Visualizzazione post con etichetta abuso. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta abuso. Mostra tutti i post

l'essenziale è invisibile agli occhi

Ancora una volta e per l’ennesima volta mi sono ritrovata  in una discussione, questa volta con un signore di Varese, a proposito di Napoli. Dopo la solita frase “ Napoli e’ una bella città peccato che…” ho dovuto “subire” la lista conosciuta dei luoghi comuni: la città bella ma la gente incivile, il Napoletano furbo , talmente furbo che si inventa la maglietta con la finta cintura di sicurezza, “Le Iene” hanno fatto uno speciale , (come non credere alle iene !) che mostra come a Pompei le guide abbiano tutte  il tesserino falso, il problema dei rifiuti  e questo gravissimo problema del Napoletano che è  fondamentalmente incapace di capire cosa sia la raccolta differenziata.  Dimentico qualcosa? Si, sicuramente ma meglio cosi’ (il mio cervello resetta sempre il peggio, meccanismo di difesa )

Mentre cercavo invano di smantellare questi luoghi comuni, (guarda veramente, non ho mai visto nessuno con questa maglietta con la finta cintura, ma forse Napoli e’ sporca , ma sara’ anche per la cattiva manutenzione o dei pochi mezzi a disposizione per pulire le strade no?, la mia famiglia continua a fare raccolta differenziata nonostante non ci sia un ciclo di smaltimento che rende possible un vero riciclo dei rifiuti… eppure perseveriamo ecc ecc) mi arriva come una pioggia fredda la frase finale e totalizzante: “ Si, lo so ma questo e’ un problema vostro , non volete ammettere che queste critiche sono la pura Verità”. La Verità, con la V maiuscola e  il detentore della Verità , il signore di Varese.

Ero ad una cena di lavoro, stanca e con la mente non lucida e ho smesso subito  di combattere. Tanto mi sono detta, queste convinzioni si avvicinano piu’ a delle credenze  che alle conoscenza. E’ come spiegare ad un superstizioso che il gatto nero, il povero ignaro gatto nero, non ha mai portato sfortuna a nessuno, puoi portare tutte le prove scientifiche del caso ma non servirebbe a nulla! Pero’ poi qualche tempo dopo questa discussione mi ha fatto riflettere.  Anche a me è capitato di fare feroci critiche alla mia città: “ma che mass r’incivile, ‘o Vesuvie l’avessa rasà  sta città, Ma che gente assurda!  ma che gente arretrata!“, e  a quanti amici napoletani ho sentito formulare le stesse critiche, ed io lì ad annuire, “sì, veramente, che città di me…” Allora mi sono  sono chiesta il perché non sia innervosita  da queste considerazioni quando è un napoletano che le esprime. Forse perché: “solo un napoletano può criticare Napoli?" Non e’ solo questo.

Adesso lo so , se fossi stata più lucida quel giorno avrei detto al signore di Varese: “Sa, anche i napoletani criticano ferocemente la citta’ dove vivono, e “sopravvivono” , ma la differenza è che… bhé, faccio un esempio:  immagini che stasera le capiti di incrociare una donna per caso,  è brutta, volgare, fuori luogo, fra sè e sè lei pensa : “che cattivo gusto, quant’e’ brutta, ma come si veste, ma quanto e’ stupida ecc, ecc…”  Ecco, adesso immagini una situazione completamente diversa : un litigio con sua  moglie, oppure, una persona che ama, un litigio scaturito  per un motivo o per un altro, perché  qualcosa è capitato  che l’ha innervosita - allora succede che si arrabbia con questa persona,  le viene  «il sangue amaro», le dice: “ma quanto sei stupida” (ma bisogna sempre evitare di dirlo, non e’ chic), o “mi hai fatto fare una brutta figura“, con “questo vestito sei troppo volgare”, “sparisci, non ti sopporto stasera“…  Le due critiche sono simili eppure è indubbio che  nascono da e con  spirito diverso.


