indifferenza pubblica

francesca r. (animemigranti.blogspot.com)
Io oltre che sull'inefficienza gravissima delle istituzioni mi soffermerei sul gesto sconsiderato e disumano che i piccoli teppistelli ignoranti e senza cervello, hanno compiuto ai danni del povero ragazzo, facendolo morire assiderato solo per passare una serata a sentirsi qualcuno deridendo il più debole... Bè non ci sono parole! Ma dov'è finito il cuore grande di Napoli di cui da sempre ci vantiamo? Neanche più su questo possiamo puntare? Io da napoletana che vive al nord ho sempre sbandierato il cuore grande di questa città, la sua ospitalità e il senso di fratellanza che, contro tutti i luoghi comuni che la distruggono ogni giorno, è sempre stata l'unica cosa che mi faceva essere veramente fiera... ed ora? Di cosa posso vantarmi se anche questo non esiste più? Ribelliamoci a queste cose, perchè per colpa di gente senza cervello e senza pietà, stiamo cadendo tutti nel baratro... e non è giusto! Sono molto triste e arrabbiata... troppo dolore! E' proprio vero E' L'IGNORANZA CHE CREA LA VIOLENZA! [commento del 15 gennaio 2010 12.45 – post: partire dai senza fissa dimora]

blogger
Credo che quel gesto (picchiare a morte un povero che dorme per strada), sia un gesto isolato e che non abbia alcun senso logico. Cara Francesca, rispondo al tuo commento e, nel spigarmi anch’io l’accaduto, non posso non pensare al fatto che oggi viviamo in un periodo di instabilità, un periodo di transizione, che smarca un po' tutti e ci lascia inebetiti di fronte a tanta "indifferenza". Questa precarietà della vita si riflette su tutti noi in diverse direzioni e a più livelli. Gli orientamenti sono squilibrati, sbilanciati verso “l’indefinito”. Questa rottura è quasi inconsapevole, la gente si sente isolata, le persone si sentono prive di personalità, di attrazioni, di sentimenti. Naturalmente adesso sto generalizzando, ma se hai avuto modo di leggere l’intervista che abbiamo pubblicato un po’ di tempo fa, (http://quartieresanita.blogspot.com/2008/12/precarieta-sotto-assedio-intervista-ad.html), ti sarai sicuramente accorta che la “protagonista”, spiegando la perdita del lavoro, include nella sua esistenza una sorta di “dissociazione” mentale, o “confusione gratuita”. Continuando l’intervista lei dichiara: “In verità (spero che questa sia la verità), vivendo la mia vita in modo precario, non riesco più a vivere una vita stabile. Ho paura che mi possa venire qualche malattia, ho paura che possa morire una persona cara, ho paura degli altri e forse anche di me stessa. La precarietà lavorativa mi fa vivere anche la precarietà percettiva, uditiva, sensoriale, tattile… ecco la confusione gratuita detta anche dissociazione”. L’intervista, esemplare per rispondere alle tue perplessità e alla tua angoscia, ci spiega in che modo la realtà sta cambiando rispetto alle aspettative future o di crescita. La stabilità economica dovrebbe aumentare anche in relazione alla maturità fisica, come un tempo le nostra famiglie progettavano il loro matrimonio o la loro vacanza in funzione di una resistenza economia. Purtroppo la crepa epocale, che attualmente viviamo, ci catapulta nell’immediato, nel costruito, nel senso che le dissonanze sono aumentate e amplificate ed intervengono sia sulla nostra spiritualità che sulla nostra materia, esse diventano altro da noi e inducono la nostra mente a pensare in modo disarmonico. Presupposti fondamentali di quest’ultimo termine sono: la confusione e la paura. L’uomo quando ha paura, quando è confuso, deve difendersi per l’istinto di sopravvivenza, deve escogitare la sua resistenza, le sue alternative. L’ondata di violenza è anche una diretta conseguenza del vivere questa “confusione gratuita”. Nell’immediato non credo che la città di Napoli sia diversa rispetto agli anni passati, naturalmente il tempo “scorre” e le caratteristiche si modificano, quello che ci siamo lasciati alle spalle oggi è storia, domani sarà studiato, io mi sto sforzando a trovare una nome per definire quest’epoca: in primis avevo pensato all’epoca qualunquista (a partire dalla fine degli anni ’80 ad oggi), ma poi mi sono ricreduto… troviamolo insieme.

11 commenti:

di Andrea Bajani ha detto...

