non c’è rivoluzione…

Spesso mi chiedo perché questo stato di cose non ci fa scendere in piazza a protestare, a gridare che 800 euro mensili, per chi è fortunato, non bastano per vivere. Certo, se ci rapportiamo ai paesi più poveri questi soldi sono una ricchezza. Ma quello che deve reggere in una società sviluppata come la nostra è la relazione costo/benessere. Un lavoratore che guadagna una cifra irrisoria come fa a pagare l’affitto, la luce, l’acqua, il gas, il telefono ecc, ecc?! Una buona parte di persone che vivono al sud, ma la cosa si sta anche estendendo al nord Italia, hanno problemi economici di questo genere, ormai la soglia di povertà è aumentata insieme con quella della corruzione e della malafede.

Che cosa significa rivoluzione? Rivoluzione significa cambiare culturalmente la definizione di economia, di lavoro, di finanza. Significa ripudiare la ricchezza, stigmatizzare il benessere, il lusso, lo spreco. Fintantoché si ambisce, fintantoché il possidente è visto come fenomeno da imitare e apprezzato per le sue capacità, fintantoché un lussuoso appartamento e una lussuosa villa sarà ammirata, voluta e protetta allora ciò può soltanto significare che la differenza e la disuguaglianza non hanno spiegazioni, non hanno soluzioni né interpretazioni. Bisogna scrivere fedelmente che tutto ciò è falso. [+blogger]


l’indipendenza dei sudditi

Tra tutte le “minacce” all’ordine mondiale, la più pericolosa per il potere imperiale è la democrazia, a meno che non rimanga sotto stretto controllo. È una minaccia qualsiasi affermazione di indipendenza. Nel corso della storia, le scelte di politica imperiale sono sempre state guidate da queste paure. In Sudamerica, il tradizionale cortile di casa degli Stati Uniti, i sudditi stanno per esempio diventando sempre più disobbedienti. A febbraio hanno perfino creato la Comunità degli stati latinoamericani e caraibici, che comprende tutti i paesi dell’emisfero ma non Stati Uniti e Canada.

Per la prima volta dall’arrivo dei conquistatori spagnoli e portoghesi cinquecento anni fa, il Sudamerica sta andando verso l’integrazione, un prerequisito necessario per l’indipendenza. E si sta anche rendendo conto di quanto sia scandaloso che un continente così ricco di risorse possa essere controllato da poche élite ricche circondate da un mare di povertà. Inoltre, i rapporti tra i paesi del sud del mondo si stanno sviluppando, e al loro interno la Cina sta svolgendo un ruolo importante, sia come consumatore di materie prime sia come investitore. La sua influenza sta rapidamente crescendo e in alcuni paesi ricchi di risorse ha superato quella degli Stati Uniti.

Controllo delle risorse

Alcuni cambiamenti significativi sono avvenuti anche in Medio Oriente. Sessant’anni fa il diplomatico Adolf Berle fu uno dei primi a dire che chi avesse controllato le incomparabili risorse energetiche della regione avrebbe avuto “il controllo del mondo”. Negli anni settanta i maggiori produttori di idrocarburi nazionalizzarono le loro riserve, ma l’occidente mantenne una forte influenza su quei paesi. Nel 1979 gli Stati Uniti “persero” l’Iran in seguito alla caduta dello scià, salito al potere nel 1953 con un colpo di stato appoggiato da Washington e Londra per garantire che il suo petrolio rimanesse nelle mani giuste. Ma oggi l’America non riesce più a controllare neanche i paesi tradizionalmente suoi amici. Le maggiori riserve di petrolio sono in Arabia Saudita, che dipende dagli Stati Uniti da quando cacciarono via gli inglesi durante la seconda guerra mondiale. Gli Stati Uniti rimangono di gran lunga i maggiori investitori e partner commerciali dei sauditi, che a loro volta sostengono l’economia americana con i loro investimenti.

Oggi, però, più della metà del petrolio saudita esportato va in Asia e per il suo futuro ormai Riyadh guarda a oriente. La stessa cosa potrebbe fare l’Iraq, che è al secondo posto nel mondo per le riserve di greggio, se riuscirà a risorgere dopo la distruzione causata dalle sanzioni e dall’invasione angloamericana. E la politica degli Stati Uniti sta spingendo anche l’Iran, il terzo produttore mondiale, nella stessa direzione. Ormai la Cina ha sostituito gli Stati Uniti ed è la maggiore importatrice di petrolio dal Medio Oriente, mentre le sue esportazioni invadono la regione. Le possibili conseguenze di questa situazione per l’ordine mondiale sono importanti, come lo è la nascita dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai, che comprende quasi tutti i paesi asiatici ma esclude gli Stati Uniti e che, come osserva l’economista Stephen King, autore di Losing control: the emerging threats to Western prosperity, potrebbe diventare “un nuovo cartello energetico di cui farebbero parte sia i produttori sia i consumatori”.

Produttori e consumatori

Tra i politici occidentali il 2010 viene chiamato “l’anno dell’Iran”. Si ritiene che quel paese sia la più grande minaccia per l’ordine mondiale e per questo sia al centro della politica estera degli Stati Uniti e dell’Europa, che li segue educatamente come al solito. Il pericolo rappresentato dall’Iran non è di tipo militare, ma deriva dal suo desiderio di indipendenza. Per mantenere la “stabilità”, Washington ha imposto sanzioni severe a Teheran, ma al di fuori dell’Europa ben pochi le rispettano. Turchia e Pakistan stanno costruendo nuovi oleodotti e intensificando i rapporti commerciali con gli iraniani. L’opinione pubblica araba è contrariata per la politica occidentale e in gran parte favorevole al programma nucleare di Teheran. Questo conflitto va tutto a vantaggio della Cina. “Gli investitori e le imprese cinesi stanno andando a riempire il vuoto man mano che molti altri paesi, soprattutto europei, si ritirano dall’Iran”, ha scritto Clayton Jones sul Christian Science Monitor.

