la società del moussakas

Per descrivere i processi d’integrazione tra etnie i sociologi usano diverse metafore. Per esempio, la società statunitense, formata da immigrati provenienti da tutto il mondo in epoche diverse e assimilati a un modello culturale unico, era paragonata a un crogiolo, il famoso melting pot. Altri esperti usano la metafora culinaria della salad bowl, l’insalatiera contenente vari tipi di verdure che condite insieme hanno un sapore armonioso. Anche il moussakàs, piatto completo dal sapore unico (anzi, epico), può essere paragonato a una società in evoluzione, che passa dal modello multiculturale a quello interculturale. Per la preparazione del moussakàs bisogna disporre in una teglia tre strati di cibi differenti, cucinati in maniera diversa. Il primo strato è di melanzane fritte, anche se alcuni usano le patate. Sopra, dopo una spolverata di parmigiano, si mette uno strato di ragù e infine, dopo un’altra spolverata di parmigiano, si aggiunge la besciamella. Il moussakàs è multiculturale perché i suoi ingredienti vengono da diverse parti del mondo. La melanzana è d’origine asiatica, la patata proviene dagli altopiani andini, il pomodoro – che gli aztechi chiamavano tomatl – viene dall’America centrale, il parmigiano è italiano, la besciamella è una salsa rainata d’ideazione francese e la carne macinata del ragù è la migliore, quella del luogo. L’olio di oliva non può che essere mediterraneo. Quando gli strati sono pronti, si mette tutto in forno per circa mezz’ora. L’olio che unisce Oltre a essere multiculturale, il moussakàs è l’esempio concreto di una società interculturale. I suoi ingredienti non sono schiacciati, spremuti o pestati. I componenti di questa società comunicano tra loro senza perdere identità, pur essendo di origini diverse. Ogni ingrediente è insaporito dall’olio di oliva, che mette in relazione i diversi sapori e ne facilita la convivenza. Si dice del moussakàs che diventa migliore il giorno dopo la cottura. L’interculturalità è un processo che ha bisogno di tempo per crescere e maturare. Ma, intanto, bisogna cominciare. [Internazionale N819 - Helene Paraskeva è una scrittrice nata ad Atene. Vive a Roma dal 1975]

5 commenti:

Anonimo ha detto...

+multiculturalismo di questo...

Anonimo ha detto...

l'internazionale è un giornale che leggo volentieri. è obiettivo, seplice, diretto. visto che la stampa italiana è poco riguardevole e prima di critica, prorpongo di pubblicare più spesso artcoli di questo genenre.

Helene Paraskeva ha detto...

COMPLIMENTI

Anonimo ha detto...

SONO D'ACCORDO
LA SEZIONE ITALIENI DELL'INTERNAZIONALE è MOLTO INTELLIGENTE

Paolone ha detto...

un periodo nero per gli immigrati. con al governo i leghisti e maroni, berlusconi e brunetta cittadini di altre nazionalità fanno a gara per scappare da un paese arretrato e super corrotto.