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l'ascensore impazzita

Non è il titolo di un film di Dario Argento, l’ascensore del ponte della Sanità è realmente impazzita. Sale e scende solo quando lo dice lei e decide di andare in ferie anche se non le è permesso. Succede che ogni  mese, circa, l’ascensore si guasta, la gente che arriva e la trova chiusa impreca e i politici locali (4 soldi in tutto) s’attribuiscono le lodi solo quando essa riprende la “corsa”. Ma quando si ferma nessuno sa perché, di chi è la colpa, e se colpa non c’è, perché non s’aggiusta subito?

Niente da fare, l’ultima volta sentito un tecnico, il guasto era cosa di una settimana al massimo, ma ci impiegarono 4 mesi per aggiustarla; adesso invece è solo guasta, così come si legge sul cartello che hanno infisso sulla porta dell’entrata, sotto e sopra il ponte della Sanità. Cosa vuoi fare, se il regista di cui sopra ha intenzione di girare realmente un film siamo pronti a raccontargli tutti i retroscena, le “macagne”, l’insensatezza, che fa da padrona, così come la stupidità che rende realistica ogni affermazione senza cognizione di causa.[+blogger]        

ogni 10 scontrini un regalo

Napoli. Si chiama Ciro Arciello, da pochi mesi è il titolare di uno dei bar ‘storici’ del rione Sanità: “il Perù”, una mescita fondata e gestita ininterrottamente dal 1953 al 2009 dal decano dei baristi della Sanità, Francesco Coraggio. Ciro Arciello, impeccabile taglio di capelli grigi, sorriso leggero, sempre dietro il bancone a servire caffè e cappuccini, si trova lì al “Perù” in via Arena alla Sanità n. 15, proprio ad angolo con l’incrocio con via santa Maria Antesaecula e in effetti il suo locale è nella strada di Totò, anche se si entra da via Arena.

Ed è forse proprio l’aria che lì si respira, il fantasma di Totò che ancora aleggia tra vicoli e bassi, tu motorini e donne che spingono il passeggino, forse proprio Totò avrà ispirato il cartello che Ciro Arciello ha collocato in bella mostra nelle scansie del bar, tra gli spumanti e i liquori, tra i vini e le spremute: proprio in faccia a ogni cliente! Nel cuore della Sanità c’è l’unico cartello pubblico – di Napoli, forse d’Italia – che esorta la clientela a “prendere lo scontrino alla cassa”.

 Ma c’è di più, l’Appello di stile … montiano (evitare che il nostro paese vada alla deriva…) ha il classico piglio commerciale degno della strada di Totò. Scrive il sig. Arciello: “ogni 10 scontrini un simpatico omaggio”. “E’ un dovere anche per il barman o barista Arciello rilasciare lo scontrino", ma egli va al di là del suo dovere e assicura al cliente anche un omaggio per i dieci scontrini esibiti. Che vuoi di più ?”. [Francesco Ruotolo]

la grande abbuffata


81.988.268

A febbraio sono state registrate 81.988.268 ore di cassa integrazione, un aumento del 49 per cento rispetto a gennaio e del 16 per cento rispetto allo stesso mese del 2011. È un segnale della gravità della situazione occupazionale in Italia. La riforma del lavoro proposta dal governo rischia di peggiorare la situazione. 

I lavoratori precari costeranno di più in termini di contributi ma, in assenza di un salario minimo, il maggiore carico contributivo può ricadere sul dipendente sotto forma di salario più basso. Anche le norme sull’entrata nel mercato introducono pochi miglioramenti. Il contratto di apprendistato si applica solo ai giovani fino a 29 anni, mentre più del 50 per cento dei lavoratori precari ha almeno 35 anni. Manca anche il gradualismo nelle tutele: il loro aumento con l’anzianità incoraggerebbe i datori di lavoro a offrire da subito contratti a tempo indeterminato e a investire nella formazione dei dipendenti. 

