Continuavo imperterrito ad andare al corso anche se dopo la prima esperienza i mie amici mi consigliano di restare a casa. Il secondo giorno la “direttrice” domandò un po’ a tutti i partecipanti che cosa avessero intenzione di rinunciare, “visto che il matrimonio è rinuncia e sacrifici”; l’esempio della donna che ci guidava fu straordinario: “quando mi sono sposata mio marito, che è un grande naturalista, ossia che ama molto la natura, ha dovuto rinunciare alla caccia, sì, perché lui cacciava ma a me non piaceva, allora per amore ha rinunciato”. Straorinario. Vi assicuro che non sto inventando nulla. Quando venne il mio turno, risposi che non avevo voglia di rinunciare proprio a nulla, fui così subito etichettato miseramente e compassionevolmente. La mia futura moglie veniva vista come santa Sara che doveva tenere a bada un diavolo tentatore.
Quando, in uno di questi
incontri, ricordo casualmente che c’era anche il prete, dissi che volevo
sposarmi con il rito misto perché avevo abbandonato la fede cattolica, Satana Trismegisto
venne a farci visita proprio in quell’istante, negli occhi degli insegnanti e
del prete c’era così tanta commiserazione da far pietrificare un chilo di burro
al sole cocente. La tragicità comunque la vissi anche io. Fino a quel momento avevo
voglia di ridere anche se era un riso amaro, ma l’incontro con una donna che
venne solo per l’occasione a spigarci le conseguenze dell’aborto fu disarmante,
alla fine avevo voglia di gridare, di scoppiare. Ci illustrò, sempre attraverso
un filmato, foto di bambini spezzati, testa, gambe, braccia squarciate, avevo
voglia di vomitare; ci disse che il preservativo generava malattie, che le
pillole creavano tumori, malformazione, e che l’aborto era un omicidio
preterintenzionale.
Feci alcune domande, ebbi riposte
che mi rattristiscono ancora di più. Mi scusi, se una bambina di 12 anni
viene violentata, che fa? Risposta: “la faccio partorire e poi do il
bambino in adozione”. E se viene violentata dal padre? Risposta: un po’ confusa, “devo trovarmi in
quella situazione per decidere”. Deve ammettere che se è vero che non “uccide”
comunque genera dolore!? Risposta: vacua, incomprensibile. Alla fine del
corso il prete che doveva concludere “l’anno accademico” disse davanti a tutti
che io avevo firmato una carta dove avevo dichiarato che ero per la vita e
quindi ero contro l’aborto; quando gli feci notare che essere per la vita è
differente, che significa qualcos’altro, lui mi accusò di essere un anarchico.
Eppure gli avevo detto più volte che ero credente, ma l’anarchico non so
proprio dove gli uscì fuori. Ricordo che la mia ragazza, oggi per fortuna mia
moglie, (ah, non ho detto che la torturo ogni giorno, adesso posso farlo, ho le
carte in regola), uscì piangendo dalla sala e poi dalla chiesa. Non so cosa
significassero quelle lacrima ma una cosa è certa, avevano creato
incomprensione, distacco, divisione, malumore, alcune cause originarie delle
guerre, del razzismo, e dei massacri.
NB - Sotto, sotto, devo dire però che la funzione in
chiesa fu bellissima, a sposarmi fu il comboniano Alex Zanotelli… una funzione
differente, emozionante e molto partecipata. Comunque gli inconvenienti in
quella chiesa sembravano non finire mai. Arrivò la sposa, ma dovette sostare
per un quarto d’ora fuori all’ingresso aspettando i testimoni. Quest’ultimi si
erano dimenticati le fedi, impossibile tornare indietro e riprenderle.
Una idea “straordinaria” di qualcuno che strappò gli anelli dei compari che si
erano sposati 10 mesi prima e li mise sul cuscino rituale. Alla fine spiegai ad
Alex quello che era successo e gli dissi: ma questo matrimonio è valido? E no, no cari, l’altro giorno ho scoperto che al Comune mia moglie è sposata con
un’altra persona... un errore di trascrizione. [+blogger]