ma come si fa a votare così?

Il rione sanità è infestato dai manifesti elettorali. Manifesti che deturpano l’ambiente, le strade, le piazze, le vie e i vicoli. Ma la legge non dice che è reato attaccare manifesti elettorali laddove non sono previsti?; essi dovrebbero essere attaccati solo sui tabelloni elettorali messi apposta per le elezioni. Invece non è così, i manifesti giganti sono attaccati sui muri del palazzo dello “Spagnuolo”, uno dei palazzi più belli di Napoli, a circa tre metri e mezzo d’altezza; poi per tutto il quartiere. Nell’ex-Ospedale San Camillo alle Fontanelle una parete intera è ricoperta da gigantografie elettorali. Ma vediamo chi dovremmo andare a votare, per la sezione Stella/San Carlo (parte), in ordine di attacchinaggio selvaggio: Vincenzo Perez, Dario Cigliano e Anna Palombo, praticamente il rione è invaso da questi “nomi” attaccati in modo indiscriminato sulle pareti dei palazzi. Seguono, Armida Filippelli, Andrea Cozzolino, Antonio Pianelli. Timidamente Francesco Ruotolo. Presi d’assalto via Vergini, via Arena e via Sanità, Piazza Sanità, via Mario Pagano, via Fontanelle, San Gennaro dei Poveri, via Stella ecc, ecc. Faccio un’altra domanda a questi signori? Ma voi che vi presentate per questa circoscrizione non dovreste avere nel vostro programma elettorale anche la manutenzione e pulizia del rione? E se pure non fosse così, non avete a cuore i numerosissimi monumenti storici del quartiere? Come mai invece di contribuire a pulire sporcate? Spero che almeno dopo le elezioni abbiate la stessa "bontà", così come li avete messi, di far togliere dai muri i manifesti elettorali. (l’articolo continua attraverso il monitoraggio: casomai dovesse sbucare qualche altro nome). [+blogger]

"sono incazzata con le parole"

Sono un ammalata (sfortunatamente), o forse lo ero, oncologica, e sono una Gastrectomizzata che in termini medici vuol dire non avere più lo stomaco. Beh, ora vi chiederete cosa voglio è perché sto scrivendo questo: vi informo che sono sempre più amareggiata poiché ho un cancro e non una malattia rara. Non posso avere i farmaci gratis, direi che è poco “incazzarsi” di tutto quello che succede intorno alla vita di un ammalato; la cosa che devo solo aggiungere che, passati quasi 9 anni, posso forse ritenermi fuori dalla malattia ma il problema grande è che avendo una grave anemia devo curarmi con dei farmaci molto costosi e a pagamento. Non è giusto! Sono stata informata che poiché la mia malattia è un cancro (non una malattia rara), lo stato non può passare i medicinali. Non ho parole, chiedo solo la partecipazione di tutte le persone che leggendo il mio sfogo si possano unire alla mia battaglia che sarà quella di aiutare le fasce più deboli. Oggi le istituzioni pur di tagliare tutto ed economizzare, non si pongono la domanda principale che è quella del reddito familiare di ogni cittadino. Ma com’è possibile che con una misera pensione di euro 265 al mese devi permetterti il lusso di spendere quasi euro 200 di farmaci ed infermiere x tutta la sopravvivenza. Non ho più parole da aggiungere vorrei solo che questo mio sfogo non rimanesse inascoltato, Saluti. [ASSUNTA MORRA]


