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con questo 1001



analogie di quartiere

Una mail inviata all’amministrazione di un comune di Bologna, una cittadina che chiede spiegazioni, come giusto che siano. Sono così tante le analogie con il nostro quartiere che sembrano che il fruttivendolo, la suora, il barista e il ragioniere della Sanità abbiano deciso all’unisono di scrivere per acclarare le loro indiscusse e antiche argomentazioni. Pubblico il testo integrale.



“Cogliendo   l’invito dell’Assessore Lepore che auspica una cittadinanza “in conflitto” con le istituzioni (sue testuali parole), t’invio una piccola riflessione in merito all’incontro del primo dicembre. Volutamente provocatoria, nella speranza di suscitare un’emozione, ma soprattutto una reazione costruttiva.  Immaginazione civica: parole evocative che dovrebbero riaccendere speranza e fiducia. E allora perché continuo a rimanere sulla difensiva? Non è un pensiero razionale, piuttosto è un impulso, una sensazione di malessere sotto pelle, che non mi permette di fidarmi fino in fondo (dopo Pilastro 2016).

Immaginazione civica: suona davvero bene. Ai cittadini si chiede cooperazione, idee, progetti, soluzioni ai problemi. Ma non sarà che si chiede di sopperire alla carenza di servizi con il volontariato organizzato? Di trovare soluzioni ai bisogni “isorisorse” (tradotto: a costo zero per voi)? Voi di idee ne avete? Perché le risorse non le avete, lo specificate sempre. Però, forse,  aiuterete i cittadini attivi e propositivi  a trovare degli sponsor. Che fortuna! E lo dite molto soddisfatti, dall’alto del vostro pulpito. Non trovate risposte, ma sponsor, forse sì. Perché voi siete sicuri, attaccati alla certezza del vostro presente, mentre a noi, quelli che fanno fatica a sbracare il lunario, tocca immaginare il futuro… ma dov’è il domani? Perché è davvero troppo lontano per noi. Rischiamo di non avere la forza per raggiungerlo. Il tempo assume un valore diverso a seconda della situazione in cui ci si trova, non dimenticatelo mai. 

E non ditemi che mi lamento del fatto che finalmente si apre alla progettazione dal basso, perché faccio fatica a credere che si dia la possibilità di includere chi è realmente escluso. Agli incontri vedo sempre le stesse facce. Anch’io stessa sono privilegiata, perché sono informata. Ma quando ti trovi realmente ai margini, non è così semplice. Quando sei in una situazione di disagio, quando parli la lingua malamente, quando non sai nemmeno che esista una piattaforma virtuale che ti permette di connetterti con l’amministrazione, (e se anche lo sapessi, a cosa ti potrebbe servire?) quando il lavoro non c’è, quando devi associarti anche solo per far sentire la tua voce (e pure questo costa gli euro di una tessera) … ai reietti, quando capita, si fa solo un’estemporanea beneficenza, invece di “immaginare” di aiutarli a uscire fuori dal disagio per sempre. Perché redistribuire vuol dire dare a qualcuno togliendo ad altri. E se gli uni siamo noi, va tutto bene, ma se siamo gli altri… allora no!   Sui progetti delle cooperative sociali ho sempre qualche perplessità. Perché mi sembra che troppo spesso i reali beneficiari siano le cooperative stesse, piuttosto che i “portatori di bisogni”. 

Scrivete “Vogliamo investire nel capitale sociale con fiducia e coraggio e per questo è importante fin da subito aprire una fase di ascolto”.  La fiducia credo che dobbiate metterla voi, perché noi l’abbiamo esaurita molto tempo fa. Il coraggio, invece, è tutto nostro. Perché, credimi, ci vuole tanto coraggio a non arrendersi e a continuare a guardare avanti.  Ascolto? Stiamo urlando da tanto tempo, non ve ne siete ancora accorti?" [lorenza zullo] 

quinto cartellone

La lotta alle mafie non deve essere soltanto una distaccata lotta di repressione, ma un movimento culturale e morale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà. 
Paolo Borsellino 



