
elsa morante
«Il capo del Governo si macchiò ripetutamente durante la sua carriera di delitti che, al cospetto di un popolo onesto, gli avrebbero meritato la condanna, la vergogna e la privazione di ogni autorità di governo. Perché il popolo tollerò e addirittura applaudì questi crimini? Una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse e tornaconto personale. La maggioranza si rendeva naturalmente conto delle sue attività criminali, ma preferiva dare il suo voto al forte piuttosto che al giusto. Purtroppo il popolo italiano, se deve scegliere tra il dovere e il tornaconto, pur conoscendo quale sarebbe il suo dovere, sceglie sempre il tornaconto.Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare ma di facile effetto, è un perfetto esemplare dei suoi contemporanei. Presso un popolo onesto, sarebbe stato tutt'al più il leader di un partito di modesto seguito, un personaggio un po' ridicolo per le sue maniere, i suoi atteggiamenti, le sue manie di grandezza, offensivo per il buon senso della gente e causa del suo stile enfatico e impudico. In Italia è diventato il capo del governo. Ed è difficile trovare un più completo esempio italiano.
Ammiratore della forza, venale, corruttibile e corrotto, cattolico senza credere in Dio, presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario, buon padre di famiglia ma con numerose amanti, si serve di coloro che disprezza, si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di profittatori; mimo abile, e tale da fare effetto su un pubblico volgare, ma, come ogni mimo, senza un proprio carattere, si immagina sempre di essere il personaggio che vuole rappresentare». [Elsa Morante, Opere, vol. I, Mondadori - Meridiani, Milano 1988. E’ un articolo che Elsa Morante ha scritto descrivendo Benito Mussolini]
microcredito scuola caracciolo
Certo, nella scuola molto si deve alla motivazione e all’atteggiamento positivo degli insegnanti: vediamo che quando c’è la fiducia nei ragazzi e la capacità di dialogare con loro portandoli sul terreno concreto dell’esperienza, in altre parole quando l’insegnante, come fa Dario Spagnolo, riesce a collegare la scuola alla vita, i ragazzi “rispondono”. Così, abbiamo visto alcuni di loro, ragazzi e ragazze, realmente interessati a comprendere l’iniziativa, a valutare gli esempi introdotti da Alessia Agrippa (una ragazza anche lei, poco più grande di loro, stagista di Banca Etica) e da Antonio Montieri e Italo Russo, bancari in pensione entusiasti volontari del Comitato. Ed è stato davvero sorprendente trovare in alcuni ragazzi competenza e linguaggio adeguato all’argomento, per formulare le domande che si sentivano scaturite da un interesse molto vivo. Certo, dei sessanta ragazzi presenti è stata una piccola parte a dare una partecipazione così incoraggiante: ma sono quelle minoranze che aprono la strada al cambiamento, ed è su questi ragazzi che dobbiamo contare per non piangerci addosso e dare della città e del quartiere un’immagine positiva, di speranza.
A noi adulti la responsabilità di sostenere battaglie per una scuola pubblica di qualità, dove docenti famiglie e società civile possano integrarsi a sostenere, insieme, i ragazzi e la loro visione di futuro. In questo senso l’iniziativa promossa dalla Rete del rione Sanità con Banca Popolare Etica e Associazione Marco Mascagna risponde appieno ad una finalità educativa, nel senso di educazione civica, che dalla scuola si estende al quartiere. Si ricorda che il Comitato per il Microcredito offre assistenza e consulenza il martedì e il giovedì dalle 17.30 alle 19.00, presso l’Istituto Adler, via Supportico Lopez 8 [anna maria laville].
aiuti subumani
La guerra non finirà mai, la gente deve essere trattata così altrimenti la ricchezza si dilata e i soldi iniziano a sfuggire di mano. Fintantoché ci sono persone di serie B e C tutto è possibile; fintantoché un bambino ricco caca differentemente da un bambino povero, oppure piscia, vomita, sorride, ti schiatta un pugno in faccia, ti sbava sulla camicia o sulle mutante differentemente da un bambino che invece non gli manca un cazzo, allora la giustizia divina, terrena, filosofica, e metteteci pure satanica, è resa vana dalla incoscienza che per coerenza fa sbraitare: “miserabili quelli lì, nati nella sfortuna”… e digeriti dalla tua insulsaggine.
la super civiltà
L’Italia è un paese che ripudia la guerra. Nel 2006 l’Italia ha esportato armi piccole e leggere per 434 milioni di dollari. Intercettazioni telefoniche hanno portato alla luce che la Beretta, prima produttrice di armi in Italia, traffica con l’Iran e il resto del mondo. "Le nostre sono pur sempre missioni di pace".
