partire dai senza fissa dimora

Il 12 gennaio 2010, sono morti a Napoli altri due senza fissa dimora: un marocchino, Yousef Errahali, trovato morto nei pressi del Museo Archeologico e un napoletano, Carmine Minucci di Mugnano alla stazione metropolitana dei Colli Aminei. Particolarmente grave è la storia di Yousef Errahali, aggredito da una banda di teppisti, che opera a Piazza Cavour, e poi gettato in una vicina fontana: morirà poi nella notte, assiderato.Queste due ultime vittime devono sommarsi ad altri dieci senza fissa dimora, trovati morti a Napoli in questi ultimi mesi. Dodici morti nel giro di pochi mesi! La situazione dei senza fissa dimora si sta aggravando e diventando sempre più tragica, soprattutto perché la povertà è in crescendo in questa città. Non possiamo accettare che tutto questo avvenga, mentre le istituzioni, in particolare il Comune di Napoli, fanno quasi nulla. Noi siamo esterrefatti dall’indifferenza delle autorità competenti davanti ad una così tragica situazione. Più volte quelle stesse autorità si erano impegnate ad aprire al più presto 4 centri di accoglienza. Purtroppo non abbiamo visto nulla di tutto questo! E a tutt’oggi, a queste persone non vengono garantite nemmeno le più elementari risposte ai loro bisogni: un posto dove lavarsi, farsi una doccia ed avere un pasto caldo. Per tre anni, il Comitato per i senza fissa dimora, si è prodigato per ottenere alcuni di questi centri, ma senza risultato. Come è stato senza risultato la richiesta di uno spazio per loro nell’Albergo dei poveri. Peraltro anche il mondo del volontariato che ruota attorno ai senza fissa dimora, ha continuato a chiedere i loro diritti ottenendo ben poco. Infatti le poche misure prese dal Comune non sono state idonee a risolvere i bisogni dei senza fissa dimora. Questa città di Napoli, per riscattarsi, deve partire da queste persone: dai senza fissa dimora, dai poveri, dagli ultimi. Per questo noi chiediamo: a) un tavolo di discussione con le autorità preposte sulla realtà dei senza fissa dimora; b) l’apertura immediata di almeno un centro di accoglienza (come da anni promesso!), con doccia e pasto caldo. “La vera compassione non si limita a gettare una moneta al mendicante - diceva Martin Luther King - ma arrivare a capire che, se produce mendicanti, un edificio ha bisogno di una ristrutturazione.” [missionari comboniani rione sanità, padre alex zanotelli, padre domenico guarino - Centro Missionario Diocesano Napoli, Don Michele Autuoro - Ronda del cuore - Gruppo Siloe].

9 commenti:

Anonimo ha detto...

i comune di Napoli e la regione hanno mostrato la volontà di non voler risolvere questo assurdo quanto tragico problema la casa dei poveri a piazza carlo III potrebbe ospitare anche attualmente i senza fissa dimora, ma sotto preferiscono giocare a pallone, fare culturismo e parcheggiare le auto abusivamente. anche quelli della municipalità ci lucrano, in senso che non hanno mai realmente fatto qualcosa.

Pip ha detto...

muoiono sempre i poveri, come se i ricchi fossero un po' schifati dalla vita eterna.

Rosaria ha detto...

devo dire che alcune donne della Sanità stanno facendo dei bellissimi sforzi per lasciare le proprie famiglie e figli il mercoledì pera andare ad assistere i senza casa. è un bel esempio di solidarietà da non confondere con la carità o con l'elemosina.

Anonimo ha detto...

purtroppo a Napoli e in gran parte del mondo le persone povere non hanno rispetto, sono subumane e meritano di morire. se un vecchio, una donna incinta, un uomo mutilato, un bambino o una bambina volessero opporsi a questo crudele destino ci sarebbe chi con la sua immane stupidità parlerebbe di ignoranza, di prostituzione, di non colpa e di malignità.

Anonimo ha detto...

c'è un uomo senza fissa dimora che da anni dorme sotto il portale di una chiesa alla via Costantinopoli. quello per ME è un EROE. a volte di notte passo e anche se piove all'impazzata lui è sempre là, rasenta lo scalino, quasi in bilico, dove quel poco di sporgenza che dovrebbe coprirlo crea una alternanza di dentro/fuori, come se lui puntualmente dicesse: "Sto dentro il ventre di mia madre, ma anche fuori la realtà immaginata".

Unknown ha detto...

Io oltre che sull'inefficienza gravissima delle istituzioni mi soffermerei sul gesto sconsiderato e disumano che i piccoli teppistelli ignoranti e senza cervello, hanno compiuto ai danni del povero ragazzo, facendolo morire assiderato solo per passare una serata a sentirsi qualcuno deridendo il più debole... Bè non ci sono parole!
Ma dov'è finito il cuore grande di Napoli di cui da sempre ci vantiamo? Neanche più su questo possiamo puntare? Io da napoletana che vive al nord ho sempre sbandierato il cuore grande di questa città, la sua ospitalità e il senso di fratellanza che, contro tutti i luoghi comuni che la distruggono ogni giorno, è sempre stata l'unica cosa che mi faceva essere veramente fiera... ed ora? Di cosa posso vantarmi se anche questo non esiste più? Ribelliamoci a queste cose, perchè per colpa di gente senza cervello e senza pietà, stiamo cadendo tutti nel baratro... e non è giusto!
Sono molto triste e arrabbiata... troppo dolore!
E' proprio vero E' L'IGNORANZA CHE CREA LA VIOLENZA!

Francesca R.
www.animemigranti.blogspot.com

Pip ha detto...

Cara Francesca hai proprio ragione.

Anonimo ha detto...

Carmine non era un barbone, era una persona fragile e attraversava un brutto momento della sua vita..non so come sia finito su quella panchina, cosa gli sia successo quella notte.
Aveva tanti amici, che probabilmente non hanno capito l'urgenza con cui bisognava prestargli ascolto e aiuto e che si porteranno per sempre il fardello di non essere riusciti a impedire questa fine assurda.

Anonimo ha detto...

Non date notizie false. Siate GIORNALISTI.
Carmine Minucci non era affatto un senza tetto. Era un mio carissimo amico con una moglie e due figli.