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l'onnipotente

Giovedì sera, verso le 19 meno dieci, un’automobile dei carabinieri si è incendiata alla via Foria, direzione Museo, quasi all’incrocio di via Duomo. Mentre camminavo, osservavo con maggior intensità la macchia di fumo che si levava, prima biancastra poi sempre più nera, spargendosi ovunque.  Da una parte e dall’altra il traffico era paralizzato, in pochissimi secondi era arrivata la macchina dei pompieri, anche se prima avevo visto alcune persone che, con un estintore, cercavano di spegnere il fuoco. Per fortuna, si fa per dire, che indossavo la mascherina, l’odore di ferro, di plastica, di batteria, di fili era fortissimo e non riuscivo a capire come tanta gente fosse ferma a guardare…e respirare.

Ad un certo punto, quando il fumo era passato, fermo immobile sulla vespa senza poter andare avanti né indietro, ho girato la testa dal lato opposto e mi sono ritrovato al cento di una situazione ancora più sensazionale: decine, se non centinaia di mani alzate puntate verso l’auto in fiamme. In primis pensavo ad un corteo di anarchici, fieri dell’avvenuto rogo, poi ad una rivolta camorristica… ma al di là dei miei pensieri assurdi, la gente continuava a correre per alzare le mani, era il più classico delle rappresentazioni di quest’epoca straordinaria:  filmavano con i loro telefonini l’evento “miracoloso”.

La differenza nell’era digitale era (è) questa. Assicurandomi che nessuno fosse ferito, la reazione che più mi aveva sorpreso erano i cellulari, nell’aria offuscata, di ogni marca, colore dimensione, qualcuno aveva anche il tablet. Anch’io ero stato filmato frapponendomi inconsapevolmente tra l’auto e i filmekers. Il digitale permette a tutti di vivere e rivivere continuamente, di immortalare ogni cosa ovunque e sempre, di condizionare moltiplicando il reale, una super realtà divina, onnipotente, onnisciente, magica. Finalmente siamo arrivati al capolinea, la morte è stata sconfitta, l’originario desiderio dell’uomo, quello di sentirsi onnipotente, è arrivato. [+blogger]

nulla di più

Piazza sanità, una coppia di srilankesi con tre figli, un’altra che si è sposata da poco: per far venire in Italia suo marito ha dovuto sborsare 8000 euro. Vivono assieme in una casa di circa 30metri quadri. 400 euro al mese più 30 euro condominio a parte luce, il gas, ecc ecc. La prima coppia guadagna circa 700 euro al mese, lui fa il portiere di un albergo di notte, lei la sguattera per il quartiere. L’altra coppia, gli sposini, la donna lavora alle dipendenze di una vecchia baldracca di corso Vittorio Emanuele, lui per adesso non conosce la lingua e sta a guardare la moglie. Assieme le coppie guadagnano circa 1400 euro che devono ripartire per la casa, il condominio, le spese per le cure mediche, per mangiare, per mandare soldi ai parenti, per vivere, per amare nella felicità.

Una delle donne spesso mi chiede dove può comprare a buon prezzo il detersivo, la frutta, l’olio, i vestiti per i figli. Hanno lasciato i pareti stretti, hanno lasciato la loro infanzia, fanno l’amore per corrispondenza, si sposano per “successione”.

Queste persone emigrano dalla povertà, si fittano case che costano più di quello che guadagnano, si fidano delle “sanzare” povere che spiluccano soldi, accettano lavori sottopagati. Vivono una condizione ibrida in un paese straniero, vivono in un rione povero dove lo sfruttamento non è compreso abbastanza, vivono per dichiarare guerra alle monetine che ti permettono di campare. E’ la storia di Eduardo e del suo vicolo?, è la voglia forse di imparare una nuova lingua? E’ forse la forza della sincerità che ti trascina via, che ti lascia indietro, che ti fa capire che l’esistenza è solo questa? Malgrado tutto c’è la vita, se la sporchiamo o no, questi sono problemi nostri e non solo, se invece una persona è costretta a lasciare il paese d’origine è perché la sua terra ha deciso di non essere più “sfruttata”.

Mi avvicino con discrezione e spesso sento il loro disagio, è un disagio che vivo anche io qui a Napoli, da Italiano, un disagio che mi trapassa, mi respinge, che ritorna come ritorna il nostro passato. Vi consiglio di vedere un film: “Almanya – La mia famiglia va in Germania”. Non si parla di srilankesi ma di turchi che emigrano in Germania. [+blogger]

inter napoli

Dopo diciassette anni il Napoli batte l’Inter a san Siro, una bella soddisfazione per i “terroni” napoletani. In un video postato su youtube girato durante la partita si possono ascoltare i tifosi interisti che gridano “San Gennaro sieropositivo… Senti come puzza, senti come puzza Napoli… Benvenuti in Italia Olè… Zavorra… Ci vuole acqua e sapone, acqua e sapone, ci vuole acqua e sapone… Sarà che sono zingari, sarà che sono colerosi, sarà che non si lavano… Napoli merda, Odio Napoli, Voi non siete esseri umani”.

Nei commenti in risposta i napoletani: “san Gennaro ve lo ha messo nel culo con 3 babà figli di troia; viva il regno delle due Sicilie; Munnezza tre palloni e tornate nella nebbia; Benvenuti un beneamato cazzo! St'italia del cazzo non la volevamo e non la vogliamo! siete voi, sporchi barbari ignoranti , che siete venuti a romperci le palle a noi. Forse perché invidiosi della nostra cultura, della nostra ricchezza o semplicemente perché siete dei fottuti barbari incivili e bellicosi. Tornate nelle vostre putride paludi, fottuti italiani!”.

Anche gli scansafatiche di Pomigliano D’Arco si sentono zavorra lavorativa, un disastro che accomuna gli operai del nord e quelli del sud. Allo stadio si urla, il Napoli vince mentre muore il tifo, i tifosi, gli sponsor, i colori, il calcio. È un tormento che riscatta la nostra società, è il gioco che se lo guardiamo ci fa sognare, ci fa respirare, ci rende ricchi, ci diverte, ci umilia. La controparte dei tifosi è il silenzio, infatti dopo essersi insultati vicendevolmente nessuno più ha la forza di ribattere, si resta soli in questa fottutissima era che mansueta le nostre proteste, che ci rende indifferenti, che individualizza ogni nostro pensiero e ogni nostra azione.

1200 euro al mese per chi si permette il lusso di lavorare con un contratto a tempo indeterminato; 800 per i contratti a tempo; aumenti sproporzionati: per andare a vedere Napoli Milan allo stadio 50euro; il caffè è aumentato del 20% anche lo zucchero, la pasta, l’olio… non parliamo poi del carburante. Ci resta solo il tifo che insulta, che ci rende coglioni, zavorra, sporcizia, terroni e polentoni. Parafrasando Eduardo: abbasso l’Inter e il Napoli, W piazza del Duomo e Mergellina! [+blogger]