Visualizzazione post con etichetta demagogia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta demagogia. Mostra tutti i post

i cazzimbocchi di via sanità

Sono anni che i cazzimbocchi della via Sanità saltellano su e giù all’impazzata. Per la strada vere e proprie voragini inghiottono l’indifferenza della Municipalità che, ogni tre o quattro mesi, interviene per otturare le proprie irregolarità. C’è una differenza che proprio non capisco: la strada di viale dei colli Aminei è rifatta quasi ogni anno, da poco una rotonda è stata “inaugurata” dalla presidentessa della III Municipalità. Nel rione Sanità se una donna incinta di pochi mesi osa prendere l’auto rischia un aborto spontaneo per movimenti tellurici improvvisi. Il manto è continuamente imbrattato di asfalto, che puntualmente fa saltare i restanti sanpietrini, creando anomalia e difformità. 

 Provate a percorrere vico Palma: alla fine, dove incrocia via Sanità, girate a destra, abbassate la testa e se le cassette della frutta e della verdura ve lo permettono, sul marciapiede notate un avvallamento strano, una specie di sinusoide che si placa alla testa di un tombino che traballa, anzi direi svolazza, fa rumore, è precario. Se ci cade una persona dentro?, peggio per lui/lei. E se ci cade un/a bambino/a?, colpa della madre e/o del padre. E se ci cade un/a vecchietto/a?, colpa della colf. E se la colf non se la possono permettere?, colpa dei nipoti che lasciano i nonni soli e abbandonati. Insomma come avrebbe detto uno scrittore drammaturgo: “Nessuna domanda è più difficile di quella la cui risposta è ovvia”. [+blogger]

senza logo niente governo

Non so come chiamarlo questo periodo storico, ci penseranno gli studiosi, ma le novità, quelle che ci aiutano a comprendere e vivere meglio devono, in un modo o nell’altro, coesistere con le forze del male. Il male assoluto oggi è la “parola”. Il male assoluto è quell’italiano che ti permette di dire una cosa e, subito dopo, affermare l’esatto opposto. Questo linguaggio ha caratterizzato gli uomini politici italiani negli ultimi vent’anni. Un esempio straordinario sono le dichiarazioni dell’ex ministro degli Interni Claudio Scajola che davanti alle televisioni di tutto il mondo ha dichiarato:“Un ministro non può sospettare di abitare in una casa pagata in parte da altri. Se dovessi acclarare che la mia abitazione nella quale vivo a Roma fosse stata pagata da altri, senza saperne io il motivo, il tornaconto e l’interesse, i miei legali eserciteranno le azioni necessarie...ecc, ecc ”. Mi fa troppo ridere, poi ci rifletto e piango a dirotto.

Ieri il PD ha cercato di convincere il M5S a formare un nuovo governo, subito dopo il no di Lombardi e Crimi, Enrico Letta ha dichiarato: “Preferisco che i voti vadano al Pdl piuttosto che dispersi verso Grillo”. Un minuto prima si cerca di convincere i grillini, subito dopo si dichiara il contrario, ma se il Governo è una cosa seria, come ha detto Bersani, non capisco perché si vuole creare un’alleanza con gente che non merita i voti degli italiani. Se il PD vuole una coalizione è perché ci crede, crede nel programma scritto anche dai suoi alleati; le dichiarazioni di Letta, però, sono il contrario di quella “contrattazione”, questa è la dimostrazione che non contano le esigenze degli italiani, che non conta la democrazia, che non conta la pluralità. Questi non sensi sono paragonabili a una storica e assurda frase che ha contraddistinto un film diretto da Giuseppe Tornatore nel 1986 “Il Camorrista”, dove ad un certo punto un attore carcerato dichiara: “Faciteve ll’amice a tiempo ‘e pace, ca ve ponno servì a tiempo e guerra”. [+blogger]

imposizioni politiche

Insieme, esautorando le Istituzioni, i governanti, gli amministratori. Troppe le differenze tra la dignità e la finzione. Vorrei votare, riscattare la mia precarietà, la mia inoccupazione, la mia solitudine politica. Invece non mi è concesso, la legge elettorale m’impone di votare altri, non mi è dato scegliere, ma le imposizioni non mi sono mai piaciute. Le possibilità non hanno ragione d’essere, la verità è sempre altra, è sempre la mia, non è mai degli altri. Brutte e assurde generalizzazioni buone solo a dividere.

Ho lasciato la scuola d’obbligo a 11 anni, per poi riprenderla a 20, la serale. Terza Media con la sufficienza, diploma sempre serale per lavoratori, 5 anni meravigliosi e 54 su 60. Quattro anni e mezzo di sociologia, vecchio ordinamento, 100, bingo… ho fatto tredici al totocalcio si fa per dire. A vent’anni non azzeccavo due parole d’Italiano correttamente, mettevo la “a” al posto delle “ha” e viceversa con la “e” e la “è”. Prima degli studi: il barista, il tappezziere, il venditore di sigarette, l’idraulico, il calzolaio, il macellaio, l’operaio, il cameriere. Durante gli studi: in un bup, la guida turistica, il pubblicista, il libraio, il filmaker. Dopo gli studi: il ricercatore, il filmaker, il pubblicista, la guida turistica, in un bup, il cameriere, l’operaio, il macellaio, il calzolaio, l’idraulico, il venditore di sigarette, il tappezziere, il barista.

Un percorso a ritroso, come la nostra società, la nostra politica, la volontà di non votare. 1milione e 200milalire il salario di mio padre 20 anni fa, 600 euro il mensile di un precario oggi. E’ l’inverso che primeggia, è la vita e il contrario della vita, è il tutto come l’esatto opposto, è la voglia di farcela contro la disillusione. Per chi voto oggi? Non voto. Anche se mi sforzo di essere capito, anche se gli altri si arrabbiano senza spiegare il perché, vorrei poter scegliere liberamente, esprimere la mia forza attraverso ciò che mi rappresenta realmente. La forza di chi si “arrangia” e viene etichettato come camorrista, la forza di chi vive in un rione stereotipato, ghettizzato per la sua bellezza e le sue possibilità.

Niente, nessuno mi affascina, senza voler fare la vittima, e sì parlo proprio di fascino, quello che manca alla nostra politica; il fascino del dialogo, della praticità, dell’efficienza, del linguaggio popolare. Tecnicamente non significa nulla, ma aver fiducia negli altri, nel dialogo, nella comprensione è la cosa più bella che una persona possa mai considerare. [+blogger]