La riforma dell’articolo 18 apre un nuovo fronte tra licenziamenti economici individuali e licenziamenti disciplinari. Questi ultimi offriranno un maggiore compenso e la possibilità di reintegro, ma la distinzione tra i due è molto labile. L’ultima parola spetterà ai giudici. Tutto questo rende l’esito dei licenziamenti ancora più incerto. Infine, non si estende la copertura degli ammortizzatori sociali ai lavoratori precari e a progetto, né c’è il riordino degli strumenti esistenti. 

Questa riforma affronta i principali problemi del mercato del lavoro italiano, ma siamo alla solita formula gattopardesca: cambiare tutto perché nulla cambi. [tito boeri, fonte: internazionale 942]

roma bene

Le lacrime di una ministra sono servite a far pagare ai pensionati e alla povera gente i debiti dei politici che tra voli statali, puttani e puttane di turno, soldi illeciti, privilegi e casta, hanno sbancato l’Italia. La situazione lavorativa è drammatica e sgomenta l’inverosimile, e se oggi sempre la stessa ministra afferma che “chi licenzia lo fa comunque”, domani non ci sarà neanche più il problema di chiederselo.    

Vent’anni e più di partiti allo sbando, il PD è vergognoso, il PDL da brivido, l’insostenibilità delle persone che vivono con 500euro al mese, con uno scarto di 6.999.999.500 se confrontato con il reddito della Severino. Certo quest’ultima ha detto che guadagnare soldi non è peccato, come dire che la “Proprietà non è più un furto”. Nevrosi del danaro figlio, marito, amante, amato, moglie e sacerdote.

“Negli Stati Uniti il problema del licenziamento non si pone proprio”: si ricordano solo quello che vogliono e non parlano mai del conflitto d’Interesse che se paragonato con gli Usa a confronto L’Italia è uno stato totalitario. Tutti annegati (i signorotti s'intende), sperando che sullo yacht non resti solo il cane a scodinzolare come nella “Roma Bene” di Carlo Lizzani. [+blogger]         

meglio tardi che mai

Finalmente l’ascensore è ritornata a scendere nell’inferno e a salire in purgatorio. Un consigliere della III municipalità mi aveva informato che entro l’11 marzo tutto sarebbe ritornato alla normalità, ma purtroppo aveva sbagliato visto che era già stata riaperta da qualche giorno. Un lavoro che doveva finire dopo una settimana è durato circa tre mesi. Una massima dice: meglio tardi che mai.

“Un calvario per una piccola vittoria”. Ma è mai possibile che per mettere dei paletti su di un marciapiede adiacente alla scuola elementare Angiulli un calvario di due anni ha accompagnato una petizione popolare, diverse proteste cittadine, segnalazioni con foto, parcheggi abusivi, indiscriminati, pericolo soprattutto per i pedoni e bambini?

Non sto esagerando, “Un calvario per una piccola vittoria” è il titolo di un volantino che sta circolando per le strade del rione, affisso sui muri e soprattutto sugli incriminati paletti nei pressi di piazza Mario Pagano. L’odissea realmente è accaduta e se non fosse per i toni retorici del manifestino (dove si legge: “grazie all’impegno determinato e incalzante… In tal modo si è realizzata la riconquista alla pedonalità”), sarebbe sicuramente portatore di una immensa campagna discriminatoria nei confronti della gente della sanità

Se quel pezzo dell’ascensore fosse stato reperibile solo in Australia, ci sarebbero voluti 5 giorni di viaggio andata e ritorno e 5 giorni per montarlo, tempo massimo 10/12 giorni di lavoro. Se i paletti avessero previsto un incidente mortale (che per fortuna non c’è stato, ma perché non c’è stato?), i lavori per la sicurezza stradale sarebbero stati svolti in poche ore. Per il resto la massima dice sempre la stesa cosa. [+blogger]         

non ho volontà

Stamattina sono sceso, come ogni mattina, con la mia 150 vespa PX di anni 26, dopo qualche minuto ho visto un distributore di benzina che segnava € 1.909 a litro. Ieri quando ha segnato Lavezzi ho urlato con tutto il mio sdegno, ho eiettato fuori rabbia inconsapevole, ho sputato contro la mia vergogna e quella degli altri che non protestano, che non si fermano, che "vanno a lavorare". E’ aumentato lo zucchero, il caffè, il pane e i loculi del cimitero di Poggioreale.