La prima e’ una critica fatta senza conoscenza, una critica basata sull’apparenza e quindi  formulata nell’ignoranza. E soprattutto non le cambierà la vita, il giorno dopo la donna degna di critiche l'ha  già dimenticata. La seconda critica invece, è una critica di rabbia, di insoddisfazione, deriva dalla conoscenza e dalla consapevolezza che la persona che ama non si valorizza, potrebbe essere migliore, ma  non ci riesce (ai suoi occhi). Questo tipo di critica seppur formulata con rabbia ha comunque il pregio di portare in sé qualcosa di importante: il desiderio di un cambiamento. E' una critica sì, ma è anche una rivolta, è  allo stesso tempo un desiderio, un rimpianto e un rimorso. Le due critiche possono essere simili nella formulazione, ma è  l’amore che si porta nella critica che le differenzia.  Ecco, caro signore, l'essenziale.  Non si vede, ma si sente.-  "L'essenziale è invisibile agli occhi" dice il piccolo principe nel racconto di Saint Exupery. [l. f.] 

il decreto del fare

Una violazione alla sicurezza sul lavoro. La scorsa settimana, alla Commissione Lavoro della Camera, purtroppo, soltanto una forza politica ha votato contro il D.Lgs. 69 del 21/6/2013 (Decreto del Fare), che, tra i tanti e frettolosi provvedimenti, introduce anche modifiche alla materia della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Gli Art. 32,35,38 e 42 di tale Decreto Legislativo di fatto vanno a modificare concetti essenziali come quello del Duvri, delle procedure standardizzate,  del Psc e Pos, della Informazione, della comunicazione degli infortuni gravi o mortali, per ultimo, degli adempimenti per lo smaltimento di agenti chimici inquinanti

In qualità di lavoratore ed RLS non posso esimermi dall’esprimere il più forte e totale dissenso a tale manovra. In un clima politico che ha mostrato il tentativo di barattare il diritto alla salute con il diritto al lavoro (vedi questione ILVA) risulta inaccettabile la modalità di procedere attraverso D.Lgs, e si assiste,  senza alcun confronto con le parti sociali,  alla mancata attivazione della conferenza Stato Regioni, con palese violazione dell’Art. 117 della Costituzione. Inutile evidenziare il puntuale annullamento della Commissione Consultiva Permanente. E se i dati del rapporto annuale INAIL parlano di diminuzione di infortuni è solo perché esiste una diminuzione di offerta di lavoro ed una palese e diffusissima paura alla denuncia dell’infortunio. Lo scrive chi lavora e vive al sud, e come tale assiste sempre più ad una accentuata differenza nord-sud. Non è più possibile assistere ad incidenti mortali, a patologie fantasma ed alla eliminazione del diritto alla salute! Non è più comprensibile il silenzio su questa materia mostrato dalla maggioranza delle forze politiche! Il Decreto del Fare dovrà essere tramutato in legge nella seconda metà di agosto e queste brevi righe vogliono essere un appello per tutti coloro che, operando nei luoghi di lavoro, nelle associazioni e nelle forze politiche, hanno maturato la giusta sensibilità per difendere, per l’ennesima volta l’attacco al diritto alla salute ed al lavoro.  [lucio criscuolo] 

Per ulteriori approfondimenti sul decreto e le sue modifiche scrivete all'autore, l'indirizzo di posta elettronico è: lucio.criscuolo@alice.it

"l'ascensore", di alfred hitchcock


Questa cosa senza ritegno e con pusillanimità, senza aver paura di essere licenziata, chiude le porte indiscriminatamente, creando panico e incertezza... credo che sia una razzista e che vada cacciata per vilipendio e offesa all'onore. Cittadini del quartiere sanità, SNOBBATELA! 


l'europa torna indietro

Angela Merkel ci aveva messo in guardia già nel 2009: non aspettiamoci miracoli, perché nessuna decisione politica, per quanto coraggiosa, potrà scongiurare il crollo dell’economia europea. A quel tempo la cancelliera era l’unica a presagire il futuro in questi termini. Oggi ci si accorge invece che aveva visto giusto, commenta Nicolas Veron, esperto dell’istituto Bruegel di Bruxelles. A cinque anni dall’inizio della crisi, la situazione economica dell’Unione resta drammatica: sono in recessione 17 paesi membri su 27. Nei paesi colpiti più duramente dalla crisi, come Spagna o Portogallo, dovrà passare almeno una generazione prima che si riesca a compensare il calo del livello di vita. Un simile lasso di tempo potrà rivelarsi insostenibile per l’Ue. Per la prima volta dalla sua creazione l’Unione europea, contrariamente alla zona euro, rischia di disgregarsi. 

Di mese in mese questo scenario si fa sempre più evidente, senza che si possa dire quale processo – quello della costruzione di un’Eurolandia forte intorno alla Germania, o quello della disintegrazione del blocco dei paesi euroscettici, Regno Unito in testa – prenderà il sopravvento sull’altro. Una cosa è certa : questi sviluppi non sono quelli che Angela Merkel auspicava e che anzi ha tentato in ogni modo di impedire. In particolare, la cancelliera voleva che la nuova Unione più integrata facesse posto a tutti gli effetti alla Polonia e ad altri stati dell’Europa centrale, paesi che costituiscono per la Repubblica federale non soltanto una base industriale (le aziende tedesche vi hanno delocalizzato buona parte della loro produzione), ma fungono anche da alleati nel Consiglio dell’Ue quando insieme a Berlino sostengono riforme strutturali e responsabilità di bilancio. Il progetto di questa Europa, tuttavia, è fallito. Sotto la pressione dei mercati, i dirigenti della zona euro hanno gettato le basi di un sistema istituzionale della zona euro con una supervisione bancaria, un controllo della politica monetaria e un budget indipendente. 

