peppe e la politica

«Io con le elezioni ci vado bene a livello di soldi: se i governi cadessero ogni tanto, come succedeva venti anni fa, starei apposto». Peppe, uomo possente, alto due metri e con due spalle enormi, è preoccupatissimo che io scriva il suo nome in un articolo. Ha avuto qualche problema con la giustizia, anni fa, ma poi si convince che non c’è niente di male. A patto che l’articolo glielo porti stampato, perché il computer non gli “fa calore”. Mi spiega pure dove abita, vagamente, ma non ci spera più di tanto. Si fida perché si vuole fidare.

Anni fa sfilava i portafogli nei pullman, ed era un sistema sicuro. Ci stavano il 42 e il 185, che arrivavano dalla stazione fino al Vomero. E il 109, quello rosso che saliva al Cardarelli, e quello nero, a Capodimonte. Poi è stato dentro per un fatto di droga, dice che faceva un servizio a un amico, e l’hanno beccato con una quantità di coca enorme in macchina. Lo incontro mentre attacca dei manifesti su via Mezzocannone, cartelloni con la faccia di un tale dell’ Udc, candidato alle amministrative. «Io mi faccio tutti i partiti, a parte i fascisti. Da loro non mi voglio prendere un centesimo, solo per un fatto di quando ero giovane, che ero comunista pesante. Poi da quando è finito il partito, mi sono levato da mezzo. Questi, tutti quanti, quelli di Berlusconi e di Mastella, ma pure quelli del Pd, per mettere i manifesti ti danno qualcosa di soldi e non stanno a guardare la carta di identità. Alle volte esco che nella macchina tengo roba di cinque-sei partiti diversi, come fanno in quel film di Totò».

Quando era ragazzo, Peppe ci teneva alla politica, poi è rimasto deluso, si è sentito tradito dai comunisti. Nella vita ha fatto di tutto: la strada, “il poco di coca, qualche scippetiello”. Quando ha lavorato onestamente è stato guardia giurata, per molti anni, e solo per sei mesi autista per una fabbrica di occhiali al nord. Per un periodo, fino a poco tempo fa, si arrangiava con alcuni compagni a fare il finto giocatore, mentre gli altri provavano a fregare i turisti con il gioco delle tre campanelle. Era pure iscritto a una lista di disoccupati, sperando di entrare negli aventi diritto ai sussidi.

«Per me la politica è stata veramente importante, ma ora così come loro sfruttano la gente per bene, senza farsi mai uno scrupolo, io voglio sfruttare a loro. Mi dicono che c’è la possibilità di fottersi qualche soldo dalle casse del comune e pigliarsi un sussidio, perché Tizio conosce a Caio che fa il consigliere comunale? Io ‘o faccio, nun tengo ‘cchiù niente a verè, pure se si tratta di mezzi camorristi. Anni fa queste cose non le avrei fatte, perché per me la politica era una cosa seria. Al massimo facevo il rappresentante di lista per diversi partiti, anche se quelli non ti pagavano come fanno mo’, un po’ perché c’erano meno soldi, un po’ perché le cose sporche non si facevano così davanti a tutti, c’era più pudore. Allora ti mandavano i cestini per il pranzo, e al seggio dove stavo io arrivava prima il cestino della DC, poi quello dei socialisti, poi dei repubblicani. I comunisti nun ce purtavano manco ‘o cazz’, perché uno lo doveva fare per militanza, altro che cestini».

«Peppe ma io ancora non ho capito mo’ tu per chi voti», gli chiedo. «Io? Io sono più di dieci anni che il voto me lo vendo, al miglior offerente. Prima si dovevano fare un sacco di tarantelle, ma mo’ con questi cellulari con le fotografie è una stronzata. Alle ultime due elezioni, uno dove abito io, un mezzo caporione, mi ha dato quaranta euro, e la prima volta pure il telefono per fare la foto. Io pensavo che era compreso nel prezzo, ma poi l’ha voluto indietro, quel cornuto».

Ad aprile a Napoli si può stare per strada fino a tardi, che comincia a fare caldo. Anche via Mezzocannone, come tante altre, è tappezzata, sotto elezioni. Peppe, per esempio, si è fatto un po’ di Soccavo e Fuorigrotta. Poi se n’è sceso al centro, dove ci siamo incontrati. Quando ripasso, verso le tre, sui pannelli montati per evitare che i manifesti finiscano su tutti i muri, è pieno di cartelloni di Rifondazione comunista, sistemati ad arte, proprio sopra quelli dell’Udc. Sembra che qualcuno abbia voluto far vedere a qualcun altro che quelli col faccione ex democristiano erano stati messi, e il lavoro era stato fatto bene. Poi mica è colpa sua se sopra i comunisti ce ne hanno attaccati degli altri. [riccardo rosa - napolimonitor.it]


6 commenti:

Pip ha detto...

La politica è sempre stata merce di scambio tra "scambisti". Il sistema democratico fallisce se non c'è l'affare che lo sollecita. Quindi il sistema è fallito e bisogna inventare un altro.

2 ha detto...

un bell'articolo domostra come la degenerazione politica abbia una diretta conseguenza sulla degenerazione del senso civico in tutti noi.

Key ha detto...

La politica e morta . Il sistema elettorale fa acqua da tutte le parti

Key ha detto...

Il prossimo referendum, dovrebbe essere sul sistema elettorale

Anonimo ha detto...

Ma se pure volessimo fare qualcosa per difendere chi per anni se battutto per il diritto al voto, penso alle donne degli anni quaranta. Solo per questo noi non dovremmo abbandonare questo stato di cose e compattere fino all'ultimo per i nostri diritti. In passato è stato fatto e qualcosa pure si è concluso, siamo stati gli esempi dell'europa intera. Oggi quest'atteggimento rinunciatario fa solo il gioco dei potenti.

Anonimo ha detto...

detto così ma chi crede ai buoni e santi propositi. non c'è speranza. non lo voglio dire. ma cosa faccio? io ho deciso di andare a votare al ballottaggio anche se non l'ho fatto per le comunali.