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a corto di idee
Chiedo alle persone della Sanità
e anche a padre Alex di non rilasciare più interviste sul rione né di
partecipare a trasmissioni che manipolano costantemente l’informazione e la
realtà. È chiaro da anni che i format televisivi sono venduti esclusivamente
per fare soldi e non per informare. In nome di una libertà presunta ciò che
vendi è sempre buono. Feltri ha lanciato un twitter scrivendo “ Occorre
moltiplicare i pellegrinaggi alla Mecca”. Una mostruosità che il giornalista ha
giustificato dicendo che gli altri sono ignoranti e che non capiscono l’italiano.
Per lui la moltiplicazione significa riduzione delle persone ai pellegrinaggi
perché più frequenti. Più frequenza per Feltri significa che nella testa dei
religiosi andare una volta all’anno o tre volte scoraggi quest’ultimi. Quindi
meno persone, meno morti.
L’esempio di cui sopra è una
chiara notizia giornalistica che non deve informare ma fare sensazione. Come la
massima: si parla bene o si parla male, basta che si parli. Se pur nel cervello
di Feltri la frase in italiano è scritta bene, immaginate se l’Istituto
superiore della Sanità scrivesse: “Bisogna moltiplicare le morti per cancro”. Insomma
se la frase di Feltri non è infelice, la sua giustificazione più che banale è
stupida. Come la settimana scorsa quando LA7 ha intervistato la gente del Vomero
chiedendo perché alla Sanità si spara e al Vomero no. Come dire: perché nel Congo
muoiono di fame mentre negli Usa no?! Repubblica Napoli prima di scrivere di
migliaia di persone al corteo nel rione Sanità ha detto: uno striscione
anticamorra è scomparso; mentre per la protesta a Soccavo ha scritto “nessuno
pronuncia la parola camorra”. Tutti i media hanno scimmiottato la stessa cosa:
è ovvio bisogna essere al servizio degli inserzionisti e della pubblicità.
Ecco perché chiedo al prete comboniano e alle altre persone del rione di non cadere in questi piccoli trucchi mediatici, in quella che è una mole di notizie senza informazione. La nostra presidente della Municipalità non vedeva l’ora di farsi un po’ di “brutta” pubblicità in periodo elettorale, pensando alle elezioni più che alla voragine della via san Gennaro dei Poveri che per mesi ha messo in pericolo le ambulanze, la gente e i bambini del quartiere Sanità.
viva la liquidazione
Su di un muro di una delle
metropolitane collinare c’è scritto: con 450€ al mese non campano neanche i
cani per strada. In realtà conosco persone che guadagnano di meno. Una mia
amica sociologa ha lavorato per diversi anni in un asilo nido percependo la
somma di euro 300 mensili, anche se sul contratto c’era scritto 600€ netti. Sbagliato
o non che sia accettare somme truffaldine di questo genere, fa ribrezzo invece
apprendere la notizia che un dipendente pubblico intaschi una liquidazione di 1
milione e passa di euro in prepensionamento.
Vediamo un po’ cosa ne pensano
quelli del movimento visto che si sono decurtati lo stipendio. Anche il sig.
Pietro Ciucci ha pensato di farlo “votando cinque stelle”. Quest’ultimo fino al
2013 ha ricoperto la carica di presidente, direttore e amministratore delegato
dell’ANAS. Ma ha rinunciato alla carica di amministratore anche se ha fatto
esplicito reclamo per la sua buona uscita. Insomma tre cariche sono troppe, il
governo ne tenga atto! La mia amica non sapeva se denunciare la direttrice dell’asilo
nido; invece Ciucci sapeva bene che se non riceveva in tempo un preavviso intascava il
triplo della liquidazione.
Infatti è in pensione anche se è
ancora dirigente dell’ANAS. Ha ricevuto
circa 2 milioni di euro di liquidazione, e in più, come ha fatto giustamente
rilevare il sig. Pietro Ciucci, i danni materiali per il mancato preavviso… che
gli avrebbe dovuto fare il suo direttore… cioè lui stesso. Insomma Pietro
Ciucci si è dimenticato di avvisare il sig. Pietro Ciucci del licenziamento
dalla carica di amministratore delegato; e per questo fatto, il sig. Pietro
Ciucci ha citato in giudizio il sig.