la terza domenica

La terza Domenica alla Sanità. Sono trascorsi diversi anni da quando partecipai per la prima volta agli incontri della Terza domenica alla Sanità. Ciò che mi colpì fu constatare che, proprio di domenica, giornata in cui la maggior parte delle persone trascorre ore e ore a farsi stordire dal troppo cibo e imbalsamare dal calcio, un gruppo eterogeneo di persone si incontra per pregare e per poi trasformare questa preghiera in azione, in forza rinnovatrice. Dopo una vita trascorsa in una realtà dalla quale avevo percepito solo un malessere etico, quella prima volta alla Sanità fui sorpreso di ritrovarmi, e in parte rinascere, in questa piccola comunità di resistenza. Una realtà simile alle prime comunità cristiane che si opponevano a quel sistema ingiusto che Gesù aveva sfidato e condannato. Fin dalla prima volta ho percepito questa analogia con i vari gruppetti cristiani che duemila anni fa si organizzavano sulla scia di Gesù. Piccole comunità che veramente cercavano, tra le mille difficoltà, di essere Suoi testimoni, il che significava essere scomodi e quindi anche dei bersagli; l’antitesi dell’odierno atteggiamento curiale che ormai, da troppo tempo, sembra essersi trasformato in un comodo poggiapiedi per il potente di turno invece che voce critica. Del resto questi incontri alla Sanità sono la prova che esiste anche una chiesa altra, una chiesa fatta da uomini e donne straordinariamente accoglienti, sempre pronti ad elargire un sorriso o una parola di speranza e soprattutto esempio concreto di esistenze alternative. Non ero mai stato alla Sanità, neanche di passaggio. Iniziando a scendere mi venne in mente l’analogia che padre Alex aveva fatto con Korogocho: anche alla Sanità, come nella baraccopoli africana, occorre scendere in giù, in basso. Del resto è proprio dal basso che occorre che parta una forte richiesta di Giustizia, perché chi è già è in alto non ha alcun interesse al cambiamento. Proprio alla Sanità, ove quel costante sciame di motorini sembra ricorda delle pericolose api impazzite, ho conosciuto uomini e donne che mi hanno dato la certezza che un futuro altro è possibile, occorre impegnarsi per costruirlo. Del resto è proprio la speranza e l’impegno in una realtà alternativa che guida gli incontri della Terza domenica, senza di essa ne morirebbe lo spirito, lo spirito di Gesù che chiaramente si sente. A mio avviso sono proprio queste le prove che il mondo non è governato dal caos ma da una mente creativa che ci invita a diventare strumenti di giustizia, altrimenti non sarebbe possibile che proprio da un luogo cosi estremo, così apparentemente arido, possano sgorgare fonti così inesauribili. Penso a Rosario e al suo lavoro per i tossicodipendenti, penso all’extracomunitario Mauro che ha lasciato le larghe e comode strade di Roma per camminare con gli ultimi nei stretti e poco luminosi vicoli della Sanità. Penso al lavoro di un vero artista come il prof. Dalisi che invece di rivestirsi di arroganza come sovente fanno molti suoi colleghi, mette a disposizione di tanti giovani del quartiere il suo talento, la sua straordinaria semplicità che rendono uniche le sue opere. Penso alla cara Felicetta, alla sua capacità di darsi al prossimo, alla sua insostituibile vicinanza a padre Alex, all’iniziativa che porta avanti dell’euro al giorno che è ausilio concreto per alcune tra le più bisognose famiglie del quartiere. Io mi reputo un uomo in cammino e devo dire che se sono sulla strada giusta è grazie ai tanti volti che ho incontrato alla Terza Domenica che, con la loro testimonianza, mi hanno indicato la strada. Uomini e donne a volte anche non credenti, ma che partecipano a queste riunioni con trasporto e che, grazie al loro impegno per il cambiamento, diventano testimoni di Cristo più dei tanti che credono di esserlo solo perché la domenica vanno a messa. Questi incontri alla Sanità sembrano riecheggiare le sante parole di Gustavo Gutierrez quando sosteneva che prima viene l’impegno, la carità, il servizio e poi la teologia. Tutte queste straordinarie risorse che si incontrano alla Sanità sono guidate da quella grande anima che è padre Alex Zanotelli, che di sicuro è il grande catalizzatore delle tante energie positive che nascono in questi incontri mensili. Incontri che iniziano la mattina durante i quali si ascolta la Parola e poi, dopo riflessioni personali ci si confronta in piccoli gruppi. Il pranzo è un altro momento di gioia: si diventa compagni nel vero significato del termine che significa spezzare insieme il pane. Poi l’attualizzazione della Parola che rende vivo il significato del termine cristiano cioè vivere al fianco degli ultimi e far proprie battaglie di giustizia come quella sui rifiuti e a favore dell’acqua pubblica. La giornata termina con la coinvolgente messa di padre Alex in cui c’è spazio anche per ascoltare cosa è nato nel confronto dei gruppi. Quando la messa termina e con essa anche la giornata, si è talmente carichi di energia positiva che uscendo dal portone si comprende il vero significato del rione Sanità, ci si rende conto che il cuore di Dio pulsa in vicoli come questi e non nelle lussuose boulevard parigine o nelle scintillanti avenue americane. [Gianluca Ferrara]

