la cultura della repressione

In questo determinato periodo storico c’è una netta e resistente divisione sociale e culturale. Questa resistenza è determinata dall’inattuale che si frappone scavalcando e oscurando la reciprocità. In quest’epoca macchiata dal non lavoro, dove se presenti un curriculum devi omettere la laurea, c’è una diversificazione nascosta che crea e si inventa la cultura, l’arte, il sapere. È la cultura della repressione.

Oggi si reprimono i creativi, gli inventori, le buone idee, mentre vanno avanti pochi raccomandati, vecchie strutture rimpastate; oggi si copia, si costruiscono format obsoleti e fatti male, si rimpasta, si regredisce. Ma, nonostante tutto, una nuova forza vitale prende forma nel sottostrato, produce intelletto nascondendosi, restituisce dignità al lavoro, alla capacità, alla comprensione.

Il figlio di Bossi che è stato bocciato tre volte all’esame di stato è consigliere regionale con una paga che supera i 5000 euro al mese. Marco, tre lauree, sociologia, scienze delle educazione, lingue è costretto a lavorare come fattorino; Roberta, 4° di seno, 25 anni e già assessore alla provincia di Napoli, senza curriculum né passato politico; Antonella, 46 di taglia e con qualche brufolo, ingegnere, figlia di un impiegato, lavora come segretaria per un avvocato che vince le cause senza prove, 600 euro mensili.

Si potrebbe continuare. Tutta questa repressione sfocia in una nuova epoca, oggi esiste il fare nascosto, oggi esiste non l’invidia, ma il fare per se. Con un po’ di inibizione si costruisce, si produce, si lavora senza remunerazione, si sta rintanati in casa mentre si concepisce senza che nessuno se ne accorge. Alla pari del pittore Ligabue che sfottuto per i suoi quadri veniva messo alla “gogna”, oggi la cultura della repressione ti fa andare avanti, di fa escogitare, interagire, proporre senza che nessuno se ne accorga.

Quando tutto questo sarà immaginato, quando tutto ciò potrà essere di dominio pubblico, allora si scoprirà che forse quest’epoca era la migliore, mentre le Istituzioni regredivano, mentre i geni erano fasulli, la gente normale produceva talento, potendolo poi distribuire gratuitamente alla storia. [+blogger]

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