Pietro Ciucci; sapendo che la legge è dalla parte del sig. Pietro Ciucci quest’ultimo
ha ben pensato di intascare la somma dovuta legittimamente di 800 mila euro di,
torno a ripetere, mancato preavviso di licenziamento.
Alla fine la mia amica ha citato il suo ex datore di lavoro. Sono più di 6 anni che aspetta che le vengano risarciti gli arretrati degli stipendi che non sono mai stati intascati. [+blogger]
napoli non parla
Napoli non “parla”, Napoli non si
ribella, Napoli è schiacciata dall’indifferenza e dalla delusione. Napoli,
peggiore città: “Se l’Italia ha il raffreddore, Napoli ha la bronchite”.
Sul “Venerdì” di Repubblica l’autore ci ha spiegato che adesso il capoluogo
campano ha la polmonite, metafora che assicura un pò di gloria all’ex sindaco
Jervolino sotterrando definitivamente De Magistris e la sua giunta. Nepotismo,
malaffare, criminalità e mancanza di senso civico sono le definizioni che
ricorrono nell’articolo, settimanale 1331 del 20 settembre 2013.
Su Economia e Finanza
dell’8 gennaio 2012 si legge che le regioni più interessate dall’evasione
fiscale con un netto incremento sulle altre sono la Lombardia e il Veneto. Tra le
città, inoltre, dove si commettono più reati, in cima alla classifica ci sono:
Milano (fonte: ilgiornale.it), subito dopo Roma, poi Torino, Napoli, Genova, Bologna,
Bari, Firenze e Brescia (fonte: ilsole24ore.com). Il Nord Italia batte il Sud
avendo più del doppio delle città incriminate. Anche se l’articolo su Venerdì
di Repubblica parla della ribellione dei napoletani nei confronti dei nazisti,
per contro di quella ribellione che invece adesso non c’è, l’infiammazione
polmonare attribuita alla città partenopea fa male e, ancora una volta, non
inquadra l’esatto problema né mette in luce le dinamiche che Napoli subisce da
trent’anni a questa parte.
Mentre tutti urlano alla vittoria
contro il 41bis la congestione tra politica e mafia/camorra si scioglie a suon
di voti e raccomandazioni. A partire dal 1980 in poi il carcere duro infittisce
la rete e sposa l’elettorato attraverso un’influenza criminale, sfruttando la
povertà dei quartieri e delle periferie. Nel frattempo si organizzano anche le
grandi città, cosicché le irregolarità diventano legittime. Questa legittimità
è ormai evidente è ciò che sfrutta di più questo stato di cose sono i luoghi
comuni.
Non dobbiamo cadere in questa
trappola, è molto facile accusare e riservare nella storia un primato negativo,
un primato che ci vede come l’ombelico del culo. Se Napoli ha una particolarità
è anche perché tutti quelli che la leggono (eccezioni escluse), non hanno
capito un cazzo. Fior di etichette pullulano nel marasma di una definizione,
tanto che nemmeno i dati grezzi possono far cambiare idea. Se questa città è
particolare è perché essa fa parte di una nazione particolare, di uno stato
giovane che continua ad andare a votare solo perché da poco ha raggiunto la sua
indipendenza. Perché il prossimo sindaco sarà di destra? Perché la gente in
parte non ha capito cosa sia realmente la democrazia, se una forma di potere
invisibile alle masse oppure un escamotage per sottintendere una stato
dispotico che, per grattarsi i coglioni, ha bisogno delle mani dei lavoratori e
dei più poveri. [+blogger]
il decreto del fare
Una violazione alla sicurezza sul lavoro. La scorsa settimana, alla Commissione Lavoro della
Camera, purtroppo, soltanto una forza politica ha votato contro il D.Lgs. 69
del 21/6/2013
(Decreto del Fare), che, tra i tanti e frettolosi provvedimenti, introduce anche
modifiche alla materia della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Gli Art. 32,35,38 e 42 di tale Decreto Legislativo di fatto vanno a modificare concetti essenziali come quello
del Duvri, delle procedure standardizzate, del Psc e Pos, della Informazione, della comunicazione degli infortuni gravi o mortali, per ultimo, degli adempimenti per lo smaltimento di agenti chimici inquinanti.