E Washington reagisce in modo disperato. In agosto il dipartimento di stato ha avvertito Pechino che “se vuole fare affari con il resto del mondo deve prima modificare la sua immagine. Se hai la fama di essere un paese che sfugge alle sue responsabilità internazionali, questo alla lunga avrà delle conseguenze”. E ovviamente avere “responsabilità internazionale” consiste essenzialmente nell’obbedire agli ordini degli Stati Uniti. È improbabile che i leader cinesi si lascino impressionare da questi discorsi, dal linguaggio di una potenza imperiale che cerca disperatamente di aggrapparsi a un’autorità che non ha più. Il modo sprezzante in cui la Cina ignora gli ordini degli Stati Uniti è molto più pericoloso per Washington delle minacce dell’Iran. [noam chomsky, fonte internazionale.it - n°870]

ho sognato una banca

COMUNICATO STAMPA Finanza etica e impresa sociale: Fabio Salviato incontra gli studenti del Rione Sanità, mercoledì 3 novembre ore 11 Istituto Professionale Francesco Caracciolo.

La presentazione del libro di Fabio Salviato “Ho sognato una banca”, Feltrinelli, 2010 (alla libreria Feltrinelli il 4 novembre), è l’occasione per un incontro con gli studenti dell’Istituto di Istruzione Secondaria Superiore “Caracciolo – Salvator Rosa” per discutere di Finanza etica e impresa sociale. Nel Rione Sanità, dove è presente la scuola, infatti, da poco meno di un anno è stato avviato un progetto di microcredito, per consentire ai giovani con le migliori idee imprenditoriali di avviare una piccola attività. E’ un’iniziativa particolarmente lodevole se si considera che, in un momento di profonda crisi economica, i soggetti maggiormente colpiti sono proprio i giovani, soprattutto quelli provenienti dalle cosiddette “aree a rischio”.

Insieme all’autore, Fabio Salviato ex presidente fondatore di Banca Popolare Etica, parteciperanno all’incontro anche Giuseppe Gargiulo, consulente di impresa, e Maria Pia Cassese, imprenditrice che è stata capace di trasformare un’attività tradizionale, come quella della realizzazione dei fiori per le bomboniere, in una vera e propria arte, aperta all’innovazione e alla sperimentazione di tecniche e materiali.

Il dibattito sarà moderato dal prof. Dario Spagnuolo, docente dell’Istituto. L’iniziativa, fortemente voluta dalla dirigente scolastica prof.ssa Mariarosaria Pangia e nata dalla collaborazione con la Rete del Rione Sanità e in particolare con Anna Maria Laville del Comitato per il Microcredito al rione Sanità, si inserisce tra le tante azioni promosse dalla scuola per favorire l’occupazione e il successo professionale degli studenti. Oltre al corso economico aziendale, presso la scuola sono attivi anche un corso di moda, un corso di grafica pubblicitaria e un corso tecnico per il turismo. Si tratta di professioni che intendono ricuperare la vocazione economica originaria del territorio e della città di Napoli, arricchendola di professionalità e competenze tecnico/scientifiche. L’appuntamento è mercoledì 3 novembre, presso l’Aula Magna del “Caracciolo - Salvator Rosa” in via Santa Maria Antesaecula, 52.

i mostri…

La società della spettacolarizzazione è in preda ad un vero e proprio ictus celebrale. Non è vero che le buone notizie non ci sono più, è però altrettanto vero che l’esaltazione indica qualcosa: siamo, chi più e chi meno, tutti favorevoli alle emozioni e all’indignazione. Ecco che lo spazio che intercorre tra l’orrore e la decenza non ha più confini, e così mentre si organizzano pullman di turisti per medjugorje, altrettanto si preparano centinaia di persone, con tanto di bottiglina d’acqua e merenda al sacco, a visitare la casa di una bambina uccisa chi sa da chi e in quali circostanze.

È mostruoso andare in televisione e scoprire in quel determinato momenti che la propria figlia è stata ammazzata. Ma la tv ci dà sollievo, ci indica una giustificazione, una via d’uscita; ci dimostra la nostra dettagliata consapevolezza e, mentre gli altri ci guardano, milioni di persone “zitte”, ammutolite, si fanno la loro opinione e assolvono le loro verità.

Questa immaginazione fruitiva trapassa il limite rendendoci tranquilli, sereni, essa ci fa sentire probi e poetici, cosicché i nostri giudizi appaiono sempre più determinati e autentici. Ecco che la gente di Terzigno è assurda, ecco che le persone di Chiaiano sono retrograde, ecco che i napoletani sono terroni. È altrettanto vero il contrario che i milanesi sono tutti truffatori, che nel nord est dell’Italia sono tutti razzisti, e che i piemontesi votano tutti per la fiat.

Queste generalizzazioni sono il frutto di una spartizione mediatica che ci rende superumani perché ci permette di guardare ed assistere ad un evento come super partes. L’immedesimazione istantanea crea una rottura, crea una categoria “involontaria” che ci fa giudicare, inveire, indignare, parlare. L’altro non è visto più come essere umano, la gente che protesta non ha più voglia di essere normale, non sta più al di là dello schermo ad elucubrare cosa bisogna decidere, quale giudizio dare e che opinione bisogna portare avanti.

Nella televisione si è protagonisti di un falso ideologico, il bene può diventare male e viceversa. Le assurdità possono essere legittimate mentre le tragedie diventano commedie pirandelliane. Chi guarda la tv sa di essere in maggioranza. A cosa serve la protesta di dieci/venti mamma preoccupate per il futuro e per le malattie dei loro figli? Baggianate. Saviano dice che è meglio farsi sentire, gridare, denunciare.