In piazzetta Crociferi 


appello rete rione sanità

Nell’area metropolitana di Napoli viviamo una spietata spirale di violenza: in questi ultimi mesi abbiamo un morto ogni due giorni. Il Rione Sanità è quotidianamente schiacciato da questa brutalità. Noi del Rione Sanità abbiamo sofferto troppi lunghi anni di indifferenza istituzionale, di promesse e di pressappochismo; siamo stanchi della violenza che subisce la nostra gente, della paura della camorra, del disinteresse, delle analisi generiche preconfezionate e delle alternative che sembrano non prendere mai la giusta direzione! Il problema della microcriminalità non si risolve con una sola scuola aperta, con dei bravi professori, con una manifestazione, con la militarizzazione. Il Rione Sanità non si “salva” con l’emergenza: sono più di 30 anni che chi subisce vive nella noncuranza, nell’impossibilità di risolvere le cose, nel terrore di essere stati abbandonati senza rimedio e senza via di uscita. Non è la prima volta che la rete del rione Sanità, composta da singole persone, associazioni, commercianti, scuole, preti etc., denuncia con forza il lassismo di chi deve e può fare qualcosa. In questi ultimi anni abbiamo scritto tre lettere, “LiberiAMO la Sanità”, in cui abbiamo analizzato i problemi della nostra gente. Noi dobbiamo avere il coraggio di cambiare il sistema educativo. Ecco perché chiediamo a tutte le forze attive, del territorio ed oltre, di sostenere azioni che incidano fortemente sulla struttura sociale per la costruzione di una comunità stretta e duratura, tra le scuole, le associazioni, i volontari e le forze dell’ordine per promuovere azioni educative e non repressive, con il coinvolgimento delle famiglie attraverso programmi che rappresentano maggiormente il territorio e con la coscientizzazione che passa attraverso la considerazione e la riappropriazione della propria storia e della propria dignità. Solo se la gente si sente parte attiva, solo se sente realmente che sta contribuendo a scrivere la propria storia, solo in questo modo si sente parte in causa senza l’abbandono e l’indifferenza che alimenta la paura e la sottomissione. Noi della Rete del Rione Sanità lavoriamo da anni nel quartiere, ascoltando centinaia di vite spezzate. Ribadiamo che si deve intervenire strutturalmente sulla scuola, sul lavoro, sulla sicurezza, sulla viabilità, sulla sanità pubblica, perché viviamo dentro una bomba sociale. Per la scuola chiediamo: un asilo nido comunale, un plesso onnicomprensivo elementari e medie, il potenziamento delle scuole del quartiere in particolare dell’Istituto Superiore F. Caracciolo annullando l’accorpamento con altro Istituto Superiore e inoltre chiediamo che queste scuole siano aperte fino a sera con personale qualificato e appassionato. Per la sicurezza chiediamo il potenziamento e la presenza costante dei vigili urbani e delle forze dell’ordine che devono coordinarsi meglio tra di loro. Inoltre chiediamo l’installazione della videosorveglianza nel territorio. Per il lavoro chiediamo il sostegno alle cooperative esistenti e a quelle che stanno nascendo nel quartiere, nonché ai commercianti, agli artigiani, ma soprattutto chiediamo maggiori opportunità di lavoro per i giovani. Per la sanità chiediamo la riapertura del pronto soccorso dell’ospedale San Gennaro. Facciamo nostro il grido del popolo del Rione Sanità ma anche quello di tutte le periferie di questa Napoli, intese come luogo del disagio sociale, ben coscienti che solo camminando con questo popolo emarginato potremo ottenere i nostri diritti.

