senza titolo

Ieri mentre pubblicavo l’ennesimo articolo nell’area facebook, non mi accorsi che avevo la chat attiva e venni contattato da un signore “amico del blog”. Mi disse come la gente rispondeva alle “provocazioni” scritte e a volte anche filmate. Non so perché ma dopo pochi secondi mi confessò che non stava troppo bene e che qualcosa era ritornato. Non capii subito la questione ma compresi la gravità. Scrisse che si sentiva solo, che intorno sì c’era la sua famiglia, ma che in realtà le sue speranze incominciavano a vacillare.

Ad un certo punto incominciai a sentirmi un po’ stordito, non posso svelare le altre cose che ci dicemmo, ma in quel momento volevo scomparire. Avrei potuto farlo, tanto in chatt si vive una infinità di volte, ma non ebbi il coraggio e proseguii quella discussione. Il suo viaggio a Milano, le sue preghiere, gli affanni, la generosità e la cattiveria. Ad un tratto decisi di confessare anche io qualcosa, era qualcosa di molto più semplice, ma che in realtà non avevo mai fatto. Sentii la solidarietà avvicinarsi, sentii l’amore, la comprensione, la responsabilità.

Una stupida chat che non mi ha mai convinto, mi fece sentire vicino ad una persona che, se pur avessi incontrato, non mi sarei mai sognato di condividere così tante parole e pensieri. Al di là dell’informatica, e dell’cyberspace, mentre la gente si scanna per un voto, per una preferenza, mentre la ressa fuori le scuole della sanità si organizza per dissuadere l’ultima ombra, le persone vivono nell’indecisione di operarsi, nella paura dello stare “dentro o fuori”, nella speranza di una soluzione caduta dal cielo o nel camice bianco di un medico occhialuto che spicca un italiano perfetto.

Quello che provo in questo istante è un malessere indefinito, mentre un corpo inanimato mi consola, mi rallegra, mi inganna, un altro vivo e vegeto parla, si sfoga, ha voglia di farsi sentire, di incontrare, di aspettare. Alla fine mi disse: “prega per me”, la mia risposta fu imbarazzante, mi sentivo umile e, come all'inizio della nostra discussione, confuso. [+blogger]

9 commenti:

Leandra ha detto...

Mi e' piaciuto questo post, ultimamente mi capitava di pensare prorpio a questo: se solo avessimo il coraggio di confessare tutte le nostre paure, le nostre debolezze, troveremmo la forza della solidarieta'.Siamo in una societa' organica dove ognuno e' utile all'altro solo perche' deve far funzionere l'ingranaggio di cui fa parte e di cui spesso non e' cosciente. Bisognerebbe saper ritrovare umanita'e amore, solidarieta' e passione, e soprattutto fiducia nell'azione e nell'interazione comune!

Ezio M. ha detto...

io credo che questo articolo ticchi soprattutto chi ha vissuto una cosa del genere anche se è scontato quello che dico però anche io sono d'accordo per aiutarci di più fra di non senza vergognarci o nasconderci.

Anonimo ha detto...

andiamo, in tv dicono sempre le stesse cose... "dato interessante, aspettiamo a parlare, abbiamo vinto, abbiamo ottenuto un buon risultato".... CHE PALLE...

Lello ha detto...

con la solidarietà si fa tanto, diceva madre teresa che bastava solo pensare una persona perchè quest'utlima possa trarne dei benefici.

Anonimo ha detto...

....INFFATTO

Paolo ha detto...

vedo il tg5 in questo istante e le percentuali sono diverse anche se di poco rispetto a tg24.sky.it
ma visto che lo scarto è di pochissimo attendo senza entusiasmi.

Anonimo ha detto...

spoglaimoci di tutto quello che di condizionato abbiamo addosso e superiamo ogni ostacolo per noi, per gli altri per ogg, ieri e anche domani.

Pino ha detto...

è un modo come u altro per rispondere all'individualismo, a chi si crede migliore e capace solo lui. noi, in pochi, ci stiamo battendo per un quartiere più pulito, perchè la gente finalmente riesca a formulare il numero verde del comune per i mobili e i rifiuti grossi, per scacciare tutte quelle persone che fanno solo del male al rione. abbiamo la capacità di parlare, di discutere, di decidere, senza chge nessuno vanga a dettarci le sua assurdità. accogliamo tutti e con calore, ci organizziamo e protestiamo e io ogni tanto scrivo anche le cose buona, la sanità non è perduta la sanità è viva, anzi, lo è sempre stata.

Anonimo ha detto...

A.I.U.T.O. grazie alle elezioni... mi manca il R.E.S.P.I.R.O.