pennellate di parole

La poesia non serve più? Non ha più voglia di essere ascoltata? La poesia è inefficace? è superata? poco incisiva? pallosa? Per il blog ha appena 93 anni, si chiama Ebe Alongi, e vive tutt'ora alla salita stella, rione Sanità.


“Pennellate di parole” di Ebe Alongi una poetessa che abita da più di 30anni nel rione. Giovanissima con i suoi novantatre anni con uno sguardo da “bambina”, così come le sue poesie “naturali” ed animaliste. Lo sfondo della guerra, di un ricordo lontano, un bonsai di lettere, di illuminazioni e riflessioni. Una produzione: quartieresanita.blogspot.com - intervista mauro migliazza - montaggio peppe de costanzo.

16 commenti:

ORNELLA ha detto...

MOLTO MOLTO BELLO, LA POESIA SEMBRA CHE ORAMAI NON SERVE PIU' INVECE IO CREDO CHE TRASFERISCA UNA CARICA EMOTIVA E DI PIACERE GRANDISSIMA. BRAVI.

Anonimo ha detto...

complimenti, bellissima l'ultima poesia!!! grazie ragazzi, mi avete fatto rivivere una stupenda emozione...

Anonimo ha detto...

grande ebe...

Anonimo ha detto...

La bellezza di queste poesie mi ha dato conforto, grazie! Non conoscevo Ebe Alongi. Adoro la poesia, spesso in un atomo di poche parole si racchiude talmente tanta potenza!

Mario ha detto...

infatti EBE alla sua età trasmette ancora emozioni, la sua calma, mentre fuma, discute confutando anche il bravo MAURO è straordinario. Le persone che vivono nascoste sono le più intelligenti, aperte, dinamiche, credo che questa sia una parte bellissima del mondo che in parte ci fa conoscere solo ciò che non è buono.

poesia ha detto...

La poesia è l'arte di usare, per trasmettere un messaggio, combinatamente il significato semantico delle parole e il suono e il ritmo che queste imprimono alle frasi; la poesia ha quindi in sé alcune qualità della musica e riesce a trasmettere emozioni e stati d'animo in maniera più evocativa e potente di quanto faccia la prosa. Una poesia non ha un significato necessariamente e realmente compiuto come un brano di prosa, o, meglio, il significato è solo una parte della comunicazione che avviene quando si legge o si ascolta una poesia; l'altra parte non è verbale, ma emotiva. Poiché la lingua nella poesia ha questa doppia funzione di vettore sia di significato sia di suono, di contenuto sia informativo sia emotivo, la sintassi e l'ortografia possono subire variazioni (le cosiddette licenze poetiche) se questo è utile ai fini della comunicazione complessiva.
A questi due aspetti della poesia se ne aggiunge un terzo quando una poesia, invece che letta direttamente, viene ascoltata: con il proprio linguaggio del corpo ed il modo di leggere, il lettore interpreta il testo, aggiungendo una dimensione teatrale. Questo fenomeno, insieme alla parentela con la musica, viene sfruttato per esempio nei Lieder tedeschi, poesie sotto forma di canzone.
Queste strette commistioni fra significato e suono rendono estremamente difficile tradurre una poesia in lingue diverse dall'originale, perché il suono e il ritmo originali vanno irrimediabilmente persi e devono essere sostituiti da un adattamento nella nuova lingua, che in genere è solo un'approssimazione dell'originale.

Monica ha detto...

una gran bella poetessa in un gran bel quartiere di Napoli, una città che non finisce ma di stupire.

nino ha detto...

BELLISSIMA L'INTERVISTA, COMPLIMENTI PER LA SCELTA E PER AVER TROVATO UNA COSI' BELLA TESTIMONIANZA.

Anonimo ha detto...

guarda un pò cosa si nasconde nel quartiere..

Pippo ha detto...

ancora una volta bellissimo, l'intervista è commovente, ma la bellezza di alcune poesie la esalta come donna e come artista.

Susy M ha detto...

Ciao Antonio ti scrivo x comunicarti la bellezza che hanno fatto nella nostra cara Sanità ...dimenticavo gli alberelli che hanno messo (Rippa)lungo tutta la strada...la dove hanno trovato un buco ZAC un alberello ...ma....quello più bello è stato messo fra i nostri cari CASSONETTI PIENI DI MUNNEZZA..perchè è così che si piantano gli alberi nella monnezza e noi qui nella Sanità ne abbiamo di tutti i tipi.Mi auguro che in seguito ci si possa veramente fare qualcosa anche x Ripulire le nostre strade almeno potremmo gustarci anche i nostri ALBERELLI HAAAA.

ileana ha detto...

Che meraviglia scoprire che a pochi passi da casa mia una 90enne dall'animo leggero e gentile componga poesie capaci di far sognare. Grazie per questa testimonianza. A mauro: complimenti per la lettura e la tua consueta capacità di rapportarti all'altro con naturalezza e spontaneità.. Anche se, secondo me, se fossi stato meno timido e frettoloso, ce n'era ancora di "succo di umanità" da far sgorgare.
p.s. Per progetti del genere lontani da ogni politicizzazione e vicini ad ogni sorta di umanizzazione, contate pure sulla mia attiva collaborazione.
Buon lavoro,
ileana

raf ha detto...

Sinceramente a volte non capisco il perchè le persone non si limitino a commentare l'argomento, attaccando in maniera subdola le persone. Persone che con i loro pregi e i loro difetti, dimostrano quotidianamente di voler bene a questo quartiere. La maturità e la correttezza stà nel fatto di accompagnare con proposte concrete le critiche (a volte motivate altre meno). Quello che manca è invece uno spirito vero di collaboazione. Gli alberelli che si mettono alla Sanità? Bene!! Non piacciono? Ok!! Ma proponete qualcosa e non usate un linguaggio qualunquista e antico. Personalmente preferisco chi le cose le fa, non chi critica. Dopo si giudica......ma prima facciamo!!!!

Mauro Migliazza ha detto...

prego tutte le persone che usano la rete internet, tra cui anche facebook, di non pubblicare più commenti non inerenti al post di cui sopra.

Anonimo ha detto...

Cari signori mi dispiace se qualcuno abbia potuto fraintendere il mio messaggio satirico sugli alberelli, uno non era una offesa a Massimo Rippa, anzi già ha fatto tanto, due se avessi voluto ciò lo avrei scritto senza nome giusto? tre se le persone ogni tanto si soffermassero anche nel riflettere certe cose cambierebbero, il nome di massimo Rippa era in riferimento x far capire chi aveva avuto questa idea ma non x offendere lui o il suo operato sappiamo tutti che nella nostra Sanità le cose come vanno detto ciò chiedo scusa a Massimo e tanti saluti Susi Morra.

Anonimo ha detto...

...non conoscevo questa poetessa..semplicemente: BRAVA!