In qualità di lavoratore ed
RLS non posso esimermi dall’esprimere il più
forte e totale dissenso a tale manovra. In un clima politico che ha mostrato il
tentativo di barattare il diritto alla salute con il diritto al lavoro (vedi
questione ILVA) risulta inaccettabile la modalità di procedere attraverso D.Lgs,
e si assiste, senza alcun confronto con le parti
sociali, alla mancata attivazione della
conferenza Stato Regioni, con palese violazione dell’Art. 117 della
Costituzione. Inutile evidenziare il puntuale annullamento della Commissione
Consultiva Permanente. E se i dati del rapporto annuale INAIL parlano di
diminuzione di infortuni è solo perché esiste una diminuzione di offerta di
lavoro ed una palese e diffusissima paura alla denuncia dell’infortunio. Lo
scrive chi lavora e vive al sud, e come tale assiste sempre più ad una
accentuata differenza nord-sud. Non è più possibile assistere ad incidenti
mortali, a patologie fantasma ed alla eliminazione del diritto alla salute! Non
è più comprensibile il silenzio su questa materia mostrato dalla maggioranza
delle forze politiche! Il Decreto del Fare dovrà essere tramutato in legge
nella seconda metà di agosto e queste brevi righe vogliono essere un appello
per tutti coloro che, operando nei luoghi di lavoro, nelle associazioni e nelle
forze politiche, hanno maturato la giusta sensibilità per difendere, per l’ennesima
volta l’attacco al diritto alla salute ed al lavoro. [lucio criscuolo]
Per ulteriori approfondimenti sul decreto e le sue modifiche scrivete all'autore, l'indirizzo di posta elettronico è: lucio.criscuolo@alice.it
tempi moderni
Non appena detto ciò…
attenti! Arriva la torta alla panna montata! Quale torta alla panna monta? La
torta alla panna montata che la Divina Provvidenza ama lanciarci in faccia
quando diciamo, “oh, io non lo farei mai…” e qualsiasi sia la cosa che non
farai mai, credimi, la farai. Alcuni anni volano tanto di quelle torte alla
panna montata che si incrociano l’un l’alta come piogge di meteoriti. Zaac! Se
non ti aspetti qualcosa, ahi viene! Eccola! La tua torta di panna
montata ti aspetta dietro l’angolo. [sandra cisneros]
Un cretino è un cretino.
Due cretini sono due cretini.
Diecimila cretini sono un partito politico.
[franz kafka]
il popolo di cristo
Solo insieme si possono fare le cose più incredibili e rivoluzionarie e, senza beceri compromessi, si può vincere con umiltà, senza eroi né punti di riferimento. Mettiamoci con il popolo e non diamo retta a chi dice che quest’ultimo sceglie Barabba. In passato il popolo fece così perché il tempo doveva riconoscere Cristo... Il popolo fece come Dio aveva scritto, come Dio aveva previsto, così come la storia avrebbe raccontato. Quindi se il popolo non votava un principio doveva pur esserci per confermare la sostanza. Torno a ribadirlo, avrei sicuramente votato se un partito avesse previsto l’abolizione della povertà. Ma desso pensiamo ai contratti di lavoro, ai precari, alla sanità pubblica; pensiamo alle persone che non hanno una casa, quelle che non hanno un reddito e anche a quelle che non ce l’hanno perché lo nascondo. Dimenticavo, che stupido, un altro principio fondamentale: diamo la possibilità a tutti di potersi dimezzare lo stipendio. [+blogger]
l'italia sta morendo...
La tristezza pervade tutto il mio
corpo, è da parecchio tempo che provo questa sensazione. Gli acufeni pulsano e
squillano come se una pentola a pressione stesse per scoppiare da un momento
all’altro. Si ribella il mio corpo dentro, fuori si manifesta la tristezza, la
rabbia, la paura, l’entusiasmo. Sta per nascere una bimba che camminerà, sarà
italiana, cittadina, piccola e grande.
