adotta san gennaro

Parliamo del rione. Le feste mondane per belle che siano continuano a richiamare i valorosi di turno che con le loro uscite felpate smistano l’attenzione da un’altra parte. Adottare una piazza? Non sarebbe stato meglio adottare l’ospedale san Gennaro? Cosa da niente se non può essere sfruttato a dovere. Poveri i morti di freddo che in una stanzetta occupata al piano terra, di fronte all’ex pronto soccorso, sventolano convinti le loro delusioni. Da anni nessuno ha argomentato meglio delle gente, nessun esperto né tecnico ha saputo dibattere convinto alle mille ragioni che assalivano la popolazione. Nel frattempo c’è chi ha perso il lavoro, chi sogna il proprio medico che è stato spostato altrove, chi si indigna ancora pur sapendo che ha torto.

La ricchezza del quartiere doveva essere mantenuta non spostata. Nel rione ci sono gli esterofili, ogni cazzata diventa realtà. … Uscite dalle case, dai b&b, dalle pizzerie, dalle pasticcerie e dalle chiese ed occupate o adottate l’ufficio postale, la scuola Caracciolo, adottate i neri di piazza Cavour; la festa della Madonna dell’Arco entra fin dentro le vostre case, vi sostiene, tranquilli: essa è pur sempre espressione di una cultura che protegge, che urla il suo dolore, che piange i suoi morti, che blandisce l’anima, che zittisce per mezzo di una falsa ricchezza. Così “convinto” in nome di questa mia repressione (mi accusano! e forse hanno pure ragione), e delle altrui frustrazioni, che dichiaro finito il tempo dell’allegria pregressa. Basta la bieca antropologia umanitaria, basta con le epurazioni autoctone, basta con le eroine del tempo, invincibili, catastrofici e catartici.[+blogger]

il fuoco della sanità

Quello di qui sopra non è il titolo di un nuovo articolo sulla sanità pubblica (peccato, perché ne avremmo  bisogno), ma quello che l'altro ieri è successo, o meglio non è successo, nel quartiere: è stato impedito di accendere il fuoco di sant’Antuono che ogni anno si prefigge di cacciare il vecchio marcio e di accogliere il nuovo. Centinaia di adolescenti hanno protestato in piazza Sanità contro le forze dell’ordine. Un divieto, se pur giusto, mai applicato negli anni addietro. I roghi, invece, ieri erano un po’ sparsi per tutta Napoli e provincia nonostante la pioggia.

Sono anni che continuo a dire che il “loro” contro il “noi” è una definizione mentale scellerata. Non è possibile pensare alle forze dell’ordine come nemici, così come non è possibile definire la gente del rione tutti ladri e/o camorristi. Imporre un divieto così all’improvviso crea sempre una situazione di disagio, come quella che si è verificata il 17 gennaio scorso, intorno alle diciannove, in piazza Sanità. Sembra che i poliziotti o i carabinieri siano di un altro pianeta e che gli abitanti del quartiere siano di un’altra galassia. L’invasione entra prima di tutto nelle anime, pervade come il fuoco la mente e il chi va là tappa gli occhi e le orecchie. La mente si ferma alla vista di una divisa, così come quando si intravede il ponte della Sanità, i tutori della giustizia sobbalzano di soppiatto.

Bisogna ritornare alla normalità. Quando vedo lampeggiare o suonare una sirena mi guardo intorno e vedo gente con aria tesa…assurdo; così come gli uomini della forza pubblica hanno modi e posture differenti quando sono alla via Sanità, tutt’altro invece sono i comportamenti alla via Luca Giordano. Queste etichette dobbiamo sradicarle prima dalle nostre parole, poi dai nostri atteggiamenti. Ho esagerato un po’ e l’ho fatto apposta scrivendo questo articolo, in realtà non mi sono mai guardato indietro quando un poliziotto mi ha chiesto i documenti. Ma la normalità deve pur arrivare, i pregiudizi fanno male a noi, alle nostre famiglie, ai nostri figli... A perdere siamo sempre noi, neanche il pareggio ci è dato sperare. [+blogger]              

emergenza freddo

All’Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Napoli dott. ssa Roberta Gaeta
OGGETTO: Emergenza freddo: accoglienza senza fissa dimora presso l’Istituto la Palma

Negli ultimi giorni le condizioni meteo stanno mettendo a dura prova la vita dei senza fissa dimora. L’opinione pubblica viene colpita dalle morti per il freddo e reagisce con proclami e appelli alla solidarietà per chi sta vivendo questo disagio. Nonostante gli sforzi delle istituzioni, ci sono ancora altri disagi che vanno affrontati.

La cooperativa La Locomotiva sta garantendo l’accoglienza di 85 senza fissa dimora presso l’Istituto La Palma, sito in Salita Mauro al Rione Sanità. L’orario di accoglienza è dalle ore 19:30 alle 8 del mattino. Date le condizioni climatiche critiche, però, questo non basta più a proteggere i numerosi ospiti della struttura bisognosi di un riparo anche prima di quell’orario di apertura.

