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non solo italiano

La scuola d’italiano per stranieri agisce sul e dentro il territorio Sanità, la scuola è la rete Sanità, la scuola è Padre Alex Zanotelli; la scuola sono io, Terrance, Tiziana, Loshan, Valentina, Lakman, Antonella, Rajage, Suor Lucia, Nisansala, Vincenzo, Mattia, Kawya, Cinzia, gli srilankesi, i russi del Caucaso, i palestinesi, … essa non è solo una scuola d’Italiano, come recita lo spot realizzato volontariamente. (per vederlo clikka qui)     

La scuola d'italiano per immigrati è nata diversi anni fa grazie all'impegno della rete Sanità e all'ospitalità che ci è stata subito offerta dall'Istituto Ozanam di piazzetta san Severo. Prima insegnavano Gennaro, Carmela, Anna Maria, Sara, Giovanna, Andrea ... adesso invece insegnano Tiziana, Antonella, Valentina, Suor Lucia, Antonio, Vincenzo, Mattina, Cinzia ... Ogni anno organizziamo una festa, anzi, ne facciamo una a Natale, una a Pasqua e una a fine anno. Tra poco circa 25 studenti sosterranno l’esame di media inferiore con una buona preparazione, tutti sanno leggere e scrivere abbastanza bene, tranne qualche eccezione, tutti comprendono benissimo l’italiano e lo scrivono con margini d’errore accettabili.


Tutti quelli che intendono collaborare per insegnare o fare altro aiutandoci sono i benvenuti. Come docenti, per chi ha intenzione di continuare e prendere una specializzazione, l’Istituto rilascia certificato di frequenza 150/300ore indispensabile per l’abilitazione e insegnamento dell’Italiano per gli stranieri. In alcuni Istituti invece il corso tirocinio è a pagamento, da noi è gratis. Per info contattate il blogger, recatevi a piazzetta san Severo 82, oppure chiamate il numero 081445223 e chiedete di Suor Lucia. Grazie. [+blogger] 

osare cammini nuovi

La seconda giornata del Forum  è stata ancora più partecipata e più affollata della prima con una entusiasmo soprattutto da parte dei giovani che hanno letteralmente invaso il Campus universitario. Un’impressione questa condivisa  dal quotidiano tunisino La Presse nel suo editoriale di oggi. “Il Forum sociale mondiale che è stato organizzato, per la prima volta in un Paese in pieno processo rivoluzionario, offre nelle sue molteplici manifestazioni, un affascinante sentimento di contribuire al concepimento della nuova Tunisia che deve dare alla luce la transizione democratica”. Un sentimento questo che si sentiva  oggi nell’Università che sembrava un cantiere in effervescenza, soprattutto quando i giovani tunisini  del futuro politico del loro paese.  Ancora più evidente nelle interminabili discussioni dei gruppi femminili. Si sono sentite parole una volta  proibite, oggi sono invece pronunciate con forza, con determinazione, con coraggio: libertà,dignità,  autonomia e parità di genere.

Da questo mondo in movimento della Tunisia, fa impressione osservare la crisi profonda e la staticità dell’Europa. Molti i workshop sono stati dedicati  a sviscerarne la crisi. A questo riguardo particolarmente indovinata la lettura che ne ha fatta il Centro di Studi di Barcellone: Cristianisme i Justìcia.  “L’Europa dei diritti umani, la culla della democrazia, della rivoluzione francese, delle lotte operaie e del consolidamento della classe media, sta scomparendo”, ha affermato Jaume Botey.  Secondo i relatori è assordante il silenzio delle Istituzioni ecclesiali europee su questa crisi. Come uscire da questa crisi profonda? Non è certo rinchiudendosi su stessa che l’Europa si salverà. Purtroppo l’Europa con le sue leggi sull’immigrazione è diventata una fortezza che deve difendersi dagli “invasori”.  

Una delle sessioni più affollate e belle di oggi dal titolo: l’Europa è in guerra contro un nemico che lei si inventa, è stata quella dedicata al Frontex , una Agenzia di sorveglianza, istituita nel 2009, per difendere i confini dell’Unione Europea. Questa Agenzia ha a disposizione 21 aeri, 113 navi, 475 unità di equipaggiamento, con un bilancio vicino ai 100milioni all’anno. L’invito dei relatori, tutti africani, è stato quello di cambiare il nome in Frontexit (uscire dal Frontex). Fa una certa impressione guardare il Mediterraneo da Tunisi: questo mare è diventato il cimitero per migliaia migliaia di persone. Commovente la lettera scritta dall’Associazione tunisina La Terra per tutti,  in cui i genitori chiedono all’Italia di avere notizie dei loro figli desaparecidos.  Non a caso sono state molte le  sessioni dedicate al problema dell’immigrazione e del diritto di migrare.