Tutti in fermento per la partita del Napoli compreso il sottoscritto, tutti pronti a scattare contro l’ennesimo rigore negato, tutti pronti a lavorare per una miseria al mese, ricattati e umiliati… adesso i media s’accorgono che gli stipendi e i salari sono bassi? In realtà sono trent’anni che non aumentano, lo sto dicendo da moltissimo tempo, ma poi io chi sono? C’è la Fornero che lo afferma è questo conta!

Ladri, c’era un gol nettissimo sabato sera a favore del Milan, ladri, ladri, ladri! Bisogna avere il coraggio di non tifare più, di non guardare più le partite di calcio, di non accettare più che una sola persona guadagni 3/4/5milioni di euro all’anno. La Severino, avvocato (adesso anche ministra), nella sua dichiarazione c’è scritto: 7mln di euro… mi chiedo, ma gli avvocati guadagnano così tanto? Che cazzo ho studiato a fare la sociologia?


Sì Bravo Marcchionne chiudi le fabbriche, ricatta pure gli operai, sei l’archetipo del fallimento di questa nazione. Ma noi napoletani ci rifocilliamo da soli, slinguazziamo contro bavosi che balbettano frasi incomprensibili. Forza Napoli, tu sì che ci fai vivere la storia, il riscatto, la liberazione e noi continueremo a cantare “
Oje vita, oje vita mia” allo stadio, per le strade, quando facciamo benzina, quando compriamo il caffè, lo zucchero e il loculo ‘e zi’ Vicienzo! [+blogger]

allo stadio

Ieri, dopo circa 12anni, sono riandato allo stadio. Me lo ricordavo più grande: la prima cosa che ho notato è che si era rimpicciolito, tutto era più vicino e più reale, mi sono sentito un po’ imbarazzato. Difficile non essere allegri quando 30mila persone cantano e intonano canzoni e sfottò, la sensazione piacevole ti rimane addosso per tutta la serata, a parte il pareggio con il Cesena e una mediocre figura del Napoli.

Mi ha sorpreso vedere le diverse azioni “pericolose” (poche in realtà) e quelle fallose dei giocatori in campo. Ogni qual volta c’era un fallo nell’immediato pensavo: adesso vedrò se c’è o non c’è la punizione. In effetti, ero convinto che subiti dopo avrei rivisto la ripetizione o la moviola. Mi ha dato molto fastidio che i giocatori non ripetevano l'azione, non mi davano il tempo di capire e giudicare.

L’altra cosa, invece, che mi ha divertito molto è stato il fatto che diversi tifosi sembravano avere una piccolissima trasmittente collegata alle orecchie dei giocatori del Napoli. Dalla tribuna un tale urlava: “passa a Maggio” e come per magia la palla veniva passata a Maggio, un altro tifoso diceva: “crossa” e la palla dopo un decimo di secondo attraversava tutto lo specchio della porta avversaria. 

Abituato a vedere le partite di calcio in tv, dove la realtà è multipla, dove la mente per certi versi si dissocia, si reifica, e dove il pensiero viaggia più veloce dell’immagine, dentro di me si è realizzata una sorta di verità virtuale, che ha superato di gran lunga la mia mente. Questo, chiamiamolo così, dilemma se associato alle miriadi di notizie e al bombardamento mediatico crea un nuovo giudizio, una nuova attenzione, una nuova disperazione.

E’ qui il nocciolo della questione. I Mass media possono salvare il mondo, impedire crisi economiche e finanziare, sfamare tre miliardi di persone, impedire le guerre e, se me lo consentite, anche le catastrofi naturali. Attualmente se solo i tg nazionali avessero parlato dei 27kilomentri di tubicini in pvc sparsi sotto il manto erboso dello stadio di Torino (Juventus Stadio), che servono per riscaldare il terreno ed evitare che si ghiacci, solo questo sarebbe bastato a capire l’assurdità umana dove arriva seguendo un linguaggio economico. 