...ascoltarne uno
Mi chiamo Annamaria Malavasi e il mese di Maggio compio 89 anni. “Sono diventata partigiana, dopo l’8 Settembre 1943, a Reggio Emilia, facevo trasporto munizioni, stampa, vettovagliamento. Poi, in montagna, mi hanno insegnato le armi, come usarle e accudirle. Il mio nome di battaglia ere Laila”. Lo presi da un romanzo su una ragazza che combatteva al posto al posto del suo fidanzato ucciso. Era una bella ragazza? “Si, ma noi eravamo state educate severamente, anche nel modo di vestire”. Però sfruttavamo la nostra bellezza. Quando, con le armi addosso, passavo al posto di blocco in bicicletta mi mettevo la gonna stretta, e fingevo di abbassarmela, loro, fessacchiotti, fischiavano e io passavo”. Le è mai capitato di uccidere? “Certo”. Che sensazione dà? “La donna è sempre donna. Ma nel momento del pericolo anche la donna accetta le regole della guerra. Non è facile. Nata ed educata per dare la vita, in guerra la vita la togli. E’ importante che non siamo diventate combattenti per spirito d’avventura. Ci furono torture orrende. Nella mia formazione avevo una ragazza, Francesca, che era incinta, ma era lo stesso così magra, che scappò dalla prigione passando tra le sbarre del finestrino da bagno. Per raggiungerci camminò scalza nella neve per 10Km. Quando il bambino nacque lo allattò da un solo seno perché il capezzolo dell’altro le era stato strappato a morsi da un fascista. Ho visto ragazze con le parti intime bruciate dai ferri da stiro”.Quanto contava l’amore? “Niente. L’importante era aiutare. Io ero anche fidanzata, lo lasciai quando mi disse che fare la partigiana mi avrebbe resa indegna di crescere i suoi figli. Era un mondo maschilista. Soltanto tra i partigiani la donna aveva diritti, era un compagno di lotta. Si dormiva insieme, per terra, nei boschi, ma se uno mancava di rispetto veniva punito. La resistenza ci ha fatto capire che nella società potevamo occupare un posto diverso”. Si è più sposata? “No. Però in montagna, avevo trovato un ragazzo... Lui sì, lo avrei sposato se non me lo avessero ucciso, aveva una mentalità aperta, ma uomini così non è ho più trovati”. Chi era? “Si chiamava Trolli Gianbattista, nome di battaglia Fifa, anche se era coraggiosissimo. E’ morto nella battaglia di Monte Caio nel 1944, a 23 anni. L’ho saputo solo 6 mise dopo, quando a primavera la neve si sciolse e il corpo fu ritrovato. E’ sepolto al cimitero di San Bartolomeo. Gli porto ancora i fiori... Dev’essere stato importante per me, se mentre ne parlo lo rivedo davanti. L’unico nostro bacio è stato d’addio”. Vuole dire qualcosa alle donne d’oggi? “i diritti paritari garantiti dalla Costituzione non sono stati un regalo, ma un riconoscimento per ciò che le donne hanno fatto nella guerra di Liberazione. Difendere la Costituzione significa difendere la possibilità di garantire un futuro di libertà e democrazia ai figli delle donne”.
