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diritti dei rom calpestati

In questi mesi abbiamo assistito, nell’area metropolitana di Napoli, a una serie di azioni contro il popolo rom che sollevano gravi interrogativi. Le comunità rom(si tratta di sei-settemila persone, di cui in buona parte bambini!), sparse in decine e decine di campi, sono costrette a vivere in situazioni degradate e degradanti. Questi campi sono vere e proprie baraccopoli, che non hanno nulla da invidiare a quelle del Sud del mondo.
Come missionario e come prete, che ha dedicato la propria vita agli impoveriti e agli emarginati, non potevo non scegliere di battermi anche per i rom, perché oggi sono loro i più emarginati e disprezzati. Lo faccio tutto questo insieme con il Comitato Campano con i rom, che da anni si batte per i loro diritti. Siamo rimasti scioccati all’inizio dell’anno dalle affermazioni del nuovo governatore della Campania, V. De Luca, di sgomberare tutti i campi rom della regione. A queste affermazioni del governatore sono seguite una serie di ordinanze della Procura di Napoli che esigono la chiusura di vari campi rom.

Lo scorso aprile scatta la prima ordinanza contro il campo rom di Torre del Greco, una piccola realtà di 60-70 persone  con ‘minori ben inseriti a livello scolastico. Nonostante le nostre proteste,i rom con i loro bambini, furono caricati dal Comune su un pulmino e spediti in Romania. Poco dopo, la Procura di Napoli ordina, giustamente, lo sgombero del campo S. Maria del Pozzo, perché quel luogo è tossico (ex-Resit). Difatti il comune di Giugliano aveva posto in quel luogo tossico i rom solo per alcuni mesi, in previsione di una soluzione finale. Invece vi sono rimasti parecchi anni con gravi conseguenze sanitarie. Su ingiunzione della Procura, il Comune è stato costretto a trovare temporaneamente un pezzo di terreno molto malmesso, ove ha collocato i trecento rom. Nonostante le promesse di sistemare e disinfettare il luogo e di portarvi i bagni, il Comune non ha fatto nulla! Ma soprattutto non ha ancora iniziato i lavori di sistemazione dell’eco-villaggio che dovrà ospitare i rom. Raramente nella mia vita ho visto un gruppo umano essere così maltrattato come i rom di Giugliano, soprattutto i bambini, tutti nati a Giugliano.

Nello stesso periodo, la Procura ha spiccato l’ordine di chiusura del Campo rom di Via S. Erasmo alle Brecce (Gianturco) nel cuore di Napoli. Un campo che ospita oltre 1.300 persone in condizioni degradanti. Il Campo doveva eseere evacuato entro maggio, ma poi abbiamo fatto pressioni sulla Procura perché fosse dato più tempo per una soluzione. Ora abbiamo paura che durante il mese di agosto si arrivi allo sgombero forzato. Il Comune di Napoli sta preparando un’alternativa che potrà però ospitare solo trecento persone. E gli altri mille dove andranno? E giorni fa è arrivato l’ordine del Tribunale di sgombero anche per altri due campi, quello di S. Maria del Riposo(Barra) e quello di via Virginia Wolf (Ponticelli). Due campi che ospitano 600-700 persone. Lo sgombero deve avvenire entro il 5 settembre. Tutto questo senza offrire un’alternativa abitativa. Dove andranno centinaia di persone, soprattutto bambini? A rendere più incandescente il clima, già torrido, è stato l’incendio (sembra doloso) del Campo rom di Afragola. Dove andranno ora 120 persone di quel campo? La situazione sta diventando sempre più insostenibile per il popolo rom dell’area metropolitana. Siamo di fronte a grosse violazioni di diritti umani.

Per questo come Comitato con i rom chiediamo:
un’alternativa adeguata a eventuali sgomberi dei campi;
inclusione  sociale abitativa , come chiede la UE;
un incontro urgente con il Sindaco di Napoli;
un incontro urgente con il Presidente della Regione, V. De Luca.