Queste misure dovevano costituire il minimo vitale per garantire il buon funzionamento della zona euro, senza arrecare danno ai fondamenti dell’Unione europea. Oggi possiamo constatare che si tratta di un’ipotesi irrealistica, ammette Cinzia Alcidi del Ceps (Center for european policy studies). La situazione particolarmente rischiosa riguarda la pietra angolare dell’integrazione, il mercato unico. Nei paesi nei quali lo stato dell’economia ispira la fiducia degli investitori, per esempio Germania e Paesi Bassi, le spese dei crediti contratti dagli imprenditori sono notevolmente inferiori a quelle dei paesi della periferia dell’Ue. Non si può più parlare pertanto di una concorrenza alla pari, a favore della quale Bruxelles ha operato negli ultimi cinquant’anni. Altra constatazione fallimentare è quella relativa al flop del modello europeo mirante a un certo equilibrio nei livelli di vita all’interno dell’Unione. 

Grazie ai fondi strutturali, ma anche garantendo libero accesso al mercato dell’Ue per tutte le entità economiche, si è effettivamente riusciti a limitare gli squilibri negli standard di vita dei vari paesi europei. La Grecia, per esempio, fino al 2009 poteva vantare un reddito pro capite corrispondente al 94 per cento della media dell’Union, non troppo distante da quello della Germania (115 per cento). Ma oggi i divari tra questi due paesi si sono enormemente accresciuti: il livello di vita in Grecia è sceso al 75 per cento, raggiungendo uno standard equiparabile a quello della Polonia, mentre quello della Germania è decollato al 125 per cento. Secondo le stime degli economisti, queste disuguaglianze si acuiranno ancor più negli anni a venire. 

Quest’evoluzione implica che gli interessi degli stati membri saranno sempre più divergenti. Mentre romeni, bulgari, greci e portoghesi cercheranno di garantire la sopravvivenza delle loro popolazioni, la Germania e la Svezia preferiranno mettere l’accento sulle questioni ambientali e le fonti alternative di energia. Secondo Veron sarà come dialogare tra sordi. La crisi ha eliminato anche un altro grande risultato dell’integrazione: il modello sociale europeo, che il mondo intero ci invidiava. I tagli di bilancio che si sono susseguiti non soltanto in Spagna e in Grecia, ma anche in Francia e nel Regno Unito, generano una drastica riduzione delle garanzie sociali, in materia di diritto del lavoro, di pensioni, di disoccupazione, e creano di conseguenza una generazione di giovani privi di prospettive di un impiego stabile, senza i presupposti materiali per poter mettere su famiglia. Berlino resta sola Perfino il quotidiano filoeuropeo Der Spiegel ammette apertamente che il centro decisionale dell’Ue si è spostato da Bruxelles a Berlino. Ciò è avvenuto senza alcuna particolare pressione da parte dei tedeschi, ma per esclusione. 

Tra i sei paesi più importanti dell’Ue, due – Italia e Spagna – non sono neppure stati presi in considerazione a causa dei loro enormi problemi economici. Il Regno Unito, invece, si è autoescluso da solo. Quanto alla Polonia, in ragione del suo potenziale economico ancora troppo debole e del fatto che non fa parte della zona euro, non può pretendere di rivestire un ruolo chiave. Per un certo periodo è sembrato che l’Europa fosse dominata dal tandem franco-tedesco, il famoso “Merkozy”. Ma dall’elezione del nuovo presidente francese François Hollande è diventato chiaro che Parigi, a fronte di grossi problemi economici, non è in grado di trattare da pari a pari con la Germania. Berlino, dunque, è rimasta sola sul campo di battaglia. Focalizzata sui propri problemi, l’Europa non riesce a occuparsi di quelli altrui. Di conseguenza la disintegrazione della politica estera comunitaria è un’altra cupa profezia che si avvera sotto i nostri occhi. 

