Visualizzazione post con etichetta mondezza. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta mondezza. Mostra tutti i post

siamo solo noi

Siamo solo noi ad essere camorristi, mentre mezzo consiglio regionale lombardo è agli arresti. Siamo solo noi ad essere malavitosi mentre chi vanta il fazzoletto verde ruba tramite bancomat del partito. E siamo sempre e solo noi ad essere nullafacenti mentre Formigoni cena con 2.600 euro offerti gentilmente per grazia ricevuta. Per “Benvenuti al nord o altrove”, il sud ha rovinato l’Italia, mentre la guardia di finanza sceglie Cortina, Courmayeur, Milano, Sanremo scovando milioni e milioni di euro evasi e portati all’estero.

“La regione con il più alto numero di reati è la Liguria con 1.797 infrazioni, pari al 25,2% di quelli accertati nelle regioni del Nord, con 2.641 persone denunciate e 337 sequestri. Al secondo posto c’è la Lombardia (1.606 infrazioni), seguita da Emilia Romagna (1.078), Piemonte (1.037), Veneto (903), Trentino Alto Adige (407), Friuli Venezia Giulia (278) e Valle D’Aosta (33). Tra le province del Nord la più colpita è Imperia (453 reati), segue Genova (401), Savona (398) e Sondrio (398)”. (fonte: Legambiente)

Sempre nel rapporto di Legambiente si legge che “La Liguria è la prima regione per numero d’illeciti, seguono Lombardia ed Emilia Romagna“. Allora è vero che siamo noi sudisti ad essere meridionali, ma le accuse di cui sopra sono troppo stupide se fatte in modo generale. E’ vero che il leghismo ha menomato gli intelletti, è vero che la “Dolce Vita” ha stemperato le paure, è vero che i partiti hanno creato una nuova forma di sdemocrazia.
Adesso cosa posso dire? Lascio la domanda in sospeso. Per il resto Eraclido disse: Non troverai mai la verità se non sei disposto ad accettare anche ciò che non ti aspetti. [+blogger]     

meglio tardi che mai

Finalmente l’ascensore è ritornata a scendere nell’inferno e a salire in purgatorio. Un consigliere della III municipalità mi aveva informato che entro l’11 marzo tutto sarebbe ritornato alla normalità, ma purtroppo aveva sbagliato visto che era già stata riaperta da qualche giorno. Un lavoro che doveva finire dopo una settimana è durato circa tre mesi. Una massima dice: meglio tardi che mai.

“Un calvario per una piccola vittoria”. Ma è mai possibile che per mettere dei paletti su di un marciapiede adiacente alla scuola elementare Angiulli un calvario di due anni ha accompagnato una petizione popolare, diverse proteste cittadine, segnalazioni con foto, parcheggi abusivi, indiscriminati, pericolo soprattutto per i pedoni e bambini?

Non sto esagerando, “Un calvario per una piccola vittoria” è il titolo di un volantino che sta circolando per le strade del rione, affisso sui muri e soprattutto sugli incriminati paletti nei pressi di piazza Mario Pagano. L’odissea realmente è accaduta e se non fosse per i toni retorici del manifestino (dove si legge: “grazie all’impegno determinato e incalzante… In tal modo si è realizzata la riconquista alla pedonalità”), sarebbe sicuramente portatore di una immensa campagna discriminatoria nei confronti della gente della sanità

Se quel pezzo dell’ascensore fosse stato reperibile solo in Australia, ci sarebbero voluti 5 giorni di viaggio andata e ritorno e 5 giorni per montarlo, tempo massimo 10/12 giorni di lavoro. Se i paletti avessero previsto un incidente mortale (che per fortuna non c’è stato, ma perché non c’è stato?), i lavori per la sicurezza stradale sarebbero stati svolti in poche ore. Per il resto la massima dice sempre la stesa cosa. [+blogger]         

privato

“Siamo ossessionati dal privato”, quello che facciamo nella nostra singola sfera non deve saperlo nessuno, neanche il nostro più vicino parente. Più in generale: in casa mia decido io, faccio entrare chi voglio, questa è la mia proprietà che eccessivamente diventa mia, come mie sono: la moglie, i figli, l’auto, i soldi. È l’esasperazione che diventa ossessione e a volte angoscia. Eppure non c’è cosa pubblica più evidente del nostro privato.

Facciamo le nostre cose, come fare la cacca, la pipì, l’amore, ci masturbiamo, guardiamo i film porno, ci scaccoliamo in segreto, la puzza poi è straordinaria perché in pubblico è difficile capire chi l’ha fatta anche se poi stiamo attenti a sganciarla. E’ di comune accordo, gli uomini hanno bisogno di queste cose, molte  fisiologiche, del resto è normale, però è il nostro privato, qualcosa che ripugna l’altro, che fa schifo, che ridicolizza.

