ospedale popolare

Se è pur vero che augurare di passare il Natale in un ospedale è da scongiurare, è altrettanto vero che, rifiutare un “regalo” senza riconoscere la mancanza di stile, è da ingenui per non dire da stupidi. L’ospedale san Gennaro è pur sempre un ospedale popolare che da circa dieci anni aspettava un ecografo strutturale. Vuoi per ineducazione o per pressapochismo, quando l’imballaggio è arrivato i responsabile hanno ben pensato di rimandarlo al mittente. Ma allora è una scusa che il reparto di maternità era comunque destinato a chiudere? No, perché ha chiuso veramente, anche contro ogni previsione e accordo.

A nulla sono bastati gli accordi e le promesse (ma di queste dicerie noi dovremmo essere abituati), tanto da far cedere la III Municipalità alle lusinghe dell’ASL che con proba intenzione ha contraddetto ogni aspettativa. Insomma, ospedale in più, ospedale in meno, la questione non era il favorire l’uno o l’altro presidio sanitario, le differenza sono che la sanità pubblica sconta anni di successi inverosimili, così che per la serrata del san Gennaro si auspicava una più efficiente struttura marina.


Ma mi piace ritornare su quel regalo negato. Immaginavo medici e superiori che in attesa di una macchina all’avanguardia si struggevano nel pensare cosa e come potevano fare per ovviare a tale mancanza. In dieci anni deve essere stata dura non poter usufruire di tale congegno salva vita. Così tutti ad aspettare che arrivasse con il suo bel fiocchetto rosa ed una lettera di ringraziamento per gli sforzi profusi. Già immaginavo il direttore con le bandierine e i fazzoletti pronti per essere bagnati. E in vece no!, l’ecografo aveva smontato baracche e baracchelle e da solo era ritornato all’ovile, privo di ogni conforto materno. Infondo è un semplice ospedale, il san Gennaro, solo un semplice ospedale popolare. [+blogger].   

di nuovo l'amianto

ATTENZIONE

Alla fine di via santa Maria Antesaecula incrocio via Arena alla Sanità
Amianto buttato per terra in modo indiscriminato e PERICOLOSISSIMO

Intervento subito ed immediato! 






la tenda manifesta



in un negozio di spaccanapoli

Oggi, mentre facevo il solito giro di lavoro, in un negozio di Spaccanapoli, ho incontrato due ragazze che hanno acquistato biglietti per due diversi concerti. Il primo era quello di Renato Zero, il secondo invece di Marco Mengoni. Inizialmente mi ha incuriosito il loro accento, non proprio del centro storico: erano entrambe di Ercolano. La prima, abbastanza grassa con occhiali spessi e diversi denti storti, parlava bene l’italiano ma con discorsi un po’ infantili; la seconda più carina, più bassa, sembrava un po’ stralunata, anche se concisa nel procedere con l’acquisto dei biglietti e dei rispettivi posti a sedere. Hanno voluto rigorosamente la prima fila pagando il concerto di Zero circa 70€ cadauno. Anche per l’altro cantante hanno voluto la prima fila. La più grassa ha chiesto a Gianluca, il proprietario del locale, se con 210 euro sarebbe riuscita ad acquistarne 4 in tutto. Il conto era notevolmente superiore. Da un fazzoletto ha estratto tutti i soldi prima ancora di svolgere le operazioni di routine. Le ho detto che era meglio che aspettasse l’emissione dei biglietti, ma lei mi ha ripetuto di essere abbastanza precisa. Dopo averle chiesto di che parte di Napoli fossero, le ho anche detto che così vicine al palco avrebbero potuto farsi delle foto con i cantanti. 

Per rimando mi ha detto che sarebbero entrate fin dentro i camerini perché avevano il pass di inabilità. Poi parlandomi con velocità e precisione mi ha riferito che la sua amica aveva delle placche al cervello, dicendomi in dialetto: sta nu poc n’guajat a guagliona, mentre l’altra fissava gli occhi sul computer di Gianluca. Entrambe non erano belle, e si vedeva chiaramente, da come parlavano, che avevano problemi mentali anche se completamente autonome visto che erano da sole. Sempre la ragazza più grassa ha continuato a dire, come fra sé e sé, ... speriamo che siano le ultime, i medici dicevano che non avrei più camminato, invece eccomi qui cammino... Non ce la faccio più dopo 5 anni di chemioterapia sono stufa.


La natura si accanisce contro i più deboli e manda la bruttezza, la malattia, l’invalidità tutte in un solo colpo e alla stessa persona. Ma la spensieratezza della prima, cosi come l’allegria della ragazza più taciturna quando Gianluca ha detto che c’erano entrambi i posti per i concerti, ha superato di gran lunga l’apatia della mia faccia nell’ascoltare quelle brevi storie. A sentire una donna bella, alta e formosa lamentarsi della breve incrinatura della sua arcata sopraccigliare destra rende questa realtà priva di consistenza e di forza. Infatti la forza della natura non è l’accanimento di cui sopra ma il suo contrario, e quelle due ragazze rappresentato l’archetipo di questo contrario; il mio giudizio in primis poteva essere di compassione ma nel ripensare il tutto provo solo tenerezza, quella che ti fa ricordare come la vita sia imprevedibile e straordinaria. La ragazza, sempre la più grassa, ha detto a Gianluca: puoi fare anche i biglietti per la partita del Napoli? Io le ho ribadito: ma non potete entrare gratis? E lei di rimando: con De Laurentis? [+blogger]