sbrattiamoli ancora

C’è chi grida che “l’aria” si sta trasformando, una ondata di nuovo ha spazzato via i vecchi accordi. La politica stenta riconoscere la gente, quello che sarebbe nella sua natura è snaturato, è mortificato, è alienato. Finalmente siamo noi a poter insegnare, finalmente parte dall’Italia un secco no alle energie sporche. Molti si lamentano che, mente in tutto il vecchio continente le centrali nucleari sono la normalità, il nostro paese le rifiuta senza mezzi termini.

Quelli del no si difendono dicendo che le centrali le abbiamo a pochi chilometri dal confine, che il nucleare è nelle nostre case, ed è anche in Italia. Ma vi giro, e credo di non sbagliare, è da quando sono nato che non sento più dire che L’Italia è un paese che afferma le sue idee, le su ragioni, anche contro, e in specifico questo caso, gli altri stati più “civili”, più organizzati, più economicamente ricchi.

Dire no al nucleare, alla privatizzazione dell’acqua è quanto di meglio si possa sperare per una gestione collettiva della cosa pubblica, è un atto di coraggio contro il mercato e la finanza che hanno monopolizzato il linguaggio, il sociale, i dialetti. Tutto è pensato in termini di economico, mentre il voto di ieri ha separato di nuovo i concetti di pubblico e privato.

È una forma di insegnamento che dovrebbe percorrere la storia come ciclo di un passato che ritorna. Di nuovo siamo noi a sbrattare i potenti, le gerarchie, a liberarci dei nemici senza armi né munizioni. Oggi proprio non si può dire che gli Italiani sono qualunquisti anche se c’è la televisione che fa sempre la sua malevole parte. Adesso sbarazziamoci anche di questa. [+blogger]

3 commenti:

Anonimo ha detto...

io direi sbattiamoli fuori a calci in culo.

Leandra ha detto...

Mi raccomando restiamo vigilanti, i quesiti che riguardavano la privatizzazione dei servizi pubblici essenziali anche se hanno permesso l'abolizione di certe norme, prevedono ancora la possibilità di far gestire tali servizi da aziende private. La lotta non è vinta, in particolare per quanto riguarda l'acqua. Certo il referendum ha permesso agli italiani di esprimere una preferenza per una gestione di tipo pubblico, ma a conti fatti le norme esistenti non vanno in tal senso. Automaticamente,dopo l'abrogazione della norma incriminata dal referendum va in vigore la norma precedente, il cosiddetto “emendamento Buttiglione” all’articolo 14 del decreto legge 269/2003 che leggittimava l'affidamento alla gestione privata anche senza bando di gara. La vera vittoria si avrà quando a tale norma sarà sostituita una nuova che prevederà una totale non ingerenza del capitale privato, anche sulla gestione delle risorse idriche. A tal proposito il forum italiano dei movimenti per l'acqua ha avanzato uan proposta di legge degna di nota. http://www.acquabenecomune.org/spip.php?article=211 Putroppo questa proposta non risulta neanche lontanamente parte di uno dei programmi politici di nessun partito in Italia. vigiliamo!!!

Anonimo ha detto...

CERCHIAMO DI FARGLIELA VEDERE NOI A QUESTI QUATTRO NULLAFACENTI CHE SI VOGLIONO ANCORA MANGIARE O MEGLIO SPARTIRE LA TORTA.