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una leggera brezza di dignità

Questa mattina la fiumana dei partecipanti al Forum di Tunisi ha invaso pacificamente metrò, autobus e strade della capitale per raggiungere il Campus dove svolgono le sessioni del Forum Mondiale Sociale (FSM) Tantissimi i giovani che hanno vi hanno partecipato con interesse e passione. I Tunisini hanno fatto a gara per far sentire il Forum a casa, coscienti di quanto esso sia importante per il loro Paese in questo momento così difficile.  Il Campus dell’Università di Tunisi ha accolto le mille associazioni portatrici di sogni, di esperienze e di impegno. Questa prima giornata è costellata di centinaia di workshop che si sono tenuti nelle aula dell’Università. Il tema che ha attirato il maggior numero di persone  sono state le primavere arabe che hanno cambiato il volto della regione. La grande domanda era: che cosa fare dopo le rivoluzioni? Il dibattito politico è stato molto acceso soprattutto per la massiccia presenza di associazioni tunisine e magrebine. Sono stati proprio loro a percepire l’importanza di ospitare il Forum a Tunisi. Un evento che per me – ha dichiarato una donna durante l’assemblea della Marcia internazionale delle donne – è tanto importante quasi quanto il 14 gennaio 2011. Con una differenza che qui non siamo soli ma ci sentiamo abbracciati e sostenuti da tutto il mondo solidale.

Centinaia i temi trattati nelle tre sessioni di oggi; temi che vanno dalla spiritualità alle armi, dalla migrazioni ai cambiamenti climatici, dalla cittadinanza attiva alla crisi finanziaria; dalle politiche dell’Unione europea verso i paesi impoveriti, all’assedio delle multinazionali in Africa. Provocante la chiamata, in una delle sessioni  ad una mobilitazione per una giusta tassazione sui minerali esportati dal continente africano. I relatori hanno insistito che se i minerali (l’alluminio come l’ uranio, ) fossero tassati, non ci sarebbe nessun bisogno di un aiuto pubblico. Altrettanto significativo il tema ritornato più volte del cosidetto fracking (frantumazione con l’acqua), una nuova tecnica che si sta diffondendo per estrarre gas naturale incapsulato nelle rocce bituminose. Un fenomeno che è stato definito un crimine per le gravi conseguenze che ne derivano.

Durante questa prima giornata anche i comboniani e le comboniane hanno presentato per la prima volta il loro workshop rispettivamente sui temi del Land-grabbing, (accaparramento delle Terre) e sulla situazione che vivono i Beduini nei territori occupati in Israele. Quello del Land grabbing è un fenomeno particolarmente grave soprattutto in Africa, dove si calcola che 67 milioni di ettari di terra sono stati già accaparrati. Alcune multinazionali dell’agro business e alcuni gruppi finanziari  attratti dai prezzi dei generi alimentari in aumento e dalla domanda crescente dei biocarburanti e di prodotti agricoli, si sono buttati nel grande affare di acquisire nel sud del mondo terre coltivabili con le annesse fonti d’acqua.
Anche la difficile realtà che vivono i Beduini nei territori occupati è stata presentata dalle comboniane durante questa prima giornata. Questi sono stati solo alcuni dei temi sollevati nei workshop. Nelle sale piene di giovani con tanta voglia di cambiare questo sistema, si è sentita una nuova ventata di aria fresca, giovanile. Un desiderio grande di dignità e di libertà. Quel soffio di Pasqua che ha animato il popolo ebraico ad uscire dalla schiavitù verso la libertà si sente oggi aleggiare in questo popolo tunisino che non desidera altro che dignità e libertà. [alex zanotelli – elisa kidanè 27/03]

vico equense

Domenica scorsa ho preso la mia vespa 150px di anni 26 e assieme a Sara sono andato al mare. Non sapevo esattamente dove, anche perché odio quasi tutte le spiagge di Napoli, non perché siano brutte ma per il fatto che sono state quasi tutte privatizzate e diverse anche abusivamente. Mentre guidavo mi sono ricordato di una bellissima spiaggetta libera a Vico Equense, ci andavo con i miei amici, Stefano, Ciro, Lucia, Antonella, circa 20anni fa. Appena arrivati con la circumvesuviana pochi metri e sulla sinistra si scendeva per circa un chilometro, una faticata non indifferente poi a ripercorrerla in salita al ritorno.

Stavolta stavo con la vespa ed è stato un gioco da ragazzi arrivare. Ero entusiasta, raccontavo a mia moglie le volte che siamo stati in questo bellissimo posto. Ma appena giù, tutto mi è sembrato diverso, anzi no, era davvero tutto cambiato. La spiaggia sotto la conca e gli scogli erano transennati, una sbarra limitava l’accesso, il parcheggio era a pagamento. Ombrelloni dello stesso colore delimitavano la spiaggia. Appena arrivati un tipo ci ha detto se volevamo il pedalò. Subito una donna ci ha chiesto se avevamo l’ombrellone. Intorno, diversi ristoranti avevano chiuso il passaggio con i tavoli all’aperto. C’erano pezzetti di spiaggia. A pochi metri una banchisa delimitava gli scogli e infondo barche, gommoni, e piccoli yachts.