la tenda manifesta



domenica 12 ottobre 2014

GIORNATA DELLA CUSTODIA DEL CREATO 

"Sei tu il custode del creato". Viviamo con terrore l’inquinamento, che in vaste aree del pianeta si fa sempre più grave. Non sempre le attività produttive sono condotte con il dovuto rispetto del territorio circostante. La sete del profitto, infatti, spinge a violare tale armonia, fino alla diffusione nell’ambiente di veri e propri veleni. Con situazioni estreme, che diventano purtroppo fonte di tumori. Non sempre ci accorgiamo subito di questa violenza contro il territorio. Anzi, spesso è mistificata ed altre volte viene addirittura giustificata. Di fatto, la consapevolezza davanti a questi comportamenti criminali richiede tempi lunghi.
Pure molto gravi sono le conseguenze disastrose determinate da eventi meteorologici estremi. In questi ultimi mesi, per le inattese bombe d’acqua, si registrano anche morti , oltre a distruzioni immani di case, fabbriche e strade. Tutto un territorio è messo in ginocchio. E spesso  le città colpite restano sole o avvolte da una solidarietà solo emotiva, superficiale. La cosa più grave è la carente consapevolezza da parte della comunità civile nazionale circa le vere cause, che a monte determinano questi tristi eventi! Restiamo sì addolorati, ma poco riflettiamo  ed ancor meno  siamo disposti  a cambiare, per mettere in  discussione il nostro stile di vita!
La custodia della terra ci chiede di amarla, vigilando con matura consapevolezza. La terra ci appartiene. Tutti siamo chiamati a questo compito  che si fa premura già nelle scuole  accrescendo la coscienza  ecologica viva tra i giovani. Si tratta di concretizzare quella “ conversione ecologica” che ci porta a ritrovare il gusto per la bellezza della terra e lo stupore davanti alle sue meraviglie. Ma da qui, anche la capacità critica davanti alle ingiustizie presenti in un modello di sviluppo che non rispetta l’ambiente.
Ma la custodia del creato è fatta anche di una chiara denuncia nei confronti di chi viola quest’armonia. E’ una denuncia che parte da persone che si fanno sentinelle dell’intero territorio, talvolta pagando di persona. Siamo loro profondamente grati, perché ci hanno insegnato un metodo: ci vuole sempre qualcuno che, come sentinella, coglie per primo i problemi  e rende consapevole tutta la comunità della gravità della situazione. Specie davanti ai rifiuti. Chi ha tristemente inquinato, deve consapevolmente pagare riparando il male compiuto. In particolare, va bloccata la criminalità che ha speculato sui rifiuti, seppellendoli e creando occasione di morte,  distruggendo la salubrità dell’ambiente. Ma anche le nostre piccole violazioni quotidiane vanno segnalate, quando siamo poco rispettosi delle regole ecologiche…

Siamo chiamati a fare rete lasciandoci coinvolgere in forme di collaborazione con la società civile e le istituzioni. Va maturata insieme una rinnovata etica civile. E’ importante che nessuno resti spettatore, ma tutti attori, vigilando con amore, pregando intensamente lo Spirito di Dio che rinnova la faccia della terra, ed accrescendo la cultura ecologica. Tanti nostri stili di vita vanno cambiati per assumere la sobrietà come risposta autentica all’inquinamento e alla distruzione del creato.

(Dal messaggio dei Vescovi italiani per la 9° giornata per la custodia del Creato)

Per questo impegniamoci  tutti a:

·        Non lasciare rifiuti, cartacce sulla strada o negli spazi pubblici.
·        Deporre la spazzatura negli appositi cassonetti nelle ore serali. (19,00 – 22,00)
·        Raccogliere i materiali per il riciclo: plastica, vetro, carta e cartone, metalli per deporli, ove possibile, nelle apposite campane della raccolta differenziata.
·        Raccogliere gli oli usati e consegnarli nei punti di raccolta (isole ecologiche, banchetti periodici di raccolta).
·        Non abbandonare rifiuti ingombranti e tossici per strada, ma attivare il servizio gratuito dell’Asia n. verde 800161010.
·        Non sprecare l’acqua.
·        Preferire l’acqua del rubinetto all’acqua in bottiglia di plastica.
·        Evitare i contenitori di plastica e imballaggi complessi, privilegiare le confezioni leggere con contenitori riutilizzabili o realizzati con materiale riciclabili.
·        Evitare l’uso e getta.
·        Riusa tutto ciò che è ancora in buono stato.
·        Usare i mezzi pubblici più economici e meno inquinanti.
·        Ridurre l’uso degli elettrodomestici.
·        Pulire la strada davanti alla tua casa.
·        Chiediamo  infine, con voce forte all’Asia e alle Istituzioni tutte, l’istallazione per le strade del quartiere delle campane per la raccolta differenziata (carta, plastica e vetro)


Vieni in piazza o Miracoli o Vergini o Sanità e o Fontanelle a pulire con noi, porta scopa, paletta e guanti che ci divertiamo a rendere più bello il nostro quartiere.  Ti aspettiamo dalle 9.00. Sulle piazze ripulite sarà poi celebrata la S. Messa di mezza mattinata.


