Non so come chiamarlo questo periodo storico, ci penseranno gli studiosi, ma le novità, quelle che ci aiutano a comprendere e vivere meglio devono, in un modo o nell’altro, coesistere con le forze del male. Il male assoluto oggi è la “parola”. Il male assoluto è quell’italiano che ti permette di dire una cosa e, subito dopo, affermare l’esatto opposto. Questo linguaggio ha caratterizzato gli uomini politici italiani negli ultimi vent’anni. Un esempio straordinario sono le dichiarazioni dell’ex ministro degli Interni Claudio Scajola che davanti alle televisioni di tutto il mondo ha dichiarato:“Un ministro non può sospettare di abitare in una casa pagata in parte da altri. Se dovessi acclarare che la mia abitazione nella quale vivo a Roma fosse stata pagata da altri, senza saperne io il motivo, il tornaconto e l’interesse, i miei legali eserciteranno le azioni necessarie...ecc, ecc ”. Mi fa troppo ridere, poi ci rifletto e piango a dirotto.
Ieri il PD ha cercato di convincere il M5S a formare un nuovo governo, subito dopo il no di Lombardi e Crimi, Enrico Letta ha dichiarato: “Preferisco che i voti vadano al Pdl piuttosto che dispersi verso Grillo”. Un minuto prima si cerca di convincere i grillini, subito dopo si dichiara il contrario, ma se il Governo è una cosa seria, come ha detto Bersani, non capisco perché si vuole creare un’alleanza con gente che non merita i voti degli italiani. Se il PD vuole una coalizione è perché ci crede, crede nel programma scritto anche dai suoi alleati; le dichiarazioni di Letta, però, sono il contrario di quella “contrattazione”, questa è la dimostrazione che non contano le esigenze degli italiani, che non conta la democrazia, che non conta la pluralità. Questi non sensi sono paragonabili a una storica e assurda frase che ha contraddistinto un film diretto da Giuseppe Tornatore nel 1986 “Il Camorrista”, dove ad un certo punto un attore carcerato dichiara: “Faciteve ll’amice a tiempo ‘e pace, ca ve ponno servì a tiempo e guerra”. [+blogger]