Buone notizie: Michele, ammalato di cancro da 3 anni, ha scoperto di non averlo più; Nicola, dopo dieci anni di depressione, ha deciso di fare il volontario; Maria ha salvato un cucciolo che ieri sera era andato a finire sotto le ruote di una automobile; Giuseppe e Rosa, due disoccupati storici, hanno deciso di sposarsi l’anno prossimo; Roberta ha avuto un contratto di lavoro a tempo indeterminato; Franco è riuscito ha vincere l’ambo; sul blog del rione si continua a scirvere. Notizia Btutta: la televisione continua a trasmettere. [+blogger]


guerra e pace

Stiamo entrando nel decimo anniversario della guerra contro l’Afghanistan: è un momento importante per porci una serie di domande. In quel lontano e tragico 7 ottobre 2001 il governo USA , appoggiato dalla Coalizione Internazionale contro il terrorismo, ha lanciato un attacco aereo contro l’Afghanistan. Questa guerra continua nel silenzio e nell’indifferenza, nonostante l’infinita processione di poco meno di 2.000 bare dei nostri soldati morti. Che si tratti di guerra è ormai certo, sia perché tutti gli eserciti coinvolti la definiscono tale, sia perché il numero dei soldati che la combattono e le armi micidiali che usano non lasciano spazio agli eufemismi della propaganda italiana che continua a chiamarla “missione di pace”. Si parla di 40.000 morti afghani (militari e civili), e il meccanismo di odio che si è scatenato non ha niente a che vedere con la pace. Come si può chiamare pace e desiderare la pace, se con una mano diciamo di volere offrire aiuti e liberazione e con l’altra impugniamo le armi e uccidiamo?

La guerra in Afghanistan ha trovato in Italia in questi quasi 10 anni unanime consenso da parte di tutti i partiti – soprattutto quando erano nella maggioranza – e di tutti i governi. Rileggere le dichiarazioni di voto in occasione dei ricorrenti finanziamenti della “missione” rivela – oltre devastanti luoghi comuni e diffuso retorico patriottismo – un’ unanimità che il nostro Parlamento non conosce su nessun argomento e problema. Perché solo la guerra trova la politica italiana tutta d’accordo? Chi ispira questo patriottismo guerrafondaio che rigetta l’articolo 11 della nostra Costituzione? L’elenco degli strumenti di morte utilizzati è tanto lungo quanto quello dei cosiddetti “danni collaterali” cioè 10.000 civili, innocenti ed estranei alla stessa guerriglia, uccisi per errore. Ma la guerra non fa errori, poiché è fatta per uccidere e basta.

Noi vogliamo rompere le mistificazioni, le complicità e le false notizie di guerra che condannano i cittadini alla disinformazione, che orientano l’opinione pubblica a giustificare la guerra e a considerare questa guerra in Afghanistan come inevitabile e buona. La guerra in Iraq, i suoi orrori e la sua ufficiale conclusione hanno confermato negli ultimi giorni la totale inutilità di queste "missioni di morte". Le sevizie compiute nel carcere di Abu Ghraib e in quello di Guantanamo, i bombardamenti al fosforo della città di Falluja nella infame operazione Phantom Fury non hanno costruito certo né pace né democrazia, ma hanno moltiplicato in Iraq il rancore e la vendetta. Altrimenti perché sono orami centinaia i soldati degli Stati Uniti, del Canada e del Regno Unito che si suicidano, dopo essere tornati dall’ Iraq e dall’ Afghanistan? Cosa tormenta la coscienza e la memoria di questi veterani? Cosa hanno visto e cosa hanno fatto che non possono più dimenticare? Dall’inizio della guerra in Afghanistan ci sono più morti fra i soldati tornati a casa che tra quelli al fronte: si susseguono i suicidi dei veterani negli USA.

Tutto il XX secolo ha visto la nostra nazione impegnata a combattere guerre micidiali ed inutili nelle quali i cattolici hanno offerto un decisivo sostegno ideologico. Ancora troppo peso grava sulla coscienza dei cattolici italiani per avere esaltato, pregato e partecipato alla I guerra mondiale e tanto più ancora all’omicida guerra coloniale in Abissinia. Ci presentavano l’Impero come gloria della patria! - scriveva Don Milani nella celebre lettera ai giudici L’obbedienza non è più una virtù. "Avevo 13 anni. Mi pare oggi. Saltavo di gioia per l’Impero. I nostri maestri si erano dimenticati di dirci che gli Etiopici erano migliori di noi. Che andavamo a bruciare le loro capanne con dentro le loro donne e i loro bambini, mentre loro non ci avevano fatto proprio nulla. Quella scuola vile, consciamente o inconsciamente non lo so, preparava gli orrori di tre anni dopo… E dopo essere stato così volgarmente mistificato dai miei maestri… vorreste che non sentissi l’obbligo non solo morale, ma anche civico, di demistificare tutto?”

Forse conoscere la storia dei tanti eccidi criminali compiuti dai militari, dagli industriali, dai servizi segreti nella nostra storia contemporanea aiuterà i giovani a formarsi una coscienza politica e un senso critico. Tanto da renderli immuni dalla propaganda che vuole soltanto carpire consenso e impegnarli in imprese di morte come la guerra in Afghanistan, nella quale facciamo parte di una coalizione che applica sistematicamente la tortura - come nel carcere di Bagram e nelle prigioni clandestine delle basi Nato - e le esecuzioni sommarie.

