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morte bianca e a colori

Muoiono sempre gli stessi! Per amor del cielo non voglio dire che la morte sia a vantaggio di uno e/o a favore di un altro, ma le differenze si sentono e si vedono, si percepiscono e si capiscono. Anche le malattie sono differenti: nel senso che un infarto è differente se a beccarlo è un Cassano qualunque; se un incidente ha coinvolto invece super Sic o due operai di somma Vesuviana le differenze salgono a dismisura. Contegno, contegno! C’è sempre la giustizia divina! Ma? Sarà così, io non ci vedo nulla di differente.

Un momento, un momento, adiamo per ordine. Non c’è differenza tra malato e malato, l’essere umano è uguale biologicamente e non ideologicamente. Morire a 24 anni dispiace, morire come Taricone è disarmante, morire sul lavoro è indifferente, morire come Amy Winehouse è … non mi viene il termine.

Il prestigio è differente, l’ambiente è differente, la sostanza è differente quando ad indignarsi sono migliaia se non milioni di persone. Tutti i giorni si muore in bianco ma questa è storia vecchia, non è paradossale come quella del papa che, dopo essere vissuto nella ricchezza, servito e riverito, amato e adorato se non idolatrato, poi alla fine si fa seppellire in un’umile cassa di legno.

Allora diamo a cesare quello che è di Francesco. Oggi volevo scrivere della bella brutta prestazione del Napoli ieri a Monaco. Ma lasciamo stare, cosa avrei potuto dire? Nel ricordo del 3 a 2 ripenso alla mia solitudine, facendo zapping ieri niente fiori per gli operai, niente di niente. Auguri Cassano. [+blogger]