Ma la situazione del mio paese non migliorerà facilmente. Noi protesi a
salvare il nostro rione mentre la salvezza è ben diversa. Forse incominceremo a
gridare solo quando il pane e la pasta, la frutta e la verdura, il latte e il
caffè non ci saranno più. Eppure molte persone, nelle diverse parti del mondo,
guardano alla situazione politica italiana come qualcosa di nuovo e di
terribile. Il nuovo è l’ondata di protesta...
Nel titolo dell’articolo tutta
l’amarezza e la malinconia, pensare che gli operai non sono serviti a nulla, le
rivolte non sono servite a nulla, le donne non sono riuscite a raggiungere la
parità effettiva, i ricchi non sono diventati poveri. C’è un perché che
silenziosamente ci spiega, ci parla, ci “affattura”, ci piace. Nel corpo, così
come in chi crede nell’anima, la voglia di restare attaccati e di remare contro
corrente è forte, è unica, è nostra. Il 25% degli italiani sono come
Berlusconi, identici; l’altro 25% come Bersani, la copia esatta; poi ci sono
quelli che assomigliano a Monti, ed infine i grillini che hanno sposato l’idea
della buona sorte.
C’è l’Italia, la Campania; e qui
Napoli, il quartiere Sanità, il vicolo dove abito io. Perpendicolarmente la
casa di Totò comprata per poche migliaia di euro da un privato; e poi catacombe
e ossari sparsi un po’ per tutta la zona. Al contrario di quello che si può
credere dalla lettura di quest’articolo, non sono un disfattista, sono una
persona che non riflette abbastanza, scrive per impeto e voglia di divulgare la
storia, la storia degli uomini e delle donne del mio vicolo oppure del vico
Sanfelice, di quello delle Carrette, del vicolo Lammatari ecc, ecc. Ma credo che sia una cosa difficile raccontare che
l’idraulico ha visto e parla quotidianamente con la Madonna, che Patrizia
lavora tutta la giornata per 10 euro, che Vincenzo è uno sfaticato, che Pietro
sta partendo per l’Australia, che Carmela, 30 anni, dopo il suo quarto figlio,
vuole abortire, che Nicola, il fruttivendolo, quando parla di diritto sembra un
giudice della Cassazione.
L’Italia [non] sta morendo,
l’Italia è sempre stata viva nel silenzio, nella distrazione, nella convinzione
che tutto un giorno potesse cambiare. Io sono stato distratto dalle
raccomandazioni, dalla televisione, dal contratto a progetto. Sono stato
distratto perché ho avuto fiducia. La distrazione mi ha convinto, mi ha pervaso
e a volte mi ha vinto. Sono le mie sensazioni, come quelle che mi hanno
costretto a non votare, come quelle che mi hanno fatto rinunciare di essere un
cattolico. Quando spiego il perché non voto, sono sempre un po’ confuso, così
come quando dico di non essere religioso. Non ci sono differenze, c’è la voglia
di sentirsi dentro, di sentirsi parte della storia, la mia, quella
dell’idraulico, di Patrizia, di Vincenzo, di Pietro, di Carmela, di Nicola.
[+blogger]
perché non voto?
Sono un deluso della politica,
un deluso da circa 30 anni, da quando mio padre mi diceva: voto il PC, ma se mi
aumentano lo stipendio voto anche l’MSI. Chi l’avrebbe giudicato male? Operaio,
con 4 figli, una moglie paralitica, un fitto da pagare, luce, acqua, bombola
del gas, auto 126 personal verde pistacchio; poi natale, pasqua, i battesimi,
le comunioni e tutte quelle altre sciocchezze religiose buone solo a sperperare
soldi. Oggi aspetto ancora qualcuno che mi dica “le cose stanno veramente cambiando,
questo perché dentro sto cambiando anch’io”. Girare pagina è difficile anche
per il sottoscritto che a stento crede nei buoni propositi. Ma ho deciso di
essere convinto, di credere realmente in qualcosa, di non considerare tutto
marcio, un po’ come ha scritto Giovanni De Mauro sull’Internazionale: “Per una volta, invece di chiederci cosa c’è sotto,
potremmo guardare cosa c’è sopra”.
