In una crisi generale dell’immondizia,
della raccolta differenziata che a Napoli stenta a crescere, dove a Posillipo
nel bidone giallo della plastica è stato trovata la testa di un pesce spada, continuo
a non capire perchè se noi cittadini vogliamo auto organizzarci per mantenere
più pulita la città, e in particolare il rione, non possiamo farlo. E’ un paradosso pensare che l’ASIA non paga i
dipendenti, che non ci sono abbastanza macchine per il trasporto, che non
arrivano soldi per pagare la gestione, e se poi dei cittadini si auto
organizzano, creando anche qualche posto di lavoro, questo non è dato farlo
perché la legge lo vieta. Se è così allora come ha fatto il parroco della
Sanità? Quale formula è stata trovata per gestire i rifiuti? Diteci, per
carità, come avete fatto, così cercheremo di farlo anche noi. In fondo è
interesse di tutti e non una semplice competizione commerciale.
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rifiuti autogestiti
Qualche giorno fa ho letto sulle
pagine de “Il Mattino” che il parroco della basilica di S. M. della Sanità, in
accordo con il COMIECO e il comune di Napoli, ha firmato un protocollo d’intesa
per la gestione della carta e del cartone, progetto sperimentale che fa ben
sperare per una raccolta dei rifiuti più sostenibile. Anche se non mi spiego
come l’accordo sia stato fatto visto che la legge lo vieta. L’unica società a gestire
i rifiuti a Napoli è l’ASIA, non c’è possibilità di raccogliere i rifiuti,
raccogliere i rifiuti è un reato. Ma se così non è, e se come ritengo, sia
giusto che i cittadini aiutino chi di competenza a raccogliere l’immondizia, a
tenere pulita la città, allora anche noi ci proponiamo per questo tipo di
attività. Sono anni che chiediamo di raccogliere le lattine vuote, la plastica,
l’alluminio, ma ci è stato sempre vietato, “non si può fare, per farlo bisogna
essere una industria accreditata con tutte
le carte in regola”.