Chi dunque ha voluto e vuole questa guerra afghana che ci costa quasi 2 milioni di euro al giorno? Chi decide di spendere oltre 600 milioni di euro in un anno per mantenere in Afghanistan 3300 soldati, sostenuti da 750 mezzi terrestri e 30 veicoli? Come facciamo tra poco ad aggiungere al nostro contingente altri 700 militari? Quante scuole e ospedali si potrebbero costruire? Chi sono i fabbricanti italiani di morte e di mutilazioni che vendono le armi per fare questa guerra? Chi sono gli ex generali italiani che sono ai vertici di queste industrie? Che pressioni fanno le industrie militari sul Parlamento per ottenere commesse di armi e di sistemi d’arma? Quanto lucrano su queste guerre la Finmeccanica, l’Iveco-Fiat, la Oto Melara, l’Alenia Aeronautica e le banche che le finanziano? E come fanno tante associazioni cattoliche ad accettare da queste industrie e da queste banche elargizioni e benefici? Può una nazione come l’Italia che per presunte carenze economiche riduce i posti letto negli ospedali, blocca gli stipendi, tiene i carcerati in condizioni abominevoli e inumane, licenzia gli insegnanti, aumenta gli studenti per classe fino al numero di 35, riduce le ore di scuola, accetta senza scomporsi che una parte sempre più grande di cittadini viva nell’indigenza e nella povertà, impegnare in armamenti e sistemi d’arma decine di miliardi di euro? A cosa serviranno per il nostro benessere e per la pace i cacciabombardieri JSF che ci costano 14 miliardi di euro (quanto ricostruire tutto l’Abruzzo terremotato)? E le navi FREM da 5,7 miliardi di euro? E la portaerei Cavour - costata quasi 1,5 miliardi e per il cui esercizio sprechiamo in media circa 150.000 euro al giorno - come contribuirà a costruire la pace? E come è possibile che il Parlamento abbia stanziato 24 miliardi di euro per la difesa nel bilancio 2010?

Chi sottoscrive questo appello vuole soltanto che in Italia si risponda a queste domande. Rispondano i presidenti del Consiglio di questi ultimi 10 anni, i ministri della difesa e tutti parlamentari che hanno approvato i finanziamenti a questa guerra. Dicano con franchezza che questa guerra si combatte perché l’Afghanistan è un nodo strategico per il controllo delle energie, per il profitto di alcuni gruppi industriali italiani, per una egemonia economica internazionale, per una volontà di potenza che rappresenta un neocolonialismo mascherato da intenti umanitari e democratici, poiché questi non si possono mai affermare con armi e violenza.

Facciamo nostre le parole profetiche di una grande donna indiana Arundathi Roy, scritte in quel tragico 7 ottobre 2001: "Il bombardamento dell’Afghanistan non è una vendetta per New York e Washington. E’ l’ennesimo atto di terrorismo contro il popolo del mondo. Ogni persona innocente che viene uccisa deve essere aggiunta, e non sottratta, all’orrendo bilancio di civili morti a New York e Washington. La gente raramente vince le guerre, i governi raramente le perdono. La gente viene uccisa. I governi si trasformano e si ricompongono come teste di idra. Usano la bandiera prima per cellofanare la mente della gente e soffocare il pensiero e poi, come sudario cerimoniale, per avvolgere i cadaveri straziati dei loro morti volenterosi". [Mons. Raffaele Nogaro, Alex Zanotelli, Suor Elisabetta Pompeo, Suor Daniela Serafin, Suor Anna Insonia, Suor Rita Giaretta, Suor Silvana Mutti, Suor Maria Coccia, Suor Lorenza Dal Santo, P.Mario Pistoleri, P.Pierangelo Marchi, Padre Giorgio Ghezzi, P.Antonio Bonato e Don Giorgio Pisano]

de[s]mocrazia



"Qualunque impressione faccia su di noi, egli è un servo della legge, quindi appartiene alla legge e sfugge al giudizio umano" [Franz Kafka].

terzigno: mamme vulcaniche

Che puzza! C’è da vomitare. A Terzigno odora tutto, odora l’aria, l’acqua, il parco, i negozi, la chiesa. Inutile ribellarsi i rifiuti, e forse anche i rifiuti tossici, meglio scaricarli nel paese vesuviano. I Campania i rifiuti sono linfa vitale, sono i colori della pace e della solidarietà.

Ci sono le caserme dei militari, in tutta Italia, con centinaia e centinaia di ettari di terra: perché le discariche non vengono fatte lì? Perché la munnezza deve essere buttata a trecento metri dalle abitazioni? Berlusconi ha diversi e svariati ettari attorno alle sue ville, perché non le usa per risolvere il problema dei rifiuti?

Le mamme vulcaniche hanno la faccia grigia, le fiamme penetrano nei loro polmoni inquinati. A Napoli c’è un detto che dice: “chi allucca dulore sente”. Noi facciamo baldorie, inciuci, siamo terroni, malati di mete, camorristi e nullafacenti. Qui si muore!, si muore giovani, muoiono i bambini e la disperazione, muore la lotta e la resa.

"Non urlate, non serve a niente, siete solo degli ignoranti, incivili napoletani. Se non ci fosse la Campania e la Sicilia l’Italia sarebbe più civile. La raccolta differenziata è solo una scusa. Qui un sistema più avanzato non può esistere". Qui la realtà è dimezzata, è spezzata... qui non puzza, non si muore di cancro, l'inquinamento non esiste è tutta una invenzione dei napoletani... Terzigno non esiste! [+blogger]

mal decenza

Nonostante tutto anche io ieri ho guardato il discorso di Santoro. E sproporzionato il fatto che mentre lo guardavo mi indignavo e mentre mi indignavo comunque non riuscivo a staccarmi dal televisore. Mentre per l’ennesima volta un altro lavoratore precario si è tolto la vita, mentre il nostro ministro dell’economia vara un’altra finanziaria disastrosa, mentre una madre non sa come dire al suo datore di lavoro che è incinta un’altra volta, mentre un disabile Napoletano si reca all’Asl per chiedere un presidio medico (una sedia a rotelle) e viene sistematicamente ignorato… bhè, mentre tutto questo succede, io e altri 15 milioni di italiani stiamo attaccati allo schermo ad ascoltare un conduttore che chiede asilo politico.

