Visualizzazione post con etichetta territorio. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta territorio. Mostra tutti i post

dal rione pilastro di bologna

Cos'è il Pilastro di Bologna? 
Wikipedia scrive: Pilastro è un rione periferico della città di Bologna, che si estende nella estremità ad est della zona abitata. A livello amministrativo appartiene dagli ultimi anni al quartiere San Donato San Vitale.Il quartiere è stato concepito all'inizio degli anni sessanta del XX secolo per accogliere l'immigrazione verso la città di Bologna, particolarmente numerosa in quegli anni. Ulteriori interventi di edilizia abitativa e commerciale si sono susseguiti fino alla metà degli anni ottanta del secolo scorso, e poi di nuovo attorno al 2000.Il quartiere, nel tempo, ha rappresentato una delle aree più degradate della città di Bologna, nonostante numerosi tentativi di recupero da parte delle amministrazioni comunali. È in questo quartiere che la banda della Uno Bianca compì uno dei suoi più sanguinosi atti, uccidendo tre carabinieri nel 1991.

Non che quel che scrive Wikipedia corrisponda sempre alla verità, però credo che se domandassi ai Bolognesi cos’è il Pilastro, risponderebbero esattamente così. Un posto dal quale stare alla larga. Un agglomerato di pregiudizi (sta scritto in una guida di Bologna).  Per me? Circa un anno fa scrissi queste parole. “ Il Pilastro? Una scelta. Pima del 1996 la scelta di ignorare questa parte di Bologna. Non mi aveva mai attratto. Non mi piace il grigio. E il Pilastro, se osservato da lontano, appare solo grigio. Perfino i muri colorati, sbiaditi e scrostati, sembrano arrendersi al lento contagio del grigio. Ma il lavoro mi costrinse ad avvicinarmi. E scoprii il suo primo segreto: il verde dei parchi celati e protetti tra gli edifici. Poi entrai in molte case e conobbi le persone.  E il suo secondo segreto: un magico e precario equilibrio di tradizioni, fedi, abiti, idiomi che s’intrecciavano in ogni angolo di strada. Teppismo, maleducazione e sporcizia? Certo che c’erano.  E ci sono ancora, ma come in qualsiasi altra parte della città. E dal 2003 la scelta di vivere qui.

Perché impegnarti come scrittrice o blogger?
Il blog? Mi ritrovai per caso a una riunione. E continuai a partecipare. Per dar voce al Pilastro. Per svelare i suoi segreti a chi continua a guardarlo da troppo lontano.”

Sei una cittadina di questo rione?
Si sono un’abitante del rione. Qui non ci definiamo cittadini, ma abitanti, perché molti si sentivano esclusi perché non hanno la cittadinanza italiana. Quando mi si domanda dove abito, rispondo tranquillamente il Pilastro. Il più delle volte le persone si sentono in obbligo di dire “ah, ma non è più quello di una volta” oppure “non l’avrei mai detto". E questo la dice lunga su quel che si pensa realmente del rione.  Da quando vivo qui mi sento Pilastrina, nel senso che vivo questo quartiere e non lo uso solo come dormitorio, vivendo il il resto della città. Scrivere mi piace, anche se l’ho scoperto da grande. Prima mi affascinavano di più i numeri.  Sono finita per caso ad un incontro dei “cantieri” istituiti per il Progetto di riqualificazione Pilastro 2016 (per festeggiare i 50 anni, è stato detto, ma in realtà è per il progetto FICO). Credevo di trovarmi in quello dedicato alla storia del Pilastro, e invece mi sono trovata in quello della comunicazione. La casualità… sono curiosa e ho continuato. Mi ha intrigato l’idea di poter diventare portavoce degli abitanti. Ammetto che il desiderio di riscatto del Pilastro è stato forte. Riqualificazione… maledetta parola. Ti si appiccica addosso e non te la scrolli più. Di gran moda adesso come tante altre : cittadinanza attiva o partecipata, empowerment, rigenerazione, ecc

Conosci il rione Sanità?
Solo parzialmente. Ricordi da piccola, quando venivo spesso a Napoli a trovare alcuni parenti. Chissà com’è cambiato. 

