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napule è mille culure


Ascoltando la canzone di Pino Daniele la squadra del Napoli diventa altro, acquista freschezza, poesia, armonia. Il calcio è inquinato purtroppo così come ogni aspetto della società dove i termini del linguaggio economico sostituiscono l’essenza. Guardando una partita, chi perde è solo il tifoso, chi fa del suo bisogno un modo per dimenticare. Quest’anno la squadra ha deluso, ma mantiene una costante, anche in passato è successa la stessa cosa. Fuori l’allenatore, fuori i giocatori con poca passione, fuori i tecnici.

La città si fa inghiottire dal Vesuvio che da troppo tempo è in silenzio. Anche l’intolleranza ha perso le sue assurdità. Il calcio Napoli scende nell’inferno come una provinciale fino ad innalzarsi, per contro, nell’azzurro blu di volare. La musica rallegra così come “Giulietta è na zoccola”; gli scambi invece raggelano, impietriscono, fanno schifo. Chi guarda spera. Intanto si allargano le maglie, si fanno accordi, disaccordi, neanche il tempo di abituarsi che subito un giocatore lascia. Sì, va bene, il calcio è cambiato così come cambia la società, ma un tifoso che ama la sua squadra, beh io quello non sono tanto sicuro che è cambiato.

Quest’anno siamo rimasti all’asciutto, per divertimento abbiamo tifato Barcellona, cantiamo ancora “Maradona è meglio ‘e Pelè”, ci siamo svegliati senza Pino Daniele e senza Francesco Rosi. Le mani sulla città e anche sul nostro quartiere le stanno mettendo gli altri, che da Posillipo, dal nord Italia, dall’Inghilterra, dalla Scozia, dalla Francia, stanno acquistando case per creare B&B. Napoli vince come la sua squadra la super coppa, Napoli dei poveri ha sempre vinto. Senza calcio si vive comunque, così come senza spreco e senza surplus. Forza Napoli [+blogger]

inter napoli

Dopo diciassette anni il Napoli batte l’Inter a san Siro, una bella soddisfazione per i “terroni” napoletani. In un video postato su youtube girato durante la partita si possono ascoltare i tifosi interisti che gridano “San Gennaro sieropositivo… Senti come puzza, senti come puzza Napoli… Benvenuti in Italia Olè… Zavorra… Ci vuole acqua e sapone, acqua e sapone, ci vuole acqua e sapone… Sarà che sono zingari, sarà che sono colerosi, sarà che non si lavano… Napoli merda, Odio Napoli, Voi non siete esseri umani”.

Nei commenti in risposta i napoletani: “san Gennaro ve lo ha messo nel culo con 3 babà figli di troia; viva il regno delle due Sicilie; Munnezza tre palloni e tornate nella nebbia; Benvenuti un beneamato cazzo! St'italia del cazzo non la volevamo e non la vogliamo! siete voi, sporchi barbari ignoranti , che siete venuti a romperci le palle a noi. Forse perché invidiosi della nostra cultura, della nostra ricchezza o semplicemente perché siete dei fottuti barbari incivili e bellicosi. Tornate nelle vostre putride paludi, fottuti italiani!”.

Anche gli scansafatiche di Pomigliano D’Arco si sentono zavorra lavorativa, un disastro che accomuna gli operai del nord e quelli del sud. Allo stadio si urla, il Napoli vince mentre muore il tifo, i tifosi, gli sponsor, i colori, il calcio. È un tormento che riscatta la nostra società, è il gioco che se lo guardiamo ci fa sognare, ci fa respirare, ci rende ricchi, ci diverte, ci umilia. La controparte dei tifosi è il silenzio, infatti dopo essersi insultati vicendevolmente nessuno più ha la forza di ribattere, si resta soli in questa fottutissima era che mansueta le nostre proteste, che ci rende indifferenti, che individualizza ogni nostro pensiero e ogni nostra azione.

1200 euro al mese per chi si permette il lusso di lavorare con un contratto a tempo indeterminato; 800 per i contratti a tempo; aumenti sproporzionati: per andare a vedere Napoli Milan allo stadio 50euro; il caffè è aumentato del 20% anche lo zucchero, la pasta, l’olio… non parliamo poi del carburante. Ci resta solo il tifo che insulta, che ci rende coglioni, zavorra, sporcizia, terroni e polentoni. Parafrasando Eduardo: abbasso l’Inter e il Napoli, W piazza del Duomo e Mergellina! [+blogger]