Nel corso del tempo passato nel vicolo Roberta mi ha chiesto più volte di scrivere lettere, un continuo andirivieni di lodi e di ammirazione per un marito che la sorte ha visto sfuggito alle circostanze e al lavoro. “Ancora non arriva, non viene, non esce”, e quindi la scrittura può dare i suoi frutti, scrittura difficile anche per un uomo provato dalla sofferenza e dall’umiliazione. Un giorno mi disse: “sai disegnare?”, in che senso? “Nel senso... sai fare un cuore, un angelo, un uomo e una donna che si tengono per mano?”, no, no, il disegno non è il mio forte! Un disegno può rappresentare meglio la passione che invade il corpo e la mente di Roberta, la passione per un uomo che è troppo lontano, che non si sa quando arriverà, che chi sa cosa sta facendo e se continua ad amarmi. A volte “l’inconscio” ti fa fare cosa strane e quindi potrebbe essere che... Vico Sanfelice è sempre pulito, ad attraversarlo l’odore dei panni appena lavati invade anche le narici più insensibili. È l’odore di Patrizia ex guantaia, è l’odore del falegname che da poco ha aperto, è l’odore del rigattiere sullo scalone centrale di fronte al vicolo, è l’odore dell’ex contrabbandiera di sigarette, è l’odore della famiglia benestante che saluta con cortesia, è l’odore di Michele, un’artista, che parla un italiano perfetto ma discute con tutti e a volte si lascia anche sfottere.
Roberta ha spesso la radio ad alto volume, ma non è la sola nel vico, anche altre persone seguono quest’istinto; la musica ti trascina, di lascia sognare, di fa ricordare e ti restituisce il decoro. I neomelodici che raccontano di verità, che raccontano di storie d’amore, di passione, di gelosia, di carcere e di morte. Roberta segue con attenzione, conosce a memoria tutto il repertorio di Franco Ricciardi, di Ciro Rigione, di Carmelo Zappula, di Ida Rendano e di Maria Nazionale, è intonatissima e la sua espressione diventa sensuale, ritmica, ondulatoria ed eccitante. Roberta però conosce la sua dignità, quella di donna sposata, di donna onesta, di donna d’amore. Quando mi chiama per spiegarmi la prossima lettera da scrivere diventa seria, non urla, a volte sorride pensando alla faccia di suo marito nel leggere quelle parole difficili. Quando la settimana scorsa ha visto il marito, lui le ha detto: “mamma mia, mi hai fatto chiagnere con quella lettera, ma veramente ‘e scriv’ tu Amò? si brav, ma arò t’esciuta“: l’amore non possiede né vorrebbe essere posseduto, poiché l’amore basta all’amore?! [+blogger]
4 commenti:
lo conosco questo vicolo, si allarga e si stringe in favore di uno o a sfavore di un altro. poi il nome è sbagliato perchè c'è scrito San Felice, ma in realtà è Sanfelice. chi ha messo la targa al vicolo ha sbagliato perch+ crede va fosse il santo invece è l'architetto.
buono...
Una voce fuori dal coro Napoli e Sanità, molti pensano che la gente di questo quartiere è arretrata e sottosviluppata ma non sanno realmente cosa dicono, se la cantano e se la suonano a ritmo di razzismo, incongruenze storiche e geografiche. in un luogo simbolo del "degrado" menti eccelse hanno fatto la loro parte, mille e mille idee sono nate, cresciute e vivono nella sanità. un saluto grande, e per "uniformarmi meglio": un saluto a tutta la fascia dei lettori.
la felicità dei poveri è più bella di quella dei ricchi, infatti questi sono depressi, noiosi, istupiditi e boriosi. WW la sanità
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