Secondo te la criminalità è solo dovuta alla mancanza di lavoro?
La criminalità? No, non è dovuta solo alla mancanza di lavoro, ma sicuramente è incrementata da ciò. Qui c’è molto spaccio. Per i ragazzi è un modo “facile” di guadagnare. E poi… sei sempre considerato un reietto, uno da tenere alla distanza, fino a quando devi organizzare una seratina con i tuoi amici "per bene"… allora si che ti vengo a cercare! Anche qui il lavoro lo si trova solo se conosci le persone giuste, solo se sei “imbazzato”. Non sembra si possa avere una possibilità. Solo porte chiuse. E quindi ci si arrende. Si diventa aggressivi. Violenti. Si ruba. L’assenza di lavoro rende facile arruolare “gli operai” della criminalità, unica organizzazione che assume oggi.  Ad un incontro alcuni educatori hanno affermato che i bambini/ragazzi che vivono in famiglie disagiate, spesso  sono “geneticamente” programmati. E che quindi sono predestinati.  Non riesco ad arrendermi a questa idea. Non riesco a credere all’ineluttabilità di un destino. Sicuramente non possono tutti cambiare, ma lavorare ritenendo che tanto nessuno lo farò. Non so, mi lascia perplessa. Sempre questa idea di distanza. Loro non sono come noi. Loro sono dannati.

In che modo il quartiere Sanità può avvicinarsi al rione Pilastro? 
Il quartiere Sanità può avvicinarsi al rione Pilastro perché simili nella percezione da parte del resto della città: degrado, povertà, disagio, criminalità.  Vivono la stessa definizione “territorio di frontiera”. Entrambi separati dal resto della città da un ponte. Stanno affrontando un progetto di “rigenerazione”. Stanno provando a uscire fuori dalla ghettizzazione, stanno provando a far capire che Sanità e Pilastro sono anche tanto altro, senza voler nascondere gli innumerevoli problemi o senza tentare d’imbellettarli, ma volendo mostrare la realtà, fatta di tante persone che vivono la quotidianità. Chi sapeva della chiusura dell’Ospedale San Gennaro? Fino a qualche settimana fa, qui nessuno. 

Secondo te è una buona idea mettere in rete i quartieri poveri? Se sì, quali vantaggi possono trarre quest'ultimi? 
Riceviamo ogni giorno un mare d’informazione, e quel che è peggio è che non sappiamo più distinguere la verità dalla menzogna. Mettere in rete i quartieri poveri può essere un’occasione per unire le voci, gli sforzi, le opportunità, le difficoltà, le strategie  Senza filtri. Raccontando la verità, qualsiasi essa sia. Anche sul lavoro mi sono sempre domandata perché, pur avendo tutti lo stesso obiettivo, ognuno lo sviluppi nel suo piccolo “mondo” senza condividerlo con gli altri. In questo modo si ripetono gli errori, si disperdono le energie, si ha una visione condizionata dal punto da cui si guarda. la progressione è rallentata. Insieme si può creare sinergia, collaborazione. Può aiutarci a organizzarci. Quindi rete sta per: verità, sinergia, infiltrazione di idee e azioni, velocità di propagazione, amplificazione. 

Come ti dicevo, il mandato della redazione era quello di scrivere sul blog le esperienze di rigenerazione urbana simile alla nostra. Così non mi piaceva. Nel senso che non volevo  “fotografare" solo la facciata. Volevo aprire la porta e entrare. Volevo conoscere la vostra realtà, da pari a pari. Raccontare la vita. 
Perché ho scelto Napoli. Non so, è stato istintivo. Tra Torino, Roma, Catania, Napoli ho detto subito Napoli. Forse perché mia madre sosteneva che sono due città che si somigliano. Ho pensato che confrontarci potesse aiutarci. 

Credi che il turismo posso risollevare le sorti di un quartiere Ghetto?
Il turismo può aiutare. Intanto perché si supera la “barriera” del ghetto.  Poi perché si portano risorse economiche. E si creano posti di lavoro. Il lavoro è lo snodo fondamentale. Non ti nascondo che quando ho letto delle Catacombe, del cimitero delle Fontanelle mi sono detta “E si, loro sono fortunati, hanno delle bellezze culturali, noi qui che abbiamo da mostrare? Nulla ”Poi mi sono domandata quale altra modalità possiamo avere per far arrivare la gente al nostro rione. Ad esempio abbiamo una nuova Arena da poter sfruttare per spettacoli estivi. Poi possiamo pensare come attirare i turisti che giungeranno per FICO. Dobbiamo riflettere, creare, non arrenderci.  Essere ingegnosi, come hai detto tu. Non dobbiamo essere salvati perché a salvarci ci pensiamo noi. [Lorenza Zullo] 

