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gentrificazione o gentrification

Continua il magna magna nel rione, classica economia che distruggerà definitivamente la gente del quartiere, con le sue tradizioni e la sua storia. Se abbiamo il coraggio di combattere opponiamoci con tutte le nostre forze oppure sarà la fine. C'è una continua e bieca espropriazione, i ricchi si approprieranno del rione (padre Alex Zanotelli lo dice da anni),  cacceranno i poveri, gli emarginati, i deboli. Saranno gli stessi pochi, pochissimi, cittadini della Sanità che, beneficiandone, si opporranno per non perdere i privilegi, come sta succedendo già da qualche anno.

Questa è una tecnica vecchia usata dai potenti di turno, mettere contro chi vive nelle stesse condizioni, tirare fuori qualcuno o qualcuna e alla fine sequestrare per guadagnare. Hanno capito che il rione Sanità è ricco e non hanno nessuna intenzione di lasciare questa ricchezza a quattro “ignoranti” del posto. Ogni giorno compaiono progetti per il rione finanziati a fior di milioni di euro, e così ogni giorno pensano lucrare, di guadagnare, di sfruttare, così come è successo in diverse altre metropoli del mondo come Buenos Aires, Calcutta, Lima… e ora anche a Napoli.

Il nuovo concetto si esprime in una parola: gentrificazione o gentrification, rigenerazione urbana e ricambio sociale, con l’appropriazione forzata a fior di illusioni. Nel film, “cose da pazzi” del 1953, Aldo Fabrizi alla domanda, “chi comanda”, risponde sempre la stessa cosa: “i dindini”. Ed è vero! I soldi, come diceva Eduardo, fanno venì a vista e cecati, e nel quartiere i ricchi hanno messo gli occhiali. Ci sono tutte le caratteristiche per un business all’ennesima potenza, trasformare il rione in una Milano2, con un suo capo che detta le condizioni, che blasfema e che si cela sotto false spoglie. [+blogger]                

democrazia referendaria

Basta leggere questa parte della delibera dell'Authority per capire il senso fuorviante e fazioso rispetto all'esito referendario (referendum acqua pubblica 2011) riferito alla tariffa. [Saluti, Salvatore Carnevale]

(art. della delibera) predisporre il metodo tariffario per la determinazione, con riguardo a ciascuna delle quote in cui tale corrispettivo si articola, della tariffa de servizio idrico integrato, sulla base della valutazione dei costi e dei benefici dell'utilizzo delle risorse idriche e tenendo conto, in conformità ai principi sanciti dalla normativa comunitaria, sia del costo finanziario della fornitura del servizio che dei relativi costi ambientali e delle risorse, affinché siano pienamente attuati il principio del recupero dei costi ed il principio "chi inquina paga”.

E' una delibera ridicola. Come immaginavo SI PRENDE TEMPO!!! [Antonio]

Mail
Il giorno 05 marzo 2012 23:24, Robert von Hackwitz ha scritto: Care tutte e cari tutti, scusandomi se qualcuno avesse già segnalato la cosa e mi fosse sfuggita, segnalo che sul sito dell'Authority per l'Energia Elettrica e il Gas (e ora anche Acqua...) è stata pubblicata oggi la prima delibera in merito, nella quale è citata la lettera di Clini e la necessità di modulare la tariffa tenendo conto dell'abolizione dell'adeguata remunerazione del capitale investito. La delibera è disponibile qui: http://www.autorita.energia.it/allegati/docs/12/074-12.pdf

Resoconto di come le Istituzioni sfottono i cittadini e la democrazia! [+blogger] 

merce di scambio

Per cortesia, per cortesia, posso essere almeno considerato merce di scambio?

Oggi ero nel centro polifunzionale di via Nuova Poggioreale. Mentre camminavo ho sentito diversi giovani che discutevano del fatto che da tre mesi non prendevano lo stipendio, incerti di cosa dovevano o non dovevano fare, alla fina hanno deciso di risalire e lavorare ancora gratis. Con loro c’era una mia ex collega che ascoltava le storie un po’ perplessa. Ad un certo punto uno di loro le ha rivolto la parola dicendole: “beata te che ti pagano ogni mese”.

Premetto che questa ragazza “fortunata” lavora da diversi anni con un contratto a progetto. Se pur le è rinnovato non è mai previsto però l’aumento. Come per legge non percepisce le ferie, né le malattie, né gli straordinari, ma in compenso deve lavorare otto ore al giorno (senza doverlo spifferare però), etichettata come una fortunata, è ricattata con la più infima delle schifezze: “o lavori in questo modo o vai via, tanto c’è chi sta peggio di te, lo vedi?”.

No, mi dispiace, lei non è neanche più considerato merce di scambio. [+blogger]