C’è un modo di combattersi sfiniti, abbracciati contro le corde, che hanno soltanto i figli che adesso hanno trent’anni coi loro padri e le loro madri. È un modo di fronteggiarsi un po’ pesti, un buttarsi tra le braccia dei familiari che per metà vorrebbe colpire e per l’altra metà vuole soltanto chiedere asilo. E c’è un modo di fare o non fare recriminazioni che ha molto a che vedere con la rassegnazione, da una parte e dall’altra, e che diventa un po’ un colpire alla cieca. C’è, in definitiva, un modo di essere famiglia che non è mai stato così prima di adesso, e dall’altro lato un modo di credere all’amore che è contemporaneamente un cercare riparo e un resistere alle cose che davanti si disperdono frammentate. Vita precaria e amore eterno, secondo romanzo di Mario Desiati, è un romanzo commovente perché mette in scena fin dal titolo questo conflitto sfinito tra un’aspirazione a legarsi a tempo indeterminato alle cose e un’attitudine delle cose ad andarsene, a essere provvisorie. http://www.nazioneindiana.com/2006/04/19/le-vite-precarie-di-mario-desiati/

Abu Abbas ha detto...

Bah... io sono di diverso parere: non è una questione di irrazionalità. Sarebbe semplice e comodo... anche ieri sera hanno aggredito dei clochard a fuorigrotta ad esempio. l'ho postato come commento al blog di francesca e ripeto quì le stesse cose: Domanda? Sono scollegate le questioni di Rosarno e l'aggressione ai clochard e agli immigrati senza fissa dimora? C'è un nuovo razzismo?
provo a dire la mia da ignorante. non sono nè un politico nè un intellettuale, ma un semplice operaio metalmeccanico:
Nuovi modelli autoritari e un nuovo "fascismo" (intendo cioè
una neo-mobilitazione reazionaria delle masse e modelli
istituzionali autoritari) che si alimentano a vicenda,
stanno conducendo alla barbarie sociale. Già ho detto
precedentemente che la crisi può innescare reazioni
razziste scaricando sui soggetti deboli la rabbia causata delle
proprie condizioni di precarietà. C'è però una
considerazione da fare.
Tutto il continente africano è stato vittima di un
colonialismo ottocentesco che mirava principalmente alla
espoliazione di risorse naturali del luogo, magari utilizzando solo poca manodopera locale, ma da un punto di vista delle risorse "primarie" agricole ecc. l'Africa non era ancora ridotta alla fame (questo fino agli anni 70). Il
modello neoliberista ha stravolto gli usi ed i costumi di una economia di sussistenza, sussumendo anche le "istituzioni" locali nei diktat del mercato globale, distruggendo i vecchi modelli economici e imponendo i nuovi a
caro prezzo, con lacrime, sangue e guerre intestine.
in seguito, la principale merce d'esportazione dell'africa è
diventata la forza-lavoro di uomini e donne costretti a
diventare schiavi in paesi stranieri e "sviluppati". Doppio
sfruttamento e totale riduzione in schiavitù: Mi domando io in queste condizioni, sarei in grado di fare distinzioni fra presunti buoni e presunti cattivi? o riterrei tutti più o meno moralmente complici delle mie condizioni? (in effetti è
più o meno così). Quindi, ad esempio, non si lamenti la
signora che ha avuto un occhio nero. lei è una, gli altri sono a migliaia a rompersi il culo e ad essere trattati come bestie.
Malcom x ha detto : "non ci hanno detto: "amico nero, vieni
con noi e aiutaci a costruire il futuro del nostro paese".
Hanno detto: "Sporco negro, sali su quella nave, non discutere con noi e vieni a costruire il futuro del mio paese. Se non ti sta bene ti ammazziamo". Stiamo ancora allo
stesso punto?

+blogger ha detto...

Mi dispiace Abu, ma l'articolo non parla di irrazionalità ma di una questione diversa. Esso spiega dei bisogni, delle rappresentazioni, delle necessità. Forse mi Sarò espresso male, cerco di spiegarlo con un esempio. Alex Zanotelli ha vissuto per 12 anni a Nairobi sopra ad una discarica di rifiuti. stava lì per aiutare quella gente a "morire dignitosamente", ha portato avanti molti progetti dal basso, indignandosi con la chiesa "culta" e aiutando i poveri ad uscire dall'inferno. sai che molti di korogocho lo volevano far fuori? Nel suo libro parla che più volte ha rischiato la morte. era quella stessa condizione "liminale" che faceva agire così le persone che lui intendeva aiutare.

