Visualizzazione post con etichetta Cgil. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Cgil. Mostra tutti i post

viva la liquidazione

Su di un muro di una delle metropolitane collinare c’è scritto: con 450€ al mese non campano neanche i cani per strada. In realtà conosco persone che guadagnano di meno. Una mia amica sociologa ha lavorato per diversi anni in un asilo nido percependo la somma di euro 300 mensili, anche se sul contratto c’era scritto 600€ netti. Sbagliato o non che sia accettare somme truffaldine di questo genere, fa ribrezzo invece apprendere la notizia che un dipendente pubblico intaschi una liquidazione di 1 milione e passa di euro in prepensionamento.

Vediamo un po’ cosa ne pensano quelli del movimento visto che si sono decurtati lo stipendio. Anche il sig. Pietro Ciucci ha pensato di farlo “votando cinque stelle”. Quest’ultimo fino al 2013 ha ricoperto la carica di presidente, direttore e amministratore delegato dell’ANAS. Ma ha rinunciato alla carica di amministratore anche se ha fatto esplicito reclamo per la sua buona uscita. Insomma tre cariche sono troppe, il governo ne tenga atto! La mia amica non sapeva se denunciare la direttrice dell’asilo nido; invece Ciucci sapeva bene che se non riceveva in tempo un preavviso intascava il triplo della liquidazione.

Infatti è in pensione anche se è ancora dirigente dell’ANAS.  Ha ricevuto circa 2 milioni di euro di liquidazione, e in più, come ha fatto giustamente rilevare il sig. Pietro Ciucci, i danni materiali per il mancato preavviso… che gli avrebbe dovuto fare il suo direttore… cioè lui stesso. Insomma Pietro Ciucci si è dimenticato di avvisare il sig. Pietro Ciucci del licenziamento dalla carica di amministratore delegato; e per questo fatto, il sig. Pietro Ciucci ha citato in giudizio il sig. Pietro Ciucci; sapendo che la legge è dalla parte del sig. Pietro Ciucci quest’ultimo ha ben pensato di intascare la somma dovuta legittimamente di 800 mila euro di, torno a ripetere, mancato preavviso di licenziamento.

Alla fine la mia amica ha citato il suo ex datore di lavoro. Sono più di 6 anni che aspetta che le vengano risarciti gli arretrati degli stipendi che non sono mai stati intascati. [+blogger]

i rovesci dei lavoratori

È da diversi anni ormai che nella busta paga non ci sono più la tredicesima, il trattamento di fine rapporto, le ferie, gli straordinari, per non parlare della quattordicesima mensilità. I contratti di lavoro, flessibilissimi, hanno sradicato dal “linguaggio comune” i diritti dei sottoposti facendo percepire che le differenze non esistono. È altrettanto palese che le paghe mensili sono diminuite, che accettare un lavoro oggi è una virtù, per non dire fortuna, che rinunciare invece è da scellerati.

Queste che oggi possono chiamarsi sottrazioni, sono state il sale della pluralità, dei diritti che attualmente si rovesciano prepotentemente nella normalità. Ho sentito dire ad una mia amica che ha dovuto rinunciare al suo contratto a tempo indeterminato, previo ricatto e licenziamento, “se vado in ospedale devo prendermi una mezza giornata di ferie”. Tutto nella totale abitudine, così come rinunciare ad avere uno stipendio equo, la liquidazione, i trasferimenti, ecc ecc.


Quello che mi fa più paura è che nel linguaggio comune i diritti di cui sopra sono spariti. La percezione di una occupazione continua e costante è definita prestigiosa. Il lavoro, ossia la fatica fisica e mentale, dei lavoratori è inesistente. La percezione dei diritti, così come le loro definizioni, sono sparite dalla mente, dal linguaggio, dalla normativa. Quello che resta, e che hanno voluto che restasse, è la gratitudine che oggi c’è nei confronti di chi vende i rovesci dei lavoratori. [+blogger]     

il decreto del fare

Una violazione alla sicurezza sul lavoro. La scorsa settimana, alla Commissione Lavoro della Camera, purtroppo, soltanto una forza politica ha votato contro il D.Lgs. 69 del 21/6/2013 (Decreto del Fare), che, tra i tanti e frettolosi provvedimenti, introduce anche modifiche alla materia della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Gli Art. 32,35,38 e 42 di tale Decreto Legislativo di fatto vanno a modificare concetti essenziali come quello del Duvri, delle procedure standardizzate,  del Psc e Pos, della Informazione, della comunicazione degli infortuni gravi o mortali, per ultimo, degli adempimenti per lo smaltimento di agenti chimici inquinanti

In qualità di lavoratore ed RLS non posso esimermi dall’esprimere il più forte e totale dissenso a tale manovra. In un clima politico che ha mostrato il tentativo di barattare il diritto alla salute con il diritto al lavoro (vedi questione ILVA) risulta inaccettabile la modalità di procedere attraverso D.Lgs, e si assiste,  senza alcun confronto con le parti sociali,  alla mancata attivazione della conferenza Stato Regioni, con palese violazione dell’Art. 117 della Costituzione. Inutile evidenziare il puntuale annullamento della Commissione Consultiva Permanente. E se i dati del rapporto annuale INAIL parlano di diminuzione di infortuni è solo perché esiste una diminuzione di offerta di lavoro ed una palese e diffusissima paura alla denuncia dell’infortunio. Lo scrive chi lavora e vive al sud, e come tale assiste sempre più ad una accentuata differenza nord-sud. Non è più possibile assistere ad incidenti mortali, a patologie fantasma ed alla eliminazione del diritto alla salute! Non è più comprensibile il silenzio su questa materia mostrato dalla maggioranza delle forze politiche! Il Decreto del Fare dovrà essere tramutato in legge nella seconda metà di agosto e queste brevi righe vogliono essere un appello per tutti coloro che, operando nei luoghi di lavoro, nelle associazioni e nelle forze politiche, hanno maturato la giusta sensibilità per difendere, per l’ennesima volta l’attacco al diritto alla salute ed al lavoro.  [lucio criscuolo] 

Per ulteriori approfondimenti sul decreto e le sue modifiche scrivete all'autore, l'indirizzo di posta elettronico è: lucio.criscuolo@alice.it