sconcertanti silenzi

Perché la Santa Sede non parla? Perché dall’inizio della crisi non c’è una parola del Vaticano, almeno sugli aspetti strettamente umanitari, di condanna delle violenze spaventose e dei massacri che stanno avvenendo in Libia? Perché nel comunicato emesso alla fine del colloquio tra il papa e il presidente libanese Sleiman c’è solo un accenno generico ai “recenti avvenimenti in alcuni Paesi arabi”? Perché il Papa mercoledì ha accennato ai morti nel terremoto in Nuova Zelanda e non ha pronunciato neppure una parola circa i morti in Libia?

La Santa Sede ha rapporti diplomatici con Tripoli. Il nunzio apostolico Tommaso Caputo rappresenta la Santa Sede sia a Malta che a Tripoli. E risiede prevalentemente a Malta. E da lì ha parlato brevemente con la Radio Vaticana, ma senza entrare nel merito della crisi. La diplomazia vaticana passa per le migliori del mondo.

E allora perché Caputo non è stato spostato a Tripoli? Durante le guerre contro l’Iraq i nunzi apostolici non hanno mai abbandonato Baghdad. Stavano vicini alla popolazione e non a Saddam. Perché non accade la stessa cosa per Tripoli? Anche il vescovo di Tripoli, monsignor Martinelli, di cui sono noti i buoni rapporti con il Colonnello Gheddafi, dal quale è riuscito recentemente a farsi restituire una chiesa nella capitale, in questi giorni ha solo minimizzato la crisi. Perché? E poi: con Giovanni Paolo II sarebbe successa la stessa cosa? Il silenzio della Santa Sede comincia a procurare imbarazzi negli stessi ambienti diplomatici della Segretaria di Stato.

Certamente la posizione del nunzio è assai delicata. E’ ambasciatore presso un Paese dell’Ue in prima linea e contemporaneamente è accreditato a Tripoli. C’è un evidente conflitto di interessi. Ma non basta a giustificare il silenzio vaticano. Dunque forse c’è altro. Il silenzio vaticano è dettato dalla prudenza per le sorti dei cattolici in Libia oppure è giustificato dalla volontà di non criticare il governo di Silvio Berlusconi?

In Vaticano fino a non tanto tempo fa c’era un uomo che ha sempre parlato chiaro rispetto allo scellerato patto Italia-Libia: monsignor Agostino Marchetto, capo del dicastero per i Migranti. Ma è stato costretto a dimettersi, dopo che più volte è stato precisato che le sue erano opinioni personali e non riflettevano quelle della Santa Sede. Insomma di fronte ai morti, agli stupri, alle immagini e ai racconti drammatici che arrivano dalla Libia, conta di più la realpolitik bertoniana: è proprio infondato il sospetto che non intenda disturbare il manovratore in attesa di incassare qualcosa circa i valori non negoziabili del testamento biologico già calendarizzato alla Camera? Tutti noi speriamo di essere smentiti a stretto giro da parole forti del papa. [ilmondodiannibale.it]

5 commenti:

Mario ha detto...

Perché vi meravigliate se sono centinaia e centinaia di anni che la chiesa si comporta così, si è sempre saputo che è al servizio del potere perché è ella stessa il potere. La chiesa non potrebbe andare contro se stessa. Nessuno dice niente, basta ricordare gli anni del fascismo, oppure quelle della democrazia cristiana, o ancora l'era Berlusconi, ossia questa. Ratzinger è il prodotto della società massificata così come Berlusconi è il prodotto della insulsaggine.

Anonimo ha detto...

non sono un anti clericale anche perché frequento periodicamente padre alex ZANOTELLI ma credo che gli abusi di potere della chiesa siano peggiori di ogni altro abuso possibile.

Anonimo ha detto...

è un caso disperato lascia stare

Anonimo ha detto...

tutto questo mi fa vomitare non ha senso non deve e non puù essere giustificato chi commette una così alta e vigliacca crudeltà merita di essere diseredato.

Anonimo ha detto...

wiwa la democrazia.