Abu Abbas ha detto...

cito dal blogger:
"blogger
Credo che quel gesto (picchiare a morte un povero che dorme per strada), sia un gesto isolato e che non abbia alcun senso logico."
se poi vuoi fare come berlusconi, cioè smentire ciò che hai detto, ti capisco: ormai è di moda.....
Con simpatia, è ironica la chiosa.
Flavio

Anonimo ha detto...

Un esempio di civiltà negata, un insegnamento che non ha mai insegnato nessuno, l'Italia da paese di emigrati si è trasformato in un paese di immigrati. e se i tutti i paesi della America latina le comunità italiane venissero caccia com'è successo a Rosarno? By Peppe.

+blogger ha detto...

ma non capisco, tu sei un camorrista solo perché abiti in un quartiere malfamato di Napoli? è "normale" che in un quartiere puoi trovarci qualche famiglia malavitosa, ma questo non significa che sono tutti malavitosi... poi quante volte si sarà capitato di vedere balordi che picchiano le persone solo per divertimento? che vogliamo fare, rimettere la forca? con Stima!

Abu Abbas ha detto...

azz... ma allor sì tuost? dicevo che questi episodi razzisti sono sempre più frequenti.....in tutta europa , in tutto l'occidente sviluppato.... non ho detto che tutta napoli è razzista..... ho cercato di impostare una discussione su un piano più generale... del fatto che dalla crisi generale del modo di produzione capitalista (mannaggia, devi disdire l'abbonamento a lotta comunista, che ormai mi costringe ad usare termini obsoleti....)o se ne esce con un modello di società socialista o sprofondiamo nella barbarie.... E' una questione di rapporti di forza e infatti stiamo andando verso la barbarie... cosa c'è di peggio a testimonianza della barbarie di un Gattuso che dichiara, sul corriere della sera di oggi, che sull'immigrazione la lega ha ragione????(giuro.... non scherzo.) Io gli rispondo a questo punto: " a te schifoso terrone mercenario, dovrebbero incenerirti".
Un saluto sincero...
lo sai che ti voglio bene.
Flavio

Abu Abbas ha detto...

Errata corrige: DEVO disdire l'abbonamento a lotta comunista!

+blogger ha detto...

purtroppo storicamente è sempre stato così, nei periodi di crisi, come in questo caso, gli estremismi aumentano e le persecuzioni contro le minoranze fanno la differenza. ti citi Gattuso, ma anche Feltri ha dichiarato simpatie con la lega. L'alto pomeriggio alla Zanzara di Radio24 il conduttore di meravigliava del fatto che la gente si scandalizza per il temine negro, Cruciani diceva che non c'è niente di male a chiamare una persona di colore negro. pensa un conduttore che fa un programma piuttosto importante che non ha nemmeno capito che bastava leggere il vocabolario italiano per capire che il termine è discriminante.

Francesca ha detto...

Ragazzi io sono seriamente preoccupata... Quello che è successo a Napoli contro il ragazzo gettato nella fontana è paragonabile all'episodio successo a Venezia la settimana scorsa quando dei ragazzini hanno cercato di dare fuoco ad un poveretto che dormiva per strada e direi anche che la crisi non è la causa scatenante... anche perché a Napoli la crisi c'è da sempre e non è una novità... Insomma non può essere la causa di quest'attacco di "anomia acuta" (se così possiamo definirla!) Io penso, invece, che si sta diffondendo una totale assenza di valori, un disinteresse verso il prossimo ed un aumento esponenziale dell'ego... Trattare male, violare, umiliare ed offendere chi non può e non sa difendersi è solo un modo trovato da questi ragazzi per soddisfare il proprio ego malato! Questo non significa che tutta una cittadinanza sia come quei teppistelli, ma il solo fatto che essi esistano e che nessuno si ponga il problema di fermarli, onestamente, mi fa rabbia e mi fa tanto pensare! Forse sono pessimista... ma io la penso così! Questi episodi prima avvenivano molto raramente, e a Napoli meno che mai... invece adesso è come se si stessero diffondendo a macchia d'olio, e la cosa triste è che sono sempre i più giovani a commettere questi atti criminali, perché è quello che sono "criminali"...
E' troppo facile spiegare tutto con la crisi... Dove sono i valori? Dov'è il rispetto per il prossimo? Dove stanno le famiglie di questi ragazzi? Ma soprattutto dove stanno i loro cervelli???

Francesca R.
www.animemigranti.blogspot.com

Antonella ha detto...

Rosarno, Venezia, Napoli, da nord a sud è tutto un delirio di assurdità. forse è, come dice il blogger un'epoca che sta cambiando, un periodo di transizione e di confusione. in parte ci credo, inn parte sono molto, molto, arrabbiato.