[la rete del rione sanità]

scautismo e territorio


marechiaro non si tocca

Siamo venuti a conoscenza del fatto che in questi giorni è in atto una forte campagna di propaganda denigratoria contro il Centro di Marechiaro per fare in modo che una parte della struttura sia ceduta alla succursale della scuola Cimarosa di Posillipo. Rivolgiamo un appello al Sindaco De Magistris e all' Assessore al Welfare Gaeta affinché si opponga... no a manovre del genere.

Sarebbe un'ingiustizia cedere una struttura che da anni ospita in tutti i mesi dell'anno ragazzi provenienti da tutti i quartieri della città in particolare quelli di tutte le scuole, delle associazioni territoriali e parrocchie delle periferie degradate per destinarla ai ragazzi di cui la maggior parte VA A SCUOLA CON IL SUV e che abita un in un quartiere come Posillipo che è servito da molte altre scuole ampie e spaziose ed a poca distanza. 


MARECHIARO E' ED E' SEMPRE STATA DEI RAGAZZI DELLA SANITA', DI SCAMPIA DI PONTICELLI, DI BARRA, DI PIANURA, DEI TRIBUNALI, DI MERCATO. AI NOSTRI RAGAZZI QUESTA CITTA' HA GIA' TOLTO TROPPO!

Sosteniamo il gruppo Marechiaro nella battaglia per difendere il Centro. Scriviamo tutti sulla pagina Luigi De Magistris Sindaco di Napoli e Assessorato Welfare Comune di Napoli chiedendo a gran voce : Marechiaro non si tocca! [collettivo marechiaro]

habemus urbem

Pubblicità Progresso 

festa materdei



un giardino pubblico



senza parole

Fine anno scuola d'Italiano Istituto Ozanam 




Foto di Loshan Fdo

lavori in corso

Un po’ di informazioni in funzione di quello che nel rione si fa tutt’ora, con una più o meno buona riuscita. (Ultima proposta solo per ordine cronologico: wifi libera a piazza sanità).

Quello attivo e in cantiere. Attenta collaborazione con l’Asia per la raccolta differenziata porta a porta. Scuola d’italiano per gli immigrati fatta esclusivamente da volontari (la scuola raccoglie circa 200 studenti e 30 insegnanti). Microcredito per favorire i piccoli commercianti, nuovi e “usati”. Volontari e medici che cercano di aiutare l’ospedale San Gennaro (discorso da approfondire in separata sede). Parco San Gennaro: quasi un ettaro di terra, con capetto di calcio, zona bocce, giochi per i bambini ecc ecc… ripensando alla sua riapertura. Viabilità e collaborazione con le forze dell’ordine per un controllo pacifico del territorio. Zona mercato via Vergini, un mercato per tutti. Orto pubblico alla via serbatoio alla Scudillo. Ripensando alla riapertura di salita Scudillo. Intesa per l’apertura del museo Totò, per la gestione del cimitero delle fontanelle…. Attenta collaborazione con gli “alcolisti anonimi e con gli ex giocatori d’azzardo. Intervento nelle scuole del rione, sia quella elementare che media inferiore e superiore. Monitoraggio sull’Educandato di via Miracoli. Progettando il TuttoGratis e un last minute alimentare.

Sicuramente avrò dimenticato qualcosa, anzi, è così, lascio a voi nei commenti ricordare altro e soprattutto quello che in questi anni si è fatto nella totale anonimità. Ma soprattutto quello che preme è sapere chi e cosa desiderano i cittadini nell’immediato così come nel futuro. Le differenze, quelle che etichettano, sono semplici e  stupide elucubrazioni della mente umana. Le passioni, i desideri, le sofferenze, le fatiche, le nostalgie hanno tutte qualcosa in comune. La sostanza non cambia le cose, è la forma che la contamina. [+blogger]

la finale del torneo

Sabato 19 maggio al campetto di Capodimonte è stata giocata l’ultima partita del torneo organizzato dalla scuola d’immigrati Samb e Diop. La finale è stata vinta dall’ItaliaSanità sui calci di rigore dopo che la partita, allo scadere, è finita 5 a 5.  Il  3° e 4° posto si è disputata invece il giorno 13: ha vinto invece l’Africa2 contro lo Sri Lanka per 6 a 3. La premiazione, un piccolo discorso, una piccola festa… adesso ci prepariamo per gli esami finali, c’è chi deve sostenere quello di terza media e chi quello di attestato rilasciato dall’Università di Siena.