Ci sono generazioni che hanno fatto (L’Italia, la grande guerra, la resistenza, il sessantotto). Altre che hanno visto (Genova, l’11 Settembre, L’Iraq). Poco prima di essere ucciso a 27 anni nella guerra di Spagna, Alistair Noon, poeta inglese omosessuale e comunista, scrisse: “ Caro Robert, so bene che combatto per qualcosa che non durerà. Nessun futuro è per sempre. Combatto per aver un passato perché un po’ della mia vita riposi intatta nell’accaduto”. Oggi l’Anpi, l’Ass. Nazionali Partigiani - che ha reso possibile l’intervista - conta 150 iscritti (ma da 2006 accettano anche i non partigiani). Nel 2000, dieci anni fa, i partigiani viventi erano 29mila. Oggi sono 10-12mila. SAREBBE BELLO SE, PER LEGGE, OGNUNO FOSSE OBBLIGATO AD ASCOLTARNE UNO. [giacomo papi]
crescereinsieme

napoli spettacolare

È impressionante vedere le immagini di guerriglia, di distruzione, di abbandono, di “impossibilità”. I telegiornali nazionali non fanno altro che mandare immagini di sparatorie, di agguati, di vergogna, di indifferenza. Napoli è la città predestinata a questo scempio mediatico ed invulnerabile, incline ad ogni forma di civiltà e di responsabilità. Secondo alcuni intellettuali la nostra città non può essere spiegata, non ci sono argomentazioni, essa è un caso a sestante fuori ad ogni normale caratteristica “scientifica”. Napoli è persa nel vuoto, nel distacco, nell’omertà. Chi subisce questa forma di separazione forzata è la gente, le persone che hanno paura, che vivono nel terrore, nel caos, nella disperazione. Noi restiamo a guardare intrappolati nella nostra “cultura” e chi ci capisce qualcosa è un genio.
Io non sono sicuramente un genio ma vivendo costantemente la città, il mio quartiere, il caos, che sbilancia Napoli, non lo noto, forse non avrò la capacità di vederlo, sono un incosciente, ma la mia esperienza mi suggerisce una altra spiegazione. Non è vero che Napoli è arretrata, che la gente è bigotta, incline alla malavita, alla camorra; le persone di Napoli sono stanche e, mentre le istituzioni rimangono indietro, esse invece vanno avanti organizzandosi e unendosi in modo autonomo. Vivono nel silenzio e nella paura, ma progrediscono nel quotidiano, nel fare, nel costruire alternative. La faccia della malavita è la stessa dell’imprenditore che evade le imposte, che esporta i capitali, che imbroglia sul cemento, che incanta per viltà.
Lo stesso fenomeno avvenne nel 1943. Napoli si difendeva da sola, faceva le barricate, cacciava i tedeschi, sacrificava la sua gente per la terra. Questo sostituirsi allo stato non è stato mai riconosciuto. Le persone morte sono morte per caso, le bombe lanciate per caso, la fame vissuta per stupidaggine. Nella letteratura c’è la famosa nave saccheggiata dai napoletani, non la vita persa di Nicola, Mariano, Roberto e Patrizia. La lacerazione mediatica è frutto della transizione storica, vedere solo per fare sensazione, per la spettacolarizzazione, per l’audience, per la pubblicità, per vendere più armi. Napoli serve anche a questo tipo di economia. [+blogger]
voglia di raccontare
Lidia mi chiama più volte sul cellulare “aiuto, ho voglia di raccontare, di denunciare, di farmi ascoltare”. Quando parla è sempre un po’ agitata, mi spiega quello che le è successo, e io non ho voglia di commentare. Una storia vera ed assurda. Mi spiega partendo dalla fine “hanno scritto una sentenza insensata, hanno dichiarato di tutto, ma com’è possibile?”.lodo elvis
Elvis è morto a 6 anni, a Napoli, ucciso dal monossido di carbonio sprigionato da un braciere alla carbonella, estremo ed unico rimedio contro il gelo, dopo che l’Enel aveva staccato l’erogazione di energia alla sua povera abitazione, per morosità. Era un bambino educato, ordinato e da grande sognava di fare l’ingegnere, secondo la sua maestra. La madre, Manuela, capoverdiana, è in coma. Per i politicanti di governo Elvis a Manuela costituivano una minaccia per la sicurezza del paese. Discutendo di questo immane dramma con mia figlia, mi sono sentito dire: “Papà, se la politica non riesce a salvare la vita ai tanti, ai troppi Elvis, allora la politica non serve a nulla”. In modo semplice ed immediato ha colto l’essenza ultima e vera della Politica con la P maiuscola.Una Politica che, adesso, deve prendere fra le braccia il corpicino di Elvis e portarlo, con delicatezza, al cospetto di Cristo e gridare tutta l’indignazione possibile, tutto il dolore possibile, versare tutte le lacrime senza risparmiarne alcuna. Poi, con risolutezza, la Politica dovrebbe prendere con mano le migliaia di Elvis costretti a vivere nei tuguri dell’ipocrisia e della menzogna e accompagnarli a scuola, in scuole allegre, colorate, sicure e poi accompagnarli a casa, in case vere, modeste anche, ma dove non vengano mai a mancare l’aria, la luce, l’acqua, il caldo, cibo sano, beni inalienabili della persona.