E’ straordinario come la totalità delle situazioni sradica l’immediato. È straordinario come non riuscire a protestare contro una legge che permette agli evasori fiscali di pagare il 5% delle imposte non versate… E’ altrettanto straordinario guardarci con profonda e pacata armonia il discorso di Santoro e del suo licenziamento… E’ ancora più straordinario il fatto che la povertà dell’altro è sempre meno grave della nostra.

Attualmente sembriamo delle macchine, degli automi weberiani; vivamo ancora tutti nell’anno 1984, dove chi comanda non ha la possibilità di decidere. Bella la democrazia, ci fa parlare in pubblico, tutti possiamo dire, il problema che ad ascoltarci ci siamo solo noi. Le buone letture vengono polverizzate, la nostra memoria reificata, le nostre azioni sempre più controllate dalla totalità. Se un pover’uomo commette una azione estrema è etichettato come immaginifico, se invece l’insieme decide di produrre bombe per venderle agli Stati in guerra allora la giustificazione è sempre pronta.

Che colpo scoprire, durante una diretta televisiva, che in casa di un assassino pedofilo le telecamere hanno potuto filmare e intervistare i familiari ignari e forse anche conniventi?! Mentre non si sapeva assolutamente niente da quella rete televisiva esce uno scoop eccezionale che aumenta l’audience e le pubblicità. Se poi qualcuno si sconvolge, si strugge, si indigna, cosa importa. Che emozione raccontare indiretta che lo zio è un pedofilo squartatore.

Tutti a guardare “annozero”, a chiacchierare, a sparlare, mentre un conducente guadagna svariati milioni di euro l’anno. Bhè, se quello stesso conducente fosse oggi stesso licenziato, lui, la sua famiglia, le famiglie dei figli, dei nipoti, dei pronipoti ecc, camperebbero di rendita per almeno altri 400 anni. Queste persone guadagnano 1/2 milione di euro l’anno e prendono di liquidazione altri 12/13 milioni di euro pubblici, e si indignano quando vengono sospesi... e cosa dovrebbe dire un operaio della fiat che si è visto ridurre lo stipendio da 1200 a 700 euro al mese? [+blogger]

ripubblicizzazione dell’arin?

Ecco cosa ci riserva il prossimo futuro. Prima di qualsiasi analisi o interpretazioni sugli scenari del prossimo futuro sulla “questione” acqua pubblica e sua privatizzazione, credo che sia necessario possedere la seguente chiave di lettura: Decreto Ronchi: 1) gli affidamenti per la gestione del servizio idrico integrato (s.i.i.) senza gara d'appalto (diretti) "in house" non sono conformi e cessano alla data del 31 dicembre 2010; 2) gli affidamenti diretti delle gestioni "miste" (pubblico/privato) cessano in data 31 dicembre 2011; gli A.T.O. (Consorzio dei Comuni), in Campania ne sono 5, in "virtù" della legge n° 42 del 2010 potranno compiere atti fino alla data del 27 marzo 2011 per poi essere abrogati definitivamente; in tutto il paese ci sono moltissimi casi di affidamento senza gara d'appalto e la Campania è un esempio molto chiaro; tra i quesiti referendari, da abrogare vi è l'articolo 15 della legge Ronchi che impone di affidare la gestione del s.i.i. con gara d'appalto aperto a società di capitali. A tal fine qualora si raggiungesse il quorum delle firme previste per i Referendum abrogativo (su cui dovrà avviarsi la campagna della raccolta firme dopo il parere della Cassazione prevista entro dicembre 2010, l'effetto degli stessi si avrebbe solo nel 2012) dopo la promulgazione sulla gazzetta ufficiale.

Con questa chiave di lettura siamo di fronte a questo scenario: a) molti A.T.O. (in Italia) per obbligo di legge avvieranno gare d'appalto per la gestione del s.i.i.; b) molti Comuni visto le scadenze della legge Ronchi, ma soprattutto sollecitati dall'esigenza di fare cassa a fronte dello "spettro" del dissesto finanziario, venderanno i titoli azionari delle società nelle quali partecipano (miste) o ne posseggono la totalità dei titoli (in house). Anche le Regioni metteranno all’asta i titoli delle partecipate per fare cassa, a tal fine il Presidente della Regione Campania Caldoro sembra non avere dubbi. In pratica significa che la "zeppa" prodotta da un eventuale effetto Referendum arriverà tardi.

Fermo restando ai dati della chiave di lettura, veniamo al caso Arin s.p.a di cui si parla in questi giorni: 1) condizioni politiche: oggi non vi è un Consiglio Comunale del centro sinistra che può “rimangiarsi” la trasformazione dell’Arin che nel 2000 da azienda speciale diventò s.p.a. (Salvatore Carnevale: Campania dal disordine al possibile, febbraio 2010 ed Intra Moenia); 2) condizioni giuridiche: giuridicamente è possibile la trasformazione di un’azienda speciale in s.p.a., ma non è possibile il contrario se prima non si adotta una messa in liquidazione della s.p.a. da realizzarsi in una situazione di bilancio Comunale chiuso in pareggio (obbligo giuridico). Questo condizione nasce da un concetto (giuridico) di tutela della responsabilità nei confronti dei terzi creditori sia del Comune che della stessa Arin s.p.a.; 3) Inoltre, qualora ci fosse anche un tentativo di discutere della “cosa” in Consiglio Comunale chi si opporrebbe alla trasformazione avrebbe la meglio, evocando le passività di bilancio e concetti d’efficienza e d’efficacia nel rastrellamento di risorse finanziarie da usarsi negli investimenti sulla rete idrica. In una s.p.a. per trovare soldi immediati basterebbe fare un aumento del capitale sociale grazie all’immissione sul mercato dei titoli azionari.