Un tale sistema perverso mi fa pensare a quelle torture scientifiche attuate in molti Paesi del mondo, (penso ai piccoli colpetti sotto i piedi che servono a indolenzire e stritolare la mente); solo che al posto degli umani (anche se mi sorge un dubbio a riguardo) noi torturiamo l’ambiente, la natura, l’aria, l’acqua. Tutto ciò per una partita di calcio! Ripenso alla moviola e al perché i giocatori, quando ero allo stadio san Paolo, non hanno ripetuto le azioni… almeno solo quelle fallose, cazzo. [+blogger]             

privato

“Siamo ossessionati dal privato”, quello che facciamo nella nostra singola sfera non deve saperlo nessuno, neanche il nostro più vicino parente. Più in generale: in casa mia decido io, faccio entrare chi voglio, questa è la mia proprietà che eccessivamente diventa mia, come mie sono: la moglie, i figli, l’auto, i soldi. È l’esasperazione che diventa ossessione e a volte angoscia. Eppure non c’è cosa pubblica più evidente del nostro privato.

Facciamo le nostre cose, come fare la cacca, la pipì, l’amore, ci masturbiamo, guardiamo i film porno, ci scaccoliamo in segreto, la puzza poi è straordinaria perché in pubblico è difficile capire chi l’ha fatta anche se poi stiamo attenti a sganciarla. E’ di comune accordo, gli uomini hanno bisogno di queste cose, molte  fisiologiche, del resto è normale, però è il nostro privato, qualcosa che ripugna l’altro, che fa schifo, che ridicolizza.

L’eccessiva vergogna delle cose normali ha in se germi di disuguaglianza, è l’origine delle differenze, delle ambiguità, dell’indecenza. Ma del resto non faccio questa scoperta, mi piace però ribadirlo perché sono prigioniero anche io dei miei stessi pensieri. Adesso non voglio dire che scenderò per strada a pisciare davanti a tutti, rispetto attualmente chi difende la propria dignità, non posso dire “fai l’amore per strada” (anche se è meglio che lanciare missili), ma prendo atto delle mie “debolezze” che forse non mi fanno essere realmente quello che sono.

Un barbone qualche giorno ha fatto la cacca dietro la metropolitana, stava schiattando, dolori di pancia insopportabili. Lo stavano linciando. Nientedimeno si era permesso di farla davanti a dei bambini che passavano di lì. In effetti lui cercava di nascondersi ma per strada è quasi impossibile. Morale della favola: scrivetela voi se vi va. [+blogger]                

giovedì 17 novembre

Con il provvedimento varato nel nuovo piano sanitario della Regione Campania il pronto soccorso dell'ospedale San Gennaro chiuderà il prossimo 30 novembre, limitando di un riferimento certo di primo soccorso oltre 100mila persone.

Il provvedimento prevede l’accorpamento del San Gennaro e dell’Ascalesi al futuro ospedale del Mare, situato all’interno della zona rossa a rischio sismico e vulcanologico del Vesuvio e che per ora resta ancora sulla carta, perché sotto inchiesta della magistratura per truffa ai danni dell’Asl Napoli1.

Inoltre dopo la chiusura del pronto soccorso dell’Ospedale Incurabili e del Cto, l’ unico pronto soccorso rimasto in zona è quello dell’ospedale Cardarelli che già soffre di sovraffollamento.

Con la chiusura del pronto soccorso dell'ospedale San Gennaro si elimina uno dei pochi servizi esistenti all'interno del quartiere Sanità', un quartiere che già' soffre di una profonda mancanza di servizi\diritti primari.

Proprio per questo la cittadinanza attiva del quartiere dopo avere bloccato il corso Amedeo di Savoia e dopo aver occupato simbolicamente la direzione sanitaria dell'ospedale San Gennaro...lancia come prossima tappa della battaglia contro la chiusura del pronto soccorso un corteo cittadino.

GIOVEDI' 17 NOVEMBRE ORE 18 - CORTEO ore 17,30 PARTENZA DAVANTI L'OSPEDALE SAN GENNARO [
comitato beni comuni cittadini della sanità]