Mi risulta che in Francia esista una legge di Stato che impedisce al proprio Ente di staccare del tutto l’erogazione di energia e l’obbliga a lasciare un tot di watt. Chiedo ai nostri deputati e senatori di proporre con urgenza una legge simile anche in Italia e di battersi per l’immediata applicazione, con la stessa rapida efficienza con cui fu approvato il Lodo Alfano. Ovviamente, se approvata, una legge simile non potrà che chiamarsi Legge Elvis.
Nel frattempo propongo all’Enel di predisporre la stipula di “Contratti di solidarietà”, con cui l’utente, volontariamente, potrebbe pagare una percentuale in più di energia (1, 5, 10%) da destinare agli indigenti. Che la Politica con la P maiuscola si manifesti in tutto il suo splendore, prima che sia troppo tardi per altri Elvis, perché un bambino non è mai responsabile della sua condizione. [natale sorrentino, pubblicato a dicembre 2009 www.openworldblog.org/2009/12/14/lodo-elvis/]
vittoria degli immigrati
Oggi [ieri] alle ore 13.00 sei dei nove rifugiati della nave da carico “ Vera D”, sono stati rilasciati dal CIE (Centro di identificazione ed espulsione) di Brindisi , su istanza del giudice, perché presunti minori. Abbiamo accolto questa notizia con un urlo di gioia: giustizia fatta per gli immigrati, una vittoria per gli attivisti napoletani che hanno difeso passo passo i nove immigrati. Il nostro impegno è iniziato quando il 7 aprile la nave da carico “Vera D”, che batte bandiera liberiana, aveva attraccato al molo 51 nel porto di Napoli, dichiarando di avere a bordo nove immigrati clandestini (erano saliti segretamente ad Abidjan, in Costa D’Avorio). Per motivi di sicurezza, la “Vera D” è stata bloccata dalle autorità portuali fino al 12 aprile, quando gli attivisti anti-razzisti ne sono venuti a conoscenza. una banale caduta
Ieri pomeriggio alla via sanità tre adolescenti, senza casco, camminavano su di una scooter zigzagando tra gli altri motociclisti. L’ultimo passeggero, poteva avere 10/11 anni era seduto sulla sella e, cercando di non cadere, si aggrappava al suo compagno avanti che a sua volta si stringeva il guidatore. Tutti e tre non raggiungevano i 35 anni di età. All’improvviso l’ultimo ragazzino si sbilanciava ulteriormente, facendo sbandare la moto che per fortuna non urtava nessuno ma perdeva impietosamente il suo passeggero. L’uomo/bambino cadeva a terra, un botto “naturale” ma spaventoso, dritto con mani e pancia sulla strada. Un urlo che non veniva sentito subito dai suoi compagni di viaggio che proseguivano. Solo dopo si accorgevano del compagno perso per la via. Quest’ultimo veniva aiutato da un signore a rialzarsi, batteva le mani, sembrava stordito, successivamente intravisto dai suoi amici e dalla folla.mi scappa, che faccio?