sgretola la pavimentazione

Si sgretola la nuova pavimentazione in via Arena della Sanità La denuncia è del consulente speciale alla Memoria : “durante e dopo i lavori di una parte di piazza Mario Pagano, di via Arena, di vico Lammatari, di una parte di via Sanità avevo più volte – inascoltato – denunciato l’approssimazione con cui venivano effettuati i lavori di manutenzione straordinaria”, afferma Francesco Ruotolo “Cubetti di porfido mal fissati e poco cementificati tra loro, tratte ben eseguite ma altre tratte approssimative, leganti idraulici di scadente qualità: così, fin dalle prime settimane si presentavano varie tratte delle strade appena ripavimentate”. E’ quanto afferma Francesco Ruotolo, consulente speciale alla Memoria alla Municipalità 3 Stella san Carlo all’Arena, che negli scorsi mesi – quando era consigliere di Municipalità - aveva denunciato (inascoltato) l’approssimazione di tali lavori, che si aspettavano da decenni in queste antiche strade – molto degradate – del rione Sanità, che fa parte del Centro Storico di Napoli, dichiarato (come è noto) dall’Unesco “Patrimonio dell’Umanità”. Secondo Ruotolo, “occorre obbligare la/le ditta/e esecutrice/i dei lavori a effettuare una ricognizione puntuale sulle tratte ultimate nel febbraio 2016, ma da rifare, non senza consultare quale tipo di relazione fu effettuata dagli organi tecnici della Municipalità che presero in consegna lavori così scadenti”. Piazza Mario Pagano. All’incrocio con via Arena della Sanità, un’ampia buca (oltre 150 cubetti divelti) a centro strada, lungo una tratta interamente rifatta meno di dieci mesi fa. Non è l’unico tratto approssimativamente realizzato; lungo le poche arterie rifatte sono numerosi gli episodi di cubetti diveltisi o in procinto di sfaldarsi.

garrone al negativo


Il cinema italiano, quello di Mario Camerini, di  Vittorio Cottafavi e quello del neorealismo ha insegnato al mondo come sceneggiare, scrivere, capire, interpretare. Invece i  film diretti oggigiorno devono fare i conti con una diversità di idee poco brillanti e stereotipati (oggi il cinema italiano è nettamente inferiore a quello francese, iraniano, giapponese, americano ). Erano più di vent’anni che un nostro film non vinceva l’orso d’oro a Berlino.  Per fortuna che non è sempre così, anzi direi che di idee brillanti ce ne sono parecchie, solo che i registi giovani, e soprattuto se sono poveri, non sono presi per niente in considerazione. 

Vincenzo Pirozzi, invece, è un giovane regista del rione sanità che pochi giorni fa ha vinto un premio al City International Film Festival di New York con il suo film “Sodoma… l’altra faccia di Gomorra”. Una commedia, così dalle diverse recensione che ho potuto leggere su internet, che racconta il film di Garrone al “negativo”. Ma aldilà del film c’è un riconoscimento che deve essere sfruttato per comprendere che questo quartiere è anche altro, non mi stancherò mai di dirlo e di ripeterlo. La stampa per adesso ha messo in risalto la produzione, aspettiamo le altre considerazione. Nell’attesa di vedere il film i miei più vivi complimenti a Enzo e alla sua “coraggiosa” regia. [+blogger]     

è morto san gennaro

Il super commissario Scoppa ha cacciato Mario Iervolino direttore dell’Ospedale  san Gennaro. Nientedimeno  si è permesso di mandare una nota, alla direzione generale dell’ASL, in cui elenca tutte le problematiche inerenti alla struttura: il trasferimento degli operatori, l’accorpamento dei reparti, la non sostituzione degli operatori che vanno in pensione, gli ascensori che non funzionano, la chiusura dei reparti, un pronto soccorso inesistente, una fornitura per la rianimazione mai messa in opera

Eh sì, è giusto, quando uno protesta per carenze e inefficienza non ha poi molto da obbiettare quando viene rimosso. Il super commissario quanto è costato al mese? E cosa è stato fatto realmente? Sono stati chiusi moltissimi pronto soccorsi con la differenza che i pochi rimasti a Napoli scoppiano e sbagliano anche le diagnosi. Non è colpa loro naturalmente se ogni 5 secondi arriva un malato. Però noi stiamo pagando una persona che deve gestire l’emergenza. Per contro quest’ultimo ha aumentato la mole di lavoro di chi già affoga nel disastro e viceversa invece, come il CTO di Napoli che tra medici, infermieri e inservienti se la sbattono e se la ridono alla faccia dei colleghi del Cardarelli.

Anche il Loreto Mare non se la cava molto bene e il cosiddetto Ospedale del Mare vedrà la luce forse nell’aldilà. Giochi della vita e della morte, il destino non possiamo prevederlo, se una cade e abortisce non è colpa di nessuno. San Gennaro protettore questa volta non ha squagliato il sangue! [+blogger]   

riusiamo il quartiere

Il TUTTOGRATIS nel rione sanità è una non attività economica. E’ l’antitesi del commercio classico e globalizzato. Il progetto nasce come alternativa alle forme di speculazioni e di sperequazione attraverso una rieducazione al baratto e alle forme di scambio sociale. Il TUTTOGRATIS è il baratto o il barattare classico di un tempo escludendo la moneta. Nasce così il progetto che integra il vivere con meno quando e se serve.