Tra qualche giorno posterò su questo blog alcune immagini delle partite, piene di agonismo e di buon senso, qualche momento di tensione, come normale nel calcio, per il resto divertimento, incitazione, tifo e solidarietà. La scuola ha intenzione di organizzare altro, così come avviene per l’integrazione al contrario, (siamo noi professori che impariamo la loro lingua), un modo per insegnare l’italiano in pieno rispetto, con la consapevolezza di aiutare, di confrontare, di “restituire”.

Il ringraziamento va a tutti, chi ha partecipato, chi è venuto solo a tifare, chi ha assistito con passione, chi ha agito e aderito con e per l’iniziativa. Non c’è molto da dire ancora. Una sola cosa tengo a sottolineare. Il torneo si è svolto senza regole precise, chi veniva sul campo giocava anche se non aveva partecipato alle altre partite precedenti. La finale ha contato circa 15 giocatori italiani, anche se la squadra iniziale era formata da 7 persone. Nella totale “anarchia” anche gli africani hanno schierato in capo i più bravi, qualcuno che aveva giocato la finale del 3° e 4° posto si è "intromesso" nella totale disponibilità che continua… [+blogger]   

partita e osservazioni

Ieri al campetto del Seminario A. Ascalesi di Capodimonte si è svolta la prima partita del torneo interculturale organizzato dalla scuola di italiano Samb e Diop, che si è svolta tra le squadre di Africa 1 e 2 composte dai ragazzi in maggioranza africani che frequentano la scuola al Centro Missionario in via dei Tribunali. La partita è stata giocata con vero spirito agonistico, molti di quei ragazzi, arrivati a Lampedusa come tanti altri su un barcone di fortuna erano già buoni giocatori nei loro paesi, come Agostino, nigeriano, fuggito dal suo paese dopo che alcuni membri della mafia locale gli avevano bruciato la sua officina meccanica. Ha giocato a buon livello nella squadra nella sua città, Benin City e ha segnato molte delle reti che hanno permesso alla sua squadra, in pettorina gialla di vincere per 10-3. Altro personaggio è un allenatore sudanese, mister Baker, che ha anche giocato alcuni minuti dando il cambio a giocatori più stanchi e che, per la sua mole, muoveva abbastanza agilmente. 

Quando siamo saliti sul pulman nel viaggio di andata, ci sono stati due episodi spiacevoli: due signore napoletane molto "benpensanti" quando hanno visto quei ragazzi neri come l'ebano salire sul pulman, subito hanno associato straniero uguale ladro, magari neanche se lo immaginano lontanamente l'inferno che hanno passato per arrivare da noi, e quello che passano quotidianamente per avere un minimo di sopravvivenza col rischio di essere espulsi dalla sera alla mattina. 

Il secondo episodio, e questo l'ho sentito bene perchè ero abbastanza vicino, è stato quando sul pulman sono saliti alcuni giovanotti che avevano tutta l'aria di essere dei bulletti abituali, ma forse mi sbaglio, che hanno preso in giro gli africani con i soliti sfottò. Le due signore sono in qualche modo giustificate dal momento che appartengono ad una generazione non abituata a vedere persone di colore diverso, a parte, forse, i soldati neri americani, ma è sulle nuove generazioni che bisogna fare prevenzione, poichè è ormai una realtà saremo sempre di più un paese di immigrazione e, nonostante lo spread e la crisi economica, dobbiamo sforzarci di vivere insieme e cercare di creare opportunità e cittadinanza per tutti e per fare ciò due mezzi sono indispensabili: conoscere la lingua del paese ospitante, e, perchè no, anche lo sport, il calcio in particolare che, quando è libero da soldi e interessi, ma è puro divertimento, è un mezzo formidabile di aggregazione. 

Stiamo cercando per l'Ozanam di mettere su una squadra di srilankesi e una italiana in occasione delle prossime partite. Diamo quindi un calcio ai pregiudizi in nome dello sport e della solidarietà umana e perchè no, cristiana! [vincenzo minei]

africa contro africa










il manifesto nel rione

"Alias", il supplemento settimanale de "Il Manifesto" ha dedicato una pagina intera alla scuola d'immigrati Samb e Diop di piazzetta san Severo ospitata nel centro Ozanam. In particolare l'articolo parla del torneo di cacio che inizia oggi (campetto del seminario arcivescovile di Capodimonte, ore 16): si sfidano due squadre africane allenata da un ex allenatore del Sudan, mentre il prossimo sabato giocano la "nazionale" del Srilanka e una squadra del rione sanità.

