alex zanotelli acqua governo



pregare… e basta?!

Per molti pregare significa salvare se stessi e soprattutto gli altri. Fare gli esercizi spirituali per ore, come il rosario e le 15 poste significa ripetere, se non erro, 150 avemaria in non so quanto tempo. Per qualcuno tutta questa perdita di tempo è inutile, per molti invece rassicura rappresentando il filo diretto con l’onnipotente. Quando andavo a messa in quasi tutte le omelie il prete pregava per una guerra in particolare o per le guerre in generale nel mondo. 

Spesso mi sono chiesto in che modo si possa fermare una guerra e una specie di conclusione l’ho trovata (che genio!): non si ferma una guerra con la preghiera; c’è solo un modo per farlo, non costruire più armi che uccidono. Ma costruire le armi è legittimo così come è legittimo avere un conto in banca. 

Un povero cristo che ha pochi risparmi e per paura di essere derubato li deposita nella BNL (1miliardo e 50milioni di euro investiti in armi nel 2012) forse non sa (forse?), che è una delle prime banca a finanziare gli eserciti del mondo con aeri caccia, missili, mitragliatrici, bombe a grappolo eccetera eccetera. Ma per l’ordinamento le banche non stanno facendo nessun reato, anzi per le armi di piccolo taglio non c’è più bisogno della certificazione. 

Albertone l’ha detto con un film meraviglioso: “Finché c’è guerra c’è speranza”. E la speranza si sa rafforza tutte le preghiere del mondo così come quasi tutte le religioni. In questo caso l’inutilità di pregare rafforza i conti in banca e il povero cristo (risparmiatore), non sa cosa realmente deve fare. Se toglie i soldi dall’istituto di credito rischia di essere derubato, se li tiene invece può continuare a pregare. 

Al di là degli astuti giochi dialettici, ecco l’elenco dettagliato di tutte le banche che vendono soldi in cambio di interessi basati sul sangue. BNP Paribas Deutsche bank, Gruppo Unicredito; Barclays bank Plc, Banca nazionale del lavoro, Fortis bank, Unicredit corporate banking, Unicredit banca di Roma spa, banco di Sicilia spa, Crédit agricol corporate and investiment bank, Cassa di risparmio della Spezia spa, Cassa di risparmio di Parma e Piacenza, Commenz bank, Société générale, Banco di Sardegna, Europe arab bank plc, Banco Bilbao vizcaia, banca valsabbina scpa, Banca popolare dell’Etruria e del Lazio, Ubi bank, Banco di Brescia, Banco di san Giorgio spa, Banca popolare commercio e industria, banca Carrge spa cassa di risparmio di Genova e Imperia, Natixsis. 

Non solo la chiesa, ma anche le scuole, le associazioni, i volontari hanno il dovere di spiegare che se hai un conto in banca è inutile che preghi per la pace nel mondo. Ma la cosa più importante è convincere gli istituti di credito a non commerciare più in armi. Riporto quelle che c’è scritto Gianni Ballarini nell'articolo“Banche armate gli oligopolisti”: Per quanto riguarda le aziende esportatrici, nel 2012 ha primeggiato come volume finanziario l’Alenia Aermacchi (Gruppo Finmeccanica) con il 31,82% pari a 1,3 miliardi di euro; seguita da Agusta Westland (Gruppo Finmeccanica ) con il 18,15%, pari a 755,2 milioni; e da Selex Galileo (Gruppo Finmeccanica) con il 10,08%, pari a 419,3 milioni. [+blogger - per approfondire l’argomento]

pasqua di sangue

La settimana scorsa un altro operaio è morto, questa volta nel rione sanità. Qualche giorno dopo un lavoratore è rimasto schiacciato a Pordenone. L’Italia è uno dei paesi con il più alto tasso di incidenti sul lavoro. L’osservatorio di Bologna calcola due incidenti mortali al giorno. Nel 2007 circa 1300 operai sono deceduti sul lavoro. Crescono le morti bianche, cresce la precarietà e la mancanza di regole. Diminuisce l’azione sindacale, oggi e pressoché inutile. Non a caso il benessere è aumentato grazie ai rapporti saldi tra impresa e lavoratore. Attualmente gli accordi tra azienda e operaio sono stati stralciati da una gestione miserevole e inutile. 

L’anello di congiunzione tra diritti mancati e morti bianche fa aumentare esponenzialmente la variabile precarietà, così come l’attaccamento al proprio lavoro, alla propria operosità. L’operaio edile morto nel quartiere Sanità è solo l’esempio (tra una moltitudine), di una mancanza di “certezza”, di passione nel fare, nell’inventare, nel proteggere il proprio lavoro. La morte non è più accidentale ma voluta. Nel porre attenzione si sbaglia “intenzionalmente” quasi come a far spregio per chi non ha rispetto per la vita umana. 

Nel film “Totò e i re di Roma”, Ercole Pappalardo muore volutamente dopo essere stato licenziato: nel limbo, alla borsa nera acquista quattro numeri a lotto e li dà in sogno alla moglie. Quando Dio lo scopre lo convoca al suo cospetto per punirlo, ma sentendo che ha lavorato quarant’anni come archivista capo al Ministero gli urla furioso: “in paradiso”. 

La mancanza di sicurezza sta creando (l’ha già fatto), un nuovo modo di lavorare, un nuovo approccio al fabbisogno e alla sostanzialità. L’imprenditore non muore mai per fatalità, il lavoratore sempre. Il nuovo pensiero ibrido non ha danneggiato la nostra economia, ha solo danneggiato i più poveri. Si parla ancora di sottoproletariato, di laureati ignoranti, di dirigenti che guadagnano come tremila operai. La differenza? La differenza non c’è, è inopportuna, è rifiutata, è sorpassata. Questo articolo non è scientifico, né certo, è solo il frutto di un pensiero stanco… e forse obsoleto. Buona Pasqua [+blogger]