un giorno… che guarisce

Un giorno dovremo arrivare a capire che bisogna trasformare l’intera strada per Gerico, in modo che gli uomini e le donne non continuino ad essere picchiati e rapinati mentre sono in viaggio sulla strada della vita. La vera compassione non si limita a gettare una moneta al mendicante, ma arriva a capire che, se produce mendicanti, un edificio ha bisogno di una ristrutturazione. Le parole di Martin Luther King risuonano vive nel cuore di chi sperimenta giorno per giorno rabbia e impotenza per il dolore dei luoghi dei senza fissa dimora. Il numero cresce giorno dopo giorno e diventa sempre più difficile vedere riconosciuti i loro più elementari diritti sanciti non solo dalla Costituzione ma dalla Dichiarazione Universale dei Diritti umani del 10 dicembre 1948, art. 25.

…ogni individuo ha diritto a un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all’alimentazione, al vestiario, all’ABITAZIONE… Si dimostra invece nel tempo la sorprendente capacità di assimilare e neutralizzare ogni proposta capace di mettere in discussione il sistema, in questo sistema, anzi, si utilizza la solidarietà ed il volontariato. La pubblicità che Napoli riceve ripetutamente ha molto a che fare con la necessità di mettere in risalto “la bontà interessata” di coloro che vivono di queste disgrazie. Come nella parabola del buon Samaritano, esempio di solidarietà, se non si assiste ad un utilizzo strumentale del “sociale”, si assiste all’incapacità degli uomini di provare compassione per chi soffre, gli uomini di oggi sono schiavi della stessa legge di cui parla la parabola, una legge ben più forte della capacità stessa di scegliere tra il fermarsi o l’andare oltre…e, ancora, la parabola ci restituisce il senso autentico di “casa”. La casa è infatti il luogo dove si ricostruiscono le relazioni, dove i bisogni della persona sono garantiti…

Il testo del buon Samaritano evidenzia una grandissima verità: la nostra appartenenza a Dio la decide il nostro amore per il prossimo. La curiosità del maestro della legge che chiede a Gesù E chi è il mio prossimo? è ben presto risolta: non si tratta di sapere chi è il mio prossimo ma come io posso farmi prossimo-vicino, soprattutto di chi soffre. Ancora una volta è l’invito a uscire da se stessi e ad andare verso chi ha bisogno. Nella misura in cui saremo capace di fare abitare l’altro con tutto il suo dolore dentro il nostro corpo, scopriremo il senso profondo della vita. [Sintesi tratta dall’art. L’Amore che guarisce di Domenico Guarino in CombonFem Magazine, Febbraio 2010]

5 commenti:

Paola ha detto...

chi guarisce dai suoi mali avrà la luce per sempre, come in una favola dietro la penna di un grande scrittore.

Di Giacomo ha detto...

nu juorn o patetern facett chiammà a sampiet e l'dicett: sam piè, oggi 'e na bella jurnata e ll'aria è fina fina, vurria fa na scappata n'terra, che ne dic? Accussì 'o Signor scennett, e vedett nu cuofene e puveriell. Facett scennere 10 angel' cu nu lunzuolo luongo luogo, ce mettette n'copp e puverielle e se purtaje dint'o paravis. Llà na tavala mbandit e robb a magnà, spaghetti, pummarole, auliv, carne, prisciutt, pesce, pane, acqua, dolce e perfine o sciampagne e marca inglese. (Parafrasando Di Giacomo)

Anonimo ha detto...

a piazza cavour, nei giardinetti, alla fermata museo, ancora senza fissa dimora, piliscono i fari delle auto, i vetri, chiedono la carità, sono itliani e stranieri e anche napoletani.

Imma D ha detto...

Diritti e salute, fisica, mentale, sociale. Il diritto e' per noi evoluzione di una civita' invece tornata selvaggia. La differenza tra primitivo e primordiale!

Anonimo ha detto...

un giorno tutto sarà diverso....