Ho letto attentamente il programma del Movimento 5 Stelle (in verità anche quello di Ingroia: sono quasi identici), e
per convinzione ho scoperto che molti punti mi appartengono, ossia sono quelli
che da anni devono essere messi in pratica ma nessuno, dico mai nessuno, l’ha
fatto realmente. Naturalmente le 5 stelle realmente possono servire,
protestano, si incazzano, ti mettono in crisi. Ma né il PD, né il PDL, né altri
partiti pongono seriamente la questione del lavoro, lavoro che si ricava dalla
concezione Robinhoodiana,
togliere ai ricchi per dare ai poveri: non è banale, è un assioma straordinario, una verità che
farebbe ripartire l’economia mondiale: padre Alex Zanotelli sono anni che lo
dichiara.
Ma alcuni punti non hanno risposta, anzi in verità non ci
sono affatto. Le stelle dovrebbero essere più di Cinque, vediamole. La
questione Internazionale: il movimento con chi sta? Con Israele?, con la
Siria?, con L’Iran o con gli USA? Il movimento è con o contro il clero? Il
movimento è antiabortista? Il movimento una volta al Governo ha intenzione di
cacciare tutte le aziende italiane che producono armi? Oppure le vuole
potenziare? Il movimento cosa pensa delle banche?, e se pensa male, che farà?
Il movimento è con o contro la guerra? Il movimento è con o contro i Gay? Oltre
alla rete internet quale altra forma di democrazia partecipata ha in mente? Il
movimento ha una precisa concezione, quello di puntare sulle cinque questioni
del programma; io invece, semplice elettore, nel momento in cui voto devo sapere con chi mi
sto schierando. L’ideologia è una componente importante per conoscere il
prosieguo della vita sociale. In questo caso io non so quale sia.
Ma tutte queste perplessità potranno essere lenite in parte
se un determinato partito politico scrive nel suo programma elettorale:
Principio fondamentale: Dichiariamo la povertà, per chi non l’ha scelta
liberamente, illegale, illegittima, incostituzionale, per il futuro della
nostra società. [+blogger]
l'europa torna indietro
Angela Merkel ci aveva messo in guardia già nel 2009: non aspettiamoci miracoli, perché nessuna decisione politica, per quanto coraggiosa, potrà scongiurare il crollo dell’economia europea. A quel tempo la cancelliera era l’unica a presagire il futuro in questi termini. Oggi ci si accorge invece che aveva visto giusto, commenta Nicolas Veron, esperto dell’istituto Bruegel di Bruxelles. A cinque anni dall’inizio della crisi, la situazione economica dell’Unione resta drammatica: sono in recessione 17 paesi membri su 27.
Nei paesi colpiti più duramente dalla crisi, come Spagna o Portogallo, dovrà passare almeno una generazione prima che si riesca a compensare il calo del livello di vita. Un simile lasso di tempo potrà rivelarsi insostenibile per l’Ue. Per la prima volta dalla sua creazione l’Unione europea, contrariamente alla zona euro, rischia di disgregarsi.
Di mese in mese questo scenario si fa sempre più evidente, senza che si possa dire quale processo – quello della costruzione di un’Eurolandia forte intorno alla Germania, o quello della disintegrazione del blocco dei paesi euroscettici, Regno Unito in testa – prenderà il sopravvento sull’altro.
Una cosa è certa : questi sviluppi non sono quelli che Angela Merkel auspicava e che anzi ha tentato in ogni modo di impedire. In particolare, la cancelliera voleva che la nuova Unione più integrata facesse posto a tutti gli effetti alla Polonia e ad altri stati dell’Europa centrale, paesi che costituiscono per la Repubblica federale non soltanto una base industriale (le aziende tedesche vi hanno delocalizzato buona parte della loro produzione), ma fungono anche da alleati nel Consiglio dell’Ue quando insieme a Berlino sostengono riforme strutturali e responsabilità di bilancio.
Il progetto di questa Europa, tuttavia, è fallito. Sotto la pressione dei mercati, i dirigenti della zona euro hanno gettato le basi di un sistema istituzionale della zona euro con una supervisione bancaria, un controllo della politica monetaria e un budget indipendente.