Chiediamo a tutte le associazioni e comitati che operano per i rom di darci una mano in questo momento così difficile per i nostri fratelli e sorelle rom. [alex zanotelli]

acqua tradimento di stato

Quello che è avvenuto il 21 aprile alla Camera dei Deputati è un insulto alla democrazia. Quel giorno i rappresentanti del popolo italiano hanno rinnegato quello che 26 milioni di italiani avevano deciso nel Referendum del 12-13 giugno 2011 e cioè che l’acqua deve uscire dal mercato e che non si può fare profitto su questo bene. I  Deputati invece hanno deciso che il servizio idrico deve rientrare nel mercato, dato che è un bene di “interesse economico”, da cui ricavarne profitto. Per arrivare a questa decisione(beffa delle beffe!), i rappresentanti  del popolo hanno dovuto snaturare la Legge d’Iniziativa Popolare (2007) che i Comitati dell’acqua erano finalmente riusciti a far discutere in Parlamento. Legge che solo lo scorso anno (con enorme sforzo dei comitati) era approdata alla Commissione Ambiente della Camera, dove aveva subito gravi modifiche, grazie agli interventi di Renzi-Madia. Il testo approvato alla Camera obbliga i Comuni a consegnare l’acqua ai privati. Ben 243 deputati (Partito Democratico e Destra) lo hanno votato, mentre 129 (Movimento Cinque Stelle e Sinistra Italiana) hanno votato contro. A nulla è valsa la rumorosa protesta in aula dei Pentastellati.

Ora il Popolo italiano sa con chiarezza sia quali sono i partiti che vogliono privatizzare l’acqua, ma anche che il governo Renzi è tutto proteso a regalare l’acqua ai privati. “L’obiettivo del governo Renzi - afferma giustamente R.Petrella - è il consolidamento di un sistema idrico europeo, basato su un gruppo di multiutilities su scala interregionale e internazionale, aperte alla concorrenza sui mercati europei e mondiali, di preferenza quotate in borsa, e attive in reti di partenariato pubblico-privato”. Sappiamo infatti che Renzi vuole affidare l’acqua a quattro multiutilities italiane: Iren, A2A, Hera e Acea. Infatti sta procedendo a passo spedito l’iter del decreto Madia (Testo unico sui servizi pubblici locali) che prevede l’obbligo di gestire i servizi a rete (acqua compresa) tramite società per azioni e reintroduce in tariffa “l’adeguatezza della rimunerazione del capitale investito”. (la dicitura che il Referendum aveva abrogato!) Tutto questo è di una gravità estrema, non solo perché si fa beffe della democrazia, ma soprattutto perché è un attentato alla vita. E’ infatti Papa Francesco che parla dell’acqua come “diritto alla Vita“ (un termine usato in campo cattolico per l’aborto e l’eutanasia). L’acqua è Vita, è la Madre di tutta la Vita sul pianeta. Privatizzarla equivale a vendere la propria madre! Ed è una bestemmia!

Per cui mi appello a tutti in Italia, credenti e non, ma soprattutto alle comunità cristiane perché ci mobilitiamo facendo pressione sul Senato dove ora la legge sull’acqua è passata perché lo sgorbio fatto dai deputati venga modificato. Inoltre mi appello: Al Presidente della Repubblica, perché ricordi ufficialmente al Parlamento di rispettare il Referendum; Alla Corte Costituzionale, perché intervenga a far rispettare il voto del Popolo italiano; Alla Conferenza Episcopale Italiana (CEI), perché si pronunci, sulla scia dell’enciclica Laudato Si’, sulla gestione pubblica dell’acqua; Ai parroci e ai sacerdoti, perché nelle omelie e nelle catechesi, sensibilizzino i fedeli sull’acqua come “diritto essenziale, fondamentale, universale” (Papa Francesco) Ai Comuni e alle città, perché ritrovino la volontà politica di ripubblicizzare i servizi idrici come Napoli (Penso a città come Trento, Messina, Palermo, Reggio Emilia..).

Il problema della gestione dell’acqua è oggi fondamentale: è una questione di vita o di morte per noi, ma soprattutto per gli impoveriti del pianeta, per i quali, grazie al surriscaldamento del pianeta, l’acqua sarà sempre più scarsa. Se permetteremo alle multinazionali di mettere le mani sull’acqua, avremo milioni e milioni di morti di sete. Per questo la gestione dell’acqua deve essere pubblica, fuori dal mercato e senza profitto, come sta avvenendo a Napoli, unica grande città italiana ad aver obbedito al Referendum. Diamoci tutti da fare perché vinca la Madre, perché vinca la Vita: l’Acqua. [alex zanotelli]