L’evoluzione autoritaria dell’Ucraina, la situazione drammatica della Siria, l’abbandono della lotta per i diritti dell’uomo in Cina sono soltanto alcuni esempi dell’impotenza dell’Ue. Nel frattempo la questione dei futuri allargamenti dell’Ue è stata accantonata: l’adesione all’Unione ormai sarebbe concepibile soltanto per i paesi dei Balcani che si trovano all’interno dei confini dell’Europa. L’offerta più ambiziosa, in particolare nei riguardi dei paesi dell’ex Unione Sovietica e della Turchia, non è più all’ordine del giorno. A cinque anni dallo scoppio della crisi l’Europa sopravvive, almeno per ora. Ma le perdite sono astronomiche e l’Unione europea è regredita sulla strada dell’integrazione per imbattersi in quegli stessi problemi che credeva di aver risolto 30 o 40 anni fa. Ormai perfino gli ottimisti dicono: “Purché le cose non peggiorino”. [di Jędrzej Bielecki, traduzione di Anna Bissanti - fonte: presseurop.eu ]

denunciamo tutti

"Il peggior peccato contro i nostri simili non è l'odio, ma l'indifferenza: 
questa è l'essenza della disumanità" [George Bernard Shaw]

Il Comune di Napoli: quante raccomandazioni per i cittadini: sono già due settimane che abbiamo mandato decine di mail ambiente@comune.napoli.it e diverse telefonate fatte all'ASL (anche da parte del direttore della UOSM Istituto di Igiene Mentale distretto 49) per la rimozione dell'amianto (vedi link), anche Repubblica (vedi nell'area blog rione sanità di facebook) ne ha parlato ma nessuna risposta ancora né qualcuno che ci abbia contattato. 
Ci sono foto e filmati sia sull'area fb del quartieresanità sia sul blog e youtube, GRAZIE PER L'ATTENZIONE. Vorrei sapere chi consigliere della III Municipalità ha denunciato tavole di eternit buttate così per strada in modo indiscriminato, se il referente del comune ha segnalato alle autorità di competenza,    per cortesia dateci un riferimento è vergognoso che se ne occupino i cittadini e non le istituzioni, lo stiamo segnalando da più di una settimana, RISPONDETECI. parte una denuncia alla procura. Altro link di riferimento. [+blogger]

vico equense

Domenica scorsa ho preso la mia vespa 150px di anni 26 e assieme a Sara sono andato al mare. Non sapevo esattamente dove, anche perché odio quasi tutte le spiagge di Napoli, non perché siano brutte ma per il fatto che sono state quasi tutte privatizzate e diverse anche abusivamente. Mentre guidavo mi sono ricordato di una bellissima spiaggetta libera a Vico Equense, ci andavo con i miei amici, Stefano, Ciro, Lucia, Antonella, circa 20anni fa. Appena arrivati con la circumvesuviana pochi metri e sulla sinistra si scendeva per circa un chilometro, una faticata non indifferente poi a ripercorrerla in salita al ritorno.

Stavolta stavo con la vespa ed è stato un gioco da ragazzi arrivare. Ero entusiasta, raccontavo a mia moglie le volte che siamo stati in questo bellissimo posto. Ma appena giù, tutto mi è sembrato diverso, anzi no, era davvero tutto cambiato. La spiaggia sotto la conca e gli scogli erano transennati, una sbarra limitava l’accesso, il parcheggio era a pagamento. Ombrelloni dello stesso colore delimitavano la spiaggia. Appena arrivati un tipo ci ha detto se volevamo il pedalò. Subito una donna ci ha chiesto se avevamo l’ombrellone. Intorno, diversi ristoranti avevano chiuso il passaggio con i tavoli all’aperto. C’erano pezzetti di spiaggia. A pochi metri una banchisa delimitava gli scogli e infondo barche, gommoni, e piccoli yachts.

Ci siamo fermati e abbiamo chiesto solo un ombrello che in realtà non avevamo. Desolazione, anche se il mare era ancora chiaro, verde come la vegetazione rimasta sulle colline e i promontori. Sulla spiaggia, ma in verità dei granelli non c’era quasi più nulla, pezzetti di vetro, carte, ruggine… abbiamo pensato di pulire. Alla fine una scenetta mi ha rallegrato vivamente. Mentre cercavo di prendere il sole, un uomo anziano parlava con 3 donne e due bambine, diceva che Napoli è una città sporca, che la gente è maleducata, che c’è inciviltà e prepotenza, mentre quelli di Vico Equense sono molto più civili. Intorno a lui, le donne che con i bambini avevano prima mangiato c’erano carte, bicchieri di plastica, lattine di birra, mozziconi di sigarette… [+blogger]

la paga dei poveri prof

Quanto sono pagati i professori ordinari al massimo livello? Qualcuno può pensare che in materia educativa siano più rilevanti altre domande. Come sono formati, reclutati e pagati gli insegnanti di scuola primaria e secondaria? Quanto si spende per il funzionamento delle scuole e delle università? E, per restare a queste, come sono reclutate e pagate le persone giovani?