Queste misure dovevano costituire il minimo vitale per garantire il buon funzionamento della zona euro, senza arrecare danno ai fondamenti dell’Unione europea. Oggi possiamo constatare che si tratta di un’ipotesi irrealistica, ammette Cinzia Alcidi del Ceps (Center for european policy studies).
La situazione particolarmente rischiosa riguarda la pietra angolare dell’integrazione, il mercato unico. Nei paesi nei quali lo stato dell’economia ispira la fiducia degli investitori, per esempio Germania e Paesi Bassi, le spese dei crediti contratti dagli imprenditori sono notevolmente inferiori a quelle dei paesi della periferia dell’Ue. Non si può più parlare pertanto di una concorrenza alla pari, a favore della quale Bruxelles ha operato negli ultimi cinquant’anni.
Altra constatazione fallimentare è quella relativa al flop del modello europeo mirante a un certo equilibrio nei livelli di vita all’interno dell’Unione.
Grazie ai fondi strutturali, ma anche garantendo libero accesso al mercato dell’Ue per tutte le entità economiche, si è effettivamente riusciti a limitare gli squilibri negli standard di vita dei vari paesi europei. La Grecia, per esempio, fino al 2009 poteva vantare un reddito pro capite corrispondente al 94 per cento della media dell’Union, non troppo distante da quello della Germania (115 per cento). Ma oggi i divari tra questi due paesi si sono enormemente accresciuti: il livello di vita in Grecia è sceso al 75 per cento, raggiungendo uno standard equiparabile a quello della Polonia, mentre quello della Germania è decollato al 125 per cento.
Secondo le stime degli economisti, queste disuguaglianze si acuiranno ancor più negli anni a venire.
Quest’evoluzione implica che gli interessi degli stati membri saranno sempre più divergenti. Mentre romeni, bulgari, greci e portoghesi cercheranno di garantire la sopravvivenza delle loro popolazioni, la Germania e la Svezia preferiranno mettere l’accento sulle questioni ambientali e le fonti alternative di energia. Secondo Veron sarà come dialogare tra sordi.
La crisi ha eliminato anche un altro grande risultato dell’integrazione: il modello sociale europeo, che il mondo intero ci invidiava. I tagli di bilancio che si sono susseguiti non soltanto in Spagna e in Grecia, ma anche in Francia e nel Regno Unito, generano una drastica riduzione delle garanzie sociali, in materia di diritto del lavoro, di pensioni, di disoccupazione, e creano di conseguenza una generazione di giovani privi di prospettive di un impiego stabile, senza i presupposti materiali per poter mettere su famiglia.
Berlino resta sola
Perfino il quotidiano filoeuropeo Der Spiegel ammette apertamente che il centro decisionale dell’Ue si è spostato da Bruxelles a Berlino. Ciò è avvenuto senza alcuna particolare pressione da parte dei tedeschi, ma per esclusione.
Tra i sei paesi più importanti dell’Ue, due – Italia e Spagna – non sono neppure stati presi in considerazione a causa dei loro enormi problemi economici. Il Regno Unito, invece, si è autoescluso da solo.
Quanto alla Polonia, in ragione del suo potenziale economico ancora troppo debole e del fatto che non fa parte della zona euro, non può pretendere di rivestire un ruolo chiave. Per un certo periodo è sembrato che l’Europa fosse dominata dal tandem franco-tedesco, il famoso “Merkozy”. Ma dall’elezione del nuovo presidente francese François Hollande è diventato chiaro che Parigi, a fronte di grossi problemi economici, non è in grado di trattare da pari a pari con la Germania. Berlino, dunque, è rimasta sola sul campo di battaglia.
Focalizzata sui propri problemi, l’Europa non riesce a occuparsi di quelli altrui. Di conseguenza la disintegrazione della politica estera comunitaria è un’altra cupa profezia che si avvera sotto i nostri occhi.
L’evoluzione autoritaria dell’Ucraina, la situazione drammatica della Siria, l’abbandono della lotta per i diritti dell’uomo in Cina sono soltanto alcuni esempi dell’impotenza dell’Ue.
Nel frattempo la questione dei futuri allargamenti dell’Ue è stata accantonata: l’adesione all’Unione ormai sarebbe concepibile soltanto per i paesi dei Balcani che si trovano all’interno dei confini dell’Europa. L’offerta più ambiziosa, in particolare nei riguardi dei paesi dell’ex Unione Sovietica e della Turchia, non è più all’ordine del giorno.