Un’azienda speciale cosa farebbe per fare cassa? Dovrebbe intervenire il Comune? Dove prenderebbe le risorse visto che all’orizzonte vi è lo spettro del dissesto? Aumenterebbe le tariffe a discapito dei cittadini? La strategia di rivendicazione della ripubblicizzazione dell’acqua è quindi posta male. Quello che oggi occorre è una legge regionale che istituisce l’azienda speciale, di diretta emanazione della Regione, alla quale devono aderire i Comuni per bacino idrografico in una gestione responsabile e compartecipe del s.i.i.. Se così non sarà allora ci dobbiamo preparare alla “guerra” tra i Comuni. Infatti, nella loro autonomia gestionale del s.i.i., rientrante nella propria area geografica, il Comune che sta a monte potrebbe investire nel rinnovamento dell’impianto idrico e chiedere al Comune confinante un aumento di tariffa per metro cubo d’acqua e così via fino a valle. A Monte si berrebbe acqua e si pagherebbe acqua, a valle si berrebbe acqua e si pagherebbe champagne (l’acqua che diventa merce). Nel tavolo tecnico istituito dalla Sindaca Iervolino si parlerà di tutto ciò? Ho i miei dubbi.

Colgo l'occasione, sperando di farti cosa gradita, per informarti che sei stato inserito nella ML della rete informativa e indipendente per l'acqua pubblica un caro saluto. [salvatore carnevale]

sdifferenziata

Mangio pasta putrefatta, bevo poi acqua inquinata, successivamente defeco indifferenziata e piscio cristallino. Aiutatemi a pulirmi le estremità.
Auri sacra fames.


strade e sanità


rifiuti in campania

Vogliamo vivere. E’ stata questa la settimana che ha fatto esplodere la grande bugia sui rifiuti a Napoli. Nel luglio 2008 Berlusconi annunciava in tv che la tragedia della ‘monnezza’in Campania era risolta. In questa settimana la ‘monnezza’ per strada (Napoli e provincia) , e la ribellione della gente di Terzigno e Boscoreale contro le discariche nel Parco Nazionale del Vesuvio hanno sgonfiato il ‘pallone’ mediatico. Nell’anno diciassettesimo dal primo commissariamento, dobbiamo ammettere che siamo in piena crisi rifiuti. Ho vissuto in prima persona questa drammatica settimana che ha visto i paesi vesuviani ribellarsi all’imposizione di un’altra discarica nel loro territorio, la Cava Vitiello, che potrebbe contenere 15 milioni di tonnellate di rifiuti. E questo nel Parco Nazionale del Vesuvio! La stessa Unione Europea ha giudicato questo “un’aberrazione”. Nel pomeriggio di domenica 25 settembre, sono stato a Boscoreale (adiacente alla discarica), per portare la mia/nostra solidarietà alla popolazione che la notte precedente era stata picchiata a sangue dalla polizia e al sindaco che faceva lo sciopero della fame. Quella resistenza civile e pacifica si era scontrata con le forze dell’ordine che avevano manganellato i manifestanti inermi, con le mani alzate. A queste persone umiliate e ferite, sono arrivate come balsamo le parole del vescovo Depalma di Nola (NA): ”La chiesa è solidale con le migliaia di persone che in questi giorni giustamente protestano per difendere la loro terra e la propria vita. Tale protesta è sacrosanta e non è nel modo più assoluto influenzata o originata da presenza camorristica. Dire che dietro la protesta c’è la camorra è solo creare un alibi per nascondere le carenze o le inadempienze delle istituzioni.”

A notte fonda, ci siamo incamminati con tanta gente verso la rotonda di Via Panoramica, dove i cittadini dei paesi vesuviani (Boscoreale, Boscotrecase e Terzigno) hanno allestito un presidio. Ci ha accompagnati, in questo tragitto un odore nauseabondo, di discarica, che mi ha fatto ricordare la “puzza”insostenibile della discarica di Korogocho (Nairobi-Kenya)! E’ una “puzza” che avvolge tutti i paesi vesuviani e fa vomitare la gente. In prossimità della discarica, ad accoglierci ci sono i poliziotti anti-sommossa, armati fino ai denti. Il confronto con i poliziotti diventa serrato. C’è chi urla, chi piange, chi chiede spiegazioni, chi insulta.”Caricatemi, urla una donna che fronteggia la polizia. Sono qui per essere caricata! Lotto per la vita dei miei 6 figli e 4 nipoti. Voglio che vivano, non che muoiano! Sono stata operata di cancro (mostra la ferita!), non mi importa della mia vita, voglio che i miei figli e nipoti vivano. Caricatemi!” Sui volti delle persone leggo la rabbia, la disperazione, l’impotenza. Verso mezzanotte, un amico mi sussurra all’orecchio: ”Ti aspettano a Terzigno, andiamo! Ci rimettiamo in macchina. E la “puzza” diventa nostra compagna di viaggio! Com’è possibile - mi chiedo - che siamo ancora alle prese con il problema dei rifiuti? Non era già stato tutto risolto dal Governo Berlusconi, due anni fa? Purtroppo in questo paese la menzogna diventa verità! Davvero la Menzogna regna sovrana! La verità è un’altra! La Campania è diventata da venti anni lo sversatoio nazionale dei rifiuti tossici, per un accordo criminale fra industria del Centro-Nord e la camorra. La criminalità organizzata ha fatto il lavoro sporco di seppellire i rifiuti tossici nel Triangolo della morte, nelle Terre dei fuochi e nel Casertano. I Rifiuti tossici producono diossine che bombardano soprattutto le donne incinte e i neonati: le conseguenze sono tumori, leucemie, malformazioni. Recentemente la Procura di S.Maria Capuavetere (Caserta), ha affermato che in quella zona c’è un 80% in più di tumori sulla media nazionale. Al disastro dei rifiuti tossici, dobbiamo aggiungere il disastro ecologico dei rifiuti ordinari, che deve essere riconosciuto come crimine ecologico, frutto di decisioni politiche che coprono enormi interessi finanziari. E’ stata la vittoria dei potentati economico-finanziari che hanno costretto la politica a scegliere la strada delle discariche e dell’incenerimento.