Con molto puntiglio, a partire dal 2003 Philip Altbach, professore al Boston college, ha faticato per costruire un quadro comparativo attendibile degli stipendi dei full professors. Tra i maggiori specialisti mondiali di higher education, è convinto che questa sia una spia per capire le politiche reali dei paesi. Ha superato reticenze, tabù, diversità dei sistemi di pagamento e tassazione, difficoltà nel comparare le cifre per la diversità di redditi medi e potere d’acquisto, di cui ha cercato di tener conto.

Con un’équipe internazionale Altbach ha infine pubblicato nei mesi scorsi Paying the professoriate. A global comparison of compensation and contracts. Tra saggi introduttivi e una conclusione d’insieme ci sono analisi di ventotto paesi a cura di specialisti indigeni (per l’Italia Gilberto Capano e Gianfranco Rebora). I risultati destano qualche sorpresa. Gli Stati Uniti non sono l’eldorado delle retribuzioni. Nei paesi del Bric ci sono stipendi da fame. Quanto ai professori italiani, in un’università che va a pezzi, il loro stipendio lordo è, subito dopo il Canada, il più alto del mondo. [tullio de mauro - internazionale 964]

appello acqua

LA VOCE DEL SIGNORE TUONA SULLE ACQUE …” Così un’antica preghiera ebraica esaltava la presenza misteriosa di Dio anche sulle acque! (Salmo 29)

In questa torrida estate speravo proprio di darvi notizie rinfrescanti da Napoli sull’acqua. Il 31 luglio infatti c’era stato annunciato che finalmente si sarebbe realizzato il grande sogno napoletano e cioè che finalmente ARIN spa (la società che gestisce l’acqua di Napoli) si trasformasse in un’Azienda Speciale (Acqua Bene Comune-Napoli). Il Consiglio Comunale aveva così votato il 26 ottobre 2011. Ma perché quel  voto diventasse realtà giuridica bisognava che l’Arin andasse a firmare il passaggio davanti al notaio. Ma le pressioni, da parte di potentati economico-finanziari, sono state talmente forti da impedirlo. Tant ‘è che il 31 luglio c’è stata sì una firma dal notaio, ma a una “condizione”, e cioè che entro il 15 novembre si faccia ‘un piano industriale e finanziario’, piano che non è stato elaborato dal novembre scorso! Il comitato dell’Acqua napoletano e campano, che dal 2004 ha lavorato con passione e ostinazione per questa trasformazione, dovrà ancora attendere prima di annunciare la buona notizia che Napoli è diventata la capitale dell’acqua pubblica. Con ansia attendiamo quel giorno!

Per fortuna che  a consolarci è arrivata la decisione della Corte Costituzionale (20 luglio) che dichiarava l’illegittimità dell’articolo 4 della Finanziaria-bis 2011. Infatti quell’articolo disponeva la possibilità per gli enti locali di liberalizzare i servizi pubblici. “Non si esagera dicendo che questa è una sentenza storica - ha scritto S.Rodotà - perché in concreto denuncia ed elimina una clamorosa frode del legislatore.” E’ la prima volta che, con tale nettezza, è stato affermato il diritto dei cittadini a veder rispettato il referendum. Questa è una straordinaria vittoria per il popolo dell’Acqua! Per questo è legittima la reazione dei cittadini di ribellarsi ai tentativi di violare la legalità fissata dal Referendum. Per cui sosteniamo con forza la campagna di ‘Obbedienza civile’ al Referendum, lanciata dal Forum italiano dei movimenti dell’acqua, che invita i cittadini italiani ad autoridursi del 7% le bollette dell’acqua. Dopo la sentenza della Corte Costituzionale, questa campagna ne esce rafforzata e deve estendersi su tutto il territorio nazionale, ove questo è possibile (contattare i comitati provinciale e regionali).