L’eccessiva vergogna delle cose normali ha in se germi di disuguaglianza, è l’origine delle differenze, delle ambiguità, dell’indecenza. Ma del resto non faccio questa scoperta, mi piace però ribadirlo perché sono prigioniero anche io dei miei stessi pensieri. Adesso non voglio dire che scenderò per strada a pisciare davanti a tutti, rispetto attualmente chi difende la propria dignità, non posso dire “fai l’amore per strada” (anche se è meglio che lanciare missili), ma prendo atto delle mie “debolezze” che forse non mi fanno essere realmente quello che sono.

Un barbone qualche giorno ha fatto la cacca dietro la metropolitana, stava schiattando, dolori di pancia insopportabili. Lo stavano linciando. Nientedimeno si era permesso di farla davanti a dei bambini che passavano di lì. In effetti lui cercava di nascondersi ma per strada è quasi impossibile. Morale della favola: scrivetela voi se vi va. [+blogger]                

ritorno a bovalino

Per il secondo anno consecutivo cavalco le strade ferrate di Calabria per arrivare a Bovalino. Come al solito il lungo viaggio con il treno è pieno di traversie immancabili per il nostro sud, ma il meraviglioso paesaggio costellato da spiaggie lunghissime e da una ricca flora mediterranea mi accompagna. A Bovalino vengo accolto dalla fraterna e quasi silenziosa simpatia che contraddistingue le persone del posto.

Recandomi verso l’agognata spiaggia vedo che il cosiddetto progresso non ha invaso questo piccolo tesoro naturalistico ma putroppo i miei occhi come nella mia amata Napoli sono colpiti da innumerevoli mucchi di monnezza che costellano sia la cittadina che la spiaggia. Chiedo notizie della situazione. Mi dicono in maniera sarcastica che si sentono vicini a Napoli. Le motivazioni sono varie: dalla mancata attuazione della raccolta differenziata, alla chiusura della discarica che serviva i paesi della zona. Anche qui il viaggio della mondezza è un lungo peregrinare fino alla discarica di Pianopoli, vicino Lamezia Terme, che dista 150 Km.

Come dicevo l’aspetto naturalistico è veramente meraviglioso, le spiagge sono incoranate da una catena montuosa di rara bellezza e la vegetazione è ricca e lussureggiante. Nella famiglia dove sono accolto sento parlare di una fonte d’acqua particolare. Incuriosito accompagno un mio amico a caricare la nostra acqua santa ed arrivando nel luogo sono costernato dalla visione di bottiglie di plastica, bicchieri, cartoni, ecc che abbelliscono la fontana.

Purtroppo la storia sembra ripetersi sempre uguale in Campania come in Calabria. Il nostro amato Sud, nonostante la sua bellezza dei luoghi, la generosità e la laboriosità ed il calore umano delle persone, non riesce a liberarsi da una sorta di maledizione. I ben informati dicono che tutto questo è cominciato con “l’Unità d’Italia”, che è stata in realtà una conquista imposta dai poteri forti del tempo.

C’è possibilità di cambiamento? Secondo me sì e il cambiamento può venire dal basso, dalle realtà piccole e grandi (come il GOEL di Gioiosa Ionica, il MoCI di Cosenza, l’Arca di Noè di Vadue di Carolei, la Rete per la Difesa del Territorio “RDT Nisticò”, il Comitato Regionale Acqua Bene Comune “Bruno Arcuri”, …) che in maniera quasi anonima costruiscono un’alternativa. [mauro migliazza, gimpiero dattilo]


semplice

Il nostro è un paese libero, possiamo fare tutto quello che vogliamo. Non abbiamo forse il diritto di protestare?, di scioperare?, di opporci?; Siamo liberi di credere o non credere, liberi di scegliere se sposarci o rimanere zitelli, liberi di lavorare o di rimanere per tutta la vita disoccupati. Possiamo fare e non fare, nessuno ci dice nulla. Infatti nessuno dice e fa nulla per risolvere il problema dei rifiuti a Napoli.

Be’, voi direte, è pur nel vostro diritto denunciare, sì, d’accordo, va bene, ma non di ledere il diritto al non fare. Bisogna capire che dove finisce il tuo diritto inizia il mio. Uhauuu, capito l’inghippo! Semplice. Se facciamo per non fare allora faremo ciò che ci è stato chiesto di fare perché facendo non faremo quello che gli altri possono fare pur non facendolo. S.E.M.P.L.I.C.I.S.S.I.M.O [+blogger]