Caldoro, hai tradito il tuo popolo

Sono molto amareggiato dalla decisione del presidente della regione Campania, Caldoro, di privatizzare l'acqua, dandola in mano alla GORI. E' il trionfo di Caltagirone, dell'Acea, delle multinazionali dell'acqua, la Suez. E' il tradimento verso il popolo campano che ha votato per il referendum del 2011, che ha sancito che l'acqua resti fuori dal mercato e che non si faccia profitto sull'acqua. La decisione di Caldoro è il tradimento di quello che il popolo campano ha votato ed è ora legge di Stato. E' il tradimento di Caldoro verso la Terra, quella campana, che ha avuto in dono dal Signore grandi risorse d'acqua. Noi continuiamo a gridare in faccia ai poteri costituiti, legati mani e piedi ai poteri economico-finanziari, che l'acqua è Sacra, è Vita. L'acqua è un diritto fondamentale umano. La decisione di Caldoro e del suo consiglio regionale è la più clamorosa sconfitta della politica. E' la vittoria delle privatizzazioni, degli affari e del business. Ribelliamoci a una legge sia immorale perchè è la negazione della Vita che incostituzionale perché nega il referendum del 2011. Chiedo al popolo campano di scendere in piazza per dire NO a questa decisione di morte. Noi vogliamo vivere! [alex zanotelli]

gentrificazione o gentrification

Continua il magna magna nel rione, classica economia che distruggerà definitivamente la gente del quartiere, con le sue tradizioni e la sua storia. Se abbiamo il coraggio di combattere opponiamoci con tutte le nostre forze oppure sarà la fine. C'è una continua e bieca espropriazione, i ricchi si approprieranno del rione (padre Alex Zanotelli lo dice da anni),  cacceranno i poveri, gli emarginati, i deboli. Saranno gli stessi pochi, pochissimi, cittadini della Sanità che, beneficiandone, si opporranno per non perdere i privilegi, come sta succedendo già da qualche anno.

Questa è una tecnica vecchia usata dai potenti di turno, mettere contro chi vive nelle stesse condizioni, tirare fuori qualcuno o qualcuna e alla fine sequestrare per guadagnare. Hanno capito che il rione Sanità è ricco e non hanno nessuna intenzione di lasciare questa ricchezza a quattro “ignoranti” del posto. Ogni giorno compaiono progetti per il rione finanziati a fior di milioni di euro, e così ogni giorno pensano lucrare, di guadagnare, di sfruttare, così come è successo in diverse altre metropoli del mondo come Buenos Aires, Calcutta, Lima… e ora anche a Napoli.

Il nuovo concetto si esprime in una parola: gentrificazione o gentrification, rigenerazione urbana e ricambio sociale, con l’appropriazione forzata a fior di illusioni. Nel film, “cose da pazzi” del 1953, Aldo Fabrizi alla domanda, “chi comanda”, risponde sempre la stessa cosa: “i dindini”. Ed è vero! I soldi, come diceva Eduardo, fanno venì a vista e cecati, e nel quartiere i ricchi hanno messo gli occhiali. Ci sono tutte le caratteristiche per un business all’ennesima potenza, trasformare il rione in una Milano2, con un suo capo che detta le condizioni, che blasfema e che si cela sotto false spoglie. [+blogger]                

pubblicizziamo da basso

Oggi,24 aprile ,Giornata mondiale  delle ripubblicizzazioni, abbiamo voluto celebrare insieme (Comitati campani dell’acqua e Comune di Napoli), nella splendida cornice di Castel dell’Ovo, la nascita di ABC (Acqua Bene Comune) -Napoli. Lo abbiamo fatto in un’intensa giornata di studio con la presenza sia dei comitati acqua coordinati da Consiglia Salvio, sia del Comune rappresentato dal Sindaco L. De Magistris, nonché dal presidente di ABC prof. U. Mattei e dall’ex-assessore all’acqua, prof. A. Lucarelli. “Napoli è l’unica grande città in Italia - così ha aperto i lavori il Sindaco - ad aver obbedito al Referendum. ”Infatti, grazie alla forte pressione del comitato acqua, il Comune di Napoli ha deciso di trasformare l’azienda che gestisce la propria acqua, ARIN Spa, trasformandola in ABC-Napoli, azienda speciale che per sua natura, non può fare profitto. E’ quanto prevede il Referendum del 2011, che ha sancito che non si può fare profitto sull’acqua.