Altrettanto impellente, per me, diventa ora portare in Corte Costituzionale la ventilata multiutility dal Nord da realizzarsi attraverso al fusione di tutte le spa multiutility esistenti : A2A, Iren, Hera- Acegas-Aps…formando un mostro finanziario che gestirebbe i servizi pubblici dal Nord Italia. Chi porterà questo sgorbio in Corte perché venga dichiarato non costituzionale? Altra bella notizia: il Consiglio di Stato si è pronunciato il 24 luglio sulla vicenda dell’Acea, l’azienda  che gestisce l’acqua di Roma. Il sindaco di Roma Alemanno è deciso a vendere il 21% delle quote (il Comune di Roma ne detiene il 51%), il resto è in mano alla multinazionale Suez e a Caltagirone. I giudici del Consiglio di Stato hanno deciso che il sindaco non può farlo. Questo potrebbe segnare la sconfitta di Alemanno. E Roma potrebbe ottenere un’altra bella vittoria  per ‘Madre Acqua’!

Abbiamo bisogno di tante vittorie locali per forzare i partiti e il governo Monti a rispettare seriamente il Referendum. Per questo dobbiamo portare questa spinta propulsiva anche in Unione Europea. E’ questo lo scopo della prima iniziativa legislativa dal basso per costringere il Parlamento Europeo a portare le risorse idriche fuori dalle logiche del mercato. L’occasione è offerta dall’“Iniziativa dei cittadini europei” (ICE), uno strumento introdotto dal Trattato di Lisbona che assegna ai cittadini il diritto di proporre alla Commissione Euoropea atti legislativi sulle politiche di propria competenza. Per formulare la proposta sono necessarie un milione di firme in almeno sette paesi della UE. Per il momento la raccolta è aperta solo in forma cartacea.

Scaricare i moduli di raccolta firme. E’ una campagna importante questa in europa perché conosciamo l’enorme pressione delle multinazionali dell’acqua come vivendi, Suez,Coca-cola o Pepsi... stanno facendo sul Parlamento Europeo. Tocca a noi italiani che abbiamo vinto un Referendum sull’acqua dare una mano forte perché questo impegno dilaghi anche in Europa. Dobbiamo rimanere uniti! Solo rimanendo uniti possiamo vincere. E la speranza rinasce dal basso! [alex zanotelli]

il vetro

Il vetro è uno dei materiali più ecologici: il materiale prodotto attraverso il riciclo è infatti identico a quello prodotto ex novo e richiede tra l'altro temperature di fusione più basse, con conseguente risparmio energetico. Il vetro, però, non è assolutamente biodegradabile, cioè non si decompone in natura. Per cui se non viene recuperato, rimane per sempre sepolto in discarica. Pensate, dunque, la gravità del danno ambientale e dello spreco economico causati quando per pigrizia si butta nell’immondizia indifferenziata il vetro (vasetti, bottiglie) senza riciclarlo.

Dove viene raccolto?
Il vetro a Napoli viene raccolto, prevalentemente, attraverso l’utilizzo delle campane stradali. Solo pochi grandi produttori di vetro (bar, ristoranti ecc) utilizzano i bidoncini con il coperchio forato di colore verde. Il vetro può essere portato anche alle isole ecologiche.

Qual è il percorso del vetro? 
Il vetro una volta raccolto nella campana viene trasportato all’impianto di selezione poi alla vetreria, successivamente triturato e fuso infine trasformato in nuovi oggetti di vetro: bottiglie, barattoli e vasetti. 

Come differenziare il vetro?
Possono essere inseriti all'interno delle campane o nei bidoni delle bottiglie d’acqua, di vino e di olio, dei barattoli, flaconi e vasetti bicchieri, senza i tappi, i bicchieri anche se rotti.

Alcune raccomandazioni:
Preferiamo il vetro alla plastica. Riutilizziamolo più volte ad esempio compriamo dai negozianti che offrono vetro su cauzione (vuoto a rendere). Quando proprio abbiamo deciso di buttarlo: differenziamolo con queste avvertenze. Ricordiamoci di togliere il vetro da sacchetti di plastica o altri contenitori, prima di inserirli nella campana o nel bidone condominiale: contribuiremo così a ridurre i costi delle operazioni di selezione, che rendono il vetro pronto al riciclo; non è necessario risciacquare gli imballaggi in vetro prima di differenziarli, ma é molto importante svuotarli da eventuali residui. In questo modo eviterai di sprecare l’acqua che si usa industrialmente per ripulire il vetro da ricicla; non preoccuparti di eliminare etichette o altri accessori che non vengono via ma togli sempre tutto quello che è facilmente asportabile: tappi, coperchi ecc. Questa fase assicura che i nuovi contenitori di vetro prodotti dal riciclo presentino caratteristiche sempre perfette.

Quali sono gli errori comuni?