Il Cardinal Bertone in Cile ha affermato che la pedofilia è sinonimo di omosessualità. In questo forse non si è sbagliato, anche se così facendo ha condannato ancora di più la chiesa e i preti. Il segretario del papa non ha tenuto conto di un fatto abbastanza importante. Nella stragrande maggioranza i preti pedofili sono anche omosessuali, mentre i laici no. Il padre che violenta la figlia piccola, lo zio sporcaccione con le nipoti, lo “spione” della porta accanto ecc, ecc, hanno solo questo problema, di essere violenti e quindi un pericolo per la società. Gli ecclesiali, invece, sono quasi sempre anche omosessuali, basta vedere le cronache, leggere i giornali o altre fonti. Ieri ne discuteva uno ascoltatore su radio24.abboffati di mazzate
il chiacchiericcio...
Questa Pasqua abbiamo saputo una cosa sul conto di papa Benedetto XVI che un anno fa non sapevamo: che è stato coinvolto nell’insabbiamento di due casi di stupro e molestie sui bambini, avvenuti uno in Germania e l’altro negli Stati Uniti. A questo punto è difficile distinguere la sua carriera da quella di tanti altri vescovi e cardinali colpevoli di aver ignorato o insabbiato gli abusi compiuti dai loro sottoposti sul corpo e sull’anima di persone giovani e vulnerabili. Il Vaticano ha passato la settimana santa a replicare a queste accuse, ma non può cancellare i fatti. Il caso tedesco è quello più chiaro, in quanto direttamente legato all’allora cardinale Joseph Ratzinger. Ecco i fatti: un sacerdote di nome Peter Hullermann è stato giudicato colpevole di aver stuprato i bambini di almeno tre famiglie di Essen alla fine degli anni settanta. Il parroco dichiarò che le famiglie “non avevano voluto sporgere denuncia”, e così il caso finì davanti a Ratzinger. Il cardinale decise di non denunciare il sacerdote ma di spedirlo in terapia, consentendogli di restare in attività, e quindi di compiere nuove molestie.Il papa ha reagito alle notizie facendo attaccare il quotidiano statunitense dai suoi sottoposti e facendo definire “chiacchiericcio” le nuove rivelazioni. Il caso statunitense è più complesso. Riguarda gli abusi commessi nel Wisconsin su duecento bambini sordi da parte di un certo padre Lawrence Murphy. Gli stupri, le molestie e gli abusi sono andati avanti per decenni e le gerarchie ecclesiastiche si sono rifiutate di intervenire. Come ha riferito il Milwaukee Journal Sentinel, Murphy “entrava di notte nel dormitorio, li portava in uno stanzino e li molestava”. Ci sono voluti
vent’anni (e duecento vittime) prima che il caso arrivasse a Roma nel 1996. Alcuni degli abusi erano avvenuti dentro il confessionale, quindi doveva occuparsene il capo della Congregazione per la dottrina della fede Joseph Ratzinger. I principali colpevoli di questi abusi sono stati gli arcivescovi locali, che sapevano tutto e non hanno fatto niente. Ma quando il caso è arrivato all’attenzione di Ratzinger, nel 1996, la Congregazione ha preso tempo, non ha allontanato il colpevole dal sacerdozio e quando Murphy stava ormai per morire, ha chiesto alle autorità ecclesiastiche di interrompere il processo canonico. Ratzinger ha dovuto gestire il caso di un sacerdote che aveva abusato per decenni di duecento bambini sordi. Perché non ha pensato di doverlo risolvere rapidamente? Doveva proprio preoccuparsi del rischio di uno “scandalo dilagante” e dell’“esigenza di segretezza”?
