dieta di carne

Quando ero bambino mia mamma mi ha super nutrito, una dieta ferrea fatta di ogni tipo carne: vitello, vitellino, agnello, maiale, cavallo. Era convinta che se non mangiassi almeno tre volte, in una settimana, la carne, sarei rimasto senza globuli rossi e senza ferro, ricoverato con prognosi riservata, spacciato per la mia crescita ed intelligenza. Carne macellata di ogni tipo, non importa se un animale, un terrestre come noi, subisca le più atroci torture, ingiustizie e maltrattamenti fino ad essere sparato in testa. Quando si ammazza un agnellino fa più pena di un bambino, è assurdo, ma è così. Piange disperatamente, gli occhi smarriti, terrorizzati, alienati e chi affonda la lama nel cuore sembra non aver sentimenti. Noi uomini ammazziamo ogni tipo di animale. Si ammazza per vendere, per vestirci, per divertimento, per esperimento, per noia, per paura, per crudeltà.

Il cacciatore deve pur esporre la sua testa di cervo come soprammobile oppure imbalsamare un cavalluccio marino, avere la sua pelle di balena, coccodrillo, vestirsi con il pelo di un orso o di un daino. È assurdo, ma è così. Eppure si vivrebbe benissimo senza mangiare carne, senza rivestirci di pelle, senza un visone o le scarpe di serpente. Ma del resto perché ci meravigliamo?! Come testimonia la foto, se siamo così malvagi da ammazzare un bambino, da contagiarlo con l’aids, se sterminiamo popoli, se facciamo la guerra solo per non farci togliere la neve da sopra un grattacielo, o una pista di ghiaccio nel deserto, o l'autodromo di Abu Dhabi allora perché mai dovremmo smettere di schiacciare uno scarafaggio che fa schifo? Mi chiedo: e se dopo la morte ci ritrovassimo tutti noi umani chiusi in gabbie di un metro per un metro aspettando che ci friggono? [+blogger]

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Meglio essere dei vegetariani che assassini.

Anonimo ha detto...

"Vorrei che poteste vivere della fragranza della terra,
e che la luce vi nutrisse in libertà come una pianta.
Ma poiché per mangiare uccidete,
e rubate al piccolo il latte materno per estinguere la sete,
sia allora il vostro un atto di adorazione.
E sia la mensa un altare su cui i puri e gli innocenti della foresta e dei campi
vengano sacrificati a ciò che di più puro e innocente vi è nell’uomo.

Quando uccidete un animale, ditegli nel vostro cuore:
“Dallo stesso potere che ti abbatte io pure sarò colpito e distrutto,
Poiché la legge che ti consegna nelle mie mani consegnerà me in mani più potenti.
Il tuo sangue e il mio sangue non sono che la linfa che nutre l’albero del cielo"
Gibran Kahlil Gibran