basta guerre
a parigi ci giochiamo tutto
nubifragio alla sanità
stupidità indifferenziata
mentre il contrario è del tutto impossibile". [W. A.]
Ecco cosa c'era per le strade del rione ieri l'altro, oltre all'amianto
(quest'ultimo non è stato ancora rimosso).
il vetro
ATTENZIONE: NON ABBANDONARE MAI IN PROSSIMITA' DELLE CAMPANE DI VETRO, LASTRE, SPECCHI, BOCCIONI E DAMIGIANE.
rio+20 benvenuti
Due vertici. La Cupola dos Povos fatta di indigeni, di poveri, di cittadini, di associazioni. Mentre la “Cupola dos Ricos” è collocata nel cuore della ricchezza di Rio. Una vera e propria apartheid. “Loro sono al centro, a Tigiuca”, ha detto il prof. Bonaventura de Souza. “Il circo del’Onu”, li ha definiti il prof. Martinez-Alier, che non decide mai nulla!”. Infatti l’impressione che abbiamo ora è che il Vertice della Terra rischia di essere un altro fallimento. Fra l’altro non hanno partecipato né Obama né la Merkel.
Ma la speranza non viene da lì, viene invece dai poveri, dagli indigeni, dalla cittadinanza attiva. E’ stato incredibile per me trovare Aterro de Flamengo così tanta vivacità, dibattiti, reti, campagne… Un’immensa fiera dell’inventiva umana, di culture, di associazioni… E’ la stessa impressione che ho avuto quella stessa mattina partecipando ad un dibattito, promosso da Rigas (Rete italiana per la giustizia sociale e ambientale), sui nuovi paradigmi necessari per rispondere alle sfide della giustizia non solo distributiva ma anche ambientale. Vi hanno partecipato il teologo brasiliano Leonardo Boff, lo spagnolo prof. J. Martinez-Alier, l’economista portoghese Bonaventura de Souza, il coordinatore di Rigas Giuseppe de Marzo. Lavori presieduti da Marica de Pierri, dell’associazione “A Sud”, nella sala strapiena del Musero di arte moderna. “Il Pil non può più essere l’indicatore per l’economia, ha detto il noto economista Martinez, dobbiamo andare verso la prosperità senza crescita, secondo quanto teorizzato dall’economista Usa Tim Jakson”. Martinez ha avuto parole di elogio e di sostegno per le due esperienza latinoamericane di Ecuador e Bolivia.
Boff è partito citando Einstien: “Non si può pensare che chi ha creato la crisi trovi anche la soluzione”. Né si può accertate come principio etico quello del nostro vivere bene occidentale perché “questo ha significato vivere male per miliardi di persone”. Per uscire dall’attuale crisi, Boff ha elencato 4 principi fondamentali: a) ogni essere ha un valore intrinseco che deve essere rispettato; b) il dovere di prendersi cura di ciò che ci circonda; c) una responsabilità planetaria; d) cooperazione e solidarietà universali. Ha sottolineato che non si può produrre per accumulare ma solo per condividere. Giuseppe de Marzo ha ribadito che l’attuale crisi nasce dal non aver riconosciuto la natura e i diritti della Madre Terra. Ha urlato: “Noi siamo la terra. Basta con la crescita”. Personalmente ho portato a conoscenza dell’assemblea le lotte popolari italiane sull’acqua con il referendum e sui rifiuti con la resistenza alle megadiscariche e agli inceneritori, per muoverci invece verso il riciclaggio totale. Infine il prof. De Souza ha definito la green economy “il cavallo di Troia del capitalismo mondiale” e ha messo tutti in guardia tutti che “bisogna cambiare il potere prima di prenderlo”.
Questa di Rio è stata una tavola rotonda molto valida che prelude a tanti incontri. Provocazioni queste importanti anche per noi comboniani, a Rio siamo una trentina, che dobbiamo riuscire ad includere pienamente queste tematiche nel nostro fare missione. [alex zanotelli]
morte bianca e a colori
Muoiono sempre gli stessi! Per amor del cielo non voglio dire che la morte sia a vantaggio di uno e/o a favore di un altro, ma le differenze si sentono e si vedono, si percepiscono e si capiscono. Anche le malattie sono differenti: nel senso che un infarto è differente se a beccarlo è un Cassano qualunque; se un incidente ha coinvolto invece super Sic o due operai di somma Vesuviana le differenze salgono a dismisura. Contegno, contegno! C’è sempre la giustizia divina! Ma? Sarà così, io non ci vedo nulla di differente.
Un momento, un momento, adiamo per ordine. Non c’è differenza tra malato e malato, l’essere umano è uguale biologicamente e non ideologicamente. Morire a 24 anni dispiace, morire come Taricone è disarmante, morire sul lavoro è indifferente, morire come Amy Winehouse è … non mi viene il termine.
Il prestigio è differente, l’ambiente è differente, la sostanza è differente quando ad indignarsi sono migliaia se non milioni di persone. Tutti i giorni si muore in bianco ma questa è storia vecchia, non è paradossale come quella del papa che, dopo essere vissuto nella ricchezza, servito e riverito, amato e adorato se non idolatrato, poi alla fine si fa seppellire in un’umile cassa di legno.
Allora diamo a cesare quello che è di Francesco. Oggi volevo scrivere della bella brutta prestazione del Napoli ieri a Monaco. Ma lasciamo stare, cosa avrei potuto dire? Nel ricordo del 3 a 2 ripenso alla mia solitudine, facendo zapping ieri niente fiori per gli operai, niente di niente. Auguri Cassano. [+blogger]