, che e’
un bene comune di tutta la zona. Ma tutti
gli sforzi debbono essere compiuti per evitare che si ripetano gli episodi di
cattiva gestione, di vandalismo e di ingiurie che hanno impedito che il Parco
fosse frequentato dalla famiglie della scala e della zona.
Al primo posto ci deve essere la
sicurezza, e la notizia buona e’ che la vigilanza sarà garantita da operatori ed
organizzati in turni diurni. A questi potrebbero affiancarsi anche
volontari (pensionati, Boyscout) per evitare il fenomeno delle squadre di
vandali che scoraggiano l’utilizzazione del Parco.
Sarebbe utile la predisposizione
di un semplice regolamento basato su pochi punti: Rispetto della natura, rispetto delle strutture, rispetto delle persone.
Deve esserci una campagna di comunicazione anche preventiva e le persone
addette alla vigilanza debbono essere autorevoli e anche fisicamente
distinguibili, mediante giacca, uniforme o semplice pettorina con scritta. Per
la notte e’ necessario aumentare la protezione anti intrusione nei punti più
facilmente accessibili, anche perché stiamo parlando di un’ inferriata di poche migliaia di euro. Ma soprattutto questo parco deve ‘vivere’, come vivono
i parchi in altre zone della città. Ed il Parco vive se incontra i bisogni
delle persone.
Per far questo non bastano gli
eventi ed effetti speciali; bisogna ascoltare le persone che saranno naturali e
quotidiani fruitori del parco: mamme con bambini, ragazzi, anziani; con loro va
avviato un processo di vera e propria progettazione
partecipata, con incontri soprattutto informali, semplici questionari ed
anche forum su social network. Ma già da subito sulla base dell’ esperienza di
lavoro in quartiere, il Comitato Penninata avanza le sue proposte di minima, da
avviare al più presto.
Innanzitutto i bambini: un’attrazione naturale ed
economica sono le strutture di base per giochi all’aria aperta: altalene,
giostrine e castello di legno tipo Robinson. Per le mamme e gli anziani e’ importante installare un primo numero di
panchine, senza le quali è difficile proprio pensare ad un parco. Per i ragazzi va tenuto in manutenzione il campo di calcetto, nel quale
può essere prevista anche una rete di pallavolo che favorisce di più l’
incontro tra ragazze e ragazzi. Per gli anziani va costruito un campo da bocce e predisposto un tavolo per
il gioco delle carte. Per i giovani si può pensare ad un tavolo di legno e panchine al quale
sedersi per socializzare.
Vanno favoriti inoltre tutti i piccoli ‘lavori’ che possono animare un parco, e a noi la fantasia
non manca: un pony per fare un giro intorno al parco, un carrettino con bibite
e gelati e magari una giostrina. Il Parco vive di più e viene automaticamente
protetto se c’e’ qualcuno che ci lavora. Queste sono le prime proposte minimali ed il Comitato
ritiene che debbano essere attuate subito; altrimenti la ‘creatura’ nasce
morta. [Comitato Penninata]
napoli capitale dell'acqua
E’ con grande gioia che salutiamo la decisione del
Comune di Napoli di trasformare ARIN ( Azienda Risorse Idriche Napoli), una Spa
a totale capitale pubblico, in ABC( Acqua Bene comune) Napoli, un’Azienda
Speciale. Ciò è finalmente avvenuto il 21 novembre scorso con l’ultimo
adempimento redatto dal prof. Giancarlo Laurini, presidente del Consiglio
Nazionale del Notariato. Il Consiglio comunale di Napoli aveva già deciso
questo quasi all’unanimità il 26 ottobre 2011 inseduta plenaria, alla presenza
dei comitati dell’acqua. Ma le pressioni da parte dei potentati
economico-finanziari sono state talmente forti che è stato necessario oltre un
anno per tradurre in pratica quel voto.