Come Presidio Permanente contro la chiusura dell’Ospedale San Gennaro che da mesi è in lotta per tutelare il diritto alla salute, e come Rete Rione Sanità, riteniamo che il Comune di Napoli debba provvedere ad una soluzione immediata del problema e proponiamo di anticipare l’orario di apertura dell’accoglienza dell’Istituto La Palma almeno alle ore 16 per affrontare le esigenze del momento. [Presidio Permanente contro la chiusura dell’Ospedale San Gennaro/ Rete Rione Sanità]

mangia un dono




basta con il silenzio

GIORNATA MONDIALE DELLA PACE

L’anno 2016 ha visto trionfare la normalità della guerra, la Terza Guerra mondiale a pezzetti, come la chiama Papa Francesco, una guerra spaventosa che ha il suo epicentro in Medio Oriente ed ha mostrato tutta la sua ferocia, disumanità e orrore nell’assedio della città martire, Aleppo. Una guerra che attraversa anche l’intera zona saheliana dell’Africa, dalla Somalia al Sudan (Darfur e Montagne Nuba), dal Sud Sudan al Centrafrica, dalla Nigeria (Nord) alla Libia, dal Mali al Gambia. Senza dimenticare i massacri nel cuore dell’Africa, in Burundi e Congo(Beni). Siamo davanti a desolanti scenari di guerra che si estendono dallo Yemen all’Afghanistan, guerre combattute con armi sempre più sofisticate e a pagarne le spese sono sempre più i civili. “Come è possibile questo?- si chiede Papa Francesco. E’ possibile perché dietro le quinte ci sono interessi, piani geopolitici, avidità di denaro e di potere, c’è l’industria delle armi  che sembra essere tanto importante”.
E’ l’industria delle armi, fiorentissima oggi, a gioire di tutto questo. Secondo i dati Sipri, a livello mondiale, investiamo quasi 5 miliardi di dollari al giorno in armi. A livello italiano, secondo l’Osservatorio ne spendiamo 64 milioni di euro al giorno. E’ un’industria fiorente quella italiana delle armi che esportiamo e vendiamo in tutto il mondo. In questo periodo abbiamo venduto bombe all’Arabia Saudita e al Qatar, che poi le hanno date a gruppi armati legati a Al-Qaeda come a Jabhat al –Nusra in Siria. E tutto questo nonostante la legge 185/90 che vieta la vendita di armi a paesi in guerra e a paesi dove vengono violati i diritti umani. L’Italia ha esportato armi nel 2015 per un valore di oltre 7 miliardi di euro a tanti paesi che sono o in guerra o dove sono violati i diritti umani. Ma come fanno i nostri governi a parlare di legalità, quando agiscono in maniera così illegale? E’ la grande Bugia. “La violenza esiste solo con l’aiuto della Bugia”, diceva Don Berrigan, il gesuita nonviolento americano scomparso lo scorso anno. E’ passato il tempo in cui i buoni possono rimanere in silenzio. ”Ed è proprio questo quello che mi sconcerta di più: il silenzio del movimento per la pace davanti a questi scenari di guerra. Non lo posso accettare. Dobbiamo scendere in piazza, urlare , gridare, protestare. Forse non riusciamo a parlare perché il movimento è frammentato. Allora mettiamoci insieme. La situazione è troppo grave. Per questo dobbiamo avere il coraggio di violare la legge, di farci arrestare,di andare in prigione .Questo sarebbe il dovere prima di tutto dei religiosi, dei preti, delle suore come i fratelli Berrigan e le suore domenicane negli USA che si sono fatti anni di carcere nel loro impegno contro la ‘Bomba’. E come cristiano mi fa ancora più male il silenzio dell’episcopato italiano e di larga parte delle comunità cristiane. Per fortuna c’è Papa Francesco che parla chiaro. Nel suo messaggio per la Giornata Mondiale della Pace (1 Gennaio 2017) afferma che “essere veri discepoli di Gesù oggi significa aderire anche alla sua proposta di nonviolenza. ”E prosegue”: La nonviolenza praticata con decisione e coerenza ha prodotto risultati  così importanti. I successi ottenuti da Gandhi e Khan Abdul Ghaffar Khan nella liberazione dell’India, e da Martin Luther  King contro la discriminazione razziale…”
Papa Francesco invita le comunità cristiane a perseguire questa strada della nonviolenza attiva, come la strada obbligata per i seguaci di Gesù. “Dite al mondo che non esiste più una guerra giusta- ha detto una suora domenicana irachena Nazik Matty durante il convegno sulla guerra e nonviolenza, promosso in Vaticano da Papa Francesco. Lo dico da figlia della guerra”.
Papa Francesco forse presto ci regalerà un’ enciclica che potrebbe mettere la parola fine alla teologia della guerra giusta e indicare la nonviolenza attiva come la strada inventata da Gesù. E’ la strada che le comunità cristiane devono imboccare con lo stesso coraggio che hanno avuto Gandhi, Martin Luther King, Don Berrigan, Don Milani… Ma queste comunità dovranno avere la capacità di unirsi a tutte le altre realtà nonviolente creando un grande movimento popolare per la pace. Ma per arrivare a questo dobbiamo tutti essere disposti a pagare un alto prezzo. “Noi urliamo pace, pace, ma non c’è pace - diceva Don Berrigan. Non c’è pace perché non ci sono costruttori di pace. Non ci sono costruttori di pace perché fare pace è altrettanto costoso quanto fare guerra - almeno altrettanto esigente perché si paga con la prigione e la morte”. A tutti i costruttori di pace, l’augurio di cuore di un Buon anno, carico di frutti di pace. [alex zanotelli]