A cinque anni dallo scoppio della crisi l’Europa sopravvive, almeno per ora. Ma le perdite sono astronomiche e l’Unione europea è regredita sulla strada dell’integrazione per imbattersi in quegli stessi problemi che credeva di aver risolto 30 o 40 anni fa. Ormai perfino gli ottimisti dicono: “Purché le cose non peggiorino”. [di Jędrzej Bielecki, traduzione di Anna Bissanti - fonte: presseurop.eu ]
vico equense
Domenica scorsa ho preso la mia
vespa 150px di anni 26 e assieme a Sara sono andato al mare. Non sapevo
esattamente dove, anche perché odio quasi tutte le spiagge di Napoli, non
perché siano brutte ma per il fatto che sono state quasi tutte privatizzate e diverse
anche abusivamente. Mentre guidavo mi sono ricordato di una bellissima
spiaggetta libera a Vico Equense, ci andavo con i miei amici, Stefano, Ciro,
Lucia, Antonella, circa 20anni fa. Appena arrivati con la circumvesuviana
pochi metri e sulla sinistra si scendeva per circa un chilometro, una faticata
non indifferente poi a ripercorrerla in salita al ritorno.
Stavolta stavo con la vespa ed è
stato un gioco da ragazzi arrivare. Ero entusiasta, raccontavo a mia moglie le
volte che siamo stati in questo bellissimo posto. Ma appena giù, tutto mi è
sembrato diverso, anzi no, era davvero tutto cambiato. La spiaggia sotto la
conca e gli scogli erano transennati, una sbarra limitava l’accesso, il
parcheggio era a pagamento. Ombrelloni dello stesso colore delimitavano la
spiaggia. Appena arrivati un tipo ci ha detto se volevamo il pedalò. Subito una
donna ci ha chiesto se avevamo l’ombrellone. Intorno, diversi ristoranti
avevano chiuso il passaggio con i tavoli all’aperto. C’erano pezzetti di
spiaggia. A pochi metri una banchisa delimitava gli scogli e infondo barche,
gommoni, e piccoli yachts.
Ci siamo fermati e abbiamo
chiesto solo un ombrello che in realtà non avevamo. Desolazione, anche se il
mare era ancora chiaro, verde come la vegetazione rimasta sulle colline e i
promontori. Sulla spiaggia, ma in verità dei granelli non c’era quasi più
nulla, pezzetti di vetro, carte, ruggine… abbiamo pensato di pulire. Alla fine
una scenetta mi ha rallegrato vivamente. Mentre cercavo di prendere il sole, un
uomo anziano parlava con 3 donne e due bambine, diceva che Napoli è una città
sporca, che la gente è maleducata, che c’è inciviltà e prepotenza, mentre
quelli di Vico Equense sono molto più civili. Intorno a lui, le donne che con i
bambini avevano prima mangiato c’erano carte, bicchieri di plastica, lattine di
birra, mozziconi di sigarette… [+blogger]
non ho volontà
Stamattina sono sceso, come ogni
mattina, con la mia 150 vespa PX di anni 26, dopo qualche minuto ho visto un
distributore di benzina che segnava € 1.909 a litro. Ieri quando ha segnato Lavezzi
ho urlato con tutto il mio sdegno, ho eiettato fuori rabbia inconsapevole, ho sputato
contro la mia vergogna e quella degli altri che non protestano, che non si
fermano, che "vanno a lavorare". E’ aumentato lo zucchero, il caffè, il pane e i loculi del cimitero di Poggioreale.
Tutti in fermento per la partita
del Napoli compreso il sottoscritto, tutti pronti a scattare contro l’ennesimo
rigore negato, tutti pronti a lavorare per una miseria al mese, ricattati e
umiliati… adesso i media s’accorgono che gli stipendi e i salari sono bassi? In
realtà sono trent’anni che non aumentano, lo sto dicendo da moltissimo tempo,
ma poi io chi sono? C’è la Fornero che lo afferma è questo conta!
