l'amianto c'è ancora

Sbriciolato, schiacciato, fermo dal 17 dicembre 2014. Alcuni pezzi sono stati portati via, a questo punto,visto che a terra non c'era il fissante, credo sia stato tolto in modo indiscriminato. Le auto ci parcheggiano sopra spezzando di continuo le lastre. 





nasce una fondazione

“Nasce una fondazione, quello che serve per il quartiere e il suo riscatto verso la legalità”; frase fatta, anche se da sempre scolpisce la nostra comunicazione. Ma stavolta voglio credere agli uccelli che volano, agli asini che ragliano e alle pecore che belano. Diamo tempo al tempo e aspettiamoci l’ennesima promessa. Bella la manifestazione, commovente, retorica... stop, non ci sono andato quindi non posso giudicare. Bando gli scherzi, crediamoci realmente!, la forza è nel nostro sapere, il sapere della gente e della sua storia orale. Le critiche servono per far conoscere che in questo rione non si pende dalle labbra altrui. Non basta che arrivi un artista qualunque a progettare una mega pizza in piazza Sanità per buttarci tutti i rifiuti dentro. Queste sciocchezze le lasciamo ai turisti. Speriamo che la fondazione san Gennaro faccia parlare i residenti, speriamo che la fondazione, assolva per quello che può naturalmente, i bisogni reali e non quelli di uno scuotere qualunque. Non bastano piattaforme di latta per rendere il quartiere più vivibile. Che ci sia il maestro caio o lo scultore caioio o il musicista caioioio questo nella sostanza non cambia nulla. Non è l’intelligenza presunta a dare natali illustri nobilissimi e perfetti da fare invidia a principi reali.


Non c’è bisogno della saggezza altrui o di quella che arriva da lontano, non c’è bisogno dei media né della mega pubblicità, se tutto ciò fosse basato esclusivamente sulle nostre forze, beh, forse avremo la capacità di creare un nuovo sapere, di fare una nuova cultura integrando con quella del passato. Dei mastri artigiani e dei guantai, chi ne parla? I giornali? Pochi sanno (perché gli altri non hanno voglia di sapere), che questo rione in passato era un piccolo distretto industriale del guanto di pelle. La creatività del lavoro ha messo i napoletani tra i primi al mondo nella lavorazione del guanto. E le cucitrici del rione non erano da meno. Basta solo questo piccolo esempio per sbriciolare ogni arrogante signore che in giacca e cravatta intende insegnare la civiltà ai napoletani e al rione. Un augurio di buon lavoro, questa volta pieno di fiducia. [+blogger]  

la regola dei quartieri spagnoli

Perché si muore per il parcheggio selvaggio? Insomma non è una novità! Il parcheggio in doppia e tripla fila, quello selvaggio e triviale, è normale. Come si può risolvere? Andiamo a chiederlo al capo dei vigili urbani, oppure al sindaco di Napoli, al Prefetto o al capo della Polizia. Ma cos’è che non quadra? Come si può regolarizzare il traffico nei vicoli lunghi e stretti?. Tutti rispondono alla stesa maniera, tutti dicono le stesse cose dopo essersi indignati per il poveretto che forse ce la poteva fare.

Nei quartieri spagnoli in parte ci sono riusciti a risolvere questo vecchio dilemma. Ogni residente ha ben pensato di fissare, per il parcheggio dell’auto, nelle vicinanze della propria abitazione, un paletto con un catenaccio. In questo modo non solo ha sempre la possibilità di trovare un posto libero ma è anche responsabile se un altro guidatore si ferma in doppia fila. In primis, perché ostacola l’uscita della sua automobile. Così facendo è anche impossibile parcheggiare selvaggiamente visto che blocca tutte la altre vie di fuga, compreso i pedoni.

Questa regola non vige nel rione sanità, tranne qualche eccezione, ognuno trova posto dove può ed effettivamente di posti ce ne sono pochissimi. Laddove le istituzioni non sanno come fare sarebbe utile rivolgersi direttamente alla gente del posto, cosa che né i consiglieri della municipalità né altri responsabili fanno. Proprio per questo motivo nasce la normalità, quella che giustifica ogni cosa.

La gente è tanta. I vicoli sono stretti. Non ci sono abbastanza vigili. C’è una mala educazione. C’è inciviltà. I sindaco non sa nulla. La situazione è complessa. Nessuno ci aiuta. Le persone non vogliono lavorare ecc. ecc. 

Insomma, per dire la verità, quello dei quartieri spagnoli è pur sempre una anomalia, nelle nostre condizioni non dove essere possibile una cosa del genere visto che ci sono numerosi dirigenti che guadagnano migliaia di euro al mese per piazzare a terra un paletto divisorio. Anche questa dei responsabili è diventata una normalità. Un incendio, in vico Tronari, sarebbe una catastrofe. Ma del resto anche sul Vesuvio continuano ad abitarci e costruire ristoranti. E’ solo una questione di definizione poi per tutto il resto c’è la normalità. [+blogger]