La migliore espressione di tutto questo è il Decreto 90 (2008) del governo Berlusconi che impone alla Campania, con la forza militare, 12 megadiscariche e 4 inceneritori. Se i 4 inceneritori entreranno in funzione, la Campania dovrà importare rifiuti dal resto d’Italia per farli funzionare. (Per la verità c’è finora un solo inceneritore, quello di Acerra, che potrebbe bruciare 600.000 tonnellate l’anno, ma solo una delle tre linee di lavoro funziona). Le nuove amministrazioni provinciali (Cesaro) e regionali (Caldoro), confermano il bando per i due inceneritori di Napoli Est e di Salerno, ma se ne prevedono ancora un paio: uno a Giugliano, dedicato alle famose ecoballe (7 milioni di tonnellate accatastate alla Taverna del Re!) e un altro a S.Maria la Fossa. Sappiamo che anche gli inceneritori producono diossine e nano particelle e questo in un territorio già minato dai rifiuti tossici. E’chiaro che non si vuole la raccolta differenziata (è una scelta politica!), perché se venisse fatta seriamente (al 70%), non ci sarebbe bisogno degli inceneritori. E tutto questo ci viene imposto con la forza militare, con il divieto di resistenza o dissenso, pena la prigione. Arrivati a Terzigno, sono in tanti all’una di notte a dire no alla nuova discarica, a rivelare la verità delle cose contro la menzogna di O’Sistema. Chiedo a tutti di unirsi a tutte le altre comunità di resistenza. Come Chiaiano, dove da anni uno zoccolo duro sta resistendo a quella discarica nel cuore di Napoli, a 800 metri dal polo ospedaliero della città. E’ una resistenza incredibile quella di Chiaiano che non ha mai accettato quella ferita mortale inflitta al suo territorio. Altrettanto incredibile è l’inventività dei paesi vesuviani, in particolare delle donne. Il 26 settembre le”donne vulcaniche” (così si definiscono) di Boscoreale occupano i tre istituti superiori della cittadina. Lo stesso giorno i sindaci dei Comuni Vesuviani, dopo l’incontro con il presidente della provincia Cesaro, gli dicono: ”Noi sindaci restiamo e dormiamo qui, siamo in occupazione.”Un’occupazione che durerà fino al giorno seguente quando i sindaci ricevono la promessa di un tavolo previsto per il 30 settembre con Caldoro e Cesaro . ”Non siamo disposti -diranno i sindaci - a svendere la nostra salute.” Il 30 settembre Giornata di lutto cittadino nei quattro Comuni. Saracinesche abbassate, scuole deserte, uffici pubblici chiusi e manifesti funebri ai muri: gesto simbolico per la morte del Parco Nazionale del Vesuvio. Il 1 ottobre una grande marcia da Terzigno per arrivare alla discarica di Boscoreale. Una marcia di solidarietà con questo popolo abbandonato e umiliato. Basta con un Sistema che schiaccia e uccide. Marcio anch’io nel cuore della notte, con tanti resistenti da Chiaiano, Pianura, Napoli…

E’ solo unendoci insieme che vinceremo. Il 3 ottobre le “mamme vulcaniche” accompagnate dai Sindaci sono partite alle sei del mattino a piedi, per recarsi al Santuario di Pompei per la Supplica alla Madonna. E’ stato il Vescovo di Pompei . C. Liberati, a ricevere quelle mamme bravissime: ” Le mamme sono preoccupate - grida il Vescovo - perché non vogliono vedere contaminati l’ambiente e l’acqua”. E continuiamo così a camminare senza stancarci, con queste comunità impegnate a difendere la vita. Ed è questo il posto giusto dove restare, a fianco di tanti fratelli e sorelle impegnate contro un sistema di morte. ”Essere a favore della vita o della morte. Ogni giorno vedo con più chiarezza che è questa l’opzione da seguire - amava dire Romero camminando con il suo popolo. In ciò non esiste neutralità possibile. O serviamo la vita o siamo complici della morte di molti esseri umani. Qui si rivela qual è la nostra fede: o crediamo nel Dio della vita o usiamo il nome di Dio servendo i carnefici di morte”. [alex zanotelli]

...alla via vergini

Stamattina, come succede ogni cinque o sei mesi, via Vergini era assediata dai vigili urbani. La strada era libera, non c’erano auto parcheggiate e quelle poche rimaste avevano una stupenda multa sul parabrezza. Anche i commercianti che esponevano la merce fuori stavano sgomberando il marciapiedi.

Le strade del rione dovrebbero sempre essere così, libere dalle auto, dagli ingombri e dalla munezza. Qualche giorno fa una ambulanza a sirene spinate cercava di attraversare vico San Felice per accedere alla via Cristallini. Un cumulo di rifiuti: un frigorifero, diverse porte di legno e due materassi erano appoggiati al muro. Per diversi minuti l’ambulanza è rimasta ferma senza avere la possibilità di circolare.

Cosa è successo a quella persona che aveva l’aveva chiamata? È riuscito poi ad avere i soccorsi necessari? A piazza Sanità si parcheggia indiscriminatamente tanto che alle volte bisogna circolare a senso unico. Chi se ne fotte se a pochi metri c’è un pronto soccorso. Bisognerebbe che ci fossero ogni giorno i vigili urbani. Multe a bizzeffe per gli incoscienti. [+blogger]

no psicologo

Gli psicologi, gli psicoterapeuti e i cittadini italiani in qualità di potenziali utenti. Dicono No all’approvazione del Disegno di legge n. 3215. Che propone di istituire la figura dello psicologo di base convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale (SSN), attraverso la creazione da parte delle regioni e delle provincie autonome di Trento e di Bolzano, di appositi elenchi nei quali è data possibilità d’iscrizione e quindi di svolgere ed esercitare a pieno titolo la professione di psicologo di base a tutti quei professionisti in possesso dei seguenti requisiti: iscrizione all’ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri; iscrizione all’ordine degli psicologi da almeno dieci anni; assenza di rapporti di lavoro dipendente con le strutture del SSN.