OCCHIO ALLA CERAMICA, IL NEMICO GIURATO DEL VETRO!
Ci sono materiali che sembrano vetro, ma vetro non sono. Il caso più insidioso è quello della vetroceramica (pirex), la cui assoluta trasparenza trae in inganno l’occhio più esperto. È sufficiente un solo frammento di ceramica per vanificare il processo di riciclo, dando origine a contenitori destinati irrimediabilmente ad infrangersi!
Non mettere le  lastre di vetro o i cristalli di piombo all'interno delle campane, contengono un’elevata quantità di metalli pesanti, come il piombo, che non devono contaminare il processo di riciclo del vetro. Portali all'isole ecologica o chiama per il numero verde 800161010 per la raccolta domiciliare

Gli altri materiali da tenere separati dal vetro.
Lampadine, lampade a scarica (neon) e specchi contengono sostanze pericolose per l’ambiente, assolutamente non compatibili con il riciclo del vetro (spesso utilizzato come imballaggio per alimenti). Portata i vostri specchi e le sorgenti luminose alle isole ecologiche. 


ATTENZIONE: NON ABBANDONARE MAI IN PROSSIMITA' DELLE CAMPANE DI VETRO, LASTRE, SPECCHI, BOCCIONI E DAMIGIANE.
Oltre a sporcare le strade, rischiano di ferire i passanti e gli operatori di Asia. E' necessario portarli ai centri di raccolta (isole ecologiche) oppure prenotare il prelievo gratuito, telefonando al numero verde ASIA 800161010

Dove va il vetro raccolto dai Napoletani? 
Il vetro raccolto viene trasporta agli impianti di pretrattamento convenzionati con il Consorzio Recupero Vetro (CO.RE.VE): nel caso di Napoli a Eurovetro (Volla, NA) e successivamente alle vetrerie. [asianapoli

ambulatorio ore 9,30

Martedì 31 luglio 2012 ore 9,30 ambulatorio ginecologia del san Gennaro dei Poveri. Una quindicina di donne aspettano il loro turno, hanno pagato regolarmente il ticket; altre arrivano al pronto soccorso. Insieme ambulatorio e pronto soccorso. Un solo medico, senza aiutanti. Caos. Sembra uno di quegl’ospedali da campo: chi esce e chi entra all’improvviso, la porta è lasciata continuamente aperta, anche del personale di turno che sembra non interessarsi proprio che in quella stanza le donne devono abbassarsi le mutande. Il medico urla da dietro la tenda che separa la stanza, sul lettino distesa una ragazzina che sta facendo una ecografica transvaginale.

Arriva una donna del personale dell’ospedale san Gennaro, spalanca la porta senza bussare né chiedere permesso, ritorna dopo pochi secondi e fa entrare una ragazza contro le imprecazione di chi sta aspettando nella calura dell’ingresso fuori l’ambulatorio. È una ragazza che si sente male per finta, lo fa per squagliarsela velocemente, è l’ultima arrivata e ha fretta, deve urinare ma nel cesso di casa sua. Entriamo, finalmente dopo aver aspettato diverse ore. La dottoressa è rossa, paonazza, ha il viso emaciato dalla stanchezza anche se l’abbronzatura cela un po’ il suo esaurimento.

La prima cosa che dice quando ci vede: “qui è un inferno!, mi tocca fare altre cose mentre sto visitando, viene il dr. … e chiede, viene l’infermiere … e chiede, viene il portantino … e chiede, cose da farmi gridare a squarciagola”… Io li vomiterei addosso, li manderei a fare nel culo, il rispetto è solo una cosa mia, nostra, non è mai tua e vostra. Si rischia di sbagliare, si rischiano errori madornali, si rischiano collassi, ma si sa il nostro è un diritto, il mio è un diritto, quello degli altri non so definirlo.

Funziona tutto così, non è un paradosso perché faticosamente funziona, è il paradosso del paradosso; funzione perché non funziona, perché non si deve fare così altrimenti tutto finisce bene; tutto va per il verso giusto all’incontrario; un doppio senso unico in un divieto di transito; è la prospettiva di  una vecchia tesi sociologica che vede nel caos un ordine straordinario; anche se quest’ultima è stata stravolta dalla tesi del doppio caos, tesi che, per ritornare all'ordine, ha bisogno di un altro ordine caotico. [+blogger]                

corso prematrimoniale

Mi sono sposato un anno fa in un comune nord orientale di Napoli. Partecipavo a quasi tutte le sedute del corso prematrimoniale che si svolgevano alla presenza di due coniugi del luogo. Il primo giorno fuori la chiesa mi accolse un signore distinto che porgendomi un bigliettino mi sussurrò: “facciamo foto, canti, damigelle d’onore, auto, fiori, ecc ecc”. Subito dopo entrai, assieme alla mia fidanzata e, nella sala antistante, vedemmo i due coniugi sorridenti e il parroco che, dopo la sua introduzione di benvenuto, ci lasciò soli. L’accoglienza fu sbalorditiva, pochissime parole e subito un video, slide di foto su di uno schermo gigante (durata circa 30minuti): musica di Baglioni, anelli d’oro intrecciati fluttuanti, coppie di sposi che allegri scendevano dal cielo, il cuore di Gesù cristo che accoglieva la famiglia e la foto del matrimonio di Ilari e Totti. Alla fine del film chiesi: ma cosa c’etra tutto ciò con i sacramenti!?, risposta secca e decisa: “l’amore!”.