Purtroppo sia il governo Berlusconi che il governo Monti hanno totalmente ignorato il Referendum. Anzi il governo Berlusconi ha tentato di ripristinare l’obbligo della privatizzazione dei servizi pubblici locali, per fortuna, bollato dalla Corte Costituzionale perché contrario al Referendum. E sotto il governo Monti, lo scorso dicembre, l’ Authority  dell’energia e gas ha reintrodotto il principio del profitto sulle tariffe dell’acqua, prontamente sconfessata dal Consiglio  di Stato sempre in nome del Referendum. E’ una dura lotta questa, in difesa della gestione pubblica dell’acqua.
Per questo ci è sembrato importante celebrare la straordinaria vittoria ottenuta a Napoli. Da una Napoli, ritenuta ‘monnezza’ da tanti in Italia, viene invece un luminoso e lungimirante esempio di come gestire ‘sorella acqua’, con la partecipazione della cittadinanza attiva sia nel cda come nel comitato di sorveglianza di ABC. Solo così, recuperando il controllo dei beni fondamentali coma acqua, aria, energia, terra, si potrà parlare di vera democrazia. La strada è lunga!
Ma ci sono segni di speranza che nascono sempre dal basso. Comuni come Reggio Emilia, Piacenza, Torino, Pistoia, Palermo si stanno lentamente muovendo verso la gestione pubblica dell’acqua. Piccoli comuni come Roccapiemonte (Salerno) stanno resistendo all’abbraccio mortale delle aziende private come la GORI.

Per questo da Napoli rilanciamo con forza la Campagna  di Obbedienza Civile per il rispetto dell’esito del secondo quesito referendario che chiedeva di eliminare la rimunerazione del capitale investito (www.obbedienzacivile.it). Sarà un impegno molto duro perché ci scontriamo con i veri poteri di questo paese e dell’Europa: i poteri economico-finanziari. Ancora più duro sarà l’impegno in Europa, in particolare a Bruxelles che è sotto un ‘enorme pressione delle multinazionali dell’acqua da Veolia a Coca Cola, da Suez  alla Pepsi , perché dichiari l’acqua una merce . “Il mercato globale privato - afferma O. Hoedeman di CEO, nel suo studio Poisoned Spring - è interamente dominato dai giganti europei dell’acqua e la Commissione Europea ritiene suo compito assistere all’espansione di queste multinazionali. ”Infatti il 14 novembre scorso, la Commissione europea ha approvato il “ Piano di azione per la salvaguardia delle risorse d’acqua d’Europa” che considera l’acqua come ‘capitale naturale’ e invita a monetizzare il capitale idrico e i suoi servizi, e a recuperare i costi totali di produzione, profitto compreso. E’ questa ‘la  bibbia’ che guiderà la politica europea per i prossimi anni: è la resa all’Europa dei mercati, alla finanza, alle banche. Ed infatti l’acqua sta diventando uno degli obiettivi della speculazione finanziaria, anche perché, con il surriscaldamento globale, diventerà l’elemento più prezioso:l’oro blu.

Per questo rilanciamo con forza da Napoli l’Iniziativa dei cittadini europei (ICE) promossa dai sindacati europei dei servizi pubblici (EPSU) per chiedere il diritto all’acqua per tutti i cittadini europei, l’esclusione dei servizi idrici da qualsiasi forma di privatizzazione ed infine l’impegno della UE a garantire l’accesso universale all’acqua. Questa iniziativa, prevista dal Trattato di Lisbona, deve raccogliere entro fine giugno, in almeno sette paesi, un milione di firme, e in ognuna deve raggiungerne almeno 50.000. Finora Germania, Austria, Belgio, Slovenia e Slovacchia hanno raggiunto il quorum. Spagna e Italia (siamo a quota 40.000!) mancano all’appello. Dobbiamo raggiungere il traguardo per obbligare la  Commissione europea a rispondere ai firmatari con un atto legislativo. Abbiamo poco tempo e la situazione in Europa è grave! Si può votare on line all’indirizzo; www.acquapubblica.eu Da Napoli, dove abbiamo ottenuto una splendida vittoria, rilanciamo con forza il nostro impegno sull’acqua , sia in Italia che in Europa. E’ una questione di vita e di morte per milioni di persone. Coraggio, possiamo e dobbiamo farcela! [alex zanotelli]

appello acqua

LA VOCE DEL SIGNORE TUONA SULLE ACQUE …” Così un’antica preghiera ebraica esaltava la presenza misteriosa di Dio anche sulle acque! (Salmo 29)