roberta, vico sanfelice
“Mi puoi scrivere una lettera?” In che senso? “Nel senso che tu hai studiato e quindi saprai scrivere sicuramente meglio di me”. E cosa dovrei scrivere? “Niente, scrivi... amore mio, ti amo, la bambina ti pensa sempre, io non ce la faccio più a stare senza di te, sei nel mio cuore... e altre cose del genere”. Ve bene, ci proverò. Roberta, nel vicolo ci ha vissuto circa due anni, con il marito e la figlia. La mattina apriva sempre tardi la finestra e spesso la sorella le veniva a fare un po’ di compagnia. Una bella ragazza alta, capelli corti con un sorriso sempre pronto e anche un po’ canzonatorio. Nel palazzo di fronte al suo basso vive un uomo di una certa età distrutto dal dolore perché ha perso la moglie da poco. Dopo mesi l’uomo ha fatto amicizia con una donna più giovane dell’est europeo che ha preso il posto della defunta consorte. In pochi giorni l’anziano signore è stato portato per diverse volte a pronto soccorso per sospetto infarto. Roberta è piuttosto attenta e quando vede scendere la barella con l’uomo supino il suo sorriso smorzato diventa sfottò e quasi ammirazione per un vecchio che ha ancora il coraggio di arare i campi dell’amore. Mi guarda con un po’ di dolore e con un po’ di ironia, e mi dice: “Anto’, ma che è?”un gay per il vomero
Un consigliere della V Municipalità, quartiere alto della Napoli “perbene”, ha intenzione di avviare una crociata contro una agenzia di viaggi per gay. Andrea Fonsmorti nella sua lungimiranza ha spigato che “L’idea di una agenzia di viaggi per gay è ripugnante… La prima è che è un chiaro segnale autodiscriminatorio che inneggia al turismo sessuale e questo rappresenta uno scempio per la cittadinanza vomerese… In secondo luogo, ricordiamo come le comunità omosessuali puntino particolarmente sul Vomero per mettere in risalto le proprie attività di marketing sessuale”.Basta commentare quello che ha scritto, altrimenti finisco per fargli pubblicità. Insomma una vera lezione di civiltà arriva dai quartieri alti della città, ecco perché il Ministro degli Interni ha lanciato un’altra provocazione per Napoli: “un sindaco leghista, by ciuccio bianco azzurro”.
Il rione Sanità, sceso negli inferi perché sta sotto alla collina del Vomero, pacato per la normalità e una intelligenza senza precedenti, qualche settimana fa ha pubblicato un articolo uscito sulla rivista loop (http://quartieresanita.blogspot.com/2010/03/ni-hombres-ni-mujeres.html). Ora provo a riassumere brevissimamente, attraverso le frasi dell’autrice, quello che c’è scritto nell’articolo, parlando della comunità TTTI argentina (travestis transgender transxuales intersex).
“Lohana si definisce un travesti, una donna, socialista, indigena, grassa, povera, di colore, lavoratrice, e ancor di più, che nulla vuole salvo creare un mondo in cui essere accettata. …il punto di partenza delle rivendicazioni TTTI è il rifiuto del dualismo e di tutte le logiche binarie, l’abbandono del punto di arrivo a favore di un punto di partenza che si ribella alle opzioni esistenti anche nelle Istituzioni… In questo gioco la resis-trans cessa di essere un territorio travesti per diventare uno spazio politico trasversale. Una creazione politica la cui forma è una tangente di cui si conosce l’inizio la non la fine, in cui muovere passo dopo passo a partire dalle certezze che il presente non può essere salvato, e del desiderio di sogno e di amore…
Sono quasi certo che il signor consigliere non ha capito un granché, al di là delle logiche foucaultiane, temi del genere li possiamo capire solo noi abitanti dei bassifondi partenopei. Che sballo, il quartiere sanità che filosofeggia, parlando di una logica umana binaria, tema affrontato da grandi pensatori intellettuali del passato. Il rione che discute di temi internazionali, temi che riguardano le grandi città europee e del mondo. Per fortuna che i vomeresi non sono tutti così. [+blogger]
ieri… dell’angelo

Era intorno all’una di notte di eri 5 aprile. Sulla strada che da Pomigliano porta a Casalnuovo, fino a Poggioreale, una miriade di corpi bianchi camminavano sotto la pioggia, instancabili e fieri. Qualcuno si distingueva per il rosso, qualcun’altra per l’azzurro. Le 4 frecce di posizione accese scongiuravano il pericolo. La pioggia incessante, sigarette accese, braccia unite l’un l’altra, un passo frettoloso e pacato, una meta da raggiungere per onore, per disincanto, per devozione.
buona pasqua… fantastico!