E’ assurdo pensare che medici e odontoiatri possano ricoprire il ruolo di psicologo di base ed effettuare attività di diagnosi e assistenza psicologica (Art. 4, p 5) quando nei rispettivi corsi di laurea è previsto un solo esame in materia di psicologia. E’ assurdo pensare che gli psicologi nonostante la formazione specialistica acquisita, possano auspicare a tale ruolo solo dopo dieci anni d’iscrizione al relativo ordine. Una simile legge se approvata anziché cambiare lo scenario attuale, in cui l’esigenza da parte dei cittadini, di potersi rivolgere a uno psicologo di base è fin troppo evidente e insoddisfatta, non solo contribuirebbe a mantenere lo status quo ma farebbe peggiorare la situazione. I medici continuerebbero, infatti, a essere i primi (e probabilmente gli unici) referenti e interlocutori dei pazienti i quali in caso di richiesta di assistenza psicologica sarebbero inviati a un secondo medico che ricoprirebbe il ruolo di psicologo di base.

I medici, tuttavia non avendo strumenti, né competenza, né formazione per adempiere tale ruolo continuerebbero a rispondere alle richieste e alle aspettative specifiche dei pazienti con marginalità, prescrivendo farmaci o inviandoli a colleghi (psichiatri, neurologi ecc.). Niente di diverso dunque rispetto a quanto avviene oggi, dove spesso l’utente si rivolge al proprio medico di base lamentando sintomi di chiara natura e competenza psicologica ed è trattato o con superficialità o si vede prescrivere dei farmaci o addirittura è inviato allo psichiatra. Esaminiamo ora alcune delle potenziali e probabili conseguenze dell’attuazione di tale proposta di legge: aumento della confusione sulla figura dello psicologo, su chi sia, cosa fa e su cosa lo distingua dagli altri specialisti della mente; rafforzamento delle false credenze: “Se anche il medico può fare lo psicologo, allora è vero che lo psicologo prescrive farmaci”; sovraccarico di lavoro per i medici di base, vissuto d’inadeguatezza nel rispondere alle richieste e alle aspettative dei pazienti e conseguente potenziale stress lavoro correlato; esigenze del paziente non riconosciute, insoddisfatte o sottovalutate; sussistenza e/o cronicizzazione delle problematiche di natura psicologica; aumento di assunzione di farmaci; aumento del senso di sfiducia, da parte degli utenti negli psicologi, negli psicoterapeuti e conseguente screditamento della relativa categoria professionale; Insoddisfazione, mal umore e sfiducia da parte dei cittadini nel SSN e nelle istituzioni; aumento di visite specialistiche e ad alta diagnostica con un dispendio in termini di costo e tempo; aumento delle spese per il SSN; inoccupazione per milioni di psicologi e psicoterapeuti

E’ chiaro, che una simile legge andrebbe contro quegli stessi nobili intenti contenuti nella premessa del Ddl, per adempiere i quali è stata avanzata ovvero: diffondere la cultura dello psicologo e superare l’attuale diffidenza e il conseguente scarso ricorso agli psicologi in caso di disturbi psichici. Garantire il diritto all’assistenza psicologica prestata dal SSN, fatto salvo il pagamento di un ticket, proprio come avviene oggi per le visite specialistiche. Contribuire alla prevenzione e alla diffusione del benessere sociale.

Citando quanto riportato nella premessa del disegno di legge in oggetto ”il ruolo del SSN consiste nell’attuare l’articolo 32 della Costituzione che recita: «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti». E’ necessario fare un salto culturale con riferimento al ruolo degli Psicologi e aggiungerei degli Psicoterapeuti nella tutela della salute riconoscendoli come fondamentali. Ciò consentirebbe, peraltro, di garantire il lavoro a tanti professionisti che, attualmente, hanno grandi difficoltà a trovare un’occupazione”. [fonte: firmiamo.it]
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il boom personale


inaudito superò

Non vi nascondo che anch’io ogni tanto vado a comprare qualcosa in offerta, e si sa, per un precario come me, le cose a buon prezzo fanno gola. Ma a tutto c’è un limite e certe situazioni scabrose vanno risolte subito, se si attende troppo i risultati saranno sicuramente inefficaci. E in questo caso la massima mi da ragione. Ma com’è possibile che i paletti posti fuori al superò di via sanità, non solo sono abusi, ma sono stati messi proprio nel bel mezzo di un parcheggio riservato alle persone diversamente abili?

Assurdo, paradosso dei paradossi, stanno lì da più di un anno: belli, gialli, pali di ferro che delimitano l’entrata del supermercato. Mi chiedo ma com’è possibile. Subito dietro c’è un altro posto assegnato dal comune, naturalmente questo complica di più la “disattenzione” di chi ha bucato per terra. Ma i carabinieri perché non intervengono? Si sa che da diversi e diversi mesi l’assegnatario del posto ha sollecitato i vigili urbani e chi di competenza per far rimuovere il paletto con la catena. Per adesso nulla.

Mi sembra che le forze dell’ordine non possono intervenire per problemi burocratici. Si, ma quali? Capisco che le cose se si fanno devono essere fatte abusivamente altrimenti che sfizio c’è di rispettare la legge?!, ma l’evidenza teniamola nascosta, non è poi così grave evidenziare l’assurdità. Bene, indiscrezioni ci hanno confermato che tra poco tutto finirà, anche se dopo, in un secondo momento, il paletto ritornerà a scodinzolare come una cagna in calore. La colpa? È del proprietario dell’auto! [+blogger]