balconi di pace

Oggi è la giornata mondiale della pace, un richiamo forte al nostro impegno perché ritorni a fiorire la pace sulla Terra. “In piedi, costruttori di pace”, aveva gridato nel 1990 Don Tonino Bello nell’Arena di Verona, gremita di gente. Come mai oggi si parla così poco di pace in questo nostro paese, sia a livello ecclesiale che civile? In piedi, costruttori di pace, rimettiamo le bandiere della pace ai nostri balconi e impegniamoci per realizzare questo sogno. Non possiamo fare altro davanti alla spaventosa militarizzazione sia nel nostro paese come nel mondo, che porta sempre a nuove guerre. La nostra finanziaria 2011 stanzia 25 miliardi di euro per la Difesa. Il nostro governo ha tagliato nella stessa finanziaria 8 miliardi di euro alla scuola, ma stanzia venticinque miliardi di euro per le armi! In perfetta sintonia con il Congresso USA che, a fine dicembre 2010, ha votato 725 miliardi di dollari per la difesa (37 miliardi in più del 2009). Il governo italiano ha poi deciso di investire, nei prossimi anni 16 miliardi di euro per acquistare 131 cacciabombardieri F35 (Joint Strike Fighter). Questi aerei, che possono trasportare anche bombe atomiche, servono per una guerra di attacco, mentre la nostra Costituzione dice: ”l’Italia ripudia la guerra” (Articolo 11)! Ne abbiamo fatta carta straccia di quell’articolo, in particolare in questa guerra in Afghanistan, da dove continuano ad arrivare le bare dei nostri soldati. ”Che si tratti di guerra è ormai certo, sia perché tutti gli eserciti coinvolti la definiscono tale, sia perché il numero dei soldati che la combattono e le armi micidiali che usano, non lasciano spazio agli eufemismi della propaganda italiana che continua a chiamarla ‘missione di pace”- afferma l’appello Guerra in Afghanistan: missione di pace?, che abbiamo lanciato lo scorso anno con R. Nogaro, vescovo emerito di Caserta. Questa guerra ci costa 2 milioni di euro al giorno, oltre 600 milioni all’anno, per mantenere in Afghanistan 4.200 soldati italiani.

E tutto questo ci riporta al tema della industria italiana delle armi che è l’unica che non risente della crisi economica! L’export di armi italiane pesanti nel 2009 ha raggiunto quasi 5 miliardi di euro (un incremento del 61% sul 2008): siamo all’ottavo posto al mondo. Siamo invece al secondo posto per armi leggere che esportiamo anche nei paesi più poveri dove mietono milioni di vittime. L’industria delle armi trova troppo stringenti le imposizioni della legge 185 (del 1990) che regola l’export bellico. Per questo sta premendo sul governo Berlusconi perché la modifichi. Ma anche le ‘banche armate’ cioè quelle banche che finanziano la vendita dei nostri prodotti bellici, fanno pressione per modificare la 185 per impedire che vengano rivelati i loro nomi. Noi invece chiediamo a tutti di fare pressione sul governo per evitare qualsiasi modifica alla 185. Questa politica guerrafondaia italiana riceve ora un’ulteriore spinta dal vertice nato di Lisbona (19-20 novembre 2010). La nato, da alleanza difensiva, è diventata alleanza offensiva, per proteggere gli interessi vitali dell’Occidente ovunque siano minacciati, facendo proprio il concetto di “guerra preventiva”. A Lisbona nasce così la nato 3.0, una nato che si propone su scala planetaria. L’Italia gioca un ruolo fondamentale in tutto questo. Avrà sempre più importanza il quartiere generale della forza congiunta alleata a Napoli che quest’anno si trasferirà da Bagnoli alla nuova sede di 85.000 mq2 di Varcaturo. Senza dimenticare che sempre a Napoli è stato collocato di recente il quartiere generale di africom cioè il supremo comando militare navale per l’Africa. A Sigonella (la grande base USA), in Sicilia, entrerà in funzione il sistema ags, il più sofisticato sistema di spionaggio elettronico.

