razzismo su pompei

“Se Pompei fosse in Lombardia, o in Toscana, sarebbe quello che deve essere, cioè il sito archeologico più importante del mondo, una risorsa turistica fruttuosa, un luogo meraviglioso di studi e di ricerche”. Intervistato dal resto del carlino, chi ha rilasciato la precedente dichiarazione ha poi rincarato la dose: Pompei dimostra prima di tutto che ci sono molte, moltissime Italie… ma davvero pensate che una cosa del genere sarebbe potuta succedere, che so, a Firenze? Via, non prendiamoci in giro. Anzi, voglio andare ancora più su: davvero pensate che sarebbe stato possibile una cosa del genere Innsbruck?”. E ancora: “il nostro paese si divide in aree sviluppate e non”.

Poiché il livello intellettuale e morale di queste frasi non è superiore a quello di uno striscione da curva (siamo quasi a al “forza Vesuvio”), potrebbe essere sufficiente la risposta che si legge nell’unico sito internet che le abbia prese in considerazione: quello del Napoli calcio, dove un tifoso risponde con argomenti di uguale livello. Ma siccome il titolare di queste incredibili esternazioni è stato il Ministro dei Beni Culturali, è l’attuale direttore dei Musei Vaticani, è socio corrispondente dell’accademia dei Lincei ed è (vien da ridere…), il curatore della mostra delle italie all’italina. Arte, immagine identità dell’Italia storica che aprirà a Torino in occasione del centocinquantesimo anniversario dell’unità nazionale: beh, è tutto un po’ difficile far finta di niente. Per Antonio Paolucci il problema di Pompei è di trovarsi troppo al sud, in quella scala di latitudine che per lui scandisce inesorabilmente lo sviluppo e la civiltà.

Eppure Napoli non doveva sembrare a Paolucci così culturalmente sottosviluppata, quando si trattava di esporci per sei mesi il crocifisso falsamente attribuito a Michelangelo che egli aveva fortemente contribuito a fare acquistare allo Stato per oltre 3milioni di euro. Certo, sempre meglio 3milioni buttati in u’ opera che ne valeva sì e no 80mila, che usati per la manutenzione di Pompei: che così a sud, ma così a sud, che è proprio insalvabile. A meno che non la si trasporti in blocco a Firenze: e chissà se non sia questo il senso recondito del titolo della mostra che Paolucci sta preparando. Invece che lasciarsi andare al più vieto antimeridionalismo, Antonio Paolucci avrebbe potuto provare a dar conto delle sue responsabilità: in quanto ex Ministro dei beni culturali, e ancora di più in quanto responsabile fra i massimi della degenerazione estrema del sistema delle mostre di cassetta che drena energie vitali dalla tutela e riduce la storia dell’arte a rotella dell’industria dell’intrattenimento “culturale”.

Se proprio buttarla sulla geografia, il problema di Pompei non è di essere troppo a sud, ma di essere in Italia. [tommaso montanari - corriere della sera - gazzetta del mezzogiorno, 11/11/’10]

8 commenti:

Anonimo ha detto...

quando le cose succedono al sud, a Napoli, la cosa diventa sempre più grande, più assurda. per esempio, al di al del fatto che il patrimonio storico va tutelato, ma è sicuramente un atto molto più incivile e grave il fatto che un uomo sia stato malmenato, aggredito, picchiato nell'indifferenza altrui e poi morto per le numerose percosse, questo succedeva nella civile Milano, in un quartiere che, per quanto omertoso si possa dire, è diventato campione di dispregio e indecenza. accanisti così contro un uomo che non aveva visto un cane attraversare la strada.... spero che gli autori del massacro, dopo quasi un mese di coma del povero tassista, marciscano in carcere per tutto il resto della loro vita.

igor ha detto...

spesso gli ignoranti si crogiolano sulle loro baggianate

Anonimo ha detto...

AIUTO SALVATE L'ITALIA DAI LEGHISTI

+blogger ha detto...

Dovremmo un po' tutti pensare allo stato della cosiddetta "normalità". Di solito le differenze sono quelle che "noi" ci immaginiamo nella nostra testa: per i leghisti il verde è un colore normale; per i rossi il rosso; per il pdl l'azzurro ecc, ecc. Adesso ognuno di questi colori, per chi li percepisce tali, sono più colorati degli altri, così come i morti sono più mosti, e i vivi sono più vivi. E' la massima: "non siamo noi ad essere razzisti, sono loro ad essere napoletani".

Leandra ha detto...

...no NON avete capito niente, lo scaricabarile e' parte integrante del programma di questo governo..
e' la
" devolution delle responsabilita'"

in realta' e' un misto di scaricabarile e di razzismo con caccia al capro espiatorio...naturalmente abbiamo capito gia' da tempo chi e' il capro espiatorio....

Anonimo ha detto...

Hai poprio ragione Leandra, nei momenti di crisi e di truffa di deve essere sempre un capro espiatorio è na nostra democrazia che lo prevede.

Assunta ha detto...

Oramai la "guerra" la vince solo a forza di ignoranza e di chi dice più stronzate. la foto che girava su intenet che mostrava una ragazza laureata con 110elode con alle spalle diverse esperienze e master ma ridotta a lavorare come centralinista a 800euro al mese, e il figlio di Bossi che era stato bocciato per ben 3 volte all'esame di Maturità ma poi consigliere regionele a Milano con 10mila auro al mese, bhè, tutto ciò la dice lunga sul fatto che, in questo paese,la disuguaglianza è marcata, per non parlare poi delle competenze.

Anonimo ha detto...

purtroppo in razzismo in italia esiste velato ma esiste