 

una scuola parallela

Mama meka kiyawannada (Leggete insieme a me); oyata wayasa kjyada...? (quanti anni hai?); saduda, agaharunada, badada, Brahaspatinda, sikurada, senosurada, irida. (Lunedì, martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato, domenica.); mama, oba, ohu/aya, api, obala, oun (io, tu, egli/ella, noi, voi, loro); sudu, koia, kaha, buduru, ratu... (bianco, verde, giallo, marrone, rosso...).  
Da diversi anni svolgo attività di volontariato, principalmente insegno italiano agli immigrati provenienti da tutto il mondo. Collabora attivamente con l’istituto Ozanam - piazzetta San Severo a Capodimonte 82. Responsabile suor Lucia. Nella scuola in principio ho insegnato agli alunni che già parlavano e scrivevano abbastanza bene l’italiano. Nel mio gruppo diversi hanno fatto l’esame di licenza media inferiore. Attualmente ho una classe di circa 15 ragazzi maschi e femmine di età diverse e tutti srilankesi che si sono trasferiti da poco in Italia. 


Quando, per la prima volta, ci siamo incontrati non sapevano dire anche buongiorno. Oggi io so “parlare” un po’ srilankese. Quando ci incontriamo loro salutano in Italiano, io invece nella loro lingua. La poca conoscenza, limitata a poche parole ma essenziali, stabiliscono quasi subito una reciproca simpatia soprattutto con le persone che non parlano affatto l’italiano. Questo metodo mi ha permesso di stabilire una relazione forte, matura, un approccio empatico e di fiducia reciproca.


Normalmente molti lasciano la scuola per problemi di lavoro o per imbarazzo. Chi non riesce a capire bene si “umilia” così tanto da vergognarsi anche dei suoi amici. Comunque il gruppo che insegno  adesso è abbastanza stabile, seguono con divertimento e credo che questo sia anche una normale conseguenza di un percorso che “quando inizia deve poi finire così come è incominciato”.


Quasi ogni settimana arrivano “alunni” nuovi, il problema è inserirli soprattutto quando, a metà del programma, molti hanno già superato una determinata soglia di difficoltà. Per fortuna che ci sono gli altri collaboratori e le altre collaboratrici volontarie. Il metodo d’insegnamento l’ho acquisito sul campo che poi ho adottato man mano, e quando potuto modificato, in relazione ai casi e alle storie degli immigrati. [+blogger]

assessori nel rione

Ieri alla via vergini nella sala convegni del complesso dei padri della missione diversi assessori del Comune di Napoli hanno incontrato i cittadini del rione. Sembra che ci sia molta attenzione su questo quartiere, strano, perché non siamo ancora in campagna elettorale. Insomma la solita passerella per i politici? Quanta attenzione: sono due mesi che l’ascensore della Sanità non funziona, mi chiedo: ma se una cosa così semplice non si riesce a risolvere, come sarà mai possibile che le cavità greco/romane, l’ossario delle fontanelle, i palazzi del Sanfelice, la viabilità, il parcheggio indiscriminato ecc ecc, vengano gestite con parsimonia, affidabilità e competenza?

Adesso qualcuno mi dirà che sono il solito sfascia carrozze, che critico sempre, che non riesco a guardare oltre. Lasciamo stare e raccontiamo le cose positive. Provo un immenso piace, la III Mnicipalità finalmente dialoga con i cittadini del quartiere, la presidentessa in una settimana è già scesa tre volte nel inferi del rione. Adesso bisogna fare, ma mi è sembrato di capire che non ci sono soldi. Allora resta sempre la solita volontarietà che in parte ha scocciato perché toglie responsabilità a chi viene pagato per averne.

I discorsi della Di Sarno mi sono piaciuti, per desso teoricamente è possibile un dialogo aperto, ma attenzione, senza monopolizzare le attività; sembra che qualcuno entri di traverso per affermare costantemente le sue convinzioni; tutti, ma proprio tutti devono essere considerati e nessuna priorità deve essere scartata.