Se si è riusciti ad arrivare alla gestione pubblica
dell’acqua dobbiamo ringraziare l’impegno dei comitati cittadini napoletani e
campani; un impegno portato avanti con tenacia per otto lunghi anni. Tutto
infatti inizia nel 2004 quando 136 comuni delle provincie di Napoli e Caserta
(ATO2) decidono di privatizzare il servizio idrico. I comitati con una energica
campagna obbligano i sindaci a votare il 31 gennaio 2006 la ripubblicizzazione
dell’acqua di ATO2, una decisione storica che non divenne però operativa. Fu la
vittoria referendaria a dare il colpo d’ala necessario ad arrivare all’ABC-
Napoli. Questo è avvenuto grazie all’impegno dell’assessore Alberto Lucarelli
con l’appoggio del sindaco Luigi De Magistris. Napoli diviene così la prima grande città che decide
di obbedire al referendum. Questa città, che ha una così cattiva stampa,
diventa oggi un esempio da seguire. Noi ci aspettiamo che altre città, come Venezia,
Trento, Palermo, Milano… facciano altrettanto.
Chiediamo a tutti i comitati acqua d’Italia di fare
pressione perché i comuni passino alla gestione pubblica utilizzando la formula
dell’Azienda Speciale. Napoli ha dimostrato che si può fare. E’ un passaggio
fondamentale per la nostra stessa democrazia. Solo se le comunità locali
potranno decidere sui beni comuni fondamentali : acqua, aria, energia e terra,
ci potrà essere vera democrazia. Abbiamo bisogno di tante vittorie locali per
forzare i partiti e il governo Monti a rispettare il Referendum. E’ grave che,
in questa stagione elettorale, il tema dell’acqua non sia oggetto di dibattito.
Dobbiamo chiedere che tutti i partiti manifestino la propria posizione
sull’acqua. Vale anche per le elezioni europee previste per il 2014.E’
fondamentale riportare la lotta a Bruxelles dove le istituzioni comunitarie
risentono dell’enorme pressione delle multinazionali dell’acqua, da Vivendi a
Coca Cola, da Suez a Pepsi, che
finanziano buona parte dei quindicimila lobbisti al lavoro in quella città. Per
questo è nata la ICE (Iniziativa dei Cittadini Europei), un movimento sorto dal
basso per costringere il Parlamento Europeo a porre le risorse idriche fuori
dalle logiche di mercato.
L’ICE è uno strumento, introdotto da Trattato di Lisbona,
che assegna ai cittadini il diritto di proporre alla Commissione Europea atti
legislativi sulle politiche di propria competenza. Per formalizzare la proposta
sono necessarie un milione di firme raccolte in almeno sette paesi dell’Unione.
Per questo diventa sempre più importante lavorare in rete in chiave europea. E’ quanto abbiamo
tentato di fare al Forum di Firenze 10+10 (8-11 novembre) rafforzando la rete
europea dei comitati che lavorano perché il Parlamento europeo proclami l’acqua
un diritto. La raccolta di firme da portare a Bruxelles è aperta sia in forma
cartacea sia in internet(www.right2water.eu).
In Italia riteniamo importante poi l’impegno contro la
costituzione della mega multiutility del Nord che ingloberebbe le varie aziende
locali da A2A a Hera per formare un mostro finanziario che gestirebbe i servizi
anche idrici di tutto il Nord Italia. Il Forum dei Movimenti dell’acqua ha
indetto una manifestazione il 15 dicembre p.v. a Reggio Emilia. Diamoci da fare
perché la situazione climatica mondiale sta peggiorando. E’ quanto traspare dal
Rapporto rilanciato il 18 novembre dalla Banca Mondiale che dà per certo entro
la fine del secolo un aumento medio di 4 gradi, mentre per gli USA e i paesi
del Mediterraneo sarà di 6 gradi. Questo cambiamento climatico avrà conseguenze
gravissime per l’acqua potabile, che andrà sempre più scarseggiando a fronte di
una popolazione in aumento. Ecco perché
le multinazionali, la finanza vogliono mettere le mani sull’oro blu, per fare
lauti guadagni a spese di milioni di morti di sete.
Quello che stiamo vivendo è l’eterna lotta del Drago
contro la Donna così ben descritta nel libro dell’Apocalisse. Diamoci da fare
perché vinca la Donna, l’acqua:la madre della vita sul pianeta Terra. [alex zanotelli]