triste sanità

Caro Alex, prendo spunto da un libro che sto leggendo, e faccio mie alcune frasi di Orhan Pamuk, per rispondenti, e allo stesso tempo, capire il tuo sfogo e la tua indignazione. L’articolo che hai scritto è pieno di collera, stupore, risentimento e amore. Ma nelle tue parole ho notato soprattutto una dolorosa tristezza, quella che accomuna un po’ tutti gli abitanti di Napoli. Istambul, per l’autore del libro, è una città in bianco e nero, così come oggi lo è Napoli, la periferia, la politica… il potere. E’ triste il mercato alla via Vergini, sono triste le persone che fanno la spesa, che vanno a lavorare la mattina presto, che giocano la bollette il venerdì sera o il sabato, che vanno a messa la domenica. È triste la predica di padre Antonio Lofferdo, sono tristi i manifesti elettorali, i tifosi del Napoli calcio, i professori della Scuola Caracciolo, i venditori di hashish. Noto la tristezza di un adolescente che trasporta sul proprio scooter un bambino di pochi mesi; la miriade di motorini che sfreccia per via Sanità, l’auto che ogni fine settimana passa per i vicoli e per le strade del rione vendendo i cd, i venditori ambulanti di pane, noccioline, pesce, frutta e verdura; il nuovo Pub che da poco, in piazza Sanità, vende panini e birre; il solarium e le donne che vanno a farsi scurire la pelle, i bambini che non sanno dove giocare, i disoccupati e i camorristi, il vicolo scuro e la basilica illuminata… tutto indica una tristezza senza senso e senza fondamentaLa tristezza di cui sto parlando, però, non deve far confondere, essa non è la melanconia ma, come Pamuk ci insegna, è invece uno stato di cosa sociale, che vive il suo momento e che può essere cancellata. L’autore di Istambul dice: “ Quando percepiamo a fondo questo sentimento, e i paesaggi, gli angoli, le persone che lo trasmettano alla città, quando ci cresciamo insieme, a un certo punto quella sensazione di tristezza… , acquista forme sempre più concrete ed evidenti”. Il premio Nobel ci dice che la differenza sta proprio nella cultura di un popolo, che ha subito in parte una estrema povertà… e che “la storia e i ricordi delle vittorie e civiltà passate siano ancora ben visibili”. Napoli ha subito governanti che parlavano lingue differenti. Il popolo è anarchico così come lo è la democrazia. La tristezza di chi vive alla via Scudillo chiusa da decenni è la stessa di chi parla senza essere ascoltato, di chi muore ucciso senza potersi vergognare, di chi interagisce con spintoni, urla, avidità è modestia. Gli artigiani ricordano con nostalgia i vecchi guantai, falegnami, pellettieri, calzolai ecc, ecc., mentre il plasmarsi di una nuova cultura che interagisce sempre di più con il passato, crea una socialità altra che in parte ci fa sgomentare e in parte ci fa attendere. Oggi l’attesa e la tristezza sono ancora due concetti confusi. [+Blogger]