Ci siamo fermati e abbiamo chiesto solo un ombrello che in realtà non avevamo. Desolazione, anche se il mare era ancora chiaro, verde come la vegetazione rimasta sulle colline e i promontori. Sulla spiaggia, ma in verità dei granelli non c’era quasi più nulla, pezzetti di vetro, carte, ruggine… abbiamo pensato di pulire. Alla fine una scenetta mi ha rallegrato vivamente. Mentre cercavo di prendere il sole, un uomo anziano parlava con 3 donne e due bambine, diceva che Napoli è una città sporca, che la gente è maleducata, che c’è inciviltà e prepotenza, mentre quelli di Vico Equense sono molto più civili. Intorno a lui, le donne che con i bambini avevano prima mangiato c’erano carte, bicchieri di plastica, lattine di birra, mozziconi di sigarette… [+blogger]

appello acqua

LA VOCE DEL SIGNORE TUONA SULLE ACQUE …” Così un’antica preghiera ebraica esaltava la presenza misteriosa di Dio anche sulle acque! (Salmo 29)

In questa torrida estate speravo proprio di darvi notizie rinfrescanti da Napoli sull’acqua. Il 31 luglio infatti c’era stato annunciato che finalmente si sarebbe realizzato il grande sogno napoletano e cioè che finalmente ARIN spa (la società che gestisce l’acqua di Napoli) si trasformasse in un’Azienda Speciale (Acqua Bene Comune-Napoli). Il Consiglio Comunale aveva così votato il 26 ottobre 2011. Ma perché quel  voto diventasse realtà giuridica bisognava che l’Arin andasse a firmare il passaggio davanti al notaio. Ma le pressioni, da parte di potentati economico-finanziari, sono state talmente forti da impedirlo. Tant ‘è che il 31 luglio c’è stata sì una firma dal notaio, ma a una “condizione”, e cioè che entro il 15 novembre si faccia ‘un piano industriale e finanziario’, piano che non è stato elaborato dal novembre scorso! Il comitato dell’Acqua napoletano e campano, che dal 2004 ha lavorato con passione e ostinazione per questa trasformazione, dovrà ancora attendere prima di annunciare la buona notizia che Napoli è diventata la capitale dell’acqua pubblica. Con ansia attendiamo quel giorno!

Per fortuna che  a consolarci è arrivata la decisione della Corte Costituzionale (20 luglio) che dichiarava l’illegittimità dell’articolo 4 della Finanziaria-bis 2011. Infatti quell’articolo disponeva la possibilità per gli enti locali di liberalizzare i servizi pubblici. “Non si esagera dicendo che questa è una sentenza storica - ha scritto S.Rodotà - perché in concreto denuncia ed elimina una clamorosa frode del legislatore.” E’ la prima volta che, con tale nettezza, è stato affermato il diritto dei cittadini a veder rispettato il referendum. Questa è una straordinaria vittoria per il popolo dell’Acqua! Per questo è legittima la reazione dei cittadini di ribellarsi ai tentativi di violare la legalità fissata dal Referendum. Per cui sosteniamo con forza la campagna di ‘Obbedienza civile’ al Referendum, lanciata dal Forum italiano dei movimenti dell’acqua, che invita i cittadini italiani ad autoridursi del 7% le bollette dell’acqua. Dopo la sentenza della Corte Costituzionale, questa campagna ne esce rafforzata e deve estendersi su tutto il territorio nazionale, ove questo è possibile (contattare i comitati provinciale e regionali).

Altrettanto impellente, per me, diventa ora portare in Corte Costituzionale la ventilata multiutility dal Nord da realizzarsi attraverso al fusione di tutte le spa multiutility esistenti : A2A, Iren, Hera- Acegas-Aps…formando un mostro finanziario che gestirebbe i servizi pubblici dal Nord Italia. Chi porterà questo sgorbio in Corte perché venga dichiarato non costituzionale? Altra bella notizia: il Consiglio di Stato si è pronunciato il 24 luglio sulla vicenda dell’Acea, l’azienda  che gestisce l’acqua di Roma. Il sindaco di Roma Alemanno è deciso a vendere il 21% delle quote (il Comune di Roma ne detiene il 51%), il resto è in mano alla multinazionale Suez e a Caltagirone. I giudici del Consiglio di Stato hanno deciso che il sindaco non può farlo. Questo potrebbe segnare la sconfitta di Alemanno. E Roma potrebbe ottenere un’altra bella vittoria  per ‘Madre Acqua’!

Abbiamo bisogno di tante vittorie locali per forzare i partiti e il governo Monti a rispettare seriamente il Referendum. Per questo dobbiamo portare questa spinta propulsiva anche in Unione Europea. E’ questo lo scopo della prima iniziativa legislativa dal basso per costringere il Parlamento Europeo a portare le risorse idriche fuori dalle logiche del mercato. L’occasione è offerta dall’“Iniziativa dei cittadini europei” (ICE), uno strumento introdotto dal Trattato di Lisbona che assegna ai cittadini il diritto di proporre alla Commissione Euoropea atti legislativi sulle politiche di propria competenza. Per formulare la proposta sono necessarie un milione di firme in almeno sette paesi della UE. Per il momento la raccolta è aperta solo in forma cartacea.

Scaricare i moduli di raccolta firme. E’ una campagna importante questa in europa perché conosciamo l’enorme pressione delle multinazionali dell’acqua come vivendi, Suez,Coca-cola o Pepsi... stanno facendo sul Parlamento Europeo. Tocca a noi italiani che abbiamo vinto un Referendum sull’acqua dare una mano forte perché questo impegno dilaghi anche in Europa. Dobbiamo rimanere uniti! Solo rimanendo uniti possiamo vincere. E la speranza rinasce dal basso! [alex zanotelli]