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C’è aria di primavera in Tunisia

Forum Sociale Mondiale. Il Forum Mondiale Sociale si è aperto questa mattina a Tunisi con una tumultuosa assemblea delle donne. “E’ molto bello che il FMS inizi con un’assemblea di donne”, ha detto la presidente delle donne Tunisine Ahlan Belhaj Khalifa insignita lo scorso anno del  Premio Alex Langer. L’assemblea si è tenuta nell’Anfiteatro 1 della Facoltà di diritto dell’Università di Tunisi stracolmo di persone. Sul palco si sono susseguite donne provenienti da varie parti del mondo che reclamavano a voce alta i loro diritti. “I nostro governanti non hanno preso in seria considerazione le rivendicazioni della società civile tunisina -ha ribadito con forza Ahlan Belhaji. Dobbiamo continuare a lottare”  A queste interventi in sala, rispondevano con altrettanta forza  gruppi di giovani donne cantando: “Solidarietà per l’uguaglianza”. Sono state queste le parolepiù ripetute: solidarietà, uguaglianza e dignità. Soprattutto quest’ultima sembra esprimere bene il cuore delle rivoluzione tunisina.

Tante le donne che si sono susseguite sul palco raccontando le loro lotte per la dignità delle donna, dal Sudafrica al Brasile, dalla Palestina come dal Sahara occidentale, dall’Egitto come dall’Algeria. Significativo la presenza di donne provenienti dal Messico che vivono una situazione di grande violenza.  Le donne hanno bollato con caratteri di fuoco sia il femminicidio come  tutte le violenze  che in ogni parte del mondo subiscono.  “Insieme possiamo imporre ai governanti le nostre rivendicazione”, ha gridato con forza  Fatima del Sudafrica. L’assemblea si è conclusa verso mezzogiorno tra canti, slogan e danze, in solidarietà con le lotte delle donne del mondo intero. Incredibile la forza e la vivacità di queste donne straordinarie. Niente potrà fermarle. Tutto questo è ancora più sorprendente perché avviene in un ambiente islamico. Anche questo è un bel frutto della primavera tunisina.

Dall’Aula universitaria, la gente ha lentamente defluito verso la Av. Bourghiba, il cuore di Tunisi da dove  è partita, nel primo pomeriggio la grande marcia di apertura del FMS. Una folla immensa, si parla di circa 100mila persone, colorita ed esultante, ha iniziato a muovesi lentamente verso lo Stadio. Una bellissima giornata di sole, una giornata di primaverea, ha fatto da cornice a questo corteo. Massiccia la presenza dei tunisini che hanno colto questa occasione per ribadire la loro voglia di cambiamento radicale nel paese, soprattutto dopo l’uccisione del capo dell’opposizione Shukri Belaid il 16 febbraio u.s. Le sue foto infatti giravano per tutto il corteo, diventando uno dei simboli della marcia.

E’ stato provvidenziale il fatto che il Comitato internazionale del Forum abbia scelto Tunisi per questo appuntamento perchè questa giornata ha dato una carica incredibile al popolo tunisino e una speranza in più per un cambiamento contro tutti i fondamentalismi. Massiccia pure la presenza di gruppi algerini, marocchini, e libici. Questa marcia e questo Forum potrebbero aprire strade nuove per l’unità dei popoli del Maghreb. Forte anche la presenza Palestinese che ha ottenuto in questa marcia una notevole solidarietà da parte di molti gruppi presenti. La marcia era un alternarsi di colori, di canti, di danze, di slogan. Una giornata di primavera carica di speranza. Per il successo di questa marcia bisogna dare credito al comitato tunisino e del Maghreb che hanno saputo organizzare così bene la marcia, con striscioni  che davano il benevenuto al FMS. La città di Tunisi era vestita a festa per accogliere con gioia i partecipanti provenienti da tutte le parti del mondo.

Il comitato tunisino è riuscito a realizzare questa marcia senza alcun aiuto esterno ma basandosi sulle proprie forze e connettendosi a quella società civile che è stata capace di realizzare la primavera tunisina.  La marcia si è poi conclusa nello stadio dove sono continuati ancora per qualche ora canti e danze che esprimovono tutta la voglia di realizzare un mondo altro nella dignità. Nel suo libro The Arab uprisings, il professore amercano  James L. Gelvin, uno dei migliori analisti delle rivoluzioni arabe conclude la sua analisi dicendo che in Tunisia”nulla è cambiato”. Dopo questa giornata la nostra impressione invece è che molto è cambiato in Tunisia, dove abbiamo trovato una forte  cittadinanza attiva  e decisa a non mollare, e questo è già molto. Buon cammino a questo popolo che ospiterà il Forum nei prossimi giorni. [alex zanotelli, elisa kidanè 26/03] 

il carnevale



Last Minute Market Alimentare

Le azioni fatte con criterio, conoscenza e con rispetto meritano il plauso di chi per anni si è battuto contro l’indifferenza delle Istituzioni, contro l’ipocrisia della politica, contro l’omertà e il distacco. Padre Alex Zanotelli per i suoi anni, per la sua vitalità e per la sua fede conquista, a piccoli passi, una fetta di Napoli, conquista la povertà, la voglia di lottare, la speranza. Criteri opposti alla miseria di chi s’arricchisce, di chi disprezza l’altro, di chi conosce la viltà.

