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La morte sui social

Una nuova forma di elaborazione del lutto sostituisce in parte il lamento rituale e la tristezza individuale. Una condizione di "benessere" e condivisione che trasporta il caro estinto nel mondo dei morti. Faccine tristi, che lacrimano, che piangono ininterrottamente, un segno di preghiera, una poesia, una foto, scritte con "ciao mamma, ciao papà, caro zio, caro amico...". 

Una condizione esistenziale scandisce l'ultimo rito di passaggio, la forma prende un nuovo corpo immateriale, l'effetto è quello di lenire il dolore rimandandolo a pezzetti nel cyberspace. Lo scandalo della morte condivisa nell'etere, che attraversa confini inimmaginabili, così come il pensiero, è forma ancestrale che unisce la sorte, che si adopera per definirla, per resisterla, per vincerla.

Una forma di dolore collettivo che lenisce all'aumentare dello spazio. La solidarietà placa il dispiacere, da sempre essa rende gli uomini più forti e la vita meno dura. Dio si manifesta alle persone, prima attraverso la condivisione affettiva, oggi anche con la condivisione digitale. La vita liquida è permanente, è vita reale, è gruppo di scambio nella buona e nella cattiva sorte.

Internet è la nostra vita, ci rende più forti e forse meno soli. In realtà si può anche affermare il contrario, che la visibilità, proprio perché liquida, è inesistente. Un fatto è certo. Ogni forma di comunicazione scandisce una rottura, una forma di concretizzazione che legittima e unisce, proprio per questo essa è collante sociale per l'esistenza. Che sia un bene o un male questo dipende dalle circostanze, che sia indispensabile è una verità. [+blogger]

nubifragio alla sanità

Attenzione il temporale di poco fa ha fatto cadere alcuni calcinacci e pezzi di ETERNIT alla fine di via S.M. Antesaecula.



amianto indiscriminato

ATTENZIONE 

Amianto buttato in modo indiscriminato alla via santa Maria Antesaecula altezza UOSM  Istituto d'Igiene Mentale distretto 49


Telefoniamo e denunciamo a chi di competenza
Clikka qui

  



l'onnipotente

Giovedì sera, verso le 19 meno dieci, un’automobile dei carabinieri si è incendiata alla via Foria, direzione Museo, quasi all’incrocio di via Duomo. Mentre camminavo, osservavo con maggior intensità la macchia di fumo che si levava, prima biancastra poi sempre più nera, spargendosi ovunque.  Da una parte e dall’altra il traffico era paralizzato, in pochissimi secondi era arrivata la macchina dei pompieri, anche se prima avevo visto alcune persone che, con un estintore, cercavano di spegnere il fuoco. Per fortuna, si fa per dire, che indossavo la mascherina, l’odore di ferro, di plastica, di batteria, di fili era fortissimo e non riuscivo a capire come tanta gente fosse ferma a guardare…e respirare.

Ad un certo punto, quando il fumo era passato, fermo immobile sulla vespa senza poter andare avanti né indietro, ho girato la testa dal lato opposto e mi sono ritrovato al cento di una situazione ancora più sensazionale: decine, se non centinaia di mani alzate puntate verso l’auto in fiamme. In primis pensavo ad un corteo di anarchici, fieri dell’avvenuto rogo, poi ad una rivolta camorristica… ma al di là dei miei pensieri assurdi, la gente continuava a correre per alzare le mani, era il più classico delle rappresentazioni di quest’epoca straordinaria:  filmavano con i loro telefonini l’evento “miracoloso”.

La differenza nell’era digitale era (è) questa. Assicurandomi che nessuno fosse ferito, la reazione che più mi aveva sorpreso erano i cellulari, nell’aria offuscata, di ogni marca, colore dimensione, qualcuno aveva anche il tablet. Anch’io ero stato filmato frapponendomi inconsapevolmente tra l’auto e i filmekers. Il digitale permette a tutti di vivere e rivivere continuamente, di immortalare ogni cosa ovunque e sempre, di condizionare moltiplicando il reale, una super realtà divina, onnipotente, onnisciente, magica. Finalmente siamo arrivati al capolinea, la morte è stata sconfitta, l’originario desiderio dell’uomo, quello di sentirsi onnipotente, è arrivato. [+blogger]

africa contro africa










immotivata chiusura dell'ascensore

Da diversi giorni l’ascensore dalla via sanità è chiusa al pubblico per motivi reconditi, nessuno conosce il perché, tanto è vero che la III Municipalità ha affisso manifestini per tutto il quartiere chiedendo spiegazioni a riguardo, anche se per adesso, pare, non sono arrivate notizie utili.

Alla chiusura della suddetta per motivi straordinari è prevista una navetta ANM, ogni 10minuti circa e senza sosta obbligatoria, che dalla via Sanità alla via santa Teresa e viceversa, accompagna gratuitamente le persone che fanno uso quotidiano dell’ascensore.

Questo grave disagio, senza avvertimento né preavviso, è inspiegabile e fuorilegge. Ricordando che sono centinaia le persone anziane che si recano all’Asl di Corso Amedeo di Savoia e all’unica posta del rione che è autorizzata a spedir e pacchi, raccomandate, ed è aperta fino alle ore 18. [+blogger]      

condanno i rom

Una semplice bugia e un campo rom bruciato. Paura della condanna e un rogo inevitabile. A Torino la ragazza ha confessato poi si è scusata con i rom. Restano i brandelli illuminati di rosso, restano briciole di case puzzolenti, l‘efferata violenze padrona della stupidità e dell’abbandono.

Anche a Ponticelli è accaduta una cosa del genere, non una violenza inventata però, solo un mitico rapimento senza nulla a pretendere. Anche qui un rogo inavvertito e sentenziato. “I rom bevono, non si lavano, sono sporchi, sfruttano e rubano i bambini”.

Una cameriera nera di un albergo di New York denuncia di violenza sessuale uno degli uomini più potenti del mondo, un certo Dominique Strauss-Kahn. Questa volta nessuno si scomoda per incendiare la sua casa. Lui è sempre l’ex direttore del Fondo Monetario Internazionale. [+blogger]