Il Forum però non analizza solo i vari problemi attuali, ma ha il coraggio di prepararsi a importanti eventi in arrivo. Uno di questi è l’incontro che si terrà a Bali nel prossimo dicembre, convocato dal Wto (l’Organizzazione mondiale del commercio) per liberalizzare ancora di più il mercato, soprattutto nel settore agricolo.  Rappresentanti dei movimenti  dell’Asia (dall’Indonesia al Giappone) sono venuti a Tunisi per chiedere l’appoggio da parte della cittadinanza attiva mondiale, per questo importante appuntamento. Una vittoria del Wto  sarebbe un’altra tragedia per gli impoveriti. 

In una giornata così densa non poteva mancare il contributo delle missionarie comboniane e i missionari comboniani che hanno offerto  tre workshop su tematiche che hanno suscitato particolare interesse: la Pace, la riconciliazione e il dialogo interculturale e religioso, presentando esperienze concrete vissute in Egitto, Chad e Congo. Molto seguita è stata la conferenza sulle vicende dei Rifugiati africani in Israele. Nel pomeriggio, è stata presentata l’inedita esperienza dell’Uganda che ha iniziato un programma che permette alla società civile e alle forze di sicurezza di lavorare insieme per costruire la pace. La giornata si è conclusa nella Cattedrale di Tunisi con una solenne Eucarestia del Giovedì Santo,  facendo memoria di quel Gesù che ci ha insegnato a spezzare il pane, perché tutti ne abbiano in abbondanza. [alex zanotelli, elisa kidanè 28/03]

una leggera brezza di dignità

Questa mattina la fiumana dei partecipanti al Forum di Tunisi ha invaso pacificamente metrò, autobus e strade della capitale per raggiungere il Campus dove svolgono le sessioni del Forum Mondiale Sociale (FSM) Tantissimi i giovani che hanno vi hanno partecipato con interesse e passione. I Tunisini hanno fatto a gara per far sentire il Forum a casa, coscienti di quanto esso sia importante per il loro Paese in questo momento così difficile.  Il Campus dell’Università di Tunisi ha accolto le mille associazioni portatrici di sogni, di esperienze e di impegno. Questa prima giornata è costellata di centinaia di workshop che si sono tenuti nelle aula dell’Università. Il tema che ha attirato il maggior numero di persone  sono state le primavere arabe che hanno cambiato il volto della regione. La grande domanda era: che cosa fare dopo le rivoluzioni? Il dibattito politico è stato molto acceso soprattutto per la massiccia presenza di associazioni tunisine e magrebine. Sono stati proprio loro a percepire l’importanza di ospitare il Forum a Tunisi. Un evento che per me – ha dichiarato una donna durante l’assemblea della Marcia internazionale delle donne – è tanto importante quasi quanto il 14 gennaio 2011. Con una differenza che qui non siamo soli ma ci sentiamo abbracciati e sostenuti da tutto il mondo solidale.

Centinaia i temi trattati nelle tre sessioni di oggi; temi che vanno dalla spiritualità alle armi, dalla migrazioni ai cambiamenti climatici, dalla cittadinanza attiva alla crisi finanziaria; dalle politiche dell’Unione europea verso i paesi impoveriti, all’assedio delle multinazionali in Africa. Provocante la chiamata, in una delle sessioni  ad una mobilitazione per una giusta tassazione sui minerali esportati dal continente africano. I relatori hanno insistito che se i minerali (l’alluminio come l’ uranio, ) fossero tassati, non ci sarebbe nessun bisogno di un aiuto pubblico. Altrettanto significativo il tema ritornato più volte del cosidetto fracking (frantumazione con l’acqua), una nuova tecnica che si sta diffondendo per estrarre gas naturale incapsulato nelle rocce bituminose. Un fenomeno che è stato definito un crimine per le gravi conseguenze che ne derivano.

Durante questa prima giornata anche i comboniani e le comboniane hanno presentato per la prima volta il loro workshop rispettivamente sui temi del Land-grabbing, (accaparramento delle Terre) e sulla situazione che vivono i Beduini nei territori occupati in Israele. Quello del Land grabbing è un fenomeno particolarmente grave soprattutto in Africa, dove si calcola che 67 milioni di ettari di terra sono stati già accaparrati. Alcune multinazionali dell’agro business e alcuni gruppi finanziari  attratti dai prezzi dei generi alimentari in aumento e dalla domanda crescente dei biocarburanti e di prodotti agricoli, si sono buttati nel grande affare di acquisire nel sud del mondo terre coltivabili con le annesse fonti d’acqua.
Anche la difficile realtà che vivono i Beduini nei territori occupati è stata presentata dalle comboniane durante questa prima giornata. Questi sono stati solo alcuni dei temi sollevati nei workshop. Nelle sale piene di giovani con tanta voglia di cambiare questo sistema, si è sentita una nuova ventata di aria fresca, giovanile. Un desiderio grande di dignità e di libertà. Quel soffio di Pasqua che ha animato il popolo ebraico ad uscire dalla schiavitù verso la libertà si sente oggi aleggiare in questo popolo tunisino che non desidera altro che dignità e libertà. [alex zanotelli – elisa kidanè 27/03]