La nostra attività, il Last Minute Market Alimentare, è una forma di commercio al contrario, è l’opposto delle banche, dei petrolieri, ossia di chi “chiede la carità senza mai dar nulla in cambio”. Last Minute Market Alimentare nel rione è Alex Zanotelli, è la rete Sanità, è il senza fissa dimora, è il blog del rione, è volontariato, è rispetto. “La dignità degli ultimi” è storia al contrario, è scrittura al rovescio che si legge perfettamente, è fatica con e senza le mani, è cibo che sta per scadere e che viene consumato comunque.

Il tutto Gratis non è un istituto di credito, non vende le armi, non lucra sulla povertà né sulla miseria. C’è solo la forza del lavoratore, la sua responsabilità, c’è l’azione che ripudia e non lucra, il Last Minute Market alimentare non vuole riconoscimenti, è invece attento ai rifiuti, all’inquinamento, allo spreco. Utilità che beneficiano tutti, ma proprio tutti. Chi si accoda è il benvenuto. [+blogge]          
      

quando la sanità non fa notizia

E’ accaduto giovedì 31 maggio, qualche sera fa. In piazza Sanità, in quella piazza che da decenni non celebra più la “Festa del Monacone”, improvvisamente si sono accese luci e riflettori sulla basilica; sul piazzale è stata srotolato un tappeto rosso lungo cento metri e in un’atmosfera magica uno sfondo musicale accattivante ha scandito i passi ora di danza ora felpati ora stile passerella di circa 45 tra modelle e modelli di una sfilata di moda. Sì, nel suggestivo antico scenario del rione Sanità c’è stato un evento di surreale contemporaneità: le ragazze ed i ragazzi dell’Istituto medio superiore “Francesco Caracciolo-Salvator Rosa”, guidati da docenti molto creativi e da una preside veramente in gamba (mai espressione fu più appropriata) hanno realizzato un evento di moda unico nel suo genere.
           
Hanno presentato, tra gli sguardi attoniti di centinaia di persone, capi di abbigliamento assolutamente inusuali e frutto di lungimirante fantasia. Giacche da uomo, vestiti da sera femminili, casacche, abiti da sposa e da cerimonia, vestitini da passeggio e via elencando: è sfilata l’attività didattica di un anno scolastico di un Istituto statale superiore dove si studia moda e costume. E ciò che ha caratterizzato la serale passerella della Sanità è stato un messaggio culturale, e non solo, di grande attualità: nel popoloso rione, culla del dialetto e della tradizione più pura, ha sfilato il futuro. Tutti i capi di vestiario erano rigorosamente disegnati e realizzati con materiali riciclati, minuziosamente raccolti, selezionati e catalogati in mesi di ricerca e di lavoro collettivo di un’intera comunità scolastica.
           
Gli abiti hanno sfoggiato, in originali sequenze, multicolori e scintillanti materiali inediti per la moda: tappi di bottiglia, luccicanti spille da balia, pacchetti di sigarette, guanti in lattice da infermieri, cannucce per bevande, piatti e bicchieri di carta, sacchetti di plastica, chiavi, fermacarte, fili elettrici usati, bottoni, chiusure lampo, cucchiaini per il caffé, contenitori per uova, camere d’aria di puro caucciù, lattine…Una sfilata di moda come una metafora: riutilizzare il prezioso rifiuto per dire alla Città e al quartiere che nel rione Sanità ci sono energie e risorse, intelligenze e giacimenti mentali da mettere in campo: risorse nascoste, quasi ignorate e che hanno un futuro, come lo sono i tanti oggetti che la sfilata di moda ha riutilizzato ed egregiamente valorizzato. Tra applausi e grida da maxiconcerti, tra sguardi ammutoliti dalla curiosità e da un coinvolgimento attento, il quartiere – che nelle sue viscere ancora fabbrica guanti e cinture, borse e scarpe – ha lanciato la moda dell’avvenire coniugando la cultura dell’usato e del riciclato, del riuso con un gusto estetico degno dei nomi più affermati della moda.

E’ accaduto a Napoli, è accaduto nel rione Sanità tra un assordante silenzio degli organi d’informazione e nel disinteresse generale di televisioni e operatori cinematografici. Non c’erano boss di camorra da catturare, non bisognava zoomare cumuli d’immondizia; l’evento non evidenziava i pregiudizi - veri o presenti - sul rione Sanità. Non c’era da fotografare il degrado o da documentare arretratezza, inciviltà, crimine. Poche sere fa la Sanità, uno dei più emarginati rioni periferici nel centro storico della Città, ha tenuto in piazza una lezione che ha unito comunità scolastica e Municipalità, popolazione e comunità parrocchiale, autorità comunali, ministeriali e anche qualche degno sponsor, facendo emergere dal ghetto il presente ed il futuro di una realtà sociale che si vuole e si sta riscattando ed ha voluto dirlo sulle gambe, con il corpo con la manualità e la mente di tante ragazze e di tanti ragazzi che a un passo del diploma hanno manifestato impegno, applicazione, voglia di fare e di esprimersi.
           
Lontano da riflettori e da tesi precostituite, da luoghi comuni e frasi fatte, la Sanità è scesa in piazza con la gioia e lo studio e la voglia di esserci di decine di giovani desiderosi di costruire il proprio presente e dando, essi - con la guida di docenti degni di questo nome - una lezione di ordinaria civiltà. Forse per questo è stato un evento oscurato, una notizia non-notizia: un assordante silenzio, l’assenza di fracasso mediatico ha circondato un evento memorabile. Memorabile, basta questa sola parola. [francesco ruotolo]