l'urlo di alex zanotelli

Lunedì 11 maggio 2009, alle ore 16, davanti al Bar dei Vergini, Mariano Bacioterracino, 53 anni, chiamato Tuttù,viene ammazzato da un giovane in motocicletta, che spara vari colpi in mezzo alla gente, seminando il panico. Un altro omicidio, altro sangue su questa strada che ne aveva già visto tanto. Sangue umano che continua a scorrere qui, in mezzo a noi. Ne rimango pietrificato, ma soprattutto dall’indifferenza della gente. La vita alla Sanità è proseguita e prosegue tranquilla, come se niente fosse successo. Ieri ai Vergini e in tutta la Sanità tutto sembrava tranquillo. Al di là di qualche commento a bassa voce, al di là di qualche occhiata furtiva al luogo dell’omicidio… silenzio! E’ questo silenzio che mi spaventa, è questa indifferenza della gente davanti al sangue umano che mi terrorizza! Ma perché tanta indifferenza? Ci siamo forse assuefatti al sangue umano? C’è qualcosa che non va con noi cittadini della Sanità? Come è possibile vedere, il giorno dopo l’omicidio, la Madonna dell’Arco passare in processione per le nostre strade e concludere con una rapsodia di petardi che hanno illuminato la notte? Tutto come se non fosse successo nulla. Tutto nella totale indifferenza. Come cristiano, come missionario non posso accettare tutto questo. Sento che devo gridare il mio disaccordo, la mia protesta. Qualcuno mi dirà che Bacioterracino era “il capobanda delle fogne”, che era un delinquente.., ma è sempre un uomo, è sempre sangue umano. La sua uccisione deruba tutti noi di un pezzo di umanità poiché è stato ucciso come si ammazza un cane, nella totale indifferenza. E ci meravigliamo poi che i nostri ragazzi crescono come stanno crescendo? Dobbiamo tutti convertirci e diventare più umani, più capaci di compassione. [Alex Zanotelli]

ponticelli e sanità

"L'ARCI MOVIE DI PONTICELLI DISCUTE DEL RIONE SANITA' CON LA SUA GENTE". INTERVENTO DI ALEX ZANOTELLI E PROIEZIONE DI UN DOCUMENTARIO GIRATO NELL'ESTATE 2008 NEL QUARTIERE



Il 19 maggio ’09 alle ore 20,00 al teatro Pierrot di Ponticelli incontro PONTICELLI/SANITA’. L'Arci Movie ha invitato Alex Zanotelli a discutere del rione sanità. Al termine la visione del film girato nel quartiere Sanità “I Moti Spontanei” in concorso al Festival di Buenos Aires (Argentina)
Scarica la locandina



leggifilmsanità

"LA DECIMA VITTIMA"
di Elio Petri


strategia rifiuti zero

Riduzione quando fai la spesa, preferisci prodotti senza imballaggi, produrrai meno rifiuti; quando fai la spesa, usa il sacchetto di stoffa, così non dovrai buttarlo; quando fai la spesa, evita di comprare prodotti usa e getta. Riuso: se scegli prodotti alla spina (alimentari, detersivi, ecc.) userai sempre gli stessi contenitori e produrrai meno rifiuti; sai che una volta esisteva il vuoto a rendere? L’olio usato delle fritture viene trasformato in candele, saponi biodiesel, ecc. Riciclaggio: i rifiuto organici (avanzi di cibo, ecc) diventano concime attraverso il compostaggio; la carta usata ridiventa carta nuova; il vetro va alle vetrerie; i metalli vengono fusi e riutilizzati; il legno va ai mobilifici; la plastica diventa mille nuovi prodotti; da tutto il resto indifferenziato si ricava materiale edilizio. Osservare questi principi ci fa risparmiare energia, produrre nuovi prodotti ne costa di più di quanta ne occorre per riciclarli! Se è possibile quindi trattare i rifiuti in questo modo, è proprio necessario incendiarli o sversarli in discarica? NON INQUINARE LA TUA CITTA’ Per il ritiro a domicilio dei tuoi rifiuti ingombranti: cucine, lavatrici, lavastoviglie, frigoriferi, congelatori, condizionatori, televisori e monitor, elettrodomestici, apparecchiature informatiche. Ingombranti: mobili, materassi, reti, quadri, specchi, tappezzerie, manufatti in ferro o in legno (termosifoni, porte, balaustre). CHIAMA IL NUMERO VERDE DELL’ASIA 800 16 10 10 Per tutto ciò che non riesci a riciclare esistono adesso le isole ecologiche (Colli Aminei, via Saveri Gatto e Ponticelli, via Emilio Salgari). ECCO COSA PUOI PORTARE:
vetro in lastre e damigiane, apparecchiature di illuminazione (faretti, neon, lampadine), pile usate e batterie, cellulari, farmaci scaduti, batterie auto, abiti dimessi, carta, cartone, multimateriale, cassette di plastica o legno, sfalci di potatura ( scarti di giardini, piante, fiori, erba), olio minerale (lubrificanti), toner per stampanti. [Meetup Napoli – www.meetupnapoli.org]