Sarà allo stesso tempo potenziata l’intera rete delle basi Usa in Italia, da quelle di Vicenza, base della 173° brigata autotrasportata a quella di Aviano dove probabilmente saranno concentrate tutte le bombe atomiche Usa in Europa. Infatti il vertice di Lisbona ha dichiarato che la nato è una potenza nucleare e “deve mantenere tali bombe finché ci saranno nel mondo tali armi”. Questa insistenza sulle armi nucleari spaventa: la Bomba atomica è la grande minaccia che pesa sull’umanità. E lo ‘Scudo-Anti Missili’ approvato per l’Europa dal vertice nato di Lisbona, non fa che accrescere la paura e la tensione. Il nostro è un mondo sempre più militarizzato: nel 2009 abbiamo speso in armi, a livello mondiale, 1.531 miliardi di dollari (dati Sipri). Davanti a questa follia umana noi invitiamo i cittadini italiani e le comunità cristiane a dire NO a questi venti di guerra e SI ai venti di pace. Chiediamo a tutti di rimettere ai propri balconi la bandiera della pace per far sì che il 2011 diventi l’anno della pace. Sarà l’anno che vedrà la 50° marcia della pace Perugia–Assisi (25 settembre), ideata dal teorico della nonviolenza attiva A. Capitini. Sarà l’anno di due significativi eventi religiosi per costruire la pace: una Convocazione Internazionale Ecumenica sulla pace che si terrà dal 17 al 25 maggio a Kingston, in Giamaica, convocata dal Consiglio Ecumenico delle Chiese e un vertice dei capi delle grandi religioni mondiali a ottobre, proprio ad Assisi, su proposta del Papa Benedetto XVI. Non ci sarà pace sulla Terra se non ci sarà pace tra le grandi religioni. E allora nella tradizione dei grandi profeti italiani di pace, anche noi gridiamo: in piedi costruttori di pace! [alex zanotelli – napoli 1 gennaio 2011]

5 commenti:

+blogger ha detto...

Quest'anno l'Italia ha speso 25 miliardi di euro per la difesa, mentre nel mondo si spendono 1.531 miliardi di dollari per costruire armi e bombe.

MANCO FOSSIMO ATTACCATI DAGLI ALIENI!

Anonimo ha detto...

Ma la guerra è guerra, e in ogni caso è sempre esistita.
Nei testi di ogni epoca si narra delle stragi, catastrofi
che generano gli uomini. E' una specie di cosa naturale che
si è insinuata dentro di noi fin dagli albori della civiltà.
Per combatterla dobbiamo prima combattere noi e il nostro
modo di essere uomini. Cambia si può ma bisogna farlo con ogni mezzo. La guerra è l'estrema conseguenza della nostra imperfezione.
Noi siamo esseri MALATI!

Anonimo ha detto...

FORZA NAPOLI ABBASSO LA GUERRA!

Paolo ha detto...

bene alex siamo tutti con te, tutta la sanità è con te.

Mosaico di Pace ha detto...

Solo due mesi fa il Congresso Usa aveva approvato un piano quinquennale di due miliardi di dollari in aiuti al Pakistan per potenziare qualitativamente e quantitativamente le operazioni militari di contrasto dei Talibani che si nasconderebbero nelle aree di confine con l’Afghanistan. Adesso l’amministrazione Obama vuole accrescere il contributo finanziario statunitense “in modo da rispondere alle lagnanze degli ufficiali pakistani insoddisfatti per la scarsa comprensione delle loro priorità militari da parte di Washington”, secondo quanto rivelato da fonti diplomatiche Usa al quotidiano The Washington Post. Il nuovo piano di “assistenza militare” predisposto a metà dicembre, sarà presentato dal vicepresidente Joe Biden la prossima settimana quando incontrerà in Pakistan il capo delle forze armate generale Ashfaq Kayani ed altri leader governativi. “Il vicepresidente chiederà ai pakistani di articolare per la regione una strategia comune a lungo termine e di specificare il tipo di assistenza di cui hanno bisogno per intervenire con successo contro i rifugi dei Talibani nelle aree di frontiera con l’Afghanistan”, scrive l’autorevole quotidiano. CONTINUA