Le dichiarazioni del presidente della nostra circoscrizione sono eclatanti e sensazionali, finalmente i nostri rappresentati municipali sono andati da chi di competenza per “rimodernare” il quartiere. Tutti i consiglieri hanno firmato una lettera, data 01/04/2010, indirizzata al prefetto, al capo dei vigili urbani, al direttore dell’asl. Si legge: “…rilevante problema da risolvere è il traffico, il parcheggio selvaggio alla via vergini, via Sanità, san Gennaro dei Poveri dove, importantissimo, esiste un pronto soccorso… alla via Fontanelle, piazza Mario Pagano, ecc.Chiediamo soprattutto la presenza di vigili urbani che multano le automobili in caso di sosta vietata. Una zona pedonale più ampia per i diversamente abili possibilmente controllata e sicura. Pronto intervento NU con la presenza di ausiliari che multano chi scarica, accanto ai cassonetti dell’immondizia, materiale illegale come tv, armadi, tavoli, computer vecchi, amianto.
Chiediamo la riapertura della Salita Scudillo, arteria importante e caratteristica del rione chiusa da più di vent’anni. Riapertura del Cimitero delle Fontanelle, ossario storico e tra i più suggestivi del mondo, sono stati spesi diversi milioni di euro per restaurarlo senza un risultato concreto. Chiediamo una sedia a rotelle per la signora … che non ha le gambe, da più di 10 mesi combatte per averla. Chiediamo che mai più debba succedere che una mamma ed un bambino non italiani muoiono di freddo e asfissiati per colpa della povertà.
Chiediamo garanzia per le persone e per la vita sociale, rispetto e dignità, chiediamo alternative valide. Chiediamo garanzie minime per la gente, per i lavoratori, per i malati, per i “diversi”, per gli immigrati, per le casalinghe, per i senza fissa dimora (questa parte è superflua, ma noi la vogliamo ribadire con forza)”.
In calce alla lettera, con caratteri diversi e usando un formato più piccolo, anzi direi piccolissimo, c’è scritto: “pesce d’aprile”. [+blogger]
la lega di fanzaga
Molti preti e vescovi accusano padre Alex Zanotelli di confondere la politica con il credo cattolico, meglio starsene chiusi in convento a pregare per i morti che a protestare per una centrale nucleare che fa nascere bambini storti e con una cozza al posto del cervello. Togliamo pure l’acqua e la luce alla mamma di Elvis e facciamoli morire di freddo tanto poi saranno le preghiere a salvarli dalla città di Dite.Renzo Bossi ha 21 anni ed ha vinto le elezioni a consigliere regionale in Lombardia: è uno dei più giovani politici mai esistiti nella storia dell’Italia Unita. Cruciani ne “la zanzara” (radio24), intervistandolo si è fatto spiegare cos’è la bandiera italiana, ossia cosa vale per lui ma la risposta, come prevedibile è stata indefinita, mettendo in risalito la padania e la sua squadra di calcio che vorrebbe sfidare, nella città di Milano, l’Italia di Lippi.
Noi abbiamo le incoerenze in casa, ma non le sfruttiamo a dovere e con i dovuti “ringraziamenti”. I leghisti dichiarano che oggi sono un partito forte perché la coerenza e la determinazione li contraddistingue. Un leghista medio riconosce un Italia a metà, anzi, uno solo terzo, (il nord, senza centro, ne sud), quindi sarebbe coerente che lo stipendio che percepisce per fare il consigliere, il presidente della Regione, il sotto segretario, il Ministro, fosse di due terzi decurtato perché a versarglielo sono gli italiani che abitano “sotto lo stivale”.
Non riesco a capire se il papa sia diventato leghista o se il partito padano sia stata colpito da una crisi mistica di valori cristiani. Mi scuso, ho lasciato una preposizione incompiuta, quella che ho iniziato scrivendo questa articolo. Voglio dare un consiglio a Zanotelli: padre ascolti Radio Maria, il suo “collega”, padre Livio Fanzaga, ha commentato così la vittoria di un leghista in Piemonte e della Polverini nel Lazio: “Bonino, Bresso, il cattolico non è fesso”. La politica non è cosa da preti! [+blogger]
dialogo tra sordi...

Il fatto che il governo di Silvio Berlusconi possa imporre alla televisione Pubblica la sospensione di alcune trasmissioni è allarmante. Che poi

