terza media

Quest’anno si sono diplomati (scuola media inferiore) nove persone che hanno seguito il corso di italiano all’Istituto Ozanam di piazza san Severo. Due polacche, un’ucraina, e sei srilankesi. Del rione sanità, quando si parla bene, si parla del turismo, delle catacombe, del riscatto, degli uomini coraggio, dei libri… a chi interessa “quattro” scansafatiche extracomunitari che studiano con cura dopo il lavoro una lingua difficile e complessa; d’altronde c’è così tanta ignoranza che se domandi ad un italiano come si scrive accelerare lo scrive con due elle. Per fortuna che non è sempre così.

Ne hanno parlato i giornali, e anche le tv, “il rione può uscire dalla sua depressione solo con il turismo”. Se andate in Sicilia alcuni paesi non sono per niente sfiorati dal turismo, eppure hanno bellezze artistiche inestimabili. Altri luoghi invece come Taormina, e nelle sue vicinanze, sono zeppi di stranieri, di signorotti armati di bastone, binocolo, “alberghi medioevali e barocchi” che affacciano sulla costa, alberi tenuti perfettamente, strade e direzioni stradali impeccabili, tutto perfetto, tutto incredibile, tutto a norma.

L’opposto si contrae e ridicolizza, mentre un paese mostra i suoi souvenir, fila di negozi espongono miniature dell’isola; a pochi chilometri un paese resta lontano, eppure c’è un cristo “scolpito” da un famoso artista a Calatabiano buttato in quella chiesa del ‘600. Questo posto resta incontaminato, non ci sono strada perfette, “quella buca è stata fatta dal venditore di patate e albicocche con il suo furgone scassato”. Taormina è lontana, se la vedete sembra infinta, è diventata una bambola che appena la tocchi si rompe: “la regaliamo ad una bambina ma poi le diciamo che non ci può giocare”.

Il rione sanità ha ancora le sue buche, ma se penso che potrebbe fare la fine di Taormina o dei Giardini di Naxos, bhè, questa cosa mi spaventa di più che la lava piovana dei vergini ogni anno. Pensate se al posto del mercatino della frutta e verdura decine di bancarelle vendessero souvenir finti per i turisti?. A me la scena fa venire i brividi. Gli stranieri con le loro macchie fotografiche a fotografare l’albergo santa maria della sanità, il parco privato san Gennaro dei poveri, pochi venditori a zampillare sulle guide turistiche per buttar l’acqua verso il loro mulino.

Certo non proprio una scena eduardiana o di un vicolo che parla di povertà, come gli stranieri che hanno sgobbato per un anno intero e come le lettere degli srilankesi che nei loro tema hanno scritto: cara mama, Napoli non mi piace tato, i bambini ci butano sempre l’acua addosso, Napoli puzza perché ce troppa imondizzia. Mama di mando i soldi comprati le medicine. Vorrei abbraciati, mi manchi è mi macate tuti. Vi voglio bene. Amanthi. [+blogger]

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Si parla sempre delle stesse cose è delle cose veramente importanti si ignorano del tutto. continuate tanto ci sarà un altro che vi assisterà e per sempre.

Anonimo ha detto...

Questo è il modo migliore per l'integrazione dei popoli questa è la scelta giusta non tutti abbiamo un dovere verso la comunità di immigrati in Italia perché prima di tutto lo sono stati i nostri padri immigrati all'estero diamo esempio di civiltà e di amore vero il prossimo
arrivederci a settembre.

NICCRO ha detto...

PESSIMO COMPORTAMENTO