Elvis è morto a 6 anni, a Napoli, ucciso dal monossido di carbonio sprigionato da un braciere alla carbonella, estremo ed unico rimedio contro il gelo, dopo che l’Enel aveva staccato l’erogazione di energia alla sua povera abitazione, per morosità. Era un bambino educato, ordinato e da grande sognava di fare l’ingegnere, secondo la sua maestra. La madre, Manuela, capoverdiana, è in coma. Per i politicanti di governo Elvis a Manuela costituivano una minaccia per la sicurezza del paese. Discutendo di questo immane dramma con mia figlia, mi sono sentito dire: “Papà, se la politica non riesce a salvare la vita ai tanti, ai troppi Elvis, allora la politica non serve a nulla”. In modo semplice ed immediato ha colto l’essenza ultima e vera della Politica con la P maiuscola.
Una Politica che, adesso, deve prendere fra le braccia il corpicino di Elvis e portarlo, con delicatezza, al cospetto di Cristo e gridare tutta l’indignazione possibile, tutto il dolore possibile, versare tutte le lacrime senza risparmiarne alcuna. Poi, con risolutezza, la Politica dovrebbe prendere con mano le migliaia di Elvis costretti a vivere nei tuguri dell’ipocrisia e della menzogna e accompagnarli a scuola, in scuole allegre, colorate, sicure e poi accompagnarli a casa, in case vere, modeste anche, ma dove non vengano mai a mancare l’aria, la luce, l’acqua, il caldo, cibo sano, beni inalienabili della persona.
Mi risulta che in Francia esista una legge di Stato che impedisce al proprio Ente di staccare del tutto l’erogazione di energia e l’obbliga a lasciare un tot di watt. Chiedo ai nostri deputati e senatori di proporre con urgenza una legge simile anche in Italia e di battersi per l’immediata applicazione, con la stessa rapida efficienza con cui fu approvato il Lodo Alfano. Ovviamente, se approvata, una legge simile non potrà che chiamarsi Legge Elvis.
Nel frattempo propongo all’Enel di predisporre la stipula di “Contratti di solidarietà”, con cui l’utente, volontariamente, potrebbe pagare una percentuale in più di energia (1, 5, 10%) da destinare agli indigenti. Che la Politica con la P maiuscola si manifesti in tutto il suo splendore, prima che sia troppo tardi per altri Elvis, perché un bambino non è mai responsabile della sua condizione. [natale sorrentino, pubblicato a dicembre 2009 www.openworldblog.org/2009/12/14/lodo-elvis/]
8 commenti:
L'AVEVO GIà LETTA E MI CHIEDEVO PERCHè NON VENISSE ANCORA PUBBLICATA SU QUESTO BLOG. GRAZIE!
non dimenticate quest'orribile delitto, non c'è mail un colpevole, ma c'è sempre la tristezza.
se realmente facessero una legge del genere sarebbe troppo uno smacco per i poveri che vivono alla stazione ferroviaria. prima troviamogli una casa. naturalmente scherzo, PROVIAMO INVECE A TOGLIERE TUTTE QUESTE PERSONE PER LA STRADA, A FARLI VIVE MEGLIO A FARLI STUDIARE, PRENDERSI UN DIPLOMA, DARGLI UN AVVENIRE...
ancora oggi la "famiglia" più stretta di elvis e la mamma non si fanno sentire né intervistare né pubblicità. mantengono quella riservatezza quella onestà e forse quella "vergogna" di sapere che si è morti per una tragica fatalità dove chi è colpevole rimanda la sua colpevolezza e chi è innocente dimostra il suo silenzio. anche qui nel rione non si parla più di questo, una tragedia come le altre, un modo come un altro per fare pubblicità. quando tutti stavano addosso per una intervista era cosa veramente deplorevole, oggi il silenzio totale.
non so in che modo ma io vi sto vicino sempre.
dobbiamo aiutare sempre i poveri e la gente che ha pi+ bisogno. noi dobbiamo essere missionari, vivere per gli altri è un modo per vivere meglio.
Per non dimenticare la morte di Elvis e Manuela. Prendo spunto da un Consigliere Comunale di Sorrento per proporre LA LEGGE ELVIS, che garantisca sempre la luce, l'acqua, il cibo e, cosa un po' più difficile in questi tempi, un lavoro dignitoso. Morire di povertà nella nostra città è un paradosso, adottare un bambino napoletano invece, nell'invenzione pubblicitaria, è un peccato capitale.
COMMENTO. ancora oggi la "famiglia" più stretta di elvis e la mamma non si fanno sentire né intervistare né pubblicità. mantengono quella riservatezza quella onestà e forse quella "vergogna" di sapere che si è morti per una tragica fatalità dove chi è colpevole rimanda la sua colpevolezza e chi è innocente dimostra il suo silenzio. anche qui nel rione non si parla più di questo, una tragedia come le altre, un modo come un altro per fare pubblicità. quando tutti stavano addosso per una intervista era cosa veramente deplorevole, oggi il silenzio totale.
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