In questa torrida estate speravo proprio di darvi notizie rinfrescanti da Napoli sull’acqua. Il 31 luglio infatti c’era stato annunciato che finalmente si sarebbe realizzato il grande sogno napoletano e cioè che finalmente ARIN spa (la società che gestisce l’acqua di Napoli) si trasformasse in un’Azienda Speciale (Acqua Bene Comune-Napoli). Il Consiglio Comunale aveva così votato il 26 ottobre 2011. Ma perché quel  voto diventasse realtà giuridica bisognava che l’Arin andasse a firmare il passaggio davanti al notaio. Ma le pressioni, da parte di potentati economico-finanziari, sono state talmente forti da impedirlo. Tant ‘è che il 31 luglio c’è stata sì una firma dal notaio, ma a una “condizione”, e cioè che entro il 15 novembre si faccia ‘un piano industriale e finanziario’, piano che non è stato elaborato dal novembre scorso! Il comitato dell’Acqua napoletano e campano, che dal 2004 ha lavorato con passione e ostinazione per questa trasformazione, dovrà ancora attendere prima di annunciare la buona notizia che Napoli è diventata la capitale dell’acqua pubblica. Con ansia attendiamo quel giorno!

Per fortuna che  a consolarci è arrivata la decisione della Corte Costituzionale (20 luglio) che dichiarava l’illegittimità dell’articolo 4 della Finanziaria-bis 2011. Infatti quell’articolo disponeva la possibilità per gli enti locali di liberalizzare i servizi pubblici. “Non si esagera dicendo che questa è una sentenza storica - ha scritto S.Rodotà - perché in concreto denuncia ed elimina una clamorosa frode del legislatore.” E’ la prima volta che, con tale nettezza, è stato affermato il diritto dei cittadini a veder rispettato il referendum. Questa è una straordinaria vittoria per il popolo dell’Acqua! Per questo è legittima la reazione dei cittadini di ribellarsi ai tentativi di violare la legalità fissata dal Referendum. Per cui sosteniamo con forza la campagna di ‘Obbedienza civile’ al Referendum, lanciata dal Forum italiano dei movimenti dell’acqua, che invita i cittadini italiani ad autoridursi del 7% le bollette dell’acqua. Dopo la sentenza della Corte Costituzionale, questa campagna ne esce rafforzata e deve estendersi su tutto il territorio nazionale, ove questo è possibile (contattare i comitati provinciale e regionali).

Altrettanto impellente, per me, diventa ora portare in Corte Costituzionale la ventilata multiutility dal Nord da realizzarsi attraverso al fusione di tutte le spa multiutility esistenti : A2A, Iren, Hera- Acegas-Aps…formando un mostro finanziario che gestirebbe i servizi pubblici dal Nord Italia. Chi porterà questo sgorbio in Corte perché venga dichiarato non costituzionale? Altra bella notizia: il Consiglio di Stato si è pronunciato il 24 luglio sulla vicenda dell’Acea, l’azienda  che gestisce l’acqua di Roma. Il sindaco di Roma Alemanno è deciso a vendere il 21% delle quote (il Comune di Roma ne detiene il 51%), il resto è in mano alla multinazionale Suez e a Caltagirone. I giudici del Consiglio di Stato hanno deciso che il sindaco non può farlo. Questo potrebbe segnare la sconfitta di Alemanno. E Roma potrebbe ottenere un’altra bella vittoria  per ‘Madre Acqua’!

Abbiamo bisogno di tante vittorie locali per forzare i partiti e il governo Monti a rispettare seriamente il Referendum. Per questo dobbiamo portare questa spinta propulsiva anche in Unione Europea. E’ questo lo scopo della prima iniziativa legislativa dal basso per costringere il Parlamento Europeo a portare le risorse idriche fuori dalle logiche del mercato. L’occasione è offerta dall’“Iniziativa dei cittadini europei” (ICE), uno strumento introdotto dal Trattato di Lisbona che assegna ai cittadini il diritto di proporre alla Commissione Euoropea atti legislativi sulle politiche di propria competenza. Per formulare la proposta sono necessarie un milione di firme in almeno sette paesi della UE. Per il momento la raccolta è aperta solo in forma cartacea.

Scaricare i moduli di raccolta firme. E’ una campagna importante questa in europa perché conosciamo l’enorme pressione delle multinazionali dell’acqua come vivendi, Suez,Coca-cola o Pepsi... stanno facendo sul Parlamento Europeo. Tocca a noi italiani che abbiamo vinto un Referendum sull’acqua dare una mano forte perché questo impegno dilaghi anche in Europa. Dobbiamo rimanere uniti! Solo rimanendo uniti possiamo vincere. E la speranza rinasce dal basso! [alex zanotelli]