Automaticamente,dopo l'abrogazione della norma incriminata dal referendum va in vigore la norma precedente, il cosiddetto “emendamento Buttiglione” all’articolo 14 del decreto legge 269/2003 che leggittimava l'affidamento alla gestione privata anche senza bando di gara. La vera vittoria si avrà quando a tale norma sarà sostituita una nuova che prevederà una totale non ingerenza del capitale privato, anche sulla gestione delle risorse idriche. A tal proposito il forum italiano dei movimenti per l'acqua ha avanzato uan proposta di legge degna di nota. (LEGGI) Putroppo questa proposta non risulta neanche lontanamente parte di uno dei programmi politici di nessun partito in Italia. vigiliamo!!! [commento di leandra sul post precedente]
...vorrei anche aggiungere che dopo aver abrogato la legge con il referendum, ci dicono poi che gli enti locali possono scegliere se privatizzare o no. In realtà l'opzione, per quei comuni dove il capitale è già misto pubblico- privato, il passaggio da ente misto ad un ente che sia a capitale interamente pubblico dovrebbe avvenire (se non si prevedono nazionalizzazioni di tipo ex repubblica sovietica) grazie ad un acquisto della quota privata. Questo però di fatto non è possibile dal momento che il patto di stabilità interno degli enti pubblici locali non prevede, per gli enti in deficit (credo praticamente tutti in italia tranne la regione Trentino Alto Adige), di richiedere risorse economiche ad usi investimento.
Ricordiamo che il "Patto di Stabilità Interno" stabilisce, anzi intima (pena appunto una serie di sanzioni economiche), il risparmio praticamente su tutti i servizi pubblici, anche quelli essenziali come l'acqua. Ciò vuol dire che gli enti pubblici, per esempio il comune di Napoli, se non riescono a recuperare il debito attraverso la tassazione saranno costretti a svendere ai privati quello che hanno ancora a disposizione del pubblico (il suo patrimonio immobiliare, ma soprattutto le sue "aziende" pubbliche, come l'ARIN per esempio, che è ancora pubblica ma le cui sorti saranno prese in mano dal prossimo sindaco) o altrimenti deve tassare i cittadini (con cifre assurde considerato il debito).
Una delle richieste essenziali che dovrebbero essere fatte da parte dei cittadini quindi, è che la gestione dei beni pubblici essenziali (acqua , energia, trasporti, edilizia popolare) non debbano rientrare nel conto del debito delle regioni in quanto essi sono SERVIZI FONDAMENTALI PER ASSICURARE BENESSERE COLLETTIVO! NON SI PUO' "RISPARMIARE SU TALI SERVIZI!"
In poche parole, dovremmo fare in modo che non sia più possibile per un ente pubblico dire: mi spiace ma non abbiamo più soldi per l'acqua, i trasporti, le case popolari... per questo devo vendere ai privati!! Lo stato dovrebbe essere come un buon padre di famiglia, perché lo Stato siamo tutti noi! Che padre di famiglia sarebbe colui che, per comprarsi la macchina nuova, o una nuova televisione risparmiasse non dando da mangiare ai propri figli? O negandogli un bicchiere d'acqua potabile? [commento di leandra su questo post]
4 commenti:
, vorrei anche aggiungere che dopo aver abrogato la legge con il referendum, ci dicono poi,che gli enti locali possono scegliere se privatizzare o no. In realtà l'opzione , per quei comuni dove il capitale è già misto pubblico- privato, il passaggio da ente misto ad un ente che sia a capitale interamente pubblico dovrebbe avvenire ( se non si prevedono nazionalizzazioni di tipo ex repubblica sovietica) grazie ad un acquisto della quota privata. Questo però di fatto non è possibile dal momento che il patto di stabilità interno degli enti pubblici locali non prevede , per gli enti in deficit ( credo praticamente tutti in italia tranne la regione Trentino Alto Adige) di richiedere risorse economiche ad usi investimento. Ricordiamo che il "Patto di Stabilità Interno" stabilisce, anzi intima (pena appunto una serie di sanzioni economiche), il risparmio praticamente su tutti i servizi pubblici, anche quelli essenziali come l'acqua. Ciò vuol dire che gli enti pubblici, per esempio il comune di Napoli, se non riescono a recuperare il debito attraverso la tassazione saannoà costretti a svendere ai privati, quello che hanno ancora a disposizione del pubblico(il suo patrimonio immobiliare, ma soprattutto le sue "aziende" pubbliche , come l'ARIN per esempio,che è ancora pubblicama le cui sorti saranno prese in mano dal prossimo sindaco) o altrimenti deve tassare i cittadini (con cifre assurde considerato il debito). Una delle richieste essenziali che dovrebbero essere fatte da parte dei cittadini quindi, è che la gestione dei beni pubblici essenziali ( acqua , energia, trasporti, edilizia popolare) non debbano rientrare nel conto del debito delle regioni in quanto essi sono SERVIZI FONDAMENTALI PER ASSICURARE BENESSERE COLLETTIVO!!! NON SI PUO' "RISPARMIARE SU TALI SERVIZI!" In poche parole, dovremmo fare in modo che non sia più possibile per un ente pubblico dire : mi spiace ma non abbiamo più soldi per l'acqua, i trasporti, le case popolari...per questo devo vendere ai privati!! Lo stato dovrebbe essere come un buon padre di famiglia, perchè loStato siamo tutti noi!Che padre di famiglia sarebbe colui che , per comprarsi la macchina nuova , o una nuova televisione risparmiasse non dando da mangiare ai propri figli? O negandogli un bicchiere d'acqua potabile?
we, ma mann n'articolo inter e no a puntat. chell ca dice è interessant ma aggià fa nu poc è burdell pe pubblicà primm uno po' nat.
si hai ragione scusa...
SI QUESTA CONSIDERAZIONE è IMPORTANTE E DEVE FARCI RIFLETTERE ANCHE ALLA LUCE DEL REFERENDUM. QUESTI NON CE LO POSSONO SEMPRE METTERE A QUAL SERVIZIO CON TUTTE LE SCAPPATOIE POSSIBILI, DOBBIAMO REAGIRE E NON ABBANDONARCI A ENTUSIASMI CHE SERVONO SOLO PER NASCONDERE I SOTTERFUGI. I POLITICI QUESTO VOGLIONO NON GLIELO PERMETTIAMO.
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