C’è aria di primavera in Tunisia

Forum Sociale Mondiale. Il Forum Mondiale Sociale si è aperto questa mattina a Tunisi con una tumultuosa assemblea delle donne. “E’ molto bello che il FMS inizi con un’assemblea di donne”, ha detto la presidente delle donne Tunisine Ahlan Belhaj Khalifa insignita lo scorso anno del  Premio Alex Langer. L’assemblea si è tenuta nell’Anfiteatro 1 della Facoltà di diritto dell’Università di Tunisi stracolmo di persone. Sul palco si sono susseguite donne provenienti da varie parti del mondo che reclamavano a voce alta i loro diritti. “I nostro governanti non hanno preso in seria considerazione le rivendicazioni della società civile tunisina -ha ribadito con forza Ahlan Belhaji. Dobbiamo continuare a lottare”  A queste interventi in sala, rispondevano con altrettanta forza  gruppi di giovani donne cantando: “Solidarietà per l’uguaglianza”. Sono state queste le parolepiù ripetute: solidarietà, uguaglianza e dignità. Soprattutto quest’ultima sembra esprimere bene il cuore delle rivoluzione tunisina.

Tante le donne che si sono susseguite sul palco raccontando le loro lotte per la dignità delle donna, dal Sudafrica al Brasile, dalla Palestina come dal Sahara occidentale, dall’Egitto come dall’Algeria. Significativo la presenza di donne provenienti dal Messico che vivono una situazione di grande violenza.  Le donne hanno bollato con caratteri di fuoco sia il femminicidio come  tutte le violenze  che in ogni parte del mondo subiscono.  “Insieme possiamo imporre ai governanti le nostre rivendicazione”, ha gridato con forza  Fatima del Sudafrica. L’assemblea si è conclusa verso mezzogiorno tra canti, slogan e danze, in solidarietà con le lotte delle donne del mondo intero. Incredibile la forza e la vivacità di queste donne straordinarie. Niente potrà fermarle. Tutto questo è ancora più sorprendente perché avviene in un ambiente islamico. Anche questo è un bel frutto della primavera tunisina.

Dall’Aula universitaria, la gente ha lentamente defluito verso la Av. Bourghiba, il cuore di Tunisi da dove  è partita, nel primo pomeriggio la grande marcia di apertura del FMS. Una folla immensa, si parla di circa 100mila persone, colorita ed esultante, ha iniziato a muovesi lentamente verso lo Stadio. Una bellissima giornata di sole, una giornata di primaverea, ha fatto da cornice a questo corteo. Massiccia la presenza dei tunisini che hanno colto questa occasione per ribadire la loro voglia di cambiamento radicale nel paese, soprattutto dopo l’uccisione del capo dell’opposizione Shukri Belaid il 16 febbraio u.s. Le sue foto infatti giravano per tutto il corteo, diventando uno dei simboli della marcia.

E’ stato provvidenziale il fatto che il Comitato internazionale del Forum abbia scelto Tunisi per questo appuntamento perchè questa giornata ha dato una carica incredibile al popolo tunisino e una speranza in più per un cambiamento contro tutti i fondamentalismi. Massiccia pure la presenza di gruppi algerini, marocchini, e libici. Questa marcia e questo Forum potrebbero aprire strade nuove per l’unità dei popoli del Maghreb. Forte anche la presenza Palestinese che ha ottenuto in questa marcia una notevole solidarietà da parte di molti gruppi presenti. La marcia era un alternarsi di colori, di canti, di danze, di slogan. Una giornata di primavera carica di speranza. Per il successo di questa marcia bisogna dare credito al comitato tunisino e del Maghreb che hanno saputo organizzare così bene la marcia, con striscioni  che davano il benevenuto al FMS. La città di Tunisi era vestita a festa per accogliere con gioia i partecipanti provenienti da tutte le parti del mondo.

Il comitato tunisino è riuscito a realizzare questa marcia senza alcun aiuto esterno ma basandosi sulle proprie forze e connettendosi a quella società civile che è stata capace di realizzare la primavera tunisina.  La marcia si è poi conclusa nello stadio dove sono continuati ancora per qualche ora canti e danze che esprimovono tutta la voglia di realizzare un mondo altro nella dignità. Nel suo libro The Arab uprisings, il professore amercano  James L. Gelvin, uno dei migliori analisti delle rivoluzioni arabe conclude la sua analisi dicendo che in Tunisia”nulla è cambiato”. Dopo questa giornata la nostra impressione invece è che molto è cambiato in Tunisia, dove abbiamo trovato una forte  cittadinanza attiva  e decisa a non mollare, e questo è già molto. Buon cammino a questo popolo che ospiterà il Forum nei prossimi giorni. [alex zanotelli, elisa kidanè 26/03]