Ieri sono andato via verso le 19 perché 15 alunni srilankesi mi aspettavano. Ho ritenuto più importante andare a fare lezione di italiano che fare una semplice ma assillante domanda che mi porto da anni nella saccocia. In realtà il quesito l’ho postato anche nella bacheca dell’assessore Bernardino Tuccillo senza avere una giusta risposta. La rifaccio sperando che qualcuno mi risolva il dilemma: può un semplice cittadino, dopo aver fondato una semplice associazione, gestire il demanio pubblico?: può un semplice cittadino far pagare un biglietto di 10/15 euro per visitare le cavità greco/romane?: può un semplice cittadino guadagnare miliardi di vecchie lire, e adesso milioni di euro, senza pagare alcunché di imposte? [+blogger]       

riusiamo il quartiere

Il TUTTOGRATIS nel rione sanità è una non attività economica. E’ l’antitesi del commercio classico e globalizzato. Il progetto nasce come alternativa alle forme di speculazioni e di sperequazione attraverso una rieducazione al baratto e alle forme di scambio sociale. Il TUTTOGRATIS è il baratto o il barattare classico di un tempo escludendo la moneta. Nasce così il progetto che integra il vivere con meno quando e se serve.


Il TUTTOGRATIS stempera la normale attività economica, la svuota della suo fine ultimo, per comprendere che, come dice un proverbio indiano, i soldi non si mangiano. Il nostro obiettivo non è andare contro i commercianti o i piccoli artigiani, il nostro scopo è quello di creare una nuova forma (che poi è vecchia), di “comunicazione” che serve a far comprendere che tutto ha un valore, che il bisogno dell’altro è anche il nostro e che la reciprocità è una virtù che ci aiuta a superare anche le nostre paure. Ecco perché la RETE SANITA’, attraverso il progetto del blog rione sanità, avalla la proposta di aprire una “casa della reciprocità” con l’insegna provocatoria, come il titolo di una vera attività commerciale, TUTTOGRATIS.


Partendo da questa semplice esperienza, in un locale possibilmente grande in una delle vie del rione, si può accogliere tutto quello che di vecchio o di superfluo: televisioni, libri, vestiti, elettrodomestici. Queste stesse cose possono essere riusate e date a chi ne fa richiesta. Quello che ci interessa è appunto il riuso, creare una forma di scambio sociale che comprenda l’importanza di riciclare, del rimettere nel circuito della non vendita e della non inutilità. Questo l’aspetto più importante in una epoca dove il consumo sta devastando la nostra terra, dove i materiali naturali si logorano nell’indifferenza e nella superficialità. Rimettere nel circuito del virtuoso una collana, un giocattolo, un cassapanca, un computer. Finalità intrinseca è la capacità di riciclare, di non inquinare, di stabilire un rapporto con le cose e con gli uomini più eguale e duraturo. Il TUTTOGRATIS comprende la voglia di non sprecare, di non inquinare, di non devastare inutilmente.


Il TUTTOGRATIS è forma di partecipazione diretta, la partecipazione che fa nascere un nuovo modo di pensare al consumo, al commercio, alla realtà che ci circonda e che può diventare altra. IL TUTTOGRATIS non è un rigattiere, né chi ha roba vecchia da smaltire oppure vendere. Il progetto nasce per sensibilizzare l’opinione pubblica a non sprecare; se qualcosa è ancora buona e si può ancora utilizzare, come un ferro da stiro, una un paio di guanti, una televisione meglio farlo avvantaggio un po’ di tutti. Importante: le persone non devono acquistare ma scambiare.


Saremo noi responsabili a scovare, ad esempio, chi si toglie una libreria o dei libri (in questo caso per riutilizzare la carta, si possono avviare le rubriche della reciprocità, ossia si può scambiare carta usata con libri o quaderni, si prendono ad esempio, le agende dell’anno prima o dell’altro anno addietro ancora e si scrivono con la penna i giorni ecc ecc). Chi non ha più bisogno di cose e chi non ne ha più bisogno, chi ha voglia di ridefinire il dono, chi vuole alternanza. Chi gestisce (gruppo o altro) il TUTTOGRATIS, avrà mansioni specifiche nel progettare anche eventi, discussioni, cineforum, questionari da somministrare ai potenziali “acquirenti”, gli effetti per creare nuove relazioni e scambi di sapere. Leggi ancora se ti va [+blogger]