Da quel momento gli attivisti hanno iniziato a presidiare la nave perché non salpasse, dato che il Ministero degli interni vuole che gli immigrati vengano respinti. La lunga trattativa fra la compagnia della nave e gli attivisti si è conclusa nel cuore della notte di quel 12 aprile. Alcuni attivisti , accompagnati da un legale, sono saliti a bordo per incontrare i nove immigrati. Tutti hanno chiesto l’asilo politico e sei di loro si sono dichiarati minorenni. Subito dopo è stato presentato un esposto alla Procura della Repubblica e all’autorità portuale, dove si richiedeva il diritto di asilo, nonché la tutela dei sei minori. Così i nove clandestini (cinque nigeriani e quattro ghaneani) sono sbarcati alle ore 12.00 del 13 aprile. Una bella vittoria questa, in un’Italia che ha votato il “Pacchetto Sicurezza” di Maroni, un’Italia che sta respingendo i disperati della storia. E’ straordinario che il Comune di Napoli abbia dato la disponibilità ad accoglierli.
I nove immigrati sono stati poi trasportati all’Ufficio dell’Immigrazione della Questura di Napoli. Abbiamo presidiato l’Ufficio per tutto il pomeriggio, proprio perché temevamo un colpo di mano. Le trattative tra gli attivisti, i sindacalisti e i rappresentanti del Comune di Napoli con la Questura di Napoli, hanno continuato senza sosta. I nove immigrati sono stati esaminati all’ospedale e trovati tutti maggiorenni: 18 anni di età. Questa notizia ci aveva fatto infuriare perché ci sembrava ovvio che almeno tre erano minorenni. A posteriori, posso dire che la trattativa è stata una farsa ben recitata , perché la decisione era già stata presa dal ministro Maroni a Roma, e alla Questura toccava solo ubbidire. Alle ore 20.00 tentiamo l’ultimo incontro con il dirigente dell’Ufficio. Fu un momento durissimo. Ci disse che i nove dovevano essere trasportati al CIE di Brindisi. Insistemmo sul fatto che c’erano dei minorenni. ”Se ci sono dei minorenni - replicò il dirigente - me ne dispiace.” A quel punto persi le staffe. “Come può un pubblico ufficiale - urlai - dire se ci sono… Ma in che paese viviamo?” ‘Devo ubbidire”, mi rispose. Uscimmo con tanta rabbia in corpo.
E ci disponemmo davanti al portone dell’Ufficio, da dove dovevano uscire i nove per essere trasportati a Brindisi. La Questura inviò un primo scaglione della Celere, guidato da una donna tutta sorrisi. Nel frattempo, altri attivisti arrivavano: eravamo circa un centinaio. Allora inviarono un secondo squadrone della Celere, armato di tutto punto. Ci confrontammo così , faccia a faccia, per mezz’ora. Poi l’ordine di caricarci. Tentammo di resistere, ma fummo travolti. Alcuni di noi riuscimmo a svincolarci e a ritornare davanti al portone. “Dovrete passare sul mio corpo – urlai - voi non potete portare dei minorenni in un lager. ”Uno spintone mi fece barcollare e cadere. “Vergognatevi! - dissi al Dirigente dell’Ufficio Immigrati. “Vai via, sobillatore!”- mi gridò, mentre le gazzelle della polizia sfrecciavano via portando gli immigrati. Ero talmente scosso che mi misi a piangere. Quello che avevamo subito era poca cosa in confronto al grido di dolore dei nostri fratelli, anzi figli, africani. La notizia, oggi, che la Questura di Brindisi ha riconosciuto che ben sei di loro erano minorenni e che sono stati liberati, ci conforta e ci fa sentire che non abbiamo lavorato invano. [alex zanotelli]
11 commenti:
che alex zanotelli fosse uno uomo straordinario lo si è capiti fin dalla sua nascita. non riesco ad immaginare come persone che rappresentano lo stato, lo stato di diritto, l'uguaglianza e soprattutto, parola che sembra inusitata, la pluralità, dall'altra parte percepiscono la debolezza come forma di espressione caotica e sobillatrice. non ha senso eppure siamo costretti a vedere puntualmente scene del genere. persone indifese malmenate, come succede dietro le quinte di un carcere o, come in passato qualcuno di ricorderà, quando gli ANTISCIPPI picchiavano TUTTI indiscriminatamente solo per il gusto di essere notati della loro repressione.
ciao alex sono conte e con questo blog. Claudio
non siamo abituati a vedere gente che difende per amore altra gente di altre nazionalità. la polizia o i carabinieri non concepiscono queste cose perché sono chiusi nel loro mondo. molti che lavorano non possono farci nulla loro sono addestrati per ubbidire in cambio di uno stipendio. per il resto è un sistema come tutti gli atri.
caro anonimo dici cazzate a ripetizione. anche per me la violenza è un crimine,ma ti faccio una domanda: se tu non fai il tuo lavoro rischi o no di essere licenziato? chi è nelle forze dell'ordine deve rispettare il proprio lavoro e i proprio capi. io non credo che gli agenti vogliono far male apposta una persona anziana, ma in quelle circostanze anche quando c'è folla è quasi impossibile prevedere alcune brutte situazioni. capisci?
Mi commuove e mi dà una grande speranza leggere questo commento di Padre Alex Zanotelli, un uomo che è un vero dono per tutti noi e per la nostra città. Grazie. Veramente grazie.
Grazie anche a chi, con tenacia e non senza poche difficoltà tiene aperto questo sito e questo blog, uno spazio aperto per tutti. Nessuno escluso.
Bruno Romano
sono con te ALEX.
è un onere per me sapere che padre alx zanotelli ha scelto napoli per continuare la sua missione dopo l'Africa. guardiamo con rispetto quest uomo.
LA RETE SANITA' TUTTA SOLIDARIZZA CON PADRE ALEX, TI SIAMO VICINI.
vicino ad alex sempre
AMORE di padre Alex, spesso ti incontro ti fermi sempre anche quando vai di fretta. sei gentile e amorevole, si vede che ami tutti. che dio ti benedica. Assunta
Alex grazie non sei solo la nostra voce sei anche la nostra forza...che il tuo esempio ci aiuti a essere uomini
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