Stamattina mi è successo una cosa simile: mio padre, operaio licenziato senza liquidazione, e con i contributi pensionistici al minimo, dopo 40 anni di lavoro è morto scegliendo il loculo superiore al 4° piano di una palazzina che, per fortuna, vanta di avere l’ascensore. Che delizia, dopo aver vissuto in un palazzo con barriere architettoniche nel rione sanità, finalmente un altro stabile degno della sua persona, con l’ascensore per le anime purganti. Quando arrivo, la prima cosa che faccio è prendere la scala, se per caso è occupata aspetto il mio turno e, appena libera, essa mi porta in alto fin quasi a toccare con la testa il soffitto imbiancato da poco. Passano circa 2 minuti e da sotto sento uno più nobile di me, credo che la sua famiglia occupa il primo loculo in basso, quasi il doppio di quello di mio padre che, vestito con i panni della domenica, con figlioletta piccola e moglie rigorosamente in nero con un decoltè da svenimento, mi dice testuali parole: “ci vuole molto?”.
Non rispondo subito. Continuo a tenere la mano appoggiata alla foto che mostra il mio caro in giacca e cravatta. Il signore nobile alza la testa e mi guarda in continuazione. Appena distolgo lo sguardo, abbasso gli occhi e mi accorgo che ha un bel bouquet di fiori nella mano sinistra, insieme a lui mi guarda anche la figlia piccola. La moglie invece non alza gli occhi, ma io vedo ben altro da lassù. Accenno a qualcosa come, “prego”, scendo dalla scala e mi faccio da parte. Lui aggiusta i fiori, prende l’acqua, bacia anche gli altri loculi, dopo 10 minuti di iniziazione posiziona tre sgabelli vicino alla tomba. Si siedono lui e la sua famiglia, un silenzio che è interrotto solo qualche volta dalla piccola.
Avrei voluto abboffarlo di parole, di imprecazioni, avrei voluto essere maleducato, incivile, abbietto, volgare e cinico. Invece non ho detto una parola, ho pensato invece, che lui e il suo loculo sono sotto, mio padre invece sopra, forse più vicino a Dio, Buddha, Allah, Maometto... finalmente ce l’abbiamo fatta, finalmente quando hai vissuto per tutta la vita nei bassifondi napoletani alla fine ti ritrovi superiore, ti ritrovi nobile e ricco. Ma poi ripensando meglio: che senso ha tutto questo? [+blogger, scusate il napoletano!]
7 commenti:
incredibile!!!!
bella la massima, ma di chi è?
SANITA': "Una valle nell'abitato" Corrado Alvaro - "Un luogo di disarticolazione storica e antropologica" Luigi Compagnone.
La nostra tradizione, religione e cultura c' insegna a tenere un rapporto col defunto anche dopo la morte attraverso il sepolcro, che dovrebbe essere silenzio, raccoglimento in rigorosa preghiera e riflessione se non altro per un arricchimento spirituale. A Napoli e soprattutto a Poggioreale non è così, la preghiera è interrotta da un pensiero ancor piu' triste della morte, quello del vivo, maligno che s' aggira come un avvoltoio e fa lo slalom tra i portafogli delle famiglie dei defunti per divorare quel che resta di quest' ultimi, carcasse abbandonate su questa triste e impervida terra.
Imma
La morte sorride a tutti;un uomo non può far altro che sorriderle di rimando.
a volte la mala educazione non ha limiti né ritegno, la gente crede che i primi posti siano sempre i migliori. la tentazione è forte, a chi tanto e a chi niente. ma in un futuro, chi sa?
al cimitero l' ultimo piano e' il posto d' onore, l' unico che non sara' mai seppellito! Imma
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