Ladri, c’era un gol nettissimo
sabato sera a favore del Milan, ladri, ladri, ladri! Bisogna avere il coraggio
di non tifare più, di non guardare più le partite di calcio, di non accettare
più che una sola persona guadagni 3/4/5milioni di euro all’anno. La Severino, avvocato
(adesso anche ministra), nella sua dichiarazione c’è scritto: 7mln di euro… mi
chiedo, ma gli avvocati guadagnano così tanto? Che cazzo ho studiato a fare la
sociologia?
Sì Bravo Marcchionne chiudi le fabbriche, ricatta pure gli operai, sei l’archetipo del fallimento di questa nazione. Ma noi napoletani ci rifocilliamo da soli, slinguazziamo contro bavosi che balbettano frasi incomprensibili. Forza Napoli, tu sì che ci fai vivere la storia, il riscatto, la liberazione e noi continueremo a cantare “Oje vita, oje vita mia” allo stadio, per le strade, quando facciamo benzina, quando compriamo il caffè, lo zucchero e il loculo ‘e zi’ Vicienzo! [+blogger]
la befana viaggia in business
A Cortina nel profondo nord si guidavano ferrari, porche, jaguar, bentley e tutti i proprietari dichiaravano trentamila euro l'anno (notizia ansa), mentre qui nel rione sanità un operaio/precario guadagna ottocento euro al mese, se le guadagna, e domani sera scende per strada a fare la befana ai propri bambini. Voi direte: ma dove sta la differenza?
Infatti non c'è, c'è solo una piccola postilla se permettete, i cortinari compreranno mini ferrari o mini jaguar ai loro figli per il 6 gennario, mentre i sanitanesi mini bambole e mini giocattoli, come dire che, i cortinari, non baderanno a spese, mentre i sanitanesi faranno la cresta. Cosa c’è di male direte voi a fare la cresta? Ma niente dico io, la differenza è così piccola, ma così piccola che nessuno mai se ne accorgerà.
Direte voi ancora: finalmente li hanno beccati... li hanno beccati? Ma se erano anni che viaggiavano in business class e nessuno li aveva mai denunciati. Il prestanome in Italia è solo una filastrocca per fare addormentare i bambini, l'elusione fiscale una burla carnevalesca, la dichiarazione dei redditi una diceria metropolitana e la truffa un modo per far capire alla Befana che non è aria. [+blogger]
Direte voi ancora: finalmente li hanno beccati... li hanno beccati? Ma se erano anni che viaggiavano in business class e nessuno li aveva mai denunciati. Il prestanome in Italia è solo una filastrocca per fare addormentare i bambini, l'elusione fiscale una burla carnevalesca, la dichiarazione dei redditi una diceria metropolitana e la truffa un modo per far capire alla Befana che non è aria. [+blogger]
è vivo
Ieri ore 09,00 tra piazza Cavour e la salita Stella… giù lenzuolo bianco. A terra tra il terriccio e l’aiuole la gamba coloro rame e un calzino bianco putrido. Circoscritta l’area con del nastro, due carabiniere facevano il “palo”; sopra la polizia municipale redigeva il verbale, c’erano anche i pompieri. Non ho chiesto, non ho visto, non ho sentito! Era un senzatetto, un senza fissa dimora o meglio di moda si dice clochard.
Mangiava per strada, beveva per strada, ruttava per strada e scoreggiava per strada. “Se si avvicina non dategli niente altrimenti si compra del vino o della birra e si ubriaca”. Puzzava! Se urlava nessuno lo ascoltava, se pisciava per terra, anatema, se aveva voglia di far l’amore, porco.
“Allora perché non dargli una possibilità? Sì diamocene una e vediamo come reagisce”. Oggi ha avuto il suo momento se poi non l’ha saputo sfruttarlo non è sicuramente colpa nostra. Ok! Adesso hai avuto la tua ricompensa: la gente ti ha guardato, ti ha ammirato, ha parlato di te, perfino le forze dell’ordine sono intervenute, proprio come un vero capo di stato.
Per qualche ora sei stato il primo uomo, hai avuto il tuo momento di celebrità. Ti sei sentito veramente bene. Nessuno aveva protestato perché tu non morissi. Ora sai realmente cosa vuol dire vivere. [+blogger]