Il TUTTOGRATIS stempera la normale attività economica, la svuota della suo fine ultimo, per comprendere che, come dice un proverbio indiano, i soldi non si mangiano. Il nostro obiettivo non è andare contro i commercianti o i piccoli artigiani, il nostro scopo è quello di creare una nuova forma (che poi è vecchia), di “comunicazione” che serve a far comprendere che tutto ha un valore, che il bisogno dell’altro è anche il nostro e che la reciprocità è una virtù che ci aiuta a superare anche le nostre paure. Ecco perché la RETE SANITA’, attraverso il progetto del blog rione sanità, avalla la proposta di aprire una “casa della reciprocità” con l’insegna provocatoria, come il titolo di una vera attività commerciale, TUTTOGRATIS.


Partendo da questa semplice esperienza, in un locale possibilmente grande in una delle vie del rione, si può accogliere tutto quello che di vecchio o di superfluo: televisioni, libri, vestiti, elettrodomestici. Queste stesse cose possono essere riusate e date a chi ne fa richiesta. Quello che ci interessa è appunto il riuso, creare una forma di scambio sociale che comprenda l’importanza di riciclare, del rimettere nel circuito della non vendita e della non inutilità. Questo l’aspetto più importante in una epoca dove il consumo sta devastando la nostra terra, dove i materiali naturali si logorano nell’indifferenza e nella superficialità. Rimettere nel circuito del virtuoso una collana, un giocattolo, un cassapanca, un computer. Finalità intrinseca è la capacità di riciclare, di non inquinare, di stabilire un rapporto con le cose e con gli uomini più eguale e duraturo. Il TUTTOGRATIS comprende la voglia di non sprecare, di non inquinare, di non devastare inutilmente.


Il TUTTOGRATIS è forma di partecipazione diretta, la partecipazione che fa nascere un nuovo modo di pensare al consumo, al commercio, alla realtà che ci circonda e che può diventare altra. IL TUTTOGRATIS non è un rigattiere, né chi ha roba vecchia da smaltire oppure vendere. Il progetto nasce per sensibilizzare l’opinione pubblica a non sprecare; se qualcosa è ancora buona e si può ancora utilizzare, come un ferro da stiro, una un paio di guanti, una televisione meglio farlo avvantaggio un po’ di tutti. Importante: le persone non devono acquistare ma scambiare.


Saremo noi responsabili a scovare, ad esempio, chi si toglie una libreria o dei libri (in questo caso per riutilizzare la carta, si possono avviare le rubriche della reciprocità, ossia si può scambiare carta usata con libri o quaderni, si prendono ad esempio, le agende dell’anno prima o dell’altro anno addietro ancora e si scrivono con la penna i giorni ecc ecc). Chi non ha più bisogno di cose e chi non ne ha più bisogno, chi ha voglia di ridefinire il dono, chi vuole alternanza. Chi gestisce (gruppo o altro) il TUTTOGRATIS, avrà mansioni specifiche nel progettare anche eventi, discussioni, cineforum, questionari da somministrare ai potenziali “acquirenti”, gli effetti per creare nuove relazioni e scambi di sapere. Leggi ancora se ti va [+blogger]

"agguato" popolare

Ieri sera 7/11/2011 ore 18 davanti all’Ospedale san Gennaro è stata fatta una assemblea popolare contro la chiusura del pronto soccorso che accoglie circa 100mila abitanti. Ricordiamo che in un anno solare nello stesso ospedale sono stati fatti 3000 interventi d’urgenza salvando la vita di moltissime persone. L’assemblea richiede la riqualificazione del pronto soccorso e dell’intero ospedale, ricordiamo che nella stessa struttura ci sono reparti altamente tecnologici (senza contare medici e paramedici), e altri che vanno rivalutati come la gastroenterologia, l’otorinolaringoiatria, la ginecologia, la cardiologia, l’ortopedia.

L’assemblea spontaneamente ha organizzato una corteo per il quartiere che sì è diretto su via s Teresa degli scalzi bloccando il traffico cittadino e fermandosi all’altezza dell’Asl. E’ stata ribadita la richiesta di un incontro urgente con i vertici della regione, dopo varie trattative è stato accordato un incontro alle ore 11 del giorno 9/11/2011 nella sede della regione Campania di via santa Lucia.

La delegazione è rappresentata dai componenti del comitato popolare, del consiglio della III Municipalità e dei rappresentati dell’Ospedale. Il comitato ribadisce altresì che continuerà con azioni non violente sul territorio. Alle ore 18 del giorno di cui sopra c’è un’altra assemblea sempre davanti all’ospedale san Gennaro per comunicare l’esito delle trattative. Intervenite tutti. [mauro migliazza]