Continuavo imperterrito ad andare al corso anche se dopo la prima esperienza i mie amici mi  consigliano di restare a casa. Il secondo giorno la “direttrice” domandò un po’ a tutti i partecipanti che cosa avessero intenzione di rinunciare, “visto che il matrimonio è rinuncia e sacrifici”; l’esempio della donna che ci guidava fu straordinario: “quando mi sono sposata mio marito, che è un grande naturalista, ossia che ama molto la natura, ha dovuto rinunciare alla caccia, sì, perché lui cacciava ma a me non piaceva, allora per amore ha rinunciato”. Straorinario. Vi assicuro che non sto inventando nulla. Quando venne il mio turno, risposi che non avevo voglia di rinunciare proprio a nulla, fui così subito etichettato miseramente e compassionevolmente. La mia futura moglie veniva vista come santa Sara che doveva tenere a bada un diavolo tentatore.

Quando, in uno di questi incontri, ricordo casualmente che c’era anche il prete, dissi che volevo sposarmi con il rito misto perché avevo abbandonato la fede cattolica, Satana Trismegisto venne a farci visita proprio in quell’istante, negli occhi degli insegnanti e del prete c’era così tanta commiserazione da far pietrificare un chilo di burro al sole cocente. La tragicità comunque la vissi anche io. Fino a quel momento avevo voglia di ridere anche se era un riso amaro, ma l’incontro con una donna che venne solo per l’occasione a spigarci le conseguenze dell’aborto fu disarmante, alla fine avevo voglia di gridare, di scoppiare. Ci illustrò, sempre attraverso un filmato, foto di bambini spezzati, testa, gambe, braccia squarciate, avevo voglia di vomitare; ci disse che il preservativo generava malattie, che le pillole creavano tumori, malformazione, e che l’aborto era un omicidio preterintenzionale.

Feci alcune domande, ebbi riposte che mi rattristiscono ancora di più. Mi scusi, se una bambina di 12 anni viene violentata, che fa? Risposta: “la faccio partorire e poi do il bambino in adozione”. E se viene violentata dal padre?  Risposta: un po’ confusa, “devo trovarmi in quella situazione per decidere”. Deve ammettere che se è vero che non “uccide” comunque genera dolore!? Risposta: vacua, incomprensibile. Alla fine del corso il prete che doveva concludere “l’anno accademico” disse davanti a tutti che io avevo firmato una carta dove avevo dichiarato che ero per la vita e quindi ero contro l’aborto; quando gli feci notare che essere per la vita è differente, che significa qualcos’altro, lui mi accusò di essere un anarchico. Eppure gli avevo detto più volte che ero credente, ma l’anarchico non so proprio dove gli uscì fuori. Ricordo che la mia ragazza, oggi per fortuna mia moglie, (ah, non ho detto che la torturo ogni giorno, adesso posso farlo, ho le carte in regola), uscì piangendo dalla sala e poi dalla chiesa. Non so cosa significassero quelle lacrima ma una cosa è certa, avevano creato incomprensione, distacco, divisione, malumore, alcune cause originarie delle guerre, del razzismo, e dei massacri.          

NB - Sotto, sotto, devo dire però che la funzione in chiesa fu bellissima, a sposarmi fu il comboniano Alex Zanotelli… una funzione differente, emozionante e molto partecipata. Comunque gli inconvenienti in quella chiesa sembravano non finire mai. Arrivò la sposa, ma dovette sostare per un quarto d’ora fuori all’ingresso aspettando i testimoni. Quest’ultimi si erano dimenticati le fedi, impossibile tornare indietro e riprenderle. Una idea “straordinaria” di qualcuno che strappò gli anelli dei compari che si erano sposati 10 mesi prima e li mise sul cuscino rituale. Alla fine spiegai ad Alex quello che era successo e gli dissi: ma questo matrimonio è valido? E no, no cari, l’altro giorno ho scoperto che al Comune mia moglie è